sabato 4 ottobre 2014

CRIMINI ALLEATI / I BOMBARDAMENTI DI PORDENONE DEL 4 OTTOBRE 1944

CRIMINI ALLEATI / I BOMBARDAMENTI DI PORDENONE DEL 4 OTTOBRE 1944

AVV. E. LONGO
Di Reporter
Settant’anni fa venivano bombardati i ponti sul fiume  Meduna , mella borgata di Borgo Meduna. a Pordenone, vitale strada d’ accesso per Venezia e per Trieste .
Fra i tanti, meritano un accenno  i ricordi di un borgomedunese  che visse quei giorni da bambino.
La storia è quella di Onorio, Norio per i coetanei, che nel 1944 era un ragazzino che abitava dopo il volt de Querini, all’interno di Borgomeduna in quello che nell’Ottocento era indicato come Borgo Fornaci. 

Aveva 10 anni e frequentava la scuola elementare di via Udine. In quel mercoledì 4 ottobre di sole splendente e cielo limpido, le lezioni erano terminate prima del solito: nella mattinata, infatti, Pordenone era stata sorvolata da grosse formazioni di bombardieri alleati che si dirigevano verso nord a rovesciare sui civili il loro carico di morte “ democratico”….
Così Norio, giunto a casa anzitempo, venne incaricato di portare il desinare alla zia Lisa che stava di guardia ai campi di mais verso il Meduna.


Infilate le maniglie della sporta di paglia in un bastone in modo da poter essere comodamente portata in due, si avviò a piedi attraverso i campi aiutato dall’amico Ceo. Mangiarono in compagnia, ma la zia, prima di lasciarli soli e avviarsi verso casa per aiutare nella vendemmia, impartì loro severe raccomandazioni: la radio aveva avvertito del pericolo di bombardamenti americani.
Tra le 13 e le 14 Norio e Ceo avvertirono di nuovo il rumore dei bombardieri.
Alzati gli occhi al cielo si accorsero che stavolta lasciavano cadere delle bombe. Ebbero la prontezza, come era stato loro insegnato a scuola, di gettarsi bocconi tra i solchi del campo mettendosi le mani sopra la testa. Il fragore degli scoppi era tremendo e la terra tremava. Le schegge volavano da tutte le parti tranciando con un rumore secco le piante di pannocchie. Terra e sassi volavano per aria mentre un acre fumo blu avvolgeva tutto.
Passata l’ondata, i due ragazzi si alzarono e, chiamandosi a vicenda, si diressero fuori dal campo dove videro la zia Lisa che si precipitava tutta trafelata verso di loro. Mentre la rassicuravano gridando a gran voce sul loro stato di salute arrivò la seconda ondata. La zia li trascinò immediatamente via correndo in direzione di Cordenons per allontanarsi il più possibile dai ponti. Li fece scendere in un fosso e stringendoli a sé si sedette appoggiando la schiena al tronco di un grosso albero: istintivamente spinse la loro testa sulle sue gambe e curvò il busto per proteggerli.
Sotto quel diluvio di bombe pregarono insieme aspettando la fine dell’incursione: il ricordo di quei terribili momenti di settanta anni fa è rimasto impresso nella mente di Onorio e, mentre si augura che non debba succedere mai più a nessuno, si commuove ancora oggi, ma……


……..da commuoverci c’è davvero moltissimo a girare fra queste contrade , se si tien  presente che, dopo la guerra perduta, divenuti “ alleati” di coloro i quali massacravano dal cielo la nostra gente, proprio vicino a Pordenone, ad Aviano, abbiamo concesso ai nostri vincitori di poter impiantare una fortificata base aerea. Per poter continuare a bombardare :  il resto del mondo…
La storia a volte non insegna niente. A volte neppure  la dignità, a cui i Vinti non dovrebbero mai abdicare, perchè solo perdendo la dignità sarebbero vinti davvero. Irreversibilmente. 



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