giovedì 25 agosto 2016

Liberali che mettono le bombe: riflessione sugli ultimi attacchi

 

Liberali che mettono le bombe: riflessione sugli ultimi attacchi

  di Andrea Chessa


A breve distanza dagli ennesimi attentati terroristici in Europa, interveniamo ancora una volta sul tema, l’opinione sul quale non è affatto cambiata rispetto alle posizioni che abbiamo espresso all’indomani dell’attacco al Charlie Hebdo, in Francia.
Cambia la posizione geografica, ma il problema rimane sempre lo stesso: il fallimento del progetto europeo, per come lo hanno concepito e lo concepiscono le élite liberal-tecnocratiche, è conclamato e questa è l’ennesima conferma di quanto MFL-PSN dichiara da tempo immemore. Non bisogna cadere nelle svariate trappole argomentative che tirano per la giacca i latenti pregiudizi – da ambo le parti – delle persone, del popolino così propenso a giudicare. Così come non accettiamo e riteniamo infondate le ricostruzioni secondo le quali per risolvere l’attuale situazione “c’è bisogno di più integrazione, più democrazia [la loro, però!] e più libertà”, allo stesso modo non accettiamo l’idea che, ora, sia necessario aprire una sorta di “caccia all’islamico” quale detentore di tutte le più crudeli arti responsabili della nostra sofferenza come popolo europeo. No: entrambe le posizioni (la prima tipica dei “democrat” piddini, la seconda più simile all’atteggiamento mostrato da Matteo Salvini della Lega Nord) noi le riteniamo irresponsabili, oltre che parziali e non utili alla risoluzione della grave questione che ci si pone di fronte. E’ vero che esiste un problema serio con un certo islam, peraltro molto diffuso in Europa, che, refrattario, ignorante e ostile, è in prima fila proprio contro l’integrazione proposta da coloro che lo hanno gentilmente ammesso sul suolo europeo. Ma è anche vero che il “dagli all’islamico” generalissimamente inteso assomiglia molto al “dagli al fascista” per partito preso che abbiamo dovuto sopportare in 70 anni di repubblica italiana.
Bisogna identificare i veri responsabili delle stragi: gli esecutori stanno a valle, ossia quei jihadisti fanatici e spesso manovrati dalle segrete stanze occidentali, ma coloro che permettono il dilagare degli stessi sono i padroni dell’Europa e dell’Occidente: i cosiddetti liberali, che subdolamente si trincerano dietro il paravento dei diritti e della libertà. “Noi – dichiarano questi stolti – siamo superiori ai nostri nemici perché, nonostante tutto, non neghiamo mai la libertà alle persone”. E pazienza se poi le stesse persone divengono carne da macello in nome e per conto di questa molto interessante idea di “libertà”. E pazienza se, nel frattempo, stanno negando alle persone la libertà di decidere il proprio futuro attraverso la precarizzazione delle esistenze dovuta alla crisi economica (generata anni or sono non certo dagli islamici o dai fascisti o dai comunisti, ma da chi ben sappiamo), lavorativa, sociale e morale. L’importante è che non si dica che mancano la libertà e la democrazia nei loro regimi. Parole senza senso e svuotate di vera sostanza politica. Parole che evidentemente si intendono valide universalmente, ma – quando si dice il caso – valgono solo per chi arriva e per certi privilegiati autoctoni; mentre il resto della popolazione subisce gli effetti di quello che in America è stato penosamente e ipocritamente chiamato Patriot Act!
Limitare i diritti reali, espandere gli pseudo-diritti (come la pagliacciata delle unioni gay) e parlare di isola felice che subisce vili e assolutamente immotivati attacchi “esterni”! E’ questo il capolavoro silenzioso dei nostri padroni che si definiscono liberali. E intanto disarmano i popoli – politicamente, culturalmente e antropologicamente -, li distruggono nel grande melting pot globalizzato e massificato, rendendoli alla mercé dei secondini dello jihad, che fanno il doppio gioco.
Noi questo non lo accettiamo! Rifiutiamo in toto le politiche irresponsabili e antinazionali dei governanti europei! Continueremo a ribadire questi concetti in ogni sede disponibile, fino al cambio di rotta definitivo della nostra Patria, per la costruzione di una vera e solidale Europa delle Patrie.
     di Andrea Chessa

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