MENZOGNA!
11 Settembre 2001
PROVATO L’INSIDE JOB
«La verità sull’11 Settembre è nella pistola fumante di una oramai
provata demolizione controllata, quindi predisposta in precedenza,
delle tre Torri. Un inside job per interessi di potere e geopolitici.
Quel giorno vennero sacrificati, facendoli massacrare, 3000
concittadini americani e alcune altre centinaia morirono in seguito
per aver respirato, durante i soccorsi, le polveri cancerogene».
di Maurizio Barozzi
Anche per questa ricorrenza (24 anni) degli
attentati dell’11 Settembre 2001 in America i
telegiornali e i servizi storici, ci vorranno far
credere che dei terroristi arabi, piloti dilettanti
per piccoli aerei da turismo, divisi in gruppetti e
piccole armi da taglio, avevano sequestrato
aerei Boeing 757 e 767, compiuto manovre ed
evoluzioni proibitive per esperti piloti, e
pilotando o costringendo i piloti a schiantarsi contro le due “Torri gemelle” Nord
e Sud al World Trade Center di New York (crollò anche una terza torre più piccola,
forse per solidarietà), poi anche contro l’edificio del Pentagono, ecc.
Sono un misto di verità e menzogne e utilizzo di terroristi come sempre
strumentalizzati, ma è purtroppo vero che ci furono circa 3000 morti e l’emozione
per questo “attacco all’America” fu grande in tutto il mondo.
Il fatto è che non c’era stato alcun attentato nemico contro gli Usa, era stata tutta
una operazione progettata, pianificata e messa in atto da chi governava gli Stati
Uniti, per avere una false flag, come tante altre ce ne erano state in passato, con
la quale poter poi procedere ad aggressioni belliche giustificate allo scopo di
realizzare quel “Secolo americano” di dominio planetario che l’allora recente
collasso della Russia sovietica rendeva possibile.
Ad oggi possiamo dire di avere la prova oggettiva ed inequivocabile, che il crollo
delle Torri al WTC di New York fu un inside job, ed ovviamente lo stesso dovrebbe
essere per l’attentato al Pentagono, essendo un unicum tutta la false flag quindi
anche il volo AA77 del Pentagono che la logica, il buon senso e l’esperienza,
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dimostrano che non è andata come la “versione ufficiale” racconta, ma qui ogni
deduzione e ipotesi a dimostrarlo non raggiungono un pieno e oggettivo valore.
Per il Pentagono, infatti, a testimonianze, che attestano la falsità della “versione
ufficiale”, si contrappongono testimonianze che la confermano, alla messa in
dubbio di evoluzioni aeree complicate e proibitive si sostiene che sono
pericolose e difficilissime, ma non impossibili, e via di questo passo.
In realtà non si conferma proprio niente, ma dai confronti e polemiche non se
ne esce in modo definitivo. Ne riparleremo più avanti.
Il crollo, anzi l’implosione di tre Torri in acciaio
Queste “speculazioni” però non valgono per il crollo delle tre Torri, perché
una volta preso atto delle modalità di caduta e di un crollo con tratti di velocità
a caduta liberam è provata la demolizione controllata, non serve altro perché
quelle modalità e soprattutto la velocitò di caduta libera possono essere causate
SOLO da queste demolizioni controllate è predisposte prima degli attentati.
La falsa versione dei 19 terroristi di Al Qaida venne diffusa in tutto il mondo grazie
ai mass media occidentali, tutti di proprietà o sotto controllo di lobby e logge di
potere, anche Hollywood fece la sua parte e da allora il mantra di questi attentati
non ha mai smesso di essere recitato e difeso, per giunta, da servili establishment
di potere delle nazioni occidentali e da ripugnanti pennivendoli e linguivendoli
detti debunker (dall’inglese de – bunk, rimuovere una menzogna) usi a proteggere
gli scheletri negli armati del potere e abili a mentire con tecniche da illusionismo.
Per anni abbiamo discusso con i debunker, arrovellandoci su le tabelle in cui fonde
o si ammorbidisce l’acciaio, su le testimonianze, gli impatti aerei e gli incendi e
tanti particolari di quell’evento che ingeneravano dubbi ed evidenti assurdità,
quando la risposta era lì davanti a tutti, evidente,
inequivocabile, ma abbiamo dovuto aspettare che un certo
fenomeno, quello della velocità a “caduta libera” delle tre torri,
venisse, obtorto collo, reso evidente anche da certe risultanze di
Enti preposti a quelle inchieste, per chiudere i giochi.
Avevamo visto tutti il crollo totale delle “Torri gemelle” Nord 1 e
Sud 2 al World Trade Center di New York. Sia pure con qualche
dubbio avevamo visto i danni procurati dall’impatto degli aerei
sulle torri e relativi incendi di certo non devastanti e
polverizzazione di tutto il cemento e materiali dei grattacieli.
Stiamo parlando di due torri di 110 piani ciascuna, per 415 metri
di altezza, con struttura in acciaio adeguata a sopportare urti di
grossi aerei e incendi, e che invece sarebbero crollate, per la
prima e unica volta nella storia di queste e similari costruzioni, a causa dell’aereo
che le ha colpite e i provocati medi incendi di non eccessiva durata.
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Un crollo che – attenzione - è stata una implosione simmetrica, con alcuni tratti di
velocità a caduta libera, ovvero senza alcuna opposizione sottostante.
Ma il fatto incredibile è che poche ore dopo, crollava con le stesse modalità,
un'altra torre in acciaio, la terza, ma più piccola, l’adiacente Edificio 7, di 47 piani
per 175 metri di altezza, neppure urtata da aerei.
Nonostante che le ricerche su quei tragici fatti, tra l’altro molto problematiche
visto che le fonti, tutte americane, davano poche garanzie di genuinità e verifiche,
colpiva subito il particolare che non erano state indette, dalle autorità competenti,
delle meticolose analisi su tutti gli edifici con quella stessa struttura, ed emanati
provvedimenti urgenti per evitare un ripetersi di quei tragici disastri, visto che di
fatto, dalla “versione ufficiale”, venivano spacciati per danni strutturali (crolli per
danni alla struttura portante).
Ci furono convegni sull'argomento, studi solo apparentemente approfonditi, ma
alla fine ci si è solo limitati a ribadire l'ovvio: in futuro porre maggiore attenzione
al pericolo degli incendi nei grattacieli e nelle strutture in ferro in generale.
Tutto qui. Gli edifici del WTC, però, non sono solo caduti, si sono sgretolati e sono
scomparsi in circa 10-13 secondi, una cosa fisicamente incredibile per strutture in
acciaio di quella mole.
Ma come? Dei grattacieli progettati per resistere a determinate situazioni
crollano come castelli di carte non appena quelle situazioni si presentano (urti e
incendi), e nessuno studia approfonditamente la questione per capire dove i
calcoli e i progetti erano sbagliati?
E se fossero stati commessi dei gravi errori non solo nei progetti del WTC, ma
anche in quelli di altri edifici simili nel mondo?
Rischieremmo, alla prima occasione, una serie di crolli e decine di migliaia di morti.
Perché nessuno si mosse per prevenire una simile catastrofica eventualità?
Mistero, o meglio, era evidente che quelle Torri NON erano collassate per urto di
aereo e conseguenti incendi! Inutile perdere tempo.
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In pratica era stata diffusa una “versione ufficiale” di quegli avvenimenti,
racchiusa nel Report 9/11 della Commissione delle autorità americane (versione
ufficiale) e nello specifico del crollo delle Torri, dalle risultanze degli Enti preposti
dalla Amministrazione americana: la FEMA, l’Ente federale per la gestione delle
emergenze (funge anche da protezione civile) e soprattutto
il NIST, National Institute of Standards and Technology, una
Agenzia che si occupa per il governo degli Stati
Uniti della gestione delle tecnologie, dove quest’ultimo si profuse in
uno studio, completato nel 2008, sui crolli di tutte le torri, ma limitato
alle sole fasi iniziali dei crolli e stranamente mantenuto segreto per i dati
immessi al fine di realizzare certe simulazioni, non consentendo cosi una
sua verifica e critica.
In ogni caso chi aveva un minimo di conoscenze di fisica e ingegneristica
e una buona osservazione sui video di quei crolli, si rendeva conto che
non potevano essere crolli strutturali e gravitazionali.
Come noto, infatti:
Un cedimento strutturale ha una sua fenomenologia e dinamica, dei
tempi di ritardo dettati dalle leggi della fisica, e osservando e
analizzando il video di quei crolli, non si può assolutamente parlare
di cedimenti strutturali, e crolli gravitazionali di cui mancano le
caratteristiche, mentre ogni osservazione sta ad indicare che si è in
presenza di una demolizione controllata con tutti i suoi fenomeni.
La mancanza di decelerazione nel crollo dei piani uno sull’altro indica
con assoluta certezza che la struttura inferiore è stata distrutta da
un’altra forza, prima che la parte superiore la raggiungesse.
Assurdo e fisicamente impossibile poi, che quel fenomeno, spacciato per
strutturale e gravitazionale, ma che nel caso violava alcune leggi della fisica, si
sia potuto ripetere per tre volte su tre torri violando persino ogni calcolo delle
probabilità!
Crollo delle torri
Si era ben presto capito che al WTC c’erano state tre demolizioni
controllate: lo dimostrava l’applicazione del metodo scientifico con
osservazione dell’evento, ipotesi in discussione e verifica, ma solo
quando, alcuni anni addietro è stato fatto ammettere ufficialmente agli
Enti competenti che c’erano stati tratti di caduta a velocità libera delle
Torri ed altri ad essa prossimi, possiamo dire – a piena ragione e
azzittendo tutti – che furono DEMOLIZIONI CONTROLLATE.
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Nel frattempo si era formato un pool di architetti e ingegneri di varia
nazionalità, “ARCHITECTS & ENGINEERS FOR 9/11 TRUTH”, con il tempo arrivati a
circa 3.000 studiosi e specialisti, molti altamente qualificati, che presero a criticare
quella “versione ufficiale” e costrinsero persino il Nist a correggere alcune sue
risultanze palesemente errate.
Nel 2015 Architects & Engineers realizzò un dossier di incisiva e competente
analisi critica, presentato nel settembre dello stesso anno, mentre, nel frattempo
il Nist dovette ammettere, obtorto collo, che in tutti e nei crolli delle Torri vi erano
stati tratti di caduta libera ed altri ad essa prossimi.
Le osservazioni dei video di quegli eventi, inoltre, mostrava che i crolli alle Torri
Nord e Sud sono iniziati in alto e poi quasi contemporaneamente sono susseguiti
dal basso, fino a coinvolgere tutto l’edificio.
L’Edificio 7 invece sembra fin da subito imploso come con un risucchio dal basso.
Ma significativamente l’attico della parte est dell’edificio, l’East Penthouse, privo
di danni da detriti, crolla, visibilmente con circa un secondo di anticipo rispetto al
crollo dell’attico ovest, mentre, in simultanea l’intero edificio comincia a scendere,
tutto intero, indice evidente di “qualcosa” che, da basso, ha causato il collasso.
Come noto le demolizioni controllate, a seconda delle esigenze possono iniziare
sia dall’alto che dal basso.
Quel maledetto giorno crollarono di schianto non due, ma tre Torri: due
incidentate da aerei e dicesi per gli incendi: la torre Nord e la Torre sud, ed un altra
più piccola, non colpita da aereo, cioè l’Edificio 7, ma venuta giù solo per un medio
incendio che si era sviluppato ad alcuni piani.
Un pluri evento di crollo totale, una vera e propria implosione sul proprio asse,
per incendi di grattacieli in acciaio che mai si era verificato nella storia di queste
costruzioni.
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Crollo globale: La versione ufficiale è ancora
più vistosamente contraddetta dal fatto che i
crolli sono stati totali: queste torri di 110 piani si
sono trasformate in ammassi di detriti alti giusto
pochi piani.
Come sarebbe stato possibile?
Rimarchiamo inoltre che tutte le tre torri
vennero giù, simmetricamente sul proprio asse,
con tratti di tempo di caduta libera ed altri a velocità ad essa prossima, con spazi
di caduta che seguivano anche percorsi di maggior resistenza, una fenomenologia,
che in virtù delle leggi della fisica è possibile solo con una demolizione controllata
che elimina man mano, una frazione di secondo prima, i piani sottostanti, cosicchè
quelli soprastanti che crollano, non trovano resistenza.
Giova ripetere: un cedimento strutturale ha una sua fenomenologia
e dinamica, dei tempi di ritardo dettati dalle leggi della fisica, e
osservando e analizzando il video di quei crolli, non si può
assolutamente parlare di cedimenti strutturali, e crolli gravitazionali.
I piani superiori delle Torri, di fatto, sono precipitati incontrando la
resistenza della sola aria.
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Nel frattempo mano a mano che i piani collassavano,
già in aria, si produceva una enorme nube piroclastica di
polveri mentre dai piani interessati e quelli sottostanti
si avevano diversi squibs, espulsione di materiale, ed
anche travi di acciaio con una forza inaudita lanciate a
circa 150 metri di distanza.
Come accennato, alcuni anni addietro, anche gli Enti
preposti a quelle inchieste, hanno dovuto, obtorto
collo, ammettere che in quei crolli, ci sono stati dei
tratti di caduta a velocità libera.
Questa, pur parziale forzata ammissione consente, da allora, la dimostrazione
oggettiva di una deliberata “demolizione controllata”.
La velocità di caduta libera
La caduta libera, +++, di un corpo si ha quando questi
precipita a terra da una certa altezza, con la sola forza
di gravità, incontrando la sola resistenza dell’aria, in
pratica quando durante il moto di caduta è sottoposto
alla sola accelerazione di gravità.
L’esperienza nelle demolizioni controllate, con uso di
esplosivi e/o sostanze incendiarie, attesta che il tempo
di caduta del palazzo demolito è uguale a quello della
caduta libera o comunque ad esso prossimo.
Prendiamo ad esempio il crollo dell’Edificio 7 di 47 piani per 175 metri di altezza.
Accantoniamo la significativa osservazione che l’attico della parte est dell’edificio,
l’East Penthouse, crolla, visibilmente con circa un secondo di anticipo rispetto al
crollo dell’attico ovest, mentre, in simultanea l’intero edificio comincia a scendere,
indice evidente di “qualcosa” che ha causato il collasso.
Nel nostro caso un metodo semplice può essere quello di usare un cronometro e
calcolare il tempo di caduta dell’angolo sud occidentale del tetto da varie
prospettive diverse.
Nei video si nota qualche “attività” nell’area centrale dell’edificio 7, una sorta di
sbuffo e poco dopo l’angolo sud occidentale del tetto comincia a crollare in modo
uniforme, dritto e simmetrico. Tempo di caduta: 6,5 - + 0,2 secondi: una palla in
caduta dall’angolo del tetto, impiegherebbe per arrivare a terra 6,0 secondi:
ebbene quel tetto è caduto, più o meno, alla stessa velocità, proprio come nelle
demolizioni controllate!
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Eppure tra il tetto e il suolo vi era una enorme quantità di acciaio e cemento.
La legge della conservazione del momento, applicata all’Edificio 7, ci dice che il
materiale sottostante al tetto, tra cui le colonne di acciaio, rallenterebbe
significativamente il tempo di caduta, invece qui è come se “qualcosa” avesse
rimosso tutto quello che vi era al di sotto.
L’ Edificio 7, ha avuto un crollo, ammesso dal Nist, con un primo tratto di crollo a
caduta libera: 2,25 secondi, il crollo di tutto l’Edificio è in circa 6,5 secondi
E veniamo alle Torri Gemelle.
La Torre Nord è crollata (“sostanzialmente” come dice il Nist) in circa 11
secondi, forse qualcosa più, la Torre Sud sembra in circa 9.2 secondi.
Il tempo di caduta per un crollo gravitazionale con la fenomenologia riscontrata
per le Torri gemelle, per i loro 415 metri di altezza, 110 metri, si sarebbe dovuto
aggirare, più o meno, intorno ai 30,6 secondi.
Senza curarsi del ridicolo, i Debunker e loro affini, hanno cercato di contestare i
tempi di caduta delle Torri gemelle, affermando che “ad orecchio dei suoni” erano
minimo 16 secondi. A parte che anche 16 secondi era un tempo che già
denunciava una velocità non di un crollo solo strutturale e gravitazionale, in ogni
caso si è avuta poi la conferma oggettiva che i tempi di quei crolli erano quelli
sopra riportati, non di 16 secondi e quindi potevano considerarsi di caduta libera.
La prova delle demolizioni controllate
Non si possono infrangere o ignorare due leggi fondamentali della Fisica: la
terza legge di Newton su due forze che si scontrano, e ricevono entrambe una
certa spinta, uguale e contraria, finendo per trasfrormare tutta l’energia cinetica
in deformazione e danni, e il principio della “Conservazione dell’energia”, per il
quale il totale dell’energia disponibile all’interno di un sistema chiuso, deve
rimanere invariato.
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Orbene partiamo dalla Terza legge di
Newton, appena citata: ad ogni azione
corrisponde una reazione pari e
contraria: due forze che si scontrano
non si sommano fra di loro, ma si
ANNULLANO a vicenda.
Quindi se il blocco superiore della torre
spinge su quello inferiore, troverà una
forza equivalente: ciò vuol dire che i due
blocchi in questione si danneggeranno
in egual misura, infatti l’energia viene
trasformata in deformazione fisica, o
danno, e dopo l’intero sistema va in
riposo.
Vediamo ancora queste due leggi
nell’esempio del crollo delle Torri.
Quando il blocco superiore cadrebbe su quello inferiore, riceverebbe una
altrettanta spinta contraria e le due forze si annullerebbero.
I due blocchi, diciamo 15 piani sotto e 15 piani sopra si
distruggono ambedue, l’energia cinetica si trasforma in
deformazioni e danni e non ci sarebbe altra energia per
continuare la distruzione.
Ma c’è di più, anche ammesso che il blocco superiore avesse
una spaventosa energia potenziale sufficiente a distruggere,
non 15 piani, ma tutto l’edificio (supposizione assurda
perchè sotto ci sono 80 mila tonnellate di materiale ancora integro), mai avrebbe
potuto farlo in caduta libera, perché si sarebbe violata un'altra legge della fisica,
quella della “Conservazione dell’energia”, per la quale il totale dell’energia
disponibile all’interno di un sistema chiuso, deve rimanere invariato, l’energia
cinetica si trasforma da movimento a deformazione fisica, suono, ecc.ma affinchè
la deformazione possa avvenire la velocità deve diminuire, affinchè un tipo di
energia si trasformi nell’altro, e non è possibile aggiungere nuova energia ad un
sistema chiuso. Solo nella caduta libera tutta l’energia, non incontrando ostacoli,
si trasforma in caduta.
Non si può continuare a cadere e contemporaneamente rompersi e deformarsi,
perché non ci sarebbe energia sufficiente per fare tutte e due le cose.
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in ogni caso la velocità dei crolli, sia alla Torre Nord che alla Sud e tanto più
all’Edificio 7, non torna, in quanto raggiunsero quasi quella della caduta libera!
Siamo, come accennato, di fronte ad un’altra chiara violazione della seguente
legge fisica: il “Principio di conservazione dell’energia”, la quale asserisce che il
totale dell’energia all’interno di un sistema chiuso rimane invariato.
L’energia può mutare, trasformandosi da movimento a deformazione fisica, ma
solo se diminuiscono entrambe le velocità.
Un esempio chiaro, della conservazione dell’energia, è quello
della caduta libera, in cui l’unica forza applicata è la gravità:
l’energia potenziale del corpo si trasforma in energia verticale,
poichè sul suo cammino trova via libera; ma sappiamo tutti che
la velocità diminuisce quando incontra ostacoli, in quanto
permette ad una parte dell’energia cinetica la sua distruzione
fisica.
Sebbene vi siano piccole discordanze sui dati dei tempi di caduta,
dovute anche ai deversi metodi di calcolo e considerazione dei
momenti di inizio e di fino, possiamo dire che le torri gemelle
sono crollate in circa 10 - 12 secondi: tenete conto che la velocità
di freefall di una palla o una cassa, posta alla stessa altezza, ci
avrebbe impiegato 9,02 secondi, senza incontrare ostacoli, quindi senza una
buona parte di grattacielo al di sotto; è evidente che la struttura non poteva
continuare a tenere la stessa velocità a caduta libera e contemporaneamente
rompersi in mille pezzi, disintegrarsi, semplicemente perchè non c’era energia
sufficiente per fare entrambe le cose.
I blocchi superiori non avrebbero potuto in alcuna maniera vincere la resistenza di
ottanta mila tonnellate di edificio, ancora in perfette condizioni.
L’unico modo per poter raggiungere quella velocità è la rimozione dell’intera
struttura centrale/verticale delle torri: l’accelerazione nel crollo si giustifica solo
con l’utilizzo di esplosivi precisi, calcolati in precedenza, secondo una sequenza e
collocazione ben determinata.
Una demolizione controllata, nè più, nè meno: la simmetria dei crolli ha davvero
dell’incredibile!
Riassumendo:
per la Legge di Newton due forze che si scontrano si annullano per la forza
uguale e contraria e quindi due blocchi che si scontrano si distruggono a vicenda;
per il principio della conservazione dell’energia il totale dell’energia in un sistema
chiuso resta invariato. Quindi i blocchi non potevano continuare a cadere
distruggendo quelli inferiori, senza perdere energia e mantenendo la velocità di
caduta libera o prossima ad essa.
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“La caduta libera non è compatibile con qualunque scenario naturale che abbia a
che fare con la debolezza, la deformazione o la frantumazione delle strutture, in
quanto in ognuno di questi scenari ci sarebbero grandi forze di interazione con le
sottostanti strutture, che avrebbero fatto rallentare la caduta… Il crollo naturale
risultante da caduta libera, semplicemente non è plausibile…”.
Come si è dovuto poi ammettere: il blocco superiore della Torre Nord, una ventina
di piani, è crollato più o meno, quasi in caduta libera (circa la stessa cosa per la
torre Sud, per una trentina di piani), cioè senza una sensibile decelerazione dovuta
alla interazione dei piani sottostanti, in pratica, per quei tratti, è come se il piano
soprastante precipitasse a terra senza che sotto vi fosse qualcosa ad ostacolarlo.
Si da ora il caso, che la caduta libera, in cui la velocità di un corpo, in caduta da
un'altezza h, dipende solo dall'accelerazione di gravità può avvenire solo con la
rimozione quasi simultanea della struttura sottostante, e visto che i blocchi in
caduta non avevano energia in eccesso per distruggere la parte sottostante della
Torre, si evidenzia una demolizione controllata per la rimozione di quelle
strutture sottostanti. .
Per l’esattezza:
Torre Nord: dall’istante iniziale del ‘collasso’, l’ultimo piano della torre è arrivato
giù sostanzialmente in circa 11 secondi come da rilievo del Nist.
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ll tempo di caduta in questo caso è stato superiore, ma pur sempre comparabile
con il tempo di caduta di un oggetto in caduta libera ‘ostacolato’ dalla sola
resistenza dell'aria (circa 9 secondi).
Torre Sud: Il Rapporto della Commissione 9/11
riporta a pagina 305:
«Alle 9:58:59, la Torre Sud crolla in 9,2 secondi, ...
l'edificio è imploso su se stesso, generando una
tempesta di vento e creando una gigantesca nube
di detriti. (Rapporto ufficiale della Commissione
d'indagine sull'11 settembre, Capitolo 9)».
Ricapitolando, la Torre Nord è crollata
(“sostanzialmente” come dice il Nist) in circa 11
secondi; la Torre Sud sembra in circa 9.2 secondi,
ad entrambe le misure possiamo concedere
forse qualcosa più senza alterarne l’importanza.
Ripetiamo, l’ultimo piano, collassando, ha raggiunto il suolo come se ad
ostacolarne e rallentarne la caduta non ci fossero stati frapposti sotto 80/90 piani
per la torre Nord, quella colpita più in alto, e 65/75 piani l’altra, la Sud colpita più
in basso. Una caduta quasi analoga a quella di una caduta nel vuoto di materiali!
In pratica nel sostenere una demolizione strutturale, che ha tutta una dinamica
diversa, saremmo contro le leggi della fisica, ma l’assurdo è - qui viene il bello -
che questo fenomeno di implosione, un ora e 42 minuti dopo essersi verificato con
la Torre sud (che era stata incidentata per seconda), ha avuto il replay anche con
la Torre nord (che era stata incidentata per prima), e come se non bastasse si è
verificato alcune ore dopo anche per una terza torre ivi adiacente, l’Edificio 7,
sempre in acciaio, ma più piccola di 47 piani, oltretutto non colpita da aerei,
crollata in 6,5 secondi.
Dopo aver sfidato le leggi della fisica, perché questo genere di crolli mai si era
verificato e qui su ben due torri, quelle gemelle, veniva a replicarsi anche per la
terza torre, sfidando anche le leggi delle probabilità!
Cosicchè, dopo molte tergiversazioni, il NIST l’ente statunitense preposto a
studiare e indicare le cause dei crolli ha dovuto ammettere che in tutte e tre le
Torri ci sono stati tratti di “caduta libera”.
Alla disperata, il mondo dei debunker prima ha negato che il crollo delle torri
avesse avuto tempi uguali o vicini ad una caduta libera, ma si è dovuto arrendere
di fronte alle dimostrazioni evidenti e alla ammissione delle stesse agenzie
governative. Allora ha ripiegato, cercando di sostenere che i tempi di caduta libera
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o ad essi vicini, sarebbero stati causati da una enorme energia potenziale per la
forza di gravità dei blocchi superiori che cadevano su quelli inferiori.
Una spiegazione smentita in toto, dalle leggi della fisica (compreso il principio di
conservazione dell’energia): quando il blocco superiore si fosse scontrato con
quello inferiore, ricevendo da questi una reazione contraria, l’energia cinetica si
sarebbe esaurita trasformandosi in deformazione fisica e non sarebbe stato
possibile proseguire la distruzione di tutti gli altri blocchi sottostanti della Torre,
circa 80 mila tonnellate di struttura sana, con un tempo di caduta libera.
Come spiegare che le leggi della fisica, che
prevedono anche che un corpo in caduta
segua la linea di minore resistenza, siano
state aggirate sia nel caso delle due Torri
che per l’Edificio 7 ?
In via del tutto teorica, infatti, potrebbe
forse essere anche possibile un crollo per
cause definite “logiche e naturali”,
gravitazionali, per cui i piani alti collassano
su quelli inferiori, anche senza la rimozione
quasi contemporanea della struttura
sottostante, producendo pressioni inimmaginabili e quindi un crollo delle torri, ma
ovviamente non in caduta libera e solo in parte simile a quelli osservati, ma è
l’insieme dei fenomeni di caduta delle tre torri, ripetuti per tre volte, i tratti di
velocità a caduta libera o ad essa vicini, crolli simmetrici e tutto il resto osservato
nei video e nei dati conosciuti, che smentiscono in toto il crollo strutturale.
Non esiste alcun modo per spiegare questo evento che non sia quello
di una demolizione controllata!
E questo ha costituito la morte per sottrazione di argomenti a
confutazione, per tutti i debunker!
En passant: un plauso a Massimo Mazzucco che rese evidenti e pubbliche queste
considerazioni.
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Accelerazione a caduta libera – World Trade Center Building 7
Oramai, il National Institute of Standards and
Technology (NIST) riconosce che il WTC 7 è sceso a un
ritmo di caduta libera (o il tasso di gravità) per un
periodo di circa 2,25 secondi prima di
iniziare a rallentare.1 David Chandler, un egnante di fisica che ha
studiato ampiamente il comportamento del WTC 7, spiega il
significato della libera caduta nell’articolo intitolato “Free Fall
and Building 7 on 9/11 ” 2
Il WTC 7 è mostrato cadendo simmetricamente nella propria
impronta. Ha accelerato in caduta libera per 2,25 secondi della
sua discesa.
Chandler ricorda la terza legge di Newton e afferma che e si
osserva che un oggetto è in caduta libera, possiamo concludere
che nulla sul sentiero esercita una forza per rallentarlo.
Applicando questo al WTC 7, spiega:
“La caduta non è coerente con qualsiasi scenario naturale che
implichi indebolimento, incurvazioni o schiacciamenti perché in
qualsiasi scenario del genere ci sarebbero grandi forze di
interazione con la struttura sotto - sulla menzogna che
avrebbero rallentato la caduta. Il collasso naturale che provoca
la caduta libera non è semplicemente plausibile”.
Chandler e altri interpretano quindi la caduta libera del WTC 7
come prova di demolizione controllata.
In che modo il NIST spiega il verificarsi della caduta libera secondo
la sua ipotesi di fallimento indotto dal fuoco?
Per rispondere in modo soddisfacente a questa domanda,
dobbiamo prima esaminare il tentativo iniziale del NIST di negare
il verificarsi della caduta libera.
Negazione della Libera Caduta del NIST
Il 21 agosto 2008 - sei anni dopo l'annuncio dell'indagine del World Trade Center
del NIST - il NIST ha pubblicato la sua bozza di rapporto sul WTC 7 per un
commento pubblico. In esso, il NIST ha descritto il tempo di collasso del WTC 7
come il 40% più lungo del tempo necessario per crollare in caduta libera:
“Il tempo in cui la linea del tetto ha preso in caduta 18 piani è stata di 5,4
s[econds]. Così, il tempo effettivo per i 18 piani superiori della faccia nord per
crollare, sulla base di prove video, era circa il 40% più lungo del tempo di caduta
libera calcolato”. 3
15
Il NIST ha ripetuto questa affermazione nelle sue domande e risposte sull'indagine
NIST WTC 7 (WTC 7 FAQ), affermando in modo inequivocabile: "WTC 7 non è
entrato in caduta libera".
L'investigatore principale del NIST, il dott. Shyam Sunder, lo
ripeté di nuovo al WTC 7 Technical Briefing del NIST il 26
agosto 2008, quando le fu posta la seguente domanda, che
era stata presentata da David Chandler:
Chandler: «“Qualsiasi numero di misurazioni competenti
utilizzando una varietà di metodi indica che l’angolo nord-
ovest del WTC 7 è caduto con un’accelerazione entro pochi
punti percentuali dall’accelerazione della gravità. Eppure il
tuo rapporto contraddice questo, rivendicando il 40% più lento della caduta
libera, sulla base di un singolo punto di dati. Come può essere messa da parte
una quantità così visibile e facilmente misurabile?”»
- Il dottor. Sunder ha risposto articolando il significato del libero cadere nei
termini più chiari possibili, ma ha negato che sia successo con il WTC 7, Il dottor
Sunder spiega il significato della caduta libera al WTC 7 Technical Briefing del NIST
il 26 agosto 2008.
Sunder: «“Il tempo di caduta libera sarebbe un oggetto che non ha componenti
strutturali al di sotto di esso....
Quello che l'analisi mostra... è lo stesso tempo necessario perché il modello
strutturale scendesse... è 5,4 secondi. È circa 1,5 secondi, o circa il 40%, più tempo
per quella caduta libera. E questo non è affatto insolito perché c’era una
resistenza strutturale che è stata fornita in questo caso particolare”».
Il presunto tempo di collasso del NIST di 5,4 secondi
La ragione della discrepanza tra la misurazione di Chandler e la misurazione del
NIST è contenuta nel Dr. La dichiarazione di Sunder sopra, dove spiega che il
modello al computer del NIST ha mostrato un tempo di collasso di 5,4 secondi.
Come commenta Chandler nella Parte 1 della serie di video: NIST Finalmente
Ammette Free Fall Vedi: https://www.ae911truth.org/evidence/videos/video/7-nist-
finally-admits-free-fall-part-1
«“Non trovi interessante che i 5,4 secondi misurati per il tempo di collasso
corrispondano esattamente alla previsione teorica del loro modello? Questo tipo
di precisione è incredibilmente rara quando si modellano gli eventi del mondo
reale”».
Infatti, quando contiamo all’indietro, 5,4 secondi dal punto in cui la linea del tetto
scompare dalla vista, scopriamo che non c’è un movimento ovvio e continuo
dell’edificio che potrebbe essere ragionevolmente interpretato come l’inizio del
crollo.
16
Secondo Chandler, “Poiché il loro modello ha previsto 5,4 secondi per il crollo di
18 piani, hanno debitamente evocato una misurazione di 5,4 secondi per
corrispondere [il modello]”. Poi, il NIST ha ipotizzato che l’accelerazione verso il
basso durante quei 5,4 secondi fosse “circa costante” 4 – anche se l’edificio era
quasi completamente immobile per più di un secondo.
Su questa caratterizzazione imprecisa del movimento del WTC 7, il NIST ha negato
il verificarsi di caduta libera.
Il riconoscimento della caduta libera da parte del NIST
Con sorpresa di molti osservatori, il NIST ha invertito la sua posizione nel suo
rapporto finale, riconoscendo che il WTC 7 è entrato in caduta libera per 2,25
secondi.
Ma il NIST ha mantenuto il tempo di collasso totale di 5,4 secondi, che ora
comprendeva tre fasi distinte:
Fase 1 (0 a 1,75 secondi): accelerazione inferiore a quella di gravità (cioè più
lenta della caduta libera)
Fase 2 (1,75-4,0 secondi): accelerazione gravitazionale (caduta libera)
Fase 3 (da 4,0 a 5,4 secondi): diminuzione dell'accelerazione, ancora inferiore
a quella di gravità 5
Tuttavia, nella prima fase – che il NIST caratterizza come “una discesa lenta con
accelerazione inferiore a quella di gravità che corrispondeva con l’instabilità delle
colonne esterne ai piani inferiori” – l’edificio è in realtà quasi immobile.
Affermando un primo stadio in cui dobbiamo immaginare “il bullo delle colonne
esterne” che provoca “una discesa lenta”, il NIST sta oscurando una caratteristica
importante della caduta libera del WTC 7: il suo esordio improvviso.
Nella parte 3 della serie di video NIST finalmente ammette la caduta libera,
Chandler osserva:
Ciò che colpisce particolarmente è l’improvvisa insorgenza della caduta libera.
L’accelerazione non si accumula gradualmente. Il grafico [trascorrere la velocità
di accelerazione] gira semplicemente un angolo. L’edificio è passato dal pieno
supporto a zero supporto all’istante.
Chandler descrive quindi una seconda caratteristica importante della caduta libera
del WTC 7:
“L’inizio della caduta libera non è stato solo improvviso, si è esteso su tutta la
larghezza dell’edificio. La mia misura dell'accelerazione era basata sull'angolo
nord-ovest. La recente misurazione del NIST che conferma la caduta libera si è
basata su un punto a metà della linea del tetto.
Prendendo in considerazione il tasso di accelerazione, repentamento e simmetria
della discesa del WTC 7, Chandler conclude:
17
«”Il crollo che vediamo non può essere dovuto a un guasto di colonna, o a pochi
errori di colonna, o a una sequenza di errori di colonna. Tutte le 24 colonne
interne e 58 colonne perimetrali dovevano essere state rimosse sulla campata di
otto piani di fondo nell’edificio contemporaneamente a una piccola frazione di
secondo, e in modo tale che la metà superiore dell’edificio rimanga intatta e
incrollabile”».
A lato: [Il grafico di David Chandler dalla parte 3 di “NIST
finalmente ammette la caduta libera” traccia la velocità della
linea del tetto del WTC 7 rispetto al tempo. La pendenza mostra
un tasso di accelerazione in caduta libera. L'improvviso
cambiamento di pendenza mostra l'improvvisa insorgenza della
caduta libera].
Mentre l’ipotesi della demolizione controllata spiega
prontamente la caduta libera del WTC 7,
semplicemente e completamente, il rapporto finale del NIST non ha fornito alcuna
spiegazione su come la caduta libera sia stata raggiunta. Le tre fasi della
progressione del collasso sopra descritte sono coerenti con i risultati delle analisi
di collasso globali discusse nel capitolo 12 del NIST NCSTAR 1-9 (il capitolo che
presenta i risultati del “modello globale” del NIST). Ma questa affermazione è
errata. Come discusso in Theory Official (vedi
https://www.ae911truth.org/evidence/the-official-theory-wtc7 ] la libera caduta nella fase
2 non è mostrato nel modello del NIST.
Note di fine
[1] NIST: NCSTAR 1A, p. - 48.
[2] Chandler, David: “Libera Caduta e Edificio 7 l’11 settembre”,
(Ristampato da AE911Truth nell’aprile 2014) vedesi:
https://www.ae911truth.org/evidence/technical-articles/articles-by-
ae911truth/101-free-fall-and-building-7-on-9-11.
[3] NIST: NCSTAR 1A Progetto di relazione, p. - 41.
[4] NIST: NCSTAR 1A Progetto di relazione, p. - 40 anni. - Ciao. Il termine
“velocità a discesa”, usato nella frase citata, è stato un errore commesso
dal NIST. “Accelerazione” era intesa.
Questa descrizione condensata delle tre fasi del crollo del WTC7 appare
nelle FAQ del WTC 7 del NIST.
18
Si fece ammettere al Nist la velocità di caduta libera
9/11 Consessus Pannel - Un pool di studiosi e personalità
a livello internazionale, il cui intento sul 9/11 aiientati è
quello di valutare e presentare chiaramente al mondo alcune fra le prove più
convincenti che smentiscono la versione ufficiale dei fatti dell’11 settembre,
basandosi sull’opinione di esperti indipendenti.
I punti acquisiti dal Consessus Pannel
La versione ufficiale
Il NIST ha negato per anni che il WTC 7 sia crollato a velocità di caduta libera e
ha ribadito questa posizione nell’agosto del 2008, quando ha pubblicato un
rapporto sul WTC 7 strutturandolo come una bozza aperta alla pubblica
discussione (Draft for Public Comment).
Shyam Sunder, il capo del progetto WTC d el NIST, ha detto – nel contesto della
sua affermazione che il crollo dell’edificio è imputabile unicamente agli incendi –
che una caduta libera sarebbe stata fisicamente impossibile.
Le prove migliori
PUNTO WTC7-1
L’analisi scientifica del matematico David Chandler dimostra che il WTC 7 venne
giù in assoluta caduta libera per un tempo di circa 2,25 secondi. La versione del
Draft for Public Comment del NIST è stata messa in discussione dallo stesso
Chandler e dal dottor Steven Jones durante un dibattito aperto al pubblico e
successivamente il NIST ha riesaminato le modalità di caduta del WTC 7.
PUNTO WTC7-2
Nel suo Rapporto finale, il NIST ha fornito un’analisi dettagliata e un grafico che
ammette che il WTC 7 collassò a velocità di caduta libera per circa 30 metri, quindi
per circa 2,25 secondi, un’analisi ù coerente con le conclusioni di Chandler e Jones.
PUNTO WTC7-3:
L’affermazione contenuta nel Rapporto finale del NIST che il WTC 7 crollò in
caduta libera senza l’intervento di esplosivi
Nel suo Rapporto finale sul WTC 7, [1] pubblicato a novembre del 2008, il NIST
infine ha ammesso che il WTC 7 crollò in caduta libera per più di due secondi. Il
NIST ha continuato a sostenere, comunque, che il WTC 7 sia crollato a causa di
un incendio, senza l’aiuto di alcun esplosivo.
19
Le prove migliori
L’analisi scientifica [2] mostra che un crollo in caduta libera di un edificio dalla
struttura in acciaio non può essere provocato da incendi, e cioè senza
l’intervento di esplosivi (un fatto che il principale ricercatore del NIST, Shyam
Sunder, riconobbe [3] nel corso della sua discussione del Draft Report for Public
Comment nell’agosto del 2008).
Note di riferimento per il punto WTC7-3
1]. NIST NCSTAR 1A, Final Report on the Collapse of World Trade Center
Building 7, novembre 2008, p. 45.
2]. Chandler, “WTC7: NIST Finally Admits Freefall (Part III),” (versione
sottotitolata), 2 gennaio 2009, al minuto 19. L’analisi è stata confermata dallo
stesso NIST in “Questions and Answers about the NIST WTC 7 Investigation,”
NIST, agosto 2008 (originariamente all’indirizzo
www.nist.gov/public_affairs/factsheet/wtc_qa_082108.html). Questa versione
del documento, che venne pubblicata nel sito del NIST in contemporanea alla
pubblicazione del rapporto preliminare sul WTC 7 (Draft for Public Comment), è
stata sostituita da una versione datata 17 settembre 2010, in cui il NIST
continua a riconoscere una fase di “accelerazione gravitazionale [caduta
libera]” di 2,25 secondi.
3]. Sunder ha affermato: “Il tempo di caduta libera sarebbe [il tempo di caduta]
di un oggetto che non ha alcun componente strutturale sotto di sé. … Il …
tempo che … quei 17 piani impiegarono per scomparire [è stato
approssimativamente 40% più lento del tempo della caduta libera]. E ciò non è
affatto inusuale, perché in questo caso particolare era presente una resistenza
strutturale. C’era una sequenza di cedimenti strutturali che doveva aver luogo.
E tutto ciò non è stato istantaneo” (“WTC 7 Technical Briefing,” NIST, 26 agosto
2008). Sebbene in origine ci fosse un video e una trascrizione di questo briefing
nel sito Internet del NIST, entrambi vennero rimossi. Tuttavia il video è ora
visionabile qui. È disponibile anche la sua trascrizione, con il titolo “NIST
Technical Briefing on Its Final Draft Report on WTC 7 for Public Comment.”
20
CONSIDERAZIONI A COMPLEMENTO
Come abbiamo visto, i tratti di velocità a caduta libera hanno dato la prova
inequivocabile delle demolizioni controllate, ma anche molti dati disponibili e
le osservazioni visive di foto e video di quegli eventi, per ben tre Torri in acciaio,
due incidentate da aerei e per gli incendi: la torre Nord e la Torre sud, ed un
altra non colpita da aereo, cioè l’Edificio 7, ma venuta giù solo per un medio
incendio che si era sviluppato ad alcuni piani, mostrano un crollo totale, una vera
e propria implosione sul proprio asse, che si replicava addirittura per tre volte,
sfidando ogni legge fisica e calcolo delle probabilità.
Rimarchiamo inoltre che tutte le tre torri vennero giù, simmetricamente sul
proprio asse, con tratti di tempo di caduta libera ed altri a velocità ad essa
prossima, seguendo spazi di caduta che seguivano anche percorsi di maggior
resistenza, una fenomenologia, che in virtù delle leggi della fisica è possibile solo
con una demolizione controllata che elimina man mano i piani sottostanti, in
modo che quelli soprastanti che crollano non trovano resistenza.
«Nel primo rapporto della Fema, del maggio 2002, appendice C, viene
documentata una corrosione da solfuri caldi.
In realtà, lo stesso autore di quel rapporto (Johathan Barner) dice che alle
estremità le travi d’acciaio erano parzialmente evaporate.
Questo comporta temperature di oltre duemila gradi centigradi, e l’unica cosa che
può provocare un fenomeno del genere è la thermite.
La thermite, conosciuta dal 1893, è una miscela esplosiva altamente incendiaria,
a base di polvere di alluminio e triossido di ferro, in grado di sciogliere
istantaneamente l’acciaio, in quanto produce una reazione che arriva a 2500 °C.
ben oltre il punto di fusione dell’acciaio (1.500 °C).
21
La nano thermite è una sua ulteriore evoluzione tecnologica con impieghi militari.
Prendiamo la torre Nord. Ci viene detto che questo blocco superiore di dieci,
quindici piani sopra il punto d’impatto dell’aereo è stato in grado di distruggere
tutto il resto dell’edificio fino a terra.
Ma non è affatto quello che si vede nei video. Il blocco superiore si distrugge da
solo, prima ancora che vi sia un qualunque movimento verso il basso che possa
distruggere il resto dell’edificio fino a terra.
Nei primi quattro secondi è completamente distrutto, come liquefatto.
La struttura è completamente demolita, e non c’è nulla che rimanga che possa
distruggere fino a terra il resto dell’edificio. Infatti, dopo quattro secondi vediamo
esattamente quello che venne descritto da centinaia di soccorritori, nei racconti
orali documentati dal commissario del pompieri Thomas Van Essen».
Accantoniamo ora, per un momento, la prova inequivocabile di una demolizione
controllata e prendiamo in considerazione tante altre prove circostanziali,
indiziarie, sospetti concreti che messe tutte insieme assumono, per altri aspetti,
un alto valore di prova, tanto che mandarono ben presto in pensione la prima
teoria dei debunker che i crolli erano dovuti ad un effetto “pancake”.
1) La non tenuta delle travi di acciaio ad un incendio
da kerosene e mobilia e di durata non eccessiva. I
debunker avanzano la tesi che le protezioni anti
incendio non erano a norma, ma questa norma
riguardava più che altro l’impiego dell’amianto al
tempo non proibito, ma era efficacissimo contro il
calore. Inoltre, non esistono prove della rimozione
delle protezioni in questione: tantopiù che la
struttura dei grattacieli è elastica e assorbe gli impatti
ondeggiando, non vibrando.
La ipotizzata possibilità, teorica e non dimostrata, che
a seguito dell’urto dell’aereo le protezioni si erano
distaccate e proprio nei punti di maggior calore, proprio non reggeva.
Non sono state appurate temperature così alte da indebolire l’acciaio, che
vi ricordo fonde a 1530° C e si ammorbidisce a temperature superiori ai
600° C.
Le prove che ha dato il Nist, National Institute of Standards and Technology,
ente incaricato dal governo americano di condurre le analisi sull’accaduto,
non rilevano sui campioni analizzati calore maggiore ai 250 gradi, meno
22
della metà che occorre anche solo per indebolire la
compatezza dell’acciaio.
Qui in foto a lato, un grattacelo devastato da un vero grosso
incendio per ore ed ore, ma di certo non collassato al suolo.
2) La polverizzazione a mezz'aria di tutte le 90.000 tonnellate
di cemento, sostegni in acciaio, armadi, circa 1000 persone,
quasi tutte polverizzate. In pratica abbiamo il crollo di un
edificio che si polverizza durante la caduta.
3) I rumori di esplosioni, ripetute, nel palazzo
e al piano terra appena prima del “crollo” (sentiti
da centinaia di testimoni, tra cui molti pompieri che
non potevano equivocare con rumori simili). Sono
infatti rumori, sentiti da pompieri e poliziotti che
hanno una certa esperienza
4) La presenza di flash luminosi (visti da numerosi
testimoni) e gli Squibs (sbuffi dalle finestre), o
esplosioni “non sincronizzate”, anche a 40 piani
23
sotto il “crollo” del palazzo visti in tutti i video (la distanza
dai punti superiori del crollo indica che non può trattarsi di
“aria compressa” nei piani adiacenti.
6) Edificio 7: come è possibile che il cedimento di una sola
colonna in acciaio (ipotizza il Nist) possa causare il crollo
simmetrico dell’intero edificio, per il quale
è necessario il cedimento di tutte le colonne nell’arco di poche
frazioni di secondo una dall’altra? [Si noti che mentre nel crollo
delle Torri si è avuta la polverizzazione del cemento a mezzaria,
mano a mano che collassava, probabile indice che venne minato
fin dall’alto, l’Edificio 7 invece è collassato, come inghiottito, e si
è polverizzato verso la fine del crollo, indice che la struttura era
stata fortemente minata nelle fondamenta].
7) La totale distruzione dei palazzi fino agli elementi
individuali che ne compongono la struttura (compresa
la struttura in acciaio del nucleo [core] del palazzo).
Le strutture centrali erano costituite da 47 pilastri
d’acciaio aventi dimensioni esterne di 16 x 36 pollici (41
x 91 cm circa). Ma oltretutto erano costruite con una
ridondanza da 3 a 5 volte superiore al necessario per
far fronte ad ogni imprevisto.
8) L’espulsione laterale di travi
d’acciaio da 20-50 tonnellate fino a 150
metri di distanza (non spiegabile con
un crollo strutturale). Si cercò di
giustificare quella trave qui a lato,
“infilzata” nel palazzo che forse poteva
essersi staccata da un edificio
adiacente, ma a parte che sembra
proprio una trave di acciaio delle torri,
come si sarebbe potuta staccare e
24
proiettarsi quella trave da un edificio adiacente?
9) La traccia chimica di nano-thermite (sostanza incendiaria che può superare i
2.500 °C) trovata nelle scorie, nel metallo fuso solidificato, e nei campioni di
polvere dal professore di fisica Steven Jones, Phd e dal professor Niels Harrit e altri
[Certo sono esami e analisi private, ma dovrebbero dimostrarci la loro
inesattezza]. Essi affermano:
«“Sulla base delle precedenti osservazioni, concludiamo che lo strato rosso dei
frammenti rosso-grigi rinvenuti tra le ceneri del WTC è materiale thermitico attivo,
inesploso, assemblato secondo tecniche di nanotecnologia, e rappresenta
materiale ad alto potenziale pirotecnico e/o esplosivo”»;
10) L'ossidazione rapida ed una fusione intergranulare nei campioni di acciaio
strutturale scoperta dal FEMA (la protezione civile americana).
Si è cercato di giustificare le “palle” di cemento, roccia, acciaio e altro, fuse, con le
demolizioni meccaniche e blasting demolition, dato che le pressioni cui vengono
sottoposte le materie costruttive sono inimmaginabili, ma queste sono
spiegazioni, anche se teoricamente possibili, molto poco credibili.
Per non parlare poi delle travi di acciaio stranamente piegate a “torcetto” una
deformazione difficilmente producibile per effetto dei soli crolli e della gravità.
25
11) Le tonnellate di metallo ancora fuso diversi giorni dopo
il crollo scoperto dalla Società di Demolitori nelle
fondamenta, (unica possibile causa: cariche di sostanze
incendiarie -cutting charges- come la nano-thermite in
grado di fondere l’acciaio).
Che cosa ha causato le pozze di acciaio e metallo fuso,
piegato le colonne senza incrinarle, continuando a bruciare
per settimane sottoterra?
12) Più di 1000 corpi umani polverizzati e mai ritrovati, e 700 minuscoli frammenti
di ossa spediti fino sul tetto di edifici vicini.
COMUNQUE SIA: Questi aspetti, sui quali per anni abbiamo
discusso con i debunker che si affannavano a negarli o
sminuirli, sono oramai superati: la demolizione controllata è
provata a prescindere da essi!
Credere ad un qualcosa di diverso, che tra l’altro si sarebbe verificato per tre
volte di seguito, quante sono le Torri collassate, di cui una neppure incidentata
per urto di aerei, credere ad una caduta strutturale per danneggiamenti di qualche
genere, che ha tutta una dinamica diversa, è come credere agli asini che volano.
Quello che purtroppo non sappiamo e per chissà quanto ancora
non sapremo, anche se possiamo fare delle ipotesi, alcune molte
concrete, è QUANDO hanno progettato e poi pianificato questo
“inside job”, QUALI materiali hanno utilizzato, sembra la nano
thermite di produzione militare, COME le hanno minate di
26
nascosto e poi hanno attivato le esplosioni, CHI hanno impiegato
per eseguire questi sporchi lavori (non meno di una trentina di
perone tra cui tecnici specializzati), probabilmente anche personale
straniero, servizi stranieri, ad esempio il Mossad, e infine che ruolo
hanno svolto, esattamente, i terroristi arabi, ecc.
Il Pentagono
La False flag dell’11 Settembre comprendeva anche un
Boeing fatto schiantare su una parete del Pentagono con
oltre 100 morti che più realisticamente forse bisognerebbe
definirlo un “velivolo” non identificato, visto che immagini
non ci sono e le testimonianze sono contraddittorie.
In effetti come potremmo credere che un pilota dilettante,
come il saudita Hasan Hanjour che dice prese i comandi
del Boeing 757, volo AA77. di circa 100 tonnellate, svolazzi
avanti e indietro nei cieli, nonostante il pericolo che
arrivi la caccia ad intercettarlo e finalmente arrivato
indisturbato all’edificio del Pentagono, invece di
colpirlo sul tetto come sarebbe stato facile e naturale,
abbia potuto fare una virata di 330 gradi a circa 850
km l’ora e si sia abbassato a livello quasi raso suolo,
dove basta un minimo errore che l’aereo schizza via,
roba che se proposta ad un pilota esperto, di certo si
rifiuterebbe di fare.
27
Senza considerare che avrebbe superato la collina di Arlington a forte velocita per
cui ci sarebbe voluto un alta esperienza di volo.
Aggiungiamoci poi la poca credibilità che un Boing
che oramai si sapeva dirottato poteva arrivare fino
al Pentagono senza essere intercettato o
abbattuto almeno dai sistemi di difesa del
Pentagono.
E neppure si ha una, seppur parziale, immagine di
questo aereo che, passa in un centro abitato,
arriva sul bersaglio, ma nessuna telecamera, di oltre 80 che dice ce ne erano, lo
riprenderebbe. E guarda caso neppure queste non-riprese dell’aereo sono state
almeno rese pubbliche.
E ancora, per non parlare poi del Boeing che colpisce la parete del Pentagono, vi
sparisce dentro e fuori non resta almeno un relitto significativo: un ala, un
motore, dei bagagli, niente.
Anche qui, come detto, la logica, il buonsenso, i fatti e particolari resi noti. ci
dicono che siamo in presenza di un'altra favoletta.
Ma a differenza del crollo delle Torri, dove i tratti di velocità a
caduta libera e loro dinamica sono la prova oggettiva, al di la
di ogni ragionevole dubbio, che siamo in presenza di una
demolizione controllata, per il Pentagono l’inganno è
altrettanto evidente, ma non è analogamente e
oggettivamente provabile al di la degli stessi ragionevoli
dubbi.
Un scena, ben costruita, ma purtroppo ogni deduzione e ipotesi a smascherarla
non sono prove oggettive.
Insomma non sappiamo che genere di velivolo ha colpito il Pentagono,
probabilmente non un Boeing pilotato da un dilettante arabo, ma non possiamo
provarlo.
Per serietà infine sorvoliamo la critica sulla sceneggiata hollywoodiana messa in
atto sul Boeing fatto cadere, o meglio abbattuto a Shanksville, in Pennsylvania.
28
L’11 Settembre 2001 fu un inside job, paragonabile, anche
per numero dei morti, a Pearl Harbour, con la differenza che
nel 1941 nascosero le informazioni che denunciavano l’arrivo
della flotta giapponese in modo da far prendere di sorpresa
quella base e sfruttare poi l’indignazione dei compatrioti,
mentre l’11 Settembre progettarono e attuarono loro stessi
questo inside job criminale.
Un crimine per avere l’alibi e le ragioni per le loro guerre di
aggressione.

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