sabato 28 novembre 2015

L' ULTIMO CONCERTO DELL' OCCIDENTE



Blog politicamente scorretto contro la dittatura del pensiero unico, coordinato dall' avvocato Edoardo Longo.

L' ULTIMO CONCERTO DELL' OCCIDENTE




Observer.

La strage di Parigi ha portato nelle nostre città il “terrorismo diffuso”: non si colpisce più una stazione, un aereo , un luogo particolarmente simbolico, un nemico ideologico o religioso. I terroristi vanno per strada, armi alla mano, sparano ai ristoranti, entrano in un teatro e sparano al pubblico. La polizia è apparsa impreparata, intervenendo solo dopo decine di minuti: magari pensavano che si trattasse di una crisi di ostaggi, non di una massacro. La morte va per strada e bussa alle vite delle persone normali …

Questa minaccia si nutre della tranquillità a cui ci eravamo abituati e della tolleranza, oltre il limite della debolezza. Abbiamo paura di affermare i nostri valori umani, personali  e religiosi , quegli stessi che han reso grande l’Europa nel passato. Basta ricordare il vergognoso caso della scolaresca a cui è stato impedita la visita alla mostra di arte religiosa, che sarà religiosa ma è prima di tutto un’arte: come se potesse essere scandaloso imparare, vedere il bello, che poi può esserci in una opera pittorica o scultorea.

La strage francese insegna che, quando non si ha più il coraggio di affermare la propria identità gli altri si sentono autorizzati ad annientarti: del resto se non sei nessuno, hai paura delle tue radici e dei tuoi valori, sei un nulla a cui chiunque violento può togliere la vita.

Coloro che vogliono ridurci al nulla, vogliono mettere a tacere il nostro essere, che vogliono l’accoglienza “senza se e senza ma” per poter cancellare ciò che la storia ha reso l’Europa, sono taciti correi di chi porta le armi.

Ciò premesso , come è possibile rispondere ad una minaccia che può avverarsi per strada o in qualsiasi luogo urbano, in qualsiasi momento? Pensare che servizi segreti o forze dell’ordine possano essere presenti in ogni luogo in qualsiasi momento è stupidamente utopistico: per dare un’idea un servizio continuo di guardia ad una singola posizione richiede il servizio di 25 poliziotti. Questo tipo di servizio non può essere garantito a nessuna città del mondo.

Una soluzione già utilizzata in passato è quella di armare i cittadini, o almeno una parte selezionata degli stessi. Se anche solo il 3% del pubblico presente al teatro Bataclan avesse avuto uno strumento per autodifesa, la carneficina sarebbe stata molto più limitata, e non prolungata per decine di minuti, come in una mattanza di animali  in stile halal o kosher.



Appare una pretesa utopistica e pericolosa?

Non è vero, si tratta di una esperienza già diffusa senza tragedie nell’ Occidente.

Nel XIX secolo erano diffuse, in tutta Europa, le “Società di tiro”, sovvenzionate dai singoli stati nazionali, dove era possibile esercitarsi all’uso delle armi, soprattutto in vista di eventi bellici. Non sarebbe quindi possibile selezionare un 3-5% della popolazione che, su base volontaria e selezionata,  si addestrasse all’uso delle armi e fosse autorizzata a detenerla in pubblico ?

Preferite forse essere in balia di qualsiasi Jihadista tornato con un prurito alle mani dalla Siria ? O pensate che realmente lo stato possa assumere sufficienti forze dell’ordine ?

Non fatevi fuorviare dai buonisti di casa nostra, da quelli che vi dicono Tanto a noi non capiterà”. quelli del “Non disturbiamoli, così non ci faranno niente ” (come se i poveretti che passavano un venerdì al ristorante fossero tutti degli estremisti antislamici..), del “Tolleriamo, noi siamo tolleranti, noi accettiamo tutti”. Non credete alle loro vane parole. Le strade dell’ inferno sono lastricate di buone intenzioni…

I buonisti e la loro ideologia immigrazionista e multiculturale l’ inferno lo hanno già preparato, per i nostri figli : a furia di imbarcare sulla nave Europa milioni di persone  provenienti dalle plaghe in cui noi veniamo odiati da mane a sera ( con o senza urla di muezzin..) abbiamo creato, anche in Italia, una società parallela che ci odia e vuole soppiantarci : c’è L’ Italia normale, quella degli Italiani, e c’è una Italia parallela alla prima, che facciamo finta di non vedere, ma che oggi è già composta da quasi DUE MILIONI di persone : è l’ Italia degli immigrati ( regolari o no) , dove non esistono leggi, non esistono doveri, dove la polizia non si addentra, dove vige la illegalità sistematica dei “ clan etnici” o religiosi. Dove anche chi non è islamico o arabo o pakistano , si nutre di odio verso l’ occidente e la sua identità e ne agogna la distruzione,  dove questi sentimenti si potenziano vicendevolmente e crescono a livello esponenziale, man mano che la crisi occidentale aumenta e man mano che cresce il delirio “ multiculturale”.

E’ l’ Italia dei quartieri e delle periferie degradate, dove avvengono crimini tribali, omicidi, stupri, violenze di ogni genere,  dove vige la poligamia islamica e pagana, dove scorrazzano i Rom, dove regna ogni traffico - di droga e di uomini -  e dove si effonde ogni miseria umana e morale. E’ l’ Italia dell’ “ arricchimento culturale “ perseguito con volontà criminale dalla sinistra.

Abbiamo evocato il mostro a casa nostra.

I terroristi saranno pochi ,ma si muovono in questo humus con grande facilità: e’ il loro ambiente naturale, il loro naturale brodo di coltura : un mondo immenso e  degradato, transnazionale e incontrollato,  ai margini del mondo normale, una immensa periferia orribile, a metà via fra la casbah e la bidonville, dove l’ unico collante sociale è l’ odio verso il bianco, verso l’ occidente, verso il ricco… che  magari ricco non è , ma vive poveramente, come otto milioni di italiani, ma agli occhi su questo immenso suk sub-umano ha il torto di essere bianco e, in quanto tale,  ricco.. e che quindi si può rapinare, uccidere, derubare, imbrogliare, assassinare…..

E’ tutta questa enorme periferia, questo enorme mondo parallelo, incontrollato , sudicio ed oscuro , che si leva ad uccidere.

 Diceva Lenin  : “ il rivoluzionario deve muoversi come un pesce nell’ acqua”. Anche il terrorista ( in fondo è lo stesso) : noi abbiamo importato un oceano per far sguazzare comodamente  i terroristi a casa nostra.

Ora è impossibile sconfiggerli, perché l’ humus dell’ immigrazione è enorme ed è fatalmente il mondo sommerso che dà loro supporto, agibilità, mezzi, solidarietà diffusa e silente, protezione  e movimento. Un mondo che non potrà mai essere integrato, perché è impossibile per una serie infinita di ragioni che ogni persona assennata intuisce. Il delirio della multiculturalità non poteva che fallire.




Questo è il risultato della suicida cultura dell’ accoglienza, la sindrome patologica dietro cui si nasconde in realtà il cupio dissolvi, la volontà di suicidio e di autoannientamento di un Occidente che non crede più a nulla ed è ebbro di fatue ricchezze e di cultura della morte. La stessa cultura della morte che veniva inneggiata ed evocata nel concerto di Parigi dove si esibiva un gruppo musicale di rock satanico o death metal….

Non è in nome di questa sub-cultura del tramonto di un occidente ateo e pervertito che si potrà fermare il terrorismo, né tanto meno in nome del suo perfetto contraltare, cioè la snervata cultura debole dell’ accoglienza degli assassini….funziona solo nei film di Hollywood, non nella realtà. Il lieto fine non c’è. E si paga molto di più del biglietto di ingresso…

Nell’ immediato, comunque, di fronte alla insorgenza dell’ assassinio di massa e all’ impotenza di uno Stato che predica l’ accoglienza degli assassini,  se si vuole  difendere le proprie  vite  ed anche i propri  beni ( è pura ipocrisia anche il pauperismo : lasciarsi rapinare non è un valore ) , ormai  non c'è  che una via, quella delle armi, in modo diretto o indiretto. Piaccia o no.

Observer

                                                                                                                                                  

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