SONO UN NOSTALGICO
E’
vero, sono un inguaribile nostalgico che rimpiange il passato o almeno
un “certo passato” e che non riesce a darsi pace per il degrado morale,
sociale e personale di questa maledetta società moderna in cui è
costretto e che gli sta stretta e scomoda!
Rimpiango
il tempo in cui non era tutto così mercificato, compresi i sentimenti,
ed in cui la pietra di paragone con la quale si giudicavano le azioni
delle persone era costituita da un codice etico che determinava chi era
una persona per bene e chi invece non lo era.
Rimpiango i tempi in cui guadagnare denaro con raggiri e con disonestà non era da “furbi”, ma da “mascalzoni”.
Rimpiango i tempi in cui la fedeltà alle persone ed ai principi era considerata una virtù e non una debolezza o una fragilità.
Rimpiango
i tempi in cui il senso del proprio dovere era un legame che teneva
ancorati ad un codice di comportamento e non una inutile zavorra che
tarpa le ali del successo.
Rimpiango
i tempi in cui nel proprio lavoro si vedeva, oltre ad un mezzo di
sostentamento per la famiglia, anche l’orgoglio delle proprie capacità
ed il risultato di una vita spesa per raggiungere un posto dignitoso
nella società.
Rimpiango
i tempi in cui la famiglia era inscindibilmente composta da giovani, da
meno giovani e da vecchi che erano tutti parte di un’unità solidale e
reciprocamente rispettosa senza discriminazioni per coloro che erano più
deboli, ma in cui esisteva una gerarchia di oneri e di responsabilità.
Una
famiglia che rispettava i propri vecchi anziché, come succede spesso
oggi, abbandonarli alle cure di una “badante” o all’internamento in una
“casa di riposo” pur di togliersi il peso e la responsabilità personali.
Rimpiango
i tempi in cui la Patria era una realtà vissuta che incideva sul
pensiero e sui comportamenti delle persone ed era la sublimazione del
patrimonio culturale e tradizionale e storico che dava a ciascuno il
senso e l’orgoglio di appartenenza ad una specifica comunità e non, come
oggi, “..una invenzione dei ricchi per fregare i poveri”.
Rimpiango
i tempi in cui I figli erano obbedienti e rispettosi verso i genitori
accettandone i suggerimenti ed i rimproveri anziché trattarli da “vecchi
rincoglioniti” e considerarli poco più che un comodo “bancomat” per
soddisfare i propri capricci.
Rimpiango i tempi in cui fare l’amore era quasi sempre anche un volersi bene e non soltanto un fornicare come animali.
Rimpiango i tempi in cui di una persona era più importante sapere chi e cosa era che non quanto guadagnava.
Rimpiango
i tempi in cui un prodotto era buono o una persona era una brava
persona non in rapporto a quanta pubblicità potesse essere fatta in
proposito, ma perché così pensava e diceva chi aveva provato il prodotto
o conosciuto la persona.
Rimpiango
i tempi in cui la qualità era più importante della quantità ed il
parere delle persone qualificate faceva aggio su quello degli ignoranti e
degli imbecilli.
Poi
sono arrivati gli Americani che ci avevano sconfitti in una guerra del
sangue contro l’oro e ci hanno detto che il nostro sistema di vita era
vecchio, superato, poco pratico e scomodo e che la cosa più importante
era il denaro che poteva comperare tutto, anche le coscienze, anche
l’approvazione della società, anche la salute e la benedizione di Dio.
Ci
hanno detto che ogni uomo ha sempre il suo prezzo, che ogni situazione è
riconducibile ad un danno o a un profitto economici, che solamente
l’accumulo di ricchezza può dare la serenità e la pace e che chi è
povero non è ne sarà mai nessuno.
Ci
hanno detto che i Dante, i Michelangelo, i Leonardo, i Pascoli, i San
Francesco ed i tanti altri che noi consideriamo “Uomini illustri” non
valevano nulla perché non sono stati in grado di accumulare patrimoni
mentre, paradossalmente, valgono di più gli Al Capone o i Luky Luciano
che hanno saputo accumularli…!!
Ci hanno detto che di un uomo non è importante chi o che cosa sia, ma solamente quanto denaro sa guadagnare non importa come.
Ci
hanno convinti che onore, dovere, tradizioni, amor di patria, storia,
cultura e senso del dovere sono solamente parole vuote che non portano
da nessuna parte perché non rimpinguano il conto in banca e che possono
anzi essere di ostacolo al raggiungimento della ricchezza.
Ci
hanno detto e dimostrato con i fatti, che la libertà dei popoli è un
valore secondario rispetto agli interessi economici delle nazioni più
potenti e che è lecito imporre il proprio dominio con la scusa di
esportare la “democrazia”.
Il
risultato è questa nuova società che stiamo vivendo e che a me sta
scomoda e stretta e che vorrei, se lo potessi, cancellare con un colpo
di spugna come un incubo dal quale risvegliarsi alla vita vera e
reale..!
Alessandro Mezzano
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