L’ULTIMO LEGIONARIO DI MUSSOLINI: DAL FRONTE DI NETTUNIA ALLA PRUSSIA
Incontro con il reduce del Battaglione M “IX Settembre” Domenico Silvestri
Sabato 18 Maggio 2019, su interessamento di Gianluca Iannone, il Dott. Pietro Cappellari, ricercatore storico e Direttore de “L’Ultima Crociata”, ha intervistato, nella sua casa de L’Aquila, il Legionario Domenico Silvestri, combattente della RSI tra le fila dell’invitto Battaglione M “IX Settembre”. Questa unità prese forma dai Battaglioni da Sbarco della Milizia dislocati nel Sud della Francia che, all’indomani della resa incondizionata e del conseguente passaggio al nemico del Regno d’Italia, si ribellarono restando al fianco dell’alleato germanico.
Silvestri, classe 1925, si era arruolato Volontario nel 1942, a soli 17 anni, per partecipare alla guerra per l’indipendenza e la grandezza nazionale. Fu incorporato nella Milizia Controaerea ed inviato in Calabria. Venuto a conoscenza della costituzione della Divisione Corazzata M, chiese ed ottenne di essere trasferito in questa prestigiosa e modernissima unità. Fu qui che lo colsero i drammatici eventi del 25 Luglio e dell’8 Settembre 1943.
Tornato a casa, appena saputo della liberazione del Duce, si presentò al Comando della 130a Legione della Milizia de L’Aquila, chiedendo di essere nuovamente arruolato. Ma la vita di “guarnigione” non faceva per lui e, come si diffusero le voci che a Teramo era dislocato un Battaglione M “operativo”, ossia un reparto d’assalto speciale della Milizia di prima linea, corse subito ad arruolarsi in questa nuova unità. Con questo reparto, che passerà alla storia con il nome di Battaglione M “IX Settembre”, inquadrato nella Divisione germanica “Brandenburg”, Silvestri fu impiegato in difesa di Roma sul fronte di Nettunia all’indomani dello sbarco alleato del 22 Gennaio 1944 e, subito dopo, su quello di Ortona (Chieti), per sbarrare il passo agli invasori britannici che minacciavano di risalire la penisola dal versante adriatico. Ma non solo. Il Battaglione M “IX Settembre” fu anche impiegato in Prussia, in difesa dell’Europa dall’invasione sovietica.
Rientrato in Italia, il reparto fu lanciato con successo anche in operazioni controguerriglia, tra cui si ricorda la liberazione di Cogne (Aosta) dai partigiani.
La fine della guerra, vide il Legionario Silvestri nella zona di Vittorio Veneto (Treviso). Nonostante l’accettazione della resa concordata con il locale CLN, all’atto della deposizione delle armi, l’accordo venne disatteso e le Camicie Nere – disarmate – rimasero in balia dell’odio partigiano. Oramai inermi, molti Legionari furono fucilati. Silvestri fu fortunato e, nonostante i barbari pestaggi subiti, cui si unì anche un Sacerdote, sopravvisse, salvato dalla fucilazione sommaria dall’intervento di unità britanniche che allontanarono i ribelli e presero in consegna i prigionieri.
Iniziò, quindi, la peregrinazione per i vari campi di concentramento anglo-americani sparsi in Italia, tra cui ricorda quello di Afragola (Napoli). Mentre migliaia di prigionieri della RSI incolonnati attraversavano il corso della città scortati dai gendarmi britannici, un soldato intonò l’inno della Decima MAS. All’improvviso tutti si misero a cantare, facendo tremare i vetri delle case. La gente, incredula, che si era ammassata ai bordi delle strade per vedere l’insolito spettacolo, cominciò a battere le mani… ultimo segno di saluto a chi aveva combattuto per l’onore e la libertà dell’Italia.
L’intervista rilasciata al Dott. Cappellari sarà oggetto di un video che, per interessamento di CPI L’Aquila, tramanderà alle nuove generazioni questa storia straordinaria e il profondo significato spirituale dell’amor di Patria spinto fino al sacrificio supremo.
Scipione di Torrealta
Nessun commento:
Posta un commento