domenica 19 maggio 2024

In vista non c'è un'alba radiosa!

In vista non c'è un'alba radiosa!

Tra il 6 e il 9 giugno si svolgeranno nei 27 Paesi dell'Unione Europea le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo.

In 25 Paesi si voterà in un'unica giornata, chi il 6, chi il 7, o l'8 o il 9.

Solo in due, Italia e Repubblica Ceca, si potrà votare in due giornate, in Italia dalle 14 alle 22 di sabato e dalle 7 alle 23 domenica.

Ci si potrebbe chiedere come mai se in quasi la totalità dei i Paesi si vota in una sola giornata, in Italia si vota in due giorni, questa volta addirittura con l'inizio del voto di sabato e la risposta è abbastanza scontata : la paura dell'astensionismo.

Infatti, nelle ultime Elezioni Europee del 2019 la percentuale dei votanti in Italia è stata del 54,5%, in calo rispetto alla già bassa percentuale del 2014 che era stata del 57,2%.

In parole povere, la metà degli Italiani oramai rifiuta la partecipazione ad un rito, che sarebbe altamente democratico visto che si vota con il più giusto sistema proporzionale, ma il progressivo scadimento della classe politica, la diffusa pratica dei cambi di casacca (l'Italia è al primo posto per gli Europarlamentari che hanno cambiato gruppo!), quella dell'assenteismo (gli europarlamentari italiani sono solo al 19° posto per le presenze!) e il fatto che ci siano candidati importanti e di bandiera che poi non andranno al Parlamento Europeo e altri che invece verranno paracadutati a Bruxelles perché scomodi al loro Partito o alla loro coalizione in Italia, tutto quanto scritto sopra non invoglia certamente a votare in queste elezioni europee.

Inoltre è oramai chiaro che, specie questa volta, più che sui temi europei, la battaglia elettorale italiana sarà incentrata sui temi interni, sui rapporti di forza e di potere nella coalizione di Centrodestra al governo e di quelli nella eterogenea opposizione di Centrosinistra ancora alla ricerca di una linea comune e condivisa.

Resteranno invece nell'ombra i tanti problemi dell'Italia, momentaneamente accantonati, perché la loro soluzione o tentativo di soluzione potrebbe incidere negativamente sul consenso elettorale degli uni e degli altri.

Parliamo del gigantesco debito pubblico dell'Italia (il terzo più grande al mondo!), dei salari e stipendi che restano tra i più bassi in Europa, della disastrata Sanità (della quale trattiamo anche a pagina 3), della difficile sostenibilità del sistema pensionistico, di uno Stato sociale che arranca, dei progetti per ottenere i fondi europei del PNRR che in parte sono ancora solo sulla carta, dei ritardi sulla transizione ecologica e sul contrasto al dissesto ambientale.

La stessa cosa vale per i grandi e drammatici temi internazionali sui quali, è inutile nascondercelo, la posizione del nostro Paese è tutt'altro che chiara e decisa come si vorrebbe far credere, così come del resto, checchè ne dica la propaganda governativa, sullo scacchiere internazionale l'Italia continua a incidere ben poco.

In compenso Centrodestra e Centrosinistra andranno avanti ad accapigliarsi nelle insignificanti polemiche quotidiane e a dividersi, anche al loro interno, sulle riforme “epocali” in cantiere, che di “epocale” hanno solo i disastri che determineranno per il futuro dell'Italia.

Nel difficile momento che stiamo vivendo, dove in vista non c'è un'alba radiosa, ci sarebbe bisogno di una classe politica alta, idealmente solida, moralmente integra, preparata e competente, invece gli Italiani devono “accontentarsi di quello che passa il Convento”.

Adriano Rebecchi Martinelli 

 




Nessun commento:

Posta un commento