domenica 12 marzo 2023

DA GARIBALDI ALLA MELONI

Da Garibaldi alla Meloni

Nell'ascoltare le tante interviste di Giorgia Meloni, che imperversa sulle TV come i suoi predecessori che tanto criticava proprio per questo, ci era sorto il dubbio che fosse un po' egocentrica.

Avevamo infatti notato che, se nelle interviste prima delle elezioni usava normalmente il pronome “noi”, adesso invece usa spesso il pronome “io”, mentre sarebbe più appropriato continuare con il “noi”, visto che parla come Capo di un Governo ed è Capo di un Partito e guida di una coalizione di Governo ma ora, le sue recenti dichiarazioni alla manifestazione a Milano di Fratelli d'Italia in vista delle imminenti elezioni regionali in Lombardia, ci hanno tolto ogni dubbio.

La Meloni, dopo aver detto “abbiamo scritto la Storia. Ora scriviamo il futuro dell'Italia”, ha proseguito dicendo “non voglio utilizzare esempi più grandi di me, però confesso che in questi giorni mi viene spesso in mente la frase che fu attribuita a Giuseppe Garibaldi “qui o si fa l'Italia o si muore””.

Per la precisione, Giuseppe Garibaldi avrebbe detto la famosa frase il 15 maggio 1860 a Calatafimi (TP), rivolto a Nino Bixio in risposta ai timori di quest'ultimo che fosse impossibile resistere alla preponderanza delle truppe Borboniche.

La Presidente del Consiglio ha sì precisato di “non voler utilizzare esempi più grandi di lei”, ma quella di accostare le drammatiche e fiere parole di Garibaldi, nel mezzo di una dura battaglia nella quale si decidevano i destini dell'Italia, alla navigazione politica del Governo di centrodestra, ci sembra veramente troppo.

Anche perchè il suo Governo e la sua maggioranza non sono composti da eroici “Garibaldini”, ma da politici che, senza offesa, non danno l'impressione di essere pronti a morire per l'Italia, perché le loro battaglie patriottiche al massimo sono quelle per la conquista delle poltrone ministeriali o degli Enti e delle Aziende di Stato.

Crediamo quindi che la Presidente del Consiglio, anziché cimentarsi in voli pindarici sul patriottismo e scomodare Garibaldi, dovrebbe cominciare a dire come pensa di risolvere i tanti problemi e le emergenze che gravano sull'Italia, cominciando dalle riforme necessarie per ottenere tutti i fondi europei del PNRR, riforme sulle quali la sua maggioranza è tuttora divisa : Giustizia, Concorrenza, Fisco, Pensioni, Semplificazioni e Transizione ecologica.

Infatti, dalle parti del Centrodestra, per ora si sente parlare solo di Presidenzialismo, di Autonomia Regionale, di riforma delle intercettazioni, di lotta alle Ong, di concessioni balneari, di futuri condoni, mentre non si parla della drammatica situazione della Sanità, di quella della Scuola sempre più Cenerentola della situazione, di una vera “riduzione del cuneo fiscale” visto che i nostri salari e stipendi sono tra i più bassi in Europa, del salario minimo per il quale siamo tra le poche Nazioni che non l'hanno ancora introdotto, della Previdenza e del crescente divario sociale.

In compenso ritornano le critiche all'Unione Europea, che però all'Italia ha dato la quota più grande dei fondi del PNRR e sono ripresi gli attacchi alla BCE, che ci ha tenuto in piedi per anni e che dovendo contrastare l'inflazione non può continuare ad acquistare titoli di debito di nazioni come l'Italia che, per rimborsarli alla scadenza, deve emetterne altri, così che il nostro debito pubblico anziché diminuire aumenta.

Il tempo dei pigli decisionisti e dei proclami propagandistici è finito, adesso ci vogliono i fatti, perché l'alibi che tanto il Governo ha davanti 5 anni di tempo (pia illusione !) non regge, perché i problemi e le emergenze non aspettano.

Adriano Rebecchi Martinelli

                                                                                                                                             

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