Fascismo
In Rete
Massoneria
LA MASSONERIA CONTRO L’ITALIA E IL FASCISMO
di Bellarmino
Questo è un
prezioso carteggio attestante l'opera indefessa dei Fratelli tripuntati per
demolire il regime fascista, demonizzare il suo capo Benito Mussolini
(1883-1945) e preparare il terreno alla disfatta militare delle Forze Armate
italiane e dell'Italia stessa. Questa operazione rientra in quel tipo di
«lavori» massonici finalizzati alla liquidazione di una componente sociale o
politica divenuta inutile o d'intralcio per la realizzazione della cosiddetta
«Grande Opera». Questa pagina insanguinata è sotto molti aspetti ancora
sconosciuta ai più della storia del nostro Paese non è che uno dei tanti eventi
dell'evo moderno che apparirebbero inspiegabili se non avessero visto l'apporto
decisivo della setta massonica (l), Innanzitutto, va detto che, nonostante la
legge del maggio 1925 voluta dal regime, che proibiva la costituzione di società
segrete e che obbligava tutte le associazioni alla consegna alle forze di
Pubblica Sicurezza della lista di tutti gli iscritti - legge che provocò lo
scioglimento preventivo di tutte le Logge in territorio italiano - la piovra
massonica non perse affatto la sua determinante influenza sulle sorti della
nazione italiana, e questo per diversi motivi. In primis, il fatto che lo stesso
regime fascista non fosse purtroppo estraneo, fin dalle sue origini, ad un certo
tipo d'intesa e di collaborazione - anche se non a livello ufficiale - con la
“sinagoga di Satana”. Lo testimoniano diversi elementi, non esclusa tutta una
gamma di simboli o di elementi che provenivano dalle Logge. Non è un caso che la
storica adunata avvenuta in Piazza San Sepolcro il 21 marzo 1919, per la
fondazione del Fascio di Milano, fu patrocinata dall'ebreo massone Cesare
Goldmann, il quale mise a disposizione di Mussolini il salone dell'Alleanza
industriale e commerciale di Milano. Non lo è nemmeno il fatto che furono
proprio alcuni massoni a finanziare la famosa Marcia su Roma del 1922. Del
resto, non è un mistero che molti tra gli appartenenti alle alte sfere della
gerarchia fascista fossero «Fratelli»; tra essi, ricordiamo Achille Starace
(1889-1945), Italo Balbo (1896-1940), Roberto Farinacci
(1892-1945), Emilio De Bono (1866-1944), Cesare De Vecchi
(1884-1959), così come lo era anche un acerrimo avversario politico del fascismo
come il comunista Giovanni Amendola (1882-1926). Lo stesso Mussolini
ricevette - anche se non con grande entusiasmo - nel gennaio del 1923 dalle mani
del Gran Maestro della Gran Loggia Raoul Palermi (di origini ebraiche) la
nomina a Gran Maestro onorario. Ma allora, se il regime fascista era ampiamente
infiltrato da «Fratelli», perchè la Massoneria decretò la fine del fascismo e
del suo capo? La realtà è complessa più di quanto non sembri. In Italia, la
Massoneria ruota intorno a due obbedienze: il Grand'Oriente (che prende
ordini dalla Massoneria atea francese), con sede a Palazzo Giustiniani, e
la Gran Loggia - o Massoneria «ferana» - (che prende ordini dalla
Massoneria deista inglese), con sede in Piazza del Gesù, entrambe a Roma.
A quell'epoca, la prima, anticlericale viscerale stile '800, era favorevole alla
continuazione di quella politica di scontro frontale con la Chiesa cattolica che
aveva avuto il suo apice con la presa di Porta Pia nel 1870, mentre la
seconda - che prevalse - era invece più incline a cercare un «dialogo» con la
Chiesa per poi distruggerla dall'interno. L'atteggiamento oscillante del regime
fascista si prestava a questo secondo tipo di operazione, e il Concordato del
1929 con la Santa Sede firmato da Mussolini e dall'allora Segretario di Stato il
Cardinale (in odore di Massoneria) Pietro Gasparri (1852-1934), pur
avendo comportato per la Chiesa una grande libertà d'azione e per il popolo
italiano molti vantaggi da un punto di vista spirituale, rientrava in questa
logica. Il nuovo scenario mondiale che andava profilandosi nei disegni della
Setta e la vendetta di Palazzo Giustiniani per la politica eccessivamente
conciliatrice attuata da Mussolini nei confronti della Chiesa cattolica
decretarono la fine del fascismo e del suo capo (l). Purtroppo, Giovanni
Preziosi, il direttore de “La vita italiana”, l'unico personaggio del regime
ad aver lanciato più volte l'allarme contro il pericolo massonico, non comprese
la radice teologica del conflitto in atto (2).
I RETROSCENA DELLA CRISI
POLITICO-MILITARE CULMINATA NEGLI AVVENIMENTI DEL 25 LUGLIO E DELL'8 SETTEMBRE
1943.
- Introduzione
Con la pubblicazione di un
gruppo di sette ordini diretti dal «Gran Maestro del Grand'Oriente Universale»
alla Massoneria italiana, riteniamo di recare un notevole contributo alla
chiarificazione di taluni punti oscuri della nostra storia recente. Si tratta di
impressionanti documenti che rivelano il vero retroscena della crisi politico
militare culminata negli avvenimenti del 25 luglio e dell'8 settembre 1943.
Tutti i lettori - anche i più scettici - dovranno prenderne atto come di una
testimonianza eloquente ed inconfutabile del ruolo essenziale che la Massoneria
italiana, al servizio della Massoneria internazionale, ha avuto nella lotta che
aveva per obiettivo il fascismo ma di cui la suprema vittima è stata l'Italia. È
significativo il fatto che gli ordini - tutti dettati da Londra e cifrati in
francese - portino date che vanno dal 1 settembre 1935 al 15 dicembre 1936 -
quattro anni cioè, prima dell'entrata in guerra - e si riferiscano quindi al
periodo in cui la campagna di Etiopia segnò, malgrado il piano massonico
applicato attraverso la Società delle Nazioni, la clamorosa vittoria del
fascismo sulla Massoneria internazionale, la quale accusò il grave colpo e passò
alla riscossa. Dalla lettura dei sette documenti le deduzioni scaturiscono
logiche e spontanee.
- Lotta inesorabile contro
il fascismo e verso i popoli che lo sostengono
Dal Supremo Gran Maestro del
Grand'Oriente Universale di Rito Scozzese Antico ed Accettato.
(missive cifrate in francese e
datate da Londra dal1 ° settembre 1935 al 15 dicembre 1936).
- Documento n° 1
Londra, 1° settembre 1935
«Al Dil(ettissimo) e Pot(entissimo)
Fr(atello) Ven(erabile) Gran Maestro del Grand'Oriente Italiano di R(ito) S(cozzese)
A(ntico) ed A(ccettato) e della Grande Loggia di R(ito) Simbolico. I Po(tentissimi)
Fr(atelli) delegati di tutti gli Orienti, riuniti sotto la Vol(ta) Cel(este) del
Sup(remo) Aeropago per i lavori del segreto G(ran) Congresso Mas(sonico) Univ(ersale),
chiamati a discutere sulla nostra posizione generale di fronte alla reazione,
hanno emesso all'unanimità che un ulteriore sviluppo ed il perdurare del
fascismo provocherebbe, col ritorno all'oscurantismo, la nostra fine
irreparabile. Ad iniziativa dei Pot(entissimi) Fr(atelli) rappresentanti la
valle del Senna, il Congresso, riconosciuti i fatti lamentati e la inderogabile
necessità di porvi riparo, ha affermato all'unanimità assoluta di voler
insorgere con tutte le forze contro il fascismo, specialmente europeo, prima che
esso affermandosi negli Orienti ancora immuni, non ne tolga i mezzi e la
possibilità. L'odio profondo che il fascismo, nelle sue concezioni dottrinarie e
per le azioni dei suoi capi e gregari a noi avversi, ha dimostrato verso di noi
con la distruzione degli Orienti più prosperosi a lui soggetti, ci autorizza ad
essere inesorabili nella lotta e nella scelta dei mezzi da impegnare verso di
esso e verso i popoli che lo sostengono e lo nutrono con la loro sopportazione e
con la loro fiducia».
- Alla testa
dell'antifascismo fascisti massoni
«II Congresso Univ(ersale) con
voto unanime, ha investito il Sup(remo) G(rande) O(riente) U(niversale) di tutta
l'attività necessaria ad iniziare la lotta contro i vari dispotismi esistenti
nel mondo e, tracciata la linea di condotta, ha riversato, nel supremo aeropago,
che da oggi siederà in permanenza, tutti i mezzi occorrenti al raggiungimento
del fine. Il Congresso, accolta la relazione che i Pot(ntissimi) Fr(atelli)
Vostri rappresentanti hanno ampiamente illustrata, dalla quale risulta la
completa ripresa di ogni Vostro lavoro, esprimendo il suo compiacimento, ha
esultato nell'apprendere l'inconcussa fede massonica di tutti i Vostri diletti
Fr(atelli) partecipanti al fascismo e come essi siano disposti a tutto osare per
l'affermazione dei nostri ideali. Il giuramento da essi rinnovato nelle Vostre
mani ed in quelle dei Pot(entissimi) Fr(atelli) del grado 33° da Voi delegati,
dimostra che avete saputo ben operare per la nostra causa e che inoltre possiamo
anche contare su tutti i Fr(atelli) partecipanti nell'Esercito e nel Suo Stato
Maggiore da Voi dipendente. Il Sup(remo) Cong(resso) nel riconoscere la grande e
profiqua opera da Voi spiegata per la brillante ripresa dell'Or(iente) italiano,
il più conculcato dal fascismo, che ha pure sanato il dissidio fra le sponde del
vecchio Tevere, constata che la Vostra ripresa è base vitale per l'inizio della
lotta e demanda a Noi Sup(remo) M(aestro) del Gr(ande) Or(iente) Univ(ersale)
l'incarico di porgerVi la riconoscenza della Mass(oneria) Univ(ersale). Col
nostro plauso fraterno Vi trasmettiamo tutto il nostro incoraggiamento per il
futuro».
- Nella Società delle
Nazioni
- Documento n° 2
Londra, 15 ottobre 1935
«In seguito al Vostro
suggerimento il Sup(remo) Gr(ande) Or(iente) del Gr(ande) Or(iente) Univ(ersale),
dopo interpellati gli Orienti interessati, ha deciso di formulare le istruzioni
per l'opera che i Pot(entissimi) e Pot(enti) Fr(atelli) partecipanti alla
Società della Nazioni debbono svolgere per la lotta contro il fascismo. Vi
accludiamo copia destinata ai Fr(atelli) di codesto Gr(ande) Or(iente) da Voi
fatti designare a rappresentare la Vostra Nazione, in quel supremo consesso
internazionale, pregandoVi di farne prendere visione ai Fr(atelli) del Dicastero
degli Esteri e degli Enti interessati. I Pot(enti) Fr(atelli) sedenti
permanentemente nel Supremo Aeropago Univ(ersale) sono concordi nel riconoscere
che l'Or(iente) italiano da Voi fatto risorgere a nuova vita, è stato il primo
ad essere colpito dalla reazione fascista ed a risentirne gli effetti deleteri.
Il satanico creatore del fascismo, governa sul territorio del Vostro Or(iente)
principalmente per spegnere ogni traccia del nostro potere. Costui vuole
ignorare la nostra potenza e la forza insopprimibile del nostro giuramento! Dopo
averci lottato da socialista ed essere assurto in virtù della nostra credulità e
dell'azione fattiva e concreta dei nostri Fr(atelli) migliori, vorrebbe,
distruggendoci, ricondurre la sua Nazione all'oscurantismo, ma ignora di essere
in nostro potere e le nostre irrevocabili decisioni per il suo annientamento. Il
Sup(remo) Gr(an) Cons(iglio) del Gr(ande) O(riente) Univ(ersale) ha perciò
deciso che la lotta contro il fascismo, per la riscossa democratica che ridarà
nel mondo la pace agli uomini di buona volontà, sia iniziata dall'Or(iente)
italiano. Per la pratica attuazione di tale decisione il Sup(remo) Gr(an) Cons(iglio),
che ha raccolto durante il Cong(resso) le proteste dei Pot(entissimi) Fr(atelli)
ad esso partecipanti, stà esaminando quelle dettate dalla luminosa Vostra
esperienza personale e da quella dei Pot(entissimi) Fr(atelli) Vostri Su(premi)
Cons(iglieri) per armonizzarle. Nel preavvisarvi l'invio del piano d'azione
concretato dal Sup(remo) Cons(iglio) in base alla psicologia del Vostro popolo
ed alla conoscenza del Despota, Vi sollecitiamo l'invio dei dati del Vostro
tesoro per equilibrarlo con quelli degli altri Or(ienti), acciò di bilanciarlo
alle necessità generali dell'azione ed eventualmente per provvedere in tempo
alle sue deficienze».
- Le vittorie di Etiopia
sono uno scacco per il «Supremo potere»
- Documento n° 3
Londra, 20 maggio 1936
«Da tutti gli Or(ienti) ci pervengono osservazioni, tutt'altro
che benevole, per i risultati ottenuti sullo sviluppo della campagna italiana in
Etiopia! E’ la prima volta che il nostro Sup(remo) potere viene messo in scacco
da un avversario che non avrebbe avuto la capacità ed i mezzi di poterci
resistere. Questo prova che in tutti i Fr(atelli dell'Or(iente) italiano è
mancata la volontà di essere soprattutto massoni, come il sacro giuramento
prestato imponeva loro di dimostrare coi fatti. Non possiamo accettare le
ragioni da Voi porteci e da Voi ritenute adatte a giustificare l'mpossibilità
materiale di eseguire i voleri del Sup(remo) Gr(ande) Or(iente) Univ(ersale)
interprete fedele e regolatore degli interessi della Mass(oneria) Univ(ersale).
Il fallimento del piano applicato attraverso la Società delle Nazioni e l'aiuto
che il despota reca ai ribelli spagnoli nostri nemici, ne sono la prova
irrefutabile. Il Sup(remo) Gr(ande) Or(iente) che veglia in permanenza sugli
interessi della nostra grande Famiglia, dopo i ripetuti avvertimenti fattivi
pervenire per mio mezzo, ha deciso di infliggerVi il biasimo di tutta la Mass(oneria)
Univ(ersale) e di richiamare all'ordine, per l'ultima volta, tutto l'Or(iente)
italiano, dal Sup(remo) Gran Con(sigliere) all'ultimo Fr(atello) del grado I° e
con l'avvertimento categorico che, continuando nella condotta tenuta fino ad
oggi, esso Or(iente) verrà irrevocabilmente e definitivamente espulso dalla Gr(ande)
Famiglia Univ(ersale) per indegnità massonica dimostrata nell'imperdonabile
tradimento».
«Riteniamo superfluo
rammentarvi le dure conseguenze che risulterebero a danno Vostro e di tutti i Fr(atelli)
dell'Or(iente) italiano, perchè la Mass(oneria) Univ(ersale) non ha nessuna
intenzione di abdicare nella lotta intrapresa e la Vostra Nazione si verrebbe a
trovare indifesa nelle dure conseguenze che ne deriverebbero. Attendiamo di
leggere le Vostre conclusioni in merito e di prendere nota di quelle
assicurazioni sostanziali che riterrete di presentarci per la difesa del Vostro
avvenire in seno alla Gr(ande) Famiglia, rammentandovi che accetterebbero
solamente argomenti concreti e veramente atti ad assicurarci».
- Documento n° 4
Londra, 27 giugno 1936
«Abbiamo preso atto delle
giustificazioni inviatici per decisione unanime del Vostro Sup(remo) G(ran) Cons(iglio)
e le accettiamo con riserva di vederle convalidate dalle vostre opere e pertanto
veniamo a porgerVi il mezzo di dimostrarci la sincerità della Vostra fede. Gli
osservatori distaccati costà dal Sup(remo) Gr(an) Cons(iglio) della Massoneria
Univ(ersale) ci riferiscono con ampia e dotta relazione, che qualora la fede dei
Vostri Fr(atelli) fosse sincera, nella zona di codesto Or(iente) il terreno
sarebbe maturo per passare dalla fase decisiva della lotta contro il nostro più
mortale nemico. Ci rivolgiamo perciò al Pot(entissimo) Fr(atello) Ven(erabile)
Gr(an) Mae(stro) del Gr(ande) Or(iente) Italiano, posto sulle sponde del vecchio
Tevere, del R(ito) Sc(ozzese) A(ntico) ed A(ccettato) e della G(ran) Loggia Sim(bolica)
Italiana, Pot(entissimo) III G(ran) Ma(estro) del Sup(remo) Gr(ande) Or(iente)
Un(iversale) perchè si prepari a comunicare a tutti i Fr(atelli) del suo Or(iente)
e di quella Gr(an) Log(gia) Sim(bolica) ed ai loro visitatori le disposizioni di
massima già sottoposte al Vostro altissimo parere che Noi Sup(remo) Gr(an) Maes(tro)
del Sup(remo) Gr(ande) Or(iente) Un(iversale) dopo l'ultima approvazione del Sup(remo)
Gr(an) Cons(iglio) ci degneremo trasmetterVi per iniziare la fase decisiva della
lotta. Noi riterremo personalmente responsabili sia il Pot(entissimo) Fr(atello)
Gr(an) Maestro, sia i Pot(entissimi) Fr(atelli) del grado 33" del Vostro Gr(an)
Cons(iglio), di fronte alla loro coscienza di Massoni, di fronte a noi Supremi
Regolatori della condotta Mass(onica) Univ(ersale) ed al cospetto dell'Alt.mo Gr(ande)
Arc(hitetto) dell'Univ(erso); della fedele ed accurata esecuzione dei voleri del
Cong(resso) Uni(versale) emanati da Noi suo esecutore e solo innanzi a Lui
responsabile. Fidando sulla Vostra fede vi investiamo del potere Supremo perchè
prendiate, a Nostro Nome, tutte le precauzioni necessarie alla perfetta riuscita
dell'attuazione dei voleri del Cong(resso). Voi Pot.mo Gr(an) Mae(stro)
detterete gli ordini necessari per guidare e sostenere i Fr(atelli) diligenti
che avranno l'onore della responsabilità, e provvederete alla rigorosa
sorveglianza acciocchè tutti gli altri Fr(atelli) attivi e dormienti,
collaborino con essi volenterosamente, prendendo nel contempo tutte le misure
perche nessuno possa tradire anche involontariamente l'opera nostra. A questo
riguardo Vi autorizziamo, Pot(entissimo) Gr(an) Maes(tro), ad infliggere, anche
a nostro nome, tutte le punizioni, comprese quelle del «rogo» e della
soppressione effettiva, rammentando che i Fr(atelli) incaricati della sorte di
questo triste ma necessario mandato, sono fin da ora riconosciuti degni di tutte
le lodi, della nostra imperitura riconoscenza, dell'impunità più assoluta e
della nostra sostanziale protezione, come di eventuale adeguato compenso.
Qualora Voi Ven(erabile) Gr(an) Maes(tro), trovaste degli ostacoli sormontabili
solo col nostro diretto intervento, dovrete premurosamente richiedercelo, certo
di ottenerlo sviluppato con la più completa e sollecitata energia».
- Il perchè dell'alleanza
col «detestato» bolscevismo
- Documento n° 5
Londra, 15 agosto 1936
«Per ogni azione da svolgere
nella lotta, il Dil.mo nostro Pot(entissimo) Fr(atello) Mae(stro) tenga presente
che tutte le Nazioni democratiche del Globo, dal Gr(ande) Arch(itetto) a Noi
affidate, quando sarà giunto il momento, entreremo coalizate, in guerra contro
l'acerrimo nemico per annientarlo. In seguito ai vostri giusti rilievi ed ai
preziosi consigli trasmessici dai Fr(atelli) interessati, Vi comunichiamo, Ven(erabile)
Gr(an) Mae(stro) che la Russia, benchè non sia più quella del nostro Gr(an) Fr(atello)
Lenin, troppo prematuramente scomparso, e stia distruggendo inesorabilmente con
la Vita dei Nostri Dil(ettissimi) Fr(atelli) ogni nostro potere ed attività in
quel disgraziato Or(iente), scenderà certamente in campo con le Nazioni
democratiche. La necessità strategica da Voi, Dil(ettissimo) Gr(an) Mae(stro)
giustamente impostaci per la comune salvezza, ha riempito l'animo nostro di
amarezza per l'orrore di tale inderogabile necessità; però purtroppo siamo
costretti a riconoscere che nella lotta senza quartiere iniziata contro il più
mortale nemico, avere al fianco un alleato di quella potenza può significare la
vittoria. Facciamo perciò buon viso alla jattura che ci colpisce
temporaneamente, consolandoci con la certezza di poter battere, attraverso lui,
il più potente dei due nemici. L'Altisimo Gr(ande) Arch(itetto) dell'Univ(erso)
ci consentirà, in seguito, di distruggerlo per vendicare inesorabilmente la
morte ed il martirio di tanti nostri disgraziati e dil(ettissimi) Fr(atelli).
Nella certezza di quanto è giusto ottenere dobbiamo trovare la forza per
marciare al fianco di tale inesorabile nemico, Eliminate quindi ogni motivo di
contrasto coi partecipanti al bolscevismo, aiutandoli quel tanto che serva a
provare la nostra apparente benevolenza, servendovi, con ogni cautela, dei pochi
Vostri Fr(atelli) loro simpatizzanti»,
- Suscitare rancore contro
il Duce ed il regime fascista
- Documento n° 6
Londra, 28 ottobre 1936
«Nel trascrivervi gli ordini
ricevuti ed approvati dal Sup(remo) Gr(an) Cons(iglio) già da voi
precedentemente sanzionati, Vi comunichiamo che sono stati elaborati in base
alla perfetta conoscenza della psicologia del popolo da Voi sorvegliato; con le
variazioni adatte alla differenza di mentalità dei popoli corrispondenti,
andiamo ad impartirle anche ai Gr(andi) Or(ienti) tedesco e spagnolo ed a tutti
gli altri Or(ienti) interessati»,
- Fingere devozione al Duce
ed applicare le leggi senza logica
«Illustrateli con chiarezza ai
Dil(ettissimi) Vostri Fr(atelli) ed ai loro visitatori, analizzandoli con
perfetto spirito massonico ed in modo che l'opera dei buoni e volenterosi Fr(atelli),
presenti nei posti di comando del fascismo, una volta attuata, lasci ignari
tutti coloro che non sono con noi, rammentando a tutti che occorre agire sempre
esaminando l'azione da compiere in base alla psicologia umana ed all'esperienza
che si possiede sui singoli e sul popolo dal quale ci ripromettiamo di ottenere
il risultato. Curate soprattutto la precisione dei particolari perché solo
l'esecuzione scrupolosa di essi dà la certezza della vittoria, senza
preoccuparvi del risultato che certamente pregiudicherebbe quello finale. Con
questa accuratezza provocheremo la confusione, il malumore e poi il rancore
verso il despota ed il regime, diminuendo così lentamente ma sicuramente la
capacità di rendimento dei suoi adepti in buona fede e la stima dei
simpatizzanti, degli agnostici e del popolo tutto. Nulla deve essere abbandonato
al caso. Fingere alla perfezione una incondizionata devozione al Duce ed
all'idea fascista, sacrificando, se occorre qualche Fr(atello) noto (da
compensare in seguito) pur di dare tale sicurezza. Assecondare abilmente lo
sviluppo del lavoro mussoliniano, senza mai dimenticare di farlo gravare anzichè
gradire al popolo. Applicare le leggi fasciste con la minor logica possibile e
con la massima rigidezza. Il Partito Socialista con gli scioperi bianchi, più
perniciosi di qualunque altra forma di ribellione, vinse le sue più belle
battaglie e noi dobbiamo saperne seguire l'esempio. Quando una disposizione od
una legge, così applicata, provocherà il malessere, occorrerà proporre nuove
disposizioni in apparenza adatte a correggere il supposto errore che, applicate
col metodo anzidetto, completeranno il risultato».
- Svalutare i fascisti ed
invelenire gli antifascisti
«Nella creazione degli organi
corporativi, provocare la necessità di un maggior numero di essi, in modo da
rendere pletorico l'inquadramento e praticamente irraggiungibile lo scopo,
favorendo la confusione e la perplessità che verranno a crearsi nella Nazione.
Portare le autorità costituite, Pubblica Sicurezza, Carabinieri Reali, Guardia
di Finanza, ad assecondare in pieno il nostro piano creando, con arresti,
carcerazioni, confinamenti ecc., il vittimismo, specie tra i fascisti così detti
puri per farlo ricadere sul loro Capo e sul fascismo. Per ottenere questo
risultato occorre corazzare le nostre coscienze adamantine con la necessità
impellente del nostro successo, rammentando che il fine giustifica il mezzo.
Segnalare tutte le pubblicazioni antifasciste, anche se inoffensive, provocando
quei provvedimenti coercitivi che le renderanno più preziose e più facilmente
assimilabili; favorire la diffusione di quelle fasciste di nessun valore; specie
quelle incensatorie, atte a dimostrare la povertà dell'intellettualità
fascista».
- Favorire la corruzione per
disgustare il popolo
«Coadiuvare con ogni mezzo i Fr(atelli) presenti nelle
Forze Armate, specialmente quelli dello Stato Maggiore, vantandone presso il
Duce, il sapere e la fedeltà fascista. Fomentare, in qualsiasi modo, l'attrito
tra Milizia ed Esercito. Spronare tutti i Fr(atelli) ma specialmente i Po(tentissimi)
a consolidare, a spese del regime, la loro posizione materiale al fine di poter
generosamente pensare al «sacco della vedova», controllando che ciò avvenga con
serietà d'intenti; questo provocherà il disgusto del popolo e specialmente di
coloro che non possono arrivarvi. Sabotare con tutti i mezzi, nessuno escluso,
la tedescofilia di Mussolini, favorendo la ben nota fobia del Sovrano».
- Depauperare le scorte e
spingere al contrabbando
«Ritardare il più possibile il
razionamento sui generi di prima necessità, in modo da depauperare le scorte,
sabotando con tutti i mezzi la sua applicazione quando verrà decisa; spingere
nel miglior modo tutto il popolo al contrabbando per produrre, nel più breve
tempo, la svalutazione della moneta favorendone tutte le conseguenze. I nostri
Fratelli preposti alla direzione del razionamento dovranno, con l'applicazione
rigida delle disposizioni, provocare il marasma, ostacolando in ogni modo le
importazioni dall'estero. Noi penseremo a coadiuvare la loro azione
dall'esterno. Provocare, adoperando con accortezza tutti i ben noti sistemi, il
depauperamento delle finanze italiane, propagandone poi largamente tra il popolo
le conseguenze ed addebitandone la causa sia alla condotta del Governo.
Comunicate ai Fr(atelli) dell'Esercito le norme presenti, perchè comincino ad
adeguare la loro condotta allo scopo comune».
- Aizzare contro Mussolini i
subaltemi delle Forze Armate
- Documento n° 7
Londra, 15 dicembre 1936
«Vi trasmettiamo le istruzioni
di massima per i Fr(atelli) appartenti ai Dicasteri militari che il Sup(remo) Gr(an)
Cons(iglio) ha riveduto e corretto in base alle vostre osservazioni ed alla
relazione dei Pot(entissimi) Fr(atelli) Osservatori. Sabotare per via capillare
ogni intendimento fascista e soprattutto il sentimento tedescofilo,
principalmente fra gli ufficiali subalterni che sono più a diretto contatto con
la truppa, creando lentamente rancore per Mussolini. Dimostrare con argomenti
adatti e soprattutto con le cifre, la solidità e la grandezza della potenza
finanziaria e militare, praticamente inesauribile, delle Potenze democratiche,
mettendo in evidenza l'immensità dell'Impero Inglese, ove il sole non tramonta
mai, facendo risultare che la Russia, loro fedele alleata, sarebbe da sola
sufficiente a battere tutte le Nazioni fasciste. Vantare qualunque successo
politico e, quando verranno, quelli militari dei nostri amici, minimizzando
quelli fascisti».
- Il servizio di
informazioni militari nelle mani della Massoneria
«I Fr(atelli) diano esempio di
critica prima benevola, poi sempre più accentuata, agli inferiori, dimostrando
evidente sprezzo per le eventuali rappresaglie che lasciano indifferente
l'elemento militare, guardandosi dal non commettere errori con gli elementi
fedeli al Regime verso i quali dovranno saper fingere l'attaccamento al
fascismo. Quando le truppe italo-tedesche verranno messe a contatto fra loro,
drammatizzare tutti quegli incidenti che certamente nasceranno tra i bassi
elementi, cosi differenti di abitudini e di mentalità, in modo che tra i
componenti dei due eserciti non possa sorgere nè mantenersi il benchè minimo
sentimento di cameratismo che sarebbe esiziale al nostro piano. Far giungere
alle nazioni amiche, attraverso il nostro tramite, tutte le notizie interessanti
macchine di guerra veramente utili e qualsiasi progetto geniale che i nostri Fr(atelli)
avessero studiato e volessero, dietro adeguato compenso, cedere ai nostri
alleati. Provvedere a porre, fin da ora, a Capo del S.I.M. e specie della
Divisione Contro Spionaggio, dei Fr(atelli) di Vostra completa fiducia, che al
momento giusto sappiano neutralizzare gli effetti, per noi deleteri, di quei
servizi, allontanandone accortamente tutti gli elementi fascisti ed i
filo-fascisti, ponendo i volenterosi che intendessero collaborare col «Servizio»
per amor patrio, nelle condizioni di perderne la voglia».
- Creare la deficienza dei
viveri per la popolazione civile
«Per diminuire con certezza gli
effetti dannosi, sarebbe bene creare in detta branca delle altre Divisioni
speciali, con compiti unici e ben definiti, in modo che dividendo le
responsabilità ed i compiti, se ne diminuisca l'efficacia dei risultati. Queste
nuove specialità accavallandosi fra loro, dovranno produrre la confusione adatta
ad annullare la capacità di lavoro di quei zelanti non potuti allontanare. Quale
sia l'esito di queste ultime disposizioni, dovrete adoperarvi per segnalarci in
tempo gli agenti distaccati all'estero per neutralizzare la loro opera dannosa.
Ci facciamo garanti della vita, della completa incolumità personale e del
benessere di quegli agenti che ci verranno segnalati in tempo utile e per i
quali ci limiteremo alla neutralizzazione del loro lavoro. Sarebbe superfluo
aggiungere che nel caso essi fossero Nostri Fr(atelli), come tali dovranno
essere segnalati immediatamente. I Fr(atelli) dello Stato Maggiore requisendo
per le Forze Armate più del necessario, ostacoleranno lo svolgimento della vita
civile, creando quello stato di disagio necessario a far odiare il Fascismo ed a
porre la Nazione in stato di marasma e poi di collasso».
- Far mancare alla truppa i
rifornimenti
«A questo riguardo tenete
presente che la deficienza dei viveri influisce più sulla popolazione civile che
sull'elemento militare, sorvegliato e guidato dalla disciplina, e che quindi,
sottraendo al consumo civile la maggior quantità di viveri e di altri generi
necessari porremmo il popolo nelle condizioni di risentimento diminuendone la
capacità morale e togliendogli la volontà di incitamento alla resistenza
militare. Anche se i magazzini dell'esercito verranno a trovarsi ben forniti, si
dovrà cercare il modo di far mancare alla truppa i rifornimenti necessari,
specie nell'equipaggiamento personale, in quanto questa deficienza apparente è,
da sola, sufficiente a far ritenere certa la mancanza delle scorte. Una volta
create le deficienze, con propaganda molto accorta e facendo in modo che siano i
militari, specie di truppa a farle conoscere al popolo, occorre farne ricadere
la colpa sul Capo del Governo e sugli eventuali Capi militari che possono essere
scambiati per fascisti».
- L 'ex-Re Vittorio Emanuele
III «simpatizzante» massone
«I nostri Pot(entissimi) Fr(atelli)
dello Stato Maggiore debbono trovare il modo plausibile che non urti, almeno
inizialmente, la suscettibilità di Mussolini, per trovarsi a diuturno contatto
col Sovrano, verso il quale, rammentando le sue innate fobie tedesche, useranno
una persuasione lenta, accorta e sottile, per addebitare le varie cause,
sorgenti col tempo, al Capo del Governo, del quale però si dichiareranno
tuttavia, entusiasti ammiratori, e questo fino a quando non sarete ben certi di
avere completamente il Sovrano dalla parte vostra. A questo riguardo rammentare
che egli, da principe ereditario, è stato nostro simpatizzante, accolto da noi
quale «gradito visitatore». Il Commissario per le fabbricazioni di guerra dovrà
essere assegnato ad un Pot(entissimo) Fr(atello), molto accorto ed assolutamente
devoto alla causa, in quanto esso non potrà per la sua posizione essere
giornalmente controllato dal vostro vigile occhio. Questi dovrà curare che la
distribuzione delle materie prime alle industrie di guerra avvenga in modo da
favorire il più possibile quelle rette da Fr(atelli) obbedienti, procrastinando
ogni assegnazione e fornitura non rispondente ai nostri fini».
- L 'ordine è uno solo: tradire! tradire!
«Provvedere a perfezionare fin
d'ora, attraverso il S.I.M., il sistema di fornire al momento opportuno ai
nostri amici e per tramite Nostro i cifrari riservati e le segnalazioni
riguardanti tutti i movimenti militari e specialmente quelli marittimi relativi
ai convogli dei rifornimenti, che dovranno esserci segnalati soprattutto nei
momenti critici della guerra, quando intercettarli vuol dire vincere. Ostacolare
tutte le proposte atte al miglioramento del vitto alla truppa ed alla mensa
ufficiali, perché il malessere creato in quel campo è il miglior coefficiente
per far maggiormente gravare il peso della guerra sui combattenti. Favorire in
ogni modo la distanza corrente fra le varie categorie ufficiali e fra questi e
la truppa, in modo che manchi l'affiatamento e che la comunicativa del superiore
influisca il meno possibile sull'inferiore, favorendo l'irrigidimento della
disciplina formale, cercando pure di distaccare quanto è più possibile tutti i
militari dai centri abitati ove potrebbero trovare conforto, ed eventuale
incitamento alla guerra; a meno che nei centri abitati non prevalgano gli
elementi sovvertitori. Non ci stancheremo mai di ripetere che la nostra azione
deve basarsi innanzi tutto sui coefficienti psicologici e sull'accurato studio
delle conseguenze materiali che esse produrranno con la loro applicazione.
Nell'autorizzarvi tutte le iniziative che tendono a colmare le lacune che
sorgeranno durante l'esecuzione del piano, di cui gli ordini di massima
trasmessiVi rappresentano la falsa riga, Vi rammentiamo che tutto l'avvenire
della Mass(oneria) Univ(ersale) è posto nelle Vostre mani e che l'attenzione di
tutti i Fr(atelli) della Grande Famiglia è rivolta ansiosamente su di Voi».
NOTE
(1) Per conoscere questo
particolare periodo della Storia d'Italia, si consiglia caldamente la lettura
dei seguenti libri di Gianni Vannoni: Massoneria, fascismo e Chiesa cattolica,
ed. Laterza; Le società segrete dal seicento al novecento, ed. Sansoni (capp.
XXXII e XXXIII).
(2) ciò non deve stupire4
quando si sa che il Preziosi era un modernista scomunicato spretatosi al tempo
di San Pio X.
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