lunedì 19 ottobre 2015

EROI DIMENTICATI

EROI DIMENTICATI    


 “Verso le 13 di domenica 29 aprile 1945 (non del 28 come solitamente si riporta), i polsi assicurati dietro le spalle, legati con un fil di ferro, con la pioggerella che batte insistentemente, Colombo viene portato a Ganzo di Mezzegra, località scelta perché un anno prima qui furono fucilati sei partigiani, che avevano in precedenza colpito mortalmente quattro fascisti repubblicani.

 Risponde: “Non ho niente di cui pentirmi”.

Lo sbattono con violenza contro il muro, in un angolo, vicino ad una pasticceria. I partigiani gli chiedono qual è l’ultimo pensiero che vuole esprimere. Colombo risponde in milanese: “Andate a cagare…Siete solo dei vigliacchi. Viva il DUCE !”

Il Comandante è fermo. Osserva con tranquillità negli occhi coloro che gli stanno per dare la morte. Ha le immagini dei suoi Arditi negli occhi della mente e nel cuor; sa già che molti di loro sono stati ferocemente uccisi, senza nessun rispetto della parola data…..

Ora si ritrova con le spalle appoggiate al muro, pochi istanti di vita davanti, il fil di ferro legato ai polsi dietro le spalle, i mitra piantati in faccia, la pioggia che batte senza tregua. Così muore l’ultimo squadrista.

“E’ sereno, e guardandoli negli occhi, dice: “Femmdumàprest” (Fate solamente presto).

Partono le prime scariche di mitra. Cade in ginocchio, poi un’altra raffica, si accascia definitivamente su un fianco.

Il suo berretto nero, mentre il corpo cade a terra, gli rotola sul petto; i rivoli di sangue che sgorgano, copiosi, dalle ferite, lo coprono di sangue”.

(Luca Fantini, “Gli ultimi fascisti, Franco
Colombo e gli Arditi della Muti”, Città di Castello 2007)


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