ANCORA
QUALCHE NUOVO CONFRONTO
di Filippo Giannini
CIRCA L’ITALIA CHE
FRANA, CON RELATIVI MORTI. Avevo 5 o 6 anni; un giorno durante
uno dei normali giorni di scuola, la mia insuperabile maestra, la
signora Gandolfi, ci disse di avvertire i nostri genitori che il
giorno successivo saremmo dovuti andare per una missione in
campagna e chi voleva poteva indossare la nostra divisa. Avvertii
della cosa mamma e papà e, indossata la divisa di Figlio della
Lupa, il giorno dopo mi recai a scuola (Riccardo Grazioli Lante),
ma non feci in tempo ad entrare che fuori ci attendeva, fra le altre,
anche la maestra, signora Gandolfi, che ci accompagnò ad un autobus
che ci attendeva fuori della scuola. Dopo un certo tragitto, giunti
in una zona di campagna e, scesi dall’autobus, ci venne incontro
addirittura il Duce, il quale dopo un brevissimo discorso ci spronò
a svolgere una missione nella quale eravamo tutti impegnati.
Missione, ci disse, nell’interesse della Patria e del nostro
futuro. Detto questo ci vennero consegnate delle piantine e
cominciammo, tutti insieme con il Duce in testa, a piantarle salendo
su una collina.
La sera, stanco quanto
mai, mi addormentai felice di aver compiuto, con il mio dovere, anche
qualcosa di utile, appunto, per la mia Patria.
Qualche tempo fa lessi
che durante il mai sufficiente deprecabile, infame Ventennio
(che sia sempre benedetto) furono piantati un miliardo di alberi;
ritengo la cifra esagerata, ma ne furono piantati a sufficienza
perché l’albero, grazie alle sue radici opera all’incirca come
il ferro-cemento, cioè, ripeto, grazie alle radici queste
trattengono la terra impedendo che essa frani. Non so se mi sono
spiegato. Provo a farlo meglio: durante il Male Assoluto,
vennero piantati degli albero che svolsero nel tempo le loro
funzioni. Poi, finalmente (bah!) fummo liberati (doppio bah!,
anzi triplo) e grazie ai liberatori (ma quando ce ne libereremo?) è
tornata la libertà (quella di rubare, quella di cementificare a
cacchio di cane) ed oggi, finalmente possiamo navigare,
grazie alle frane, nelle strade e godererne molto più di qualsiasi
altro popolo. Quando c’era il Male Assoluto (che sia una
volta ancora benedetto) esisteva la salvaguardia dell’ambiente e
sorgevano i Parchi Nazionali e, di conseguenza la salvaguarda del
verde. Non so se mi sono spiegato!
ORA UNA FAVOLA – CHE
E’ STATA REALTA’. Oggi è stata raggiunta un’Italia dei
diritti e della libertà (non si espresse così l’onorevole
Violante?). A proposito di onorevole, non sarà mai così, ma
se fossi deputato e qualcuno mi chiamasse onorevole, per me
sarebbe una offesa molto grave. Tornando a noi: il ladro che
ruba commette una grave colpa e per questo se acciuffato dovrebbe
finire in galera, e questo sarebbe giusto. Ora volgiamo lo sguardo
nell’ambito politico. Certi onorevoli – credo che siano
tre o quattromila – prima hanno varato una legge attestante che
rubare non è un furto, poi si sono concessi dei vitalizi che
vanno dai 3.000 ai 10.000 euro mensili, ovviamente senza annullare la
ricchissima pensione. Mi spiego meglio dato che il furto è così
infame che anch’io sono rimasto incredulo. Ebbene questi signori
che a fine rapporto (rapporto che può essere loro riconosciuto anche
se si sono presentati nelle aule solo per un paio di mesi) si sono
concessi un premio (chiamiamolo così), battezzato vitalizio,
cioè vita natural durante, vitalizio che non intacca la loro
super dorata pensione, vitalizio che parte, appunto, da 3.000
a 10.000 Euro mensili. E questi mariuoli da galera, molti di
questi, non contenti della furbatina sono anche dei corroti e
corruttori. Sapete, tanto per arrotondare, e poi tengono
famiglia…
Ed ora per farmi passare
l’incombente mal di fegato, trattiamo della favola. E
spostiamoci a qualche anno indietro. Sino alla fine del 1943
Mussolini (sì, sì, Lui, l’infame) aveva rifiutato qualsiasi
appannaggio, non solo a titolo personale, ma anche per le spese della
sua segreteria. Riporta il Candido del 1958, parla il Ministro
Pellegrini-Gianpietro: <Nel novembre era stato preparato un
decreto, da me controfirmato, con il quale si assegnava al Capo della
Rsi, l’appannaggio mensile di 120 mila Lire. Il decreto, però che
doveva essere sottoposto alla firma del Capo dello Stato, fu da lui
violentemente respinto una prima volta. Alla presentazione,
effettuata dal sottosegretario di Stato, Medaglia d’Oro Barracu,
seguì una seconda del suo segretario particolare Dolfin. A me, che,
sollecitato da Dolfin e dall’economo, ripresentai per la terza
volta il decreto, Mussolini disse: “Sentite Pellegrini, noi siamo
in quattro: io Rachele, Romano e Annamaria. Mille lire ciascuno sono
sufficienti”. Dovetti insistere nel fargli notare che, a parte
l’insufficienza della cifra indicata, in relazione dl costo della
vita, occorreva tener conto delle spese della sua casa e degli
uffici. Dopo vive sollecitazioni finì per accettare, essendo egli
anche Ministro degli Esteri, solo l’indennità mensile di 12.500
lire assegnata ad ogni altro Ministro. Nel dicembre 1944, però, mi
inviò una lettera che pubblicò, rinunciando ad ogni e qualsiasi
emolumento, ritenendo sufficienti alle sue necessità i diritti
d’autore>. Cosa ne pensi, caro lettore? Mi dici che vai a
Montecitorio o nelle sedi di qualsiasi ufficio delle Regioni? A far
che, ti chiedo, in quelle sedi troverai solo esponenti dei diritti
e della libertà.
Concludo. Gli
italioti, che come tutti sappiamo sono tanto intelligenti e
furbi, cosa hanno escogitato? Hanno messo in atto gli ordini dei
liberatori, hanno assassinato il malefico ed hanno
instaurato questa democrazia dei diritti e della libertà. Non
siete felici?
E grazie ai liberatori
(sì, sì, quelli che con solo due bombette, quelle, cioè,
assolutamente fuori da ogni convenzione, uccisero e storpiarono 300
mila esseri umani, tutti scrupolosamente civili!) oggi abbiamo una
classe politica, mafiosa, corrotta, corruttrice, ecc. ecc. ecc.
Allora avevamo un Jung, un Beneduce, un Serpieri, un
Crollalanza ecc. ecc., uomini onestissimi, a capo dei quali c’era
un Male Assoluto il più onesto di tutti, e tutti tesi
all’interesse del popolo, i quali con gli occhi di oggi possiamo
catalogarli fra i fessi.
E ALLORA, COME
USCIRE DALL’ATTUALE CRISI? Sarebbe semplicissimo: ispirandosi a
quanto fu fatto durante il mai sufficientemente condannabile,
infausto truce Ventennio; sempre che gli attuali mascalzoni lo
volessero. Una breve premessa: sapete che nel periodo del Male
Assoluto l’Italia uscì dalla crisi congiunturale nata nel 1929
meglio di qualsiasi altro paese, tanto che da ogni parte del mondo
giungevano in Italia esperti per studiare il miracolo
italiano? Non lo sapevate? Ė ovvio, certe cose si debbono
nascondere.
Concludo: Continuerò
in uno dei prossimi miei lavori.
Allora in bocca al
lupo a tutti, anche se sarebbe più veritiero augurare: in bocca
a Renzi (o simili che sono tanti e ognuno simile agli altri). Ciao,
ciao…
IN RICORDO DI di Filippo Giannini
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