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IL FRANKISMO - ASCESI
SATANICA EBRAICA
di Dagoberto Husayn
Bellucci
Nato
nel cuore dell'ebraismo orientale, tra le comunità askhenazite (da Askhenza
= in ebraico Germania) della Polonia del XVIIImo secolo, il movimento
frankista ha rappresentato come pochi altri movimenti "eretici" - pure
comparsi fin dai primi secoli dell'era volgare anche in seno alla
Cristianità - la quintessenza demoniaca di una ascesi contro-tradizionale
che provocò non poche reazioni anche all'interno del mondo ebraico.
Dai tratti
assolutamente satanici, il movimento creato da Jacob Frank si diffuse
notevolmente in ampi strati della comunità ebraica diffondendosi a macchia
d'olio - seppur in modo occulto per le numerose scomuniche e anatemi che
colpirono la setta - ed estendendosi all'interno dei movimenti della
diaspora ebraica al di fuori dell'Europa Orientale.
Le tracce del
frankismo sono da ricercarsi da un lato nel particolarismo ebraico
dell'Europa Orientale, del quale vedremo sinteticamente i tratti salienti,
dall'altro all'interno della vicenda collegata all'ondata messianica
diffusasi tra tutti gli ebrei del Mediterraneo con la comparsa sulla scena
religiosa giudaica del cabbalista Sabbatai Levi la cui vicenda si snoda tra
Europa Orientale, Asia Minore e Turchia ma è da ricondurre, in ultima
analisi, alla stessa Polonia dove gli ebrei rappresentavano, con circa
700mila unità, circa il 10% della popolazione locale.
Fu infatti attorno
alla metà del XVIImo secolo che tra gli ebrei orientali si sparse la voce
che il giorno della salvezza era vicino, che il Messia atteso sarebbe presto
comparso. In quel periodo gli ebrei polacchi avevano conosciuto una serie di
pogrom a seguito della sollevazione dei cosacchi del 1648 che dal basso
corso del Dnepr invasero l'Ucraina passando a nord verso i territori
governati dai principi polacchi. Umiliati, spesso vittime della reazione
popolare, colpiti a morte dall'odio con il quale le truppe cosacche e russe
si riversarono contro di loro; gli ebrei orientali - di quelle regioni che,
ad Est della Germania, si estendevano a vista d'occhio e dove prosperavano
fin dai secoli precedenti numerose forme eretiche di spiritualità mista a
magia tipiche del cabbalismo - non trovarono di meglio che alimentare
l'attesa messianica del ritorno di un Salvatore.
"Gli ebrei
sopravvissuti ai pogrom dovettero fare i conti con i traumi che avevano
riportato e prendere atto della realtà: mentre una parte dei polacchi li
aveva difesi e aveva combattuto al loro fianco, la frangia più oltranzista
aveva preso le distanze da loro e li aveva sacrificati. - scrive Heiko
Haumann (1) - (...) Tuttavia, almeno apparentemente, la vita ebraica si
riorganizzò anche perchè - e il fenomeno non può che stupirci - numerosi
nobili, anzi persino esponenti del clero, affidarono nuovamente i propri
soldi agli ebrei dopo che, nell'infuriare delle rivolte, le banche erano
state letteralmente spazzate via. Temporaneamente la funzione di credito
passò al Kahal e così l'antico ruolo di intermediari , che per tradizione fu
proprio degli israeliti polacchi, si mantenne vivo anche sotto mutate
spoglie."
In questo contesto
storico e in questa realtà (2) si diffuse sia il chassidismo che lo studio
della cabbala (in ebraico la Tradizione) come risposta ai problemi sociali e
alle difficili condizioni storiche che viveva il popolo ebraico.
"La qabbalah (...) era
viva nell'ebraismo diasporico da lungo tempo e non può essere
sbrigativamente liquidata come una semplice corrente mistica (il che accade
invece molto spesso). Benchè legata alla religione e alle sue norme, si
connota in sostanza per una forte tendenza filosofica e nel contempo
evidenzia stretti legami con il pensiero razionalistico, seppure abbinato a
influenze misticheggianti. La cabbala ricevette una prima sistematizzazione
nel Medioevo, soprattutto ad opera del chassidismo - o hasidismo - tedesco.
Il chassid, il "pio", era chiamato a continuare i valori e gli ideali
religiosi del popolo; e infatti la filosofia fu sempre parte integrante
della cultura popolare ebraica. Il fulcro delle dottrine che si svilupparono
in particolare tra il 1150 e il 1250 - il più famoso teorico fu Yehuda il
Chassid (morto nel 1217) - era il mistero della creazione, ma altrettanto
controversa, tra i chassidim, fu la questione inerente alla fine del mondo;
anzi ci si chiedeva se fosse possibile prevederla sulla scorta dei dati
contenuti nella Bibbia." (3)
Terreno fertile per
ogni sorta di messianismo l'Europa dell'Est aveva conosciuto negli stessi
anni numerose correnti riconducibili al chassidismo e al cabbalismo e
sorsero, come si vedrà, proprio da questi ambienti notevoli personalità
rabbiniche che ispirarono anche movimenti di massa di notevoli proporzioni,
leggende e miti che influenzarono per i secoli successivi l'animo popolare
ebraico. E' da questo vero e proprio pandemonio di posizioni filosofiche,
eresie religiose, vaneggiamenti misticheggianti e illusioni utopiche create
dalla casta rabbinica per mantenere un più stretto controllo sul popolo
allora preda delle ondata repressive e di un malcontento ed una sfiducia
croniche che si diffonderanno per esempio la leggenda del Golem di Praga
(della cui creazione si dice responsabile il rabbino Elijahu da Chelm noto
come Baal Shem) o la diffusione di un libro, il Sefer ha Zohar (Libro dello
Splendore), che raccoglierà la teoria cabbalistica di Moshè da Leon
divenendo in breve tempo un testo canonico dell'ebraismo orientale posto
sullo stesso livello della Bibbia e del Talmud.
In quest'attesa
messianica e sospinti dall'intemperie culturali del tempo anche gli ebrei
orientali dunque rielaborarono una loro concezione di vita e nutrirono le
speranze di veder comparire l'atteso messia nella figura di Sabbatai Zevi.
Nato a Smirne nel 1626
Sabbatai Zevi si autoproclamò messia degli ebrei attirandosi la scomunica
della comunità locale. Vittima di una psicosi maniaco-depressiva il "messia"
Zevi cominciò a vagabondare allora per le regioni dell'Asia Minore, nel 1664
sposò una donna polacca e un anno più tardi incontrò il ventenne cabbalista
Nathan di Gaza il quale lo riconoscerà come il Redentore atteso dal popolo
d'"Israele" e investendolo della legittimità di nuovo profeta in terra.
Sabbatai Zevi, forte
di questa legittimazione, nominò una dozzina di seguaci quali suoi apostoli
e ritornò a Smirne fissando, come data della redenzione escatologica per il
popolo "eletto", il 18 giugno del 1666. Designatosi re d'Israele occupò con
i suoi fanatici sostenitori la sinagoga cittadina quindi , l'anno prescelto
per il Grande Avvento, raggiunse Costantinopoli dove sarà arrestato dalle
autorità ottomane che vedevano tutt'altro che favorevolmente la crescente
popolarità che il "messia" stava guadagnandosi tra le turbe ebraiche.
Arrestato e sottoposto
al diktat del Califfo al povero Sabbatai Zevi non rimase che scegliere tra
due alternative: convertirsi all'Islam oppure andare incontro alla pena
capitale commissionata dalle autorità ottomane mediante impiccagione. Il
falso messia , suscitando un'immediata ondata di accuse e numerose
polemiche, optò per la conversione alla religione islamica seguito dalla
maggioranza dei suoi adepti (tra i quali si contavano anche influenti
rabbini tra i quali i due capi delle comunità ebraiche di Modena e Reggio
Emilia). Sabbatai Zevi nel 1672 verrà nuovamente denunciato dalle autorità
ottomane di continuare a praticare la religione ebraica e di intemperanze
sessuali. Arrestato nuovamente terminerà i suoi giorni nel 1676 in esilio
nelle terre d'Albania.
La predicazione
sabbatea sconvolse il mondo ebraico sia a Occidente (tra le comunità
sefardite) che a Oriente dell'Europa. Fu soprattutto in Polonia che la
dottrina sabbatea si diffuse con maggior rapidità e ottenne il maggior
numero di adepti. La nuova "strada" indicata da Zevi si confaceva alle
attese degli ebrei orientali in particolare alla loro condizione
storico-sociale ed era maggiormente elastica rispetto al Giudaismo ortodosso
incapace - a loro dire - di rispondere in modo esauriente ai dubbi e alle
domande dell'epoca. Nella dottrina sabbatea sono contenuti già in embrione i
germi di quello che sarà poi l'esperimento frankista: a speranze
misticheggianti si combinano , con la giustificazione che solo una condotta
peccaminosa potrà redimere il popolo ebraico, elementi materialistici e
aperture verso il pensiero illuminista. A ciò si deve aggiungere come per
sua stessa natura il Sabbateismo si poneva in netto contrasto con
l'oligarchia rabbinica tradizionale e in opposizione alla casta rabbinica
che dominava il Kahal (= in ebraico Potere , centro direttivo delle comunità
ebraiche dell'Europa Orientale suddivise in Kehillah = comunità locali).
Ed è sulla scia di
questo movimento messianico che, con alterne fortune, attraverserà tutti i
secoli successivi sopravvivendo alle intemperie che colpirono l'Impero
Ottomano (i Dummeh = comunità cripto-ebraica erede dell'esperienza sabbatea;
sarebbero organizzatissimi anche nell'odierna Turchia e, secondo
innumerevoli testimonianze, si deve al loro lavorio interno alla società
ottomana di fine ottocento la creazione dell'organizzazione nazionalista
paramilitare dei Giovani Turchi che nel 1911 prenderà il potere a
Costantinopoli e, un decennio più tardi, con Kemal Ataturk - probabilmente
anch'esso cripto-ebreo comunque giudaizzante - instaurerà una repubblica
laica abolendo il Califfato e relegando la religione islamica all'esterno
delle Istituzioni da allora saldamente in mano ai militari), alcuni decenni
più tardi - nella Polonia sconvolta da sommovimenti ereticali ebraici sorse
il Frankismo.
"Lo Hassidismo e il
Frankismo, - scrive Arthur Mandel - i due movimenti che sconvolsero
profondamente gli Ebrei d'Europa durante il XVIII secolo e oltre,
appartengono alla lunga catena di sette eretiche che risale ai primi
Cristiani e agli Gnostici. I fondatori di entrambi i movimenti provenivano
da quel remoto angolo dell'Europa Orientale e dalla limitrofa Ucraina che
videro le ultime manifestazioni del Manicheismo gnostico e dei Bogomili."
(4)
Jacob Frank
(1726-1791) fu sicuramente una delle personalità più controverse della
storia ebraica, figura demoniaca e elemento sovversivo fu in contatto, in
età giovanile, con i khlysti e da questi apprese la ritualità orgiastica che
contrassegnava questo movimento eretico. I khlysti proclamavano una sorta di
"religione dell'amore" ma avevano un atteggiamento negativo rispetto alla
vita: si astenevano da carne e bevande alcooliche, osservavano lunghi
periodi di digiuno infliggendosi punizioni corporali per espiare i peccati
(dal russo Khlyst = frusta prenderanno il loro nome) . Alla guida della
comunità si poneva un "saggio" chiamato Balshem.
E' certo che Jacob
Frank venne influenzato da questo movimento e ne seguì inizialmente le orme
in una Polonia profondamente scossa da dispute intestine e dove ,
soprattutto in seno al misticismo e al cabalismo ebraico, il limite tra
lecito e illecito, tra sacro e profano, tra ciò che per gli ebrei ortodossi
era Tradizione e ciò che diverrà aperta manifestazione sovversiva era
labile. Frank saprà sfruttare abilmente queste contraddizioni proprie
dell'ebraismo orientale e si inserirà nella metà del XVIIImo secolo con il
suo movimento all'interno della generale caotica situazione nella quale
vivevano gli ebrei polacchi come un'autentico Genio del Male, sovvertitore
di ogni legge e devastatore di ogni ordine.
La situazione degli
ebrei polacchi nella prima metà del settecento era desolante. Come li
descrive Heinrich Heine un secolo più tardi in maniera esaustiva: "L'aspetto
esteriore dell'ebreo polacco è spaventevole (...). Il disgusto, tuttavia,
venne presto soffocato dalla compassione che mi prese dopo avere osservato
più da vicino la condizione di questi individui e visto le tane, simili a
porcili, in cui vivono; parlano il loro yiddish, pregano, trafficano e (...)
rimangono dei miserabili. La loro lingua è un tedesco infarcito di ebraico e
di polacco (...); evidentemente non son progrediti di pari passo con la
cultura europea e il loro mondo spirituale si è impaludato divenendo una
congerie di superstizioni sgradevoli nelle quali sono state spremute le
mille forme curiose della cavillosità scolastica. Nondimeno, malgrado il
barbarico berretto di pelo che gli copre la testa e malgrado le idee ancor
più barbare che gliela riempiono...(...) L'ebreo polacco con la sua
pelliccia sudicia, il puzzo d'aglio e il suo improbabile yiddish, mi è
tuttora più caro di altri (ebrei ndr) con la loro prosopopea da azionisti
dello Stato." (5)
Immagine desolante,
lurida, deprimente quella che dunque traspare della vita sociale delle
comunità ebraiche polacche. Una non vita confinata nei ghetti e nel
commercio, tra bettole sudicie e topaie adibite ad abitazioni, tra scambi
monetari e traffici più o meno leciti questa era la società ebraica nella
quale prenderà piede il movimento frankista. Una società ai margini di
quella cristiana, segregata al suo tradizionale ruolo di intermediazione
monetaria, agli scambi, all'usura, al commercio al minuto di cereali e
granaglie.
"L'abbiamo incontrata
- scriverà Nathan Birnbaum (6) - e ci è parsa un grande blocco di cultura
ebraica - forse il più grande che si sia mai formato - pieno di fremiti
interiori, ricco di passato, radicato nel presente e , insieme, proiettato
nel futuro."
Un mondo a sè stante,
escluso ed autoesclusosi dai processi e dall'evoluzione storica che nello
stesso periodo stava interessando le società cristiane, ghettizzato e
fossilizzatosi su ritualità e adesione alle regole del Talmud-Torah oppure
alla disperata ricerca di nuove spinte ideali attraverso il ricorso alla
magia, alla cabbala, alle eresie.
In questa realtà
controversa nascerà appunto il frankismo ed il suo fondatore Jacob Frank.
Emigrato giovanissimo a Salonicco alla ricerca dei seguaci di Sabbatai Zevi
Jacob detto il Frank (così infatti "frank" venivano designati dagli ebrei
ottomani i loro correligionari provenienti dalla Polonia) - più tardi
rientrato in Polonia solo Jacob Frank -
arrivò a Salonicco nel
1753 , raggiunse la sinagoga locale e si autoproclamò "la reincarnazione"
del vecchio "maestro" Sabbatai Zevi sostenendo che questi non aveva potuto
portare a termine la sua missione perchè "non aveva assaporato la dolcezza
del potere". Fu a Smirne , successivamente, che dinanzi al suo mentore,
Rabbi Issakhar, Frank ribadì la necessità di raggiungere il potere. Sarà il
suo obiettivo e la promessa che farà a sè stesso: diventare il capo di una
comunità forte.
Visionario, paranoico,
esaltato, Jacob Frank incominciò ad avere incubi ricorrenti che trasfigurò
in "rivelazioni". La prima di queste avverrà la notte del 20 novembre 1754
così descritta: "Ruah Hakodesh (in ebraico lo Spirito Santo) discese su di
me ed io ascoltai una voce che chiamava: "Va e portami il saggio Giacobbe e
non appena entrerà nella prima stanza , tutte le porte siano aperte!" Due
fanciulle , le più belle che ci fossero, mi presero sottobraccio e mi fecero
volare attraverso lo spazio verso le stanze. In alcune c'erano donne e
fanciulle, in altre maestri e scolari, e mi bastava solo sentire una parola
per capire tutto. Nell'ultima stanza c'era il Primo (Sabbatai Zevi) in mezzo
ai suoi discepoli con addosso abiti franchi. Egli mi disse: "Sei il saggio
Giacobbe? Ho sentito parlare di te , del tuo coraggio e della tua forza
d'animo. Io ho compiuto la mia parte fin quì, ma sono troppo debole per
continuare. Se ci tieni, accingiti all'impresa e possa Dio assisterti.
Pochissimi hanno provato e sono crollati sotto il peso!". Attraverso la
finestra indicò un nero abisso che assomigliava al Mar Nero e , oltre, una
montagna che arrivava al cielo. Ed io esclamai: "Bene andrò dunque! Che Dio
mi aiuti!". E fu da quel giorno che Jacob Frank prese a proclamarsi Messia e
Santo dei Santi ; oltrepassò i Dardanelli, fu in Bulgaria e infine nel
dicembre 1755 rientrò in Polonia per la sua missione.
"Frank è stato
definito un falso Messia alla Sabbatai Zevi e il Frankismo uno
pseudo-messianismo. Definirlo messianismo volgare sarebbe più appropriato.
Nello Hassidismo l'idea messianica è relegata in secondo piano dal desiderio
mistico della salvezza individuale (...) ...il frankismo (...) indirizzava
l'idea messianica su un'altra strada e con Frank una nuova specie di messia
compariva sulla scena. Non più discorsi di un ritorno in Palestina, non una
parola sulla ricostruzione del Tempio di Gerusalemme, ma piuttosto una
religione materialista. Secondo le parole di Frank: "Non al saggio e al
dotto è stato concesso , ma a me, una persona ignorante; poichè il saggio
alza lo sguardo al cielo dove non c'é nulla da vedere, mentre io guardo
sulla terra e vedo quel che Dio vi compie."
A differenza dello
Hassidismo, che non trasgredì mai il quadro legale del Giudaismo Ortodosso
la nuova "religione" frankista intese trasgredire tutte le regole
proclamando solennemente la fine della Legge, l'abbandono delle vecchie
usanze, dei vecchi costumi, la degradazione come prioritaria per raggiungere
un'ascesi di potere, gloria e benefici materiali. Si entrava nell'ordine di
quello che sarebbe stato un movimento satanista puro e semplice ammantato di
ritualità ebraica presto soppressa.
Frank proclamava una
filosofia terrificante per il Giudaismo: l'abolizione delle leggi sostenendo
che non solo gli ebrei ma l'intera umanità potevano raggiungere la salvezza
seguendo la sua ascesi contro-tradizionale. Ogni istituzione sociale,
politica e religiosa doveva essere abbattuta ed intesa semplicemente come un
ostacolo da superare se si voleva la salvezza. Il lavoro di distruzione
nella filosofia frankista doveva essere compiuto in maniera radicale come
una discesa dell'individuo nelle più infime profondità dell'abominazione.
Vecchie idee gnostiche e manichee unite a spinte sovversive e rivoluzionarie
ebraiche trovavano nell'ideologia frankista il loro humus e che vennero
elaborate e trascritte nei tre libri principali - da allora il credo di ogni
frankista - che sono "Il Libro delle Parole del Signore" (Ksiega slòw
panskich) , "Il Libro dei Sogni del Signore (Ksiega snòw pansicki) e "La
cronaca del Signore" (Kronika Panska) (*).
"Io non sono venuto ad
innalzare - proclamerà il furioso messia militante - sono venuto a
distruggere e a degradare tutte le cose finchè esse non siano scese così in
basso che più in basso non potrebbero scendere. La strada per l'abisso è
terrificante e spaventosa. Anche nostro padre Jacob aveva paura di ciò e non
osava salire la strada celeste. Essa consiste di due parti convergenti che
si incontrano alle estremità , una parte conduce verso il basso, l'altra
verso l'alto, e non vi è ascensione se prima non si è scesi. Così il mondo
doveva essere in attesa di un altro Jacob." sostenendo che "la via conduce
giù nell'abisso ed ognuno deve avere un cuore da leone e non avere paura ,
poichè io proseguirò la marcia. E così sono stato davanti a voi, ignorante e
rozzo. Io sono stato scelto perchè sono le tenebre dalle quali scaturisce la
luce! E' stato detto: "Una stella uscì da Giacobbe". Questa stella è
esistita fin dai primordi e da allora è caduta sempre più in basso. Tutte le
cose spregevoli ed odiose sono in suo potere ed essa è la porta attraverso
la quale io vi guiderò" (7)
La contro-ascesi
satanica di Jacob Frank consisteva in una serie di riti 'rovesciati' dove
canti e danze estatiche si accompagnavo da un battere incessante di mani,
simili a quelli delle danze hassidiche, ma con la partecipazione delle donne
della comunità e con un rituale orgiastico alla fine che ricordava la copula
'mistica' di alcune comunità eretiche dei primi secoli del Cristianesimo. La
funzione religiosa della setta frankista cominciava con Frank inginocchiato
che fissava due candele accese su una panca di legno e proseguiva con un
rito dove un chiodo infisso nel mezzo puntava una croce in tutte le
direzioni.
"I Kjlysti avevano
riti analoghi con danze simili a quelle dei Dervisci, con lo spegnimento
rituale delle luci e "il peccato comune" o "l'amore di Cristo", così
chiamato perchè si supponeva che lo Spirito Santo congiungesse le coppie. La
nudità rituale che simboleggiava l'innocenza di Adamo prima della caduta era
praticata pure dalle "Sorelle e Fratelli del Libero Spirito". La loro messa
era celebrata da un sacerdote nudo e accompagnato con molti canti ed
espressioni di gioia da una congregazione parimenti nuda. Ogni tipo di
rapporto sessuale anche l'incesto, era loro permesso, poichè , alludendo al
detto di S. Paolo: "Per il puro ogni cosa è pura" , non pensavano di peccare
qualsiasi cosa facessero, proprio, come gli tsaddik, che spesso parlavano
come se fossero stati discepoli di Mastro Eckart. Un importante appuntamento
settimanale del rituale frankista era il ricevimento del venerdì sera della
"Regina Sabbath" in cui gli uomini , cantando la preghiera "Lekhu doidi
likrass kallo!" ( ebraico per "Vieni, mio amato, incontro alla sposa") ,
danzavano attorno ad una giovane donna a petto nudo che era coronata dei
sacri paramenti della sinagoga e poi si lanciavano su di lei." (8)
Autoritarismo, schema
gerarchico, organizzazione piramidale con la figura del Messia al centro
saranno assieme ai riti orgistici il cuore e la forza motrice
dell'organizzazione creata da Frank il quale domanderà al re di Polonia
l'assegnazione di un territorio in Galizia orientale dove stabilirsi con i
suoi seguaci e fondare una sorta di stato-vassallo di cui ovviamente lui
sarebbe stato il solo capo indiscusso. Come scriverà Mandel si trattava di
un sionismo senza Sion, come quello che prenderà il nome di Territorialismo
all'inizio del Novecento. E se da un lato i frankisti avevano le loro
ragioni di odiare i rabbini ortodossi dall'altro lato essi invocarono nella
Polonia cristiana l'aiuto delle autorità ecclesiastiche dichiarandosi
"anti-talmudisti" e ricevendoni notevoli favori.
Le scomuniche della
comunità ebraica vennero vanificate dall'intervento di autorevoli prelati
come il vescovo Dembowski di Kamenets-Podolsk, noto persecutore di ebrei,
che ordinerà il rilascio di alcuni frankisti e l'apertura di una sorta di
ordalia (una disputa teologica) tra loro e i rabbini della comunità.
L'organizzazione della
comunità frankista fu, com'era ovvio visto le premesse, strutturata attorno
ad un rigido militarismo soprattutto dopo che venne acquistato il castello
del duca di Isemburg e decise nel 1788 di risiedere stabilmente nella
fortezza-feudo tedesca Offenbach nei pressi di Francoforte sul Meno. Frank
istitui' veri e propri accampamenti militari clandestini altamente
disciplinati con diversi ranghi e gradi sia per gli uomini che per le donne,
con addestramento al combattimento e regolari manovre. Decenni più tardi gli
adepti di Frank continuarono, nei ranghi degli ussari, degli ulani o dei
cosacchi, a vestire le loro uniformi rosso fuoco con le quali accompagnarono
il feretro del loro 'messia' alla tomba.
Infine, ed è questo il
successivo passaggio 'teologico' che caratterizzerà la dottrina della setta,
Jacob Frank eleverà al rango di "Signora delle Signore" la propria figlia,
Eva. Trasfigurando il significato cattolico della Madonna Nera di
Czenstokhova Jacob Frank pose - una volta passati al cattolicesimo per
opportunismo - al lato del culto alla Vergine Maria il culto verso la di lui
figlia Eva alla quale venivano delegati speciali poteri per la salvezza
delle anime.
Incarnazione del
male, autocrate autoritario e dissoluto, visionario messianico Jacob Frank
rappresenterà per l'ebraismo orientale una specie di meteora al cui
passaggio tremeranno le più solide certezze teologiche e le istituzioni
tradizionali. Il movimento frankista , alla morte del suo fondatore, perderà
molta della sua influenza e tanti dei suoi seguaci cominceranno a emigrare.
Ne ritroveremo comunque attivi diversi sia nelle fasi salienti della
Rivoluzione Francese sia sotto l'impero asburgico e infine negli Stati Uniti
d'America dove sarà frankista il giudice della corte suprema statunitense e
fervente sionista Louis Brandeis (che manteneva un ritratto di Eva Frank nel
suo ufficio venerandone l'immagine quasi come un'icona). Un altro membro del
Tribunale Supremo statunitense, Benjamin N. Cardozo, aveva avuto tra i
propri antenati eminenti sostenitori di Sabbatai Zevi. La catena
'contro-iniziatica' sabbatea-frankista continua ancora oggi, come sempre
occultamente, a tessere le fila di un movimento "magico-sovversivo" dai
tratti satanici e rivoluzionari agitando , dietro le quinte, il palcoscenico
della politica mondiale.
Note -
1) Heiko Haumann -
"Storia degli Ebrei dell'Est" - ediz. "SugarCo" , Milano 1990;
2) si consulti per
maggiori informazioni Gershom Scholem - "Le grandi correnti della mistica
ebraica" - ediz. "Il Saggiatore", Milano 1965;
3) Heiko Haumann - op.
cit. ;
4) Arthur Mandel -
"Il Messia militante ovvero la fuga dal Ghetto - La storia di Jacob Frank e
del Movimento frankista" - ediz.
Archè -
Milano 1984;
5)
Heinrich Heine - "Uber Polen" in Werke 2 voll. - a cura di Wolgang
Preisendaz - Francoforte 1968;
6)
Nathan Birnbaum - "Was sind Ostjuden” Zur ersten information" - Vienna 1916;
* - soltanto del
primo libro è stata conservata una copia manoscritta nella biblioteca
dell'Università di Cracovia mentre degli altri due si conoscono soltanto
alcuni frammenti attraverso citazioni. Secondo alcuni esisteva anche un
quarto libro "Le profezie del Profeta Isaia Membro del Santo Sinedrio così
come rivelate dal Grande Shaddai, Signore della Magia Bianca" simbolicamente
scritto con inchiostri rossi o verdi in polacco e del quale comunque si sono
perse le tracce.
7)
Arthur Mandel - op. cit. ;
8)
Arthur Mandel - op. cit. ;
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