martedì 15 dicembre 2015

LA NASCITA dell’imperialismo yankee


La nascita dell’imperialismo yankee

L’ascesa degli USA a livello mondiale
Le manifestazioni di espansione americana iniziarono sin dal XVIII secolo, ( dal 1798 gli USA avevano proiettato all’estero le loro armate ben 107 volte, il cui scopo era chiaramente quello di controllare e pacificare i punti strategici che gravitavano nelle loro zone d’interesse,America Latina o che si apriva sugli immensi mercati al di là del Pacifico ( Asia ), ma la tensione tra stati sudisti e nordisti ( guerra civile 61-65 ), avevano accentuato tale avanzata.
Nel 1867 fu acquistata dall’Impero Russo l’Alaska, estrema propaggine settentrionale del continente, nello stesso anno fu aperta una base militare nell’Oceano Pacifico,nell’isola di Midway.
Otto anni dopo fu firmato un accordo commerciale con le Hawaii, divenuto nel frattempo protettorato militare. Il processo di assorbimento entrò nella fase finale nel 1893, quando un gruppo di piantatori di canna da zucchero e di uomini di affari di Honolulu, aiutati da agenti americani, rovesciarono la monarchia e instaurarono una repubblica, che sarebbe stata annessa agli USA nel  1899.
L’espansione americana alla perenne ricerca di consumatori e di materie prime, trovò un nuovo obbiettivo alla sua insensata espansione, le colonie spagnole, specialmente su Cuba.
Gli, USA dal 1801, avevano tentato più o meno pacificamente di occupare l’isola ( proponendo anche offerte d’acquisto agli iberici sempre rifiutate ).
L’isola cubana aveva assunto una notevole importanza internazionale dal XIX secolo, quando divenne il primo produttore di zucchero del pianeta. L’economia interna era completamente dipendente dall’esportazioni di materie prime, ( nello zucchero il ruolo di Cuba era limitato a piantare e tagliare la canna, a estrarne lo zucchero e a inviarlo grezzo verso gli USA ), ed era completamente dipendente dalla logica del capitale internazionale, specialmente quello angloamericano.
Nel 1875, l’esportazioni verso gli Strati Uniti ammontavano a circa il 65% del totale, per arrivare nel 1895 al 90%, arrivando ad essere il loro secondo mercato estero. Nella seconda metà dell’ottocento, nacque a Cuba, un Movimento di Liberazione Nazionale, che proponeva la completa indipendenza politica dalla Spagna ed economia dagli USA, questo rendeva inevitabile, l’invasione statunitense dell’isola e l’insediamento di un governo fantoccio che sottomettesse i ribelli e salvaguardasse gli interessi economici americani. La guerra ispano-americana era dunque un’offensiva che mirava a piegare il movimento indipendentista cubano.
A febbraio del 1898, gli Usa inviarono nei pressi di La Havana, la corazzata Maine, che dopo 3 settimane esplose misteriosamente. ( gli statunitensi accusarono gli spagnoli di aver posizionato una mina sul porto, ma un’inchiesta successiva appurò che l’affondamento fu causato da un’esplosione accidentale nelle caldaie ).
A seguito della “sciagura” una frenesia guerrafondaia scosse gli Stati Uniti, mossa ad arte dalla stampa, alimentata dalla lobby militar industriale. Il 25 marzo il presidente McKinley, ordinò al suo ambasciatore a Madrid, di presentare il 29 un ultimatum di 48 ore alla Spagna, periodo di tempo in cui questa avrebbe dovuto dichiarare  un armistizio fino al 1° ottobre per i negoziati di pace. Il 30 marzo la Spagna declinò la proposta. L’11 aprile, Mckinley chiese l’autorizzazione al Congresso ad intervenire militarmente, approvata bicameralmente una settimana dopo. Il conflitto si sarebbe sviluppato in due scenari lontani da loro.
Filippine.
Nel 1892, nacque il movimento indipendentista Katipunan, e a partire dal 1896 sviluppò una guerriglia nazionale contro l’occupante iberico, ma l’organizzazione subì una sonora sconfitta nei pressi di San Juan del Monte, mettendo fine alla carriera politica del primo leader Andrès Bonifiacio. Nel frattempo nella provincia di Cavite i ribelli ,guidati dal comandante  Aguinaldo, avevano assunto il controllo di ampie zone del territorio. La fazione di Aguinaldo riuscì in breve tempo ad assumere il comando del fronte indipendentista. Nel 1897, il conflitto assunse  una fase di stallo e fu raggiunto un armistizio tra i ribelli e gli spagnoli. Il capo Aguinaldo accettò l’offerta spagnola ( esilio ad Hong Kong con buonuscita di 800.000 pesos concessi dal governatore ), di disarmo delle milizie e la fine del moto rivoluzionario, solamente un esiguo gruppo continuò la lotta di liberazione..
A seguito della guerra ispano-americana i ribelli ripresero la lotta, il 1 maggio la flotta americana sconfisse e distrusse completamente le navi spagnole nei pressi di Manila. I ribelli in pochi mesi riuscirono ad occupare quasi la totalità del territorio nazionale ad eccezione del capoluogo. Aguinaldo ritornò dall’esilio a giugno e il 12 dello stesso mese dichiarò l’indipendenza nazionale.
In Agosto la guarnigione spagnola di stanza a Manila si arrese agli americani ( dopo uno specifico accordo tra l’ammiraglio Dewey e il governatore ), mente non fu permesso ai guerriglieri di entrare in città. Il generale Anderson  telegrafò ad Aguinaldo scrivendo << che le truppe filippine non potevano entrare in città e sarebbero state attaccate se oltrepassavano il fiume Pagis.>> La neonata repubblica filippina non fu riconosciuta dagli USA, che già programmavano la nascita di una loro colonia, ( ceduta dalla Spagna a seguito del Trattato di Parigi ), incuranti del volere popolare, invasero l’isola sei mesi dopo, iniziando un conflitto che si sarebbe protratto fino al 1913. Lo stato asiatico ottenne l’indipendenza formale nel 1946, ma l’indipendenza politica ed economica rimane tuttora un’utopia.
Cuba
Gli americani capinaggiati dal futuro presidente Roosvelt, avevano studiato i piani dell’invasione dell’isola da diversi anni.  Tra il 22 e il 24 giugno il V° corpo, comandato dal generale Shafter sbarcò, tra le cittadine di Daiquiri e  El Caney a est di Santiago ( il loro principale obbiettivo ). Le prime scaramucce videro uno scontro paritario, e gli yankees furono obbligati a rivedere le loro tattiche militari, aggiornate alla guerra civile del 1861-65.
Il 1 luglio una forza composta da 15.000 soldati sconfisse gli spagnoli trincerati presso i villaggi di El Caney e di San Juan. Il 3 luglio la flotta americana sconfisse nei pressi di Santiago la flotta spagnola, affondando 5 navi su 6, oltre 1.500 marinari furono fatti prigionieri.
Dopo la vittoria militare a San Juan gli americani furono fermati dinanzi a Santiago e dopo tre settimane d’assedio riuscirono ad occupare la città, grazie anche al contributo dell’esercito indipendentista cubano. Nelle altre località, dell’isola, i ribelli sconfissero gli spagnoli arrivandoli a una frettolosa ritirata nelle città.
Il 12 agosto le truppe si arresero. Tra giugno e la fine del conflitto, gli USA occuparono anche l’isola di Guam, situata nell’arcipelago delle Marianne e l’isola caraibica di Puerto Rico. Il 10 dicembre fu firmato il trattato di Parigi, che obbligava gli spagnoli a cedere agli Stati Uniti i loro possedimenti coloniali, ad eccezione di quelli situati nel continente africano.
Cuba divenne indipendente nel 1902, fu dotata di una costituzione ( votata da un’assemblea composta da elementi industriali e latifondisti filo americani ), e di una clausola nota come emendamento Platt, che obbligava gli USA a intervenire militarmente ogni volta che “venivano” minacciati i loro interessi economici. L’armata di liberazione che contribuì alla liberazione dal dominio spagnolo, venne disarmata e sciolta, rimpiazzata da una milizia armata e addestrata dagli USA. L’economia nazionale venne sottomessa agli yankee, che obbligarono lo stato caraibico ad accettare la il dollaro come moneta, liberalizzazioni delle tariffe doganali e l’esclusività americana nel mercato nazionale. Per ottenere la definitiva libertà bisognerà aspettare il 1959, quando un gruppo di legittimi rivoluzionari depose il despota Batista.
Saverio Borgheresi
                                                                                                                     

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