Ringraziamo il professor Aurelio Porfiri
per averci chiesto un contributo originale rivolto a suscitare una
riflessione politica sull’attuale momento storico, da pubblicare sul suo
blog che si ispira alla Tradizione Cattolica (qui).
Nell’accogliere il suo invito, abbiamo voluto rivolgerci direttamente
ai cattolici ortodossi nella nostra qualità di fascisti, invitandoli a
considerare gli elementi problematici di fondo dell’attuale sistema
politico dominante. E’ possibile scaricare il testo dell’articolo in
formato Pdf. digitando QUI!
IlCovo
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In questi tempi di grandi contrasti e
sofferenze, l’attenzione dei cittadini viene dirottata dalle istituzioni
su un evento che, ciclicamente, assume aspetti peculiari ma sempre
molto problematici: le elezioni. Tralascio il fatto che la “Repubblica
italiana” non si è dotata nemmeno di una vera legge elettorale, oltre
che di una chiara normativa che preveda l’obbligo della consultazione
popolare nel momento in cui venisse a mancare una maggioranza di governo
(ormai una costante!), ammesso che di vero “governo” (con tutto ciò che
implica tale istituzione essenziale) si possa parlare. Invito perciò il
lettore a riflettere non tanto su elementi transeunti, quanto sulle
radici politiche dei problemi che attanagliano la cittadinanza intera ed
in specifico i veri Cattolici.
La Vera Opposizione Cattolica
Questi ultimi anni di vero cataclisma
Morale e Sociale, hanno portato alla ribalta l’assenza di un elemento
politico tanto nominato quanto realmente misconosciuto: l’Opposizione.
Questo termine, in regime demoliberale, configura una parte della
cittadinanza, che in modo passivo e indiretto, avendo “votato” un
partito o un gruppo di partiti, dovrebbe essere messa in condizione, a
mezzo di essi, di esercitare un “controllo” sullo svolgimento
dell’attività di Governo della “maggioranza” uscita presumibilmente
vincitrice delle “elezioni politiche”. Tale è “l’opposizione”
parlamentare in regime liberale democratico e come tale viene percepita
dalla popolazione; che, se ancora non dovesse essere soddisfatta, per
“opporsi ulteriormente”, può domandare il permesso alle pubbliche
autorità di utilizzare la “piazza” allestendo manifestazioni (sovente
eterodirette!), con la speranza che attraverso tali eventi si riesca a
far pressione politica sugli stessi partiti seduti in parlamento. Sorge
spontanea però una domanda: che reale capacità di controllo è
concretamente possibile esercitare da parte dei cittadini che si
“oppongono” in tal modo? Di fatto le vie “canoniche” previste
dall’ordinamento demo-liberale non permettono ai cittadini alcuna
possibilità effettiva né di controllo, né di verifica, né di reale
partecipazione popolare al governo della res publica, men che
meno nel caso italiano. Poiché non vi è nessun vincolo di mandato
politico per i parlamentari e non vi è nessuna possibilità di scegliere
realmente un politico, delegato direttamente dalla cittadinanza che lo
vota, al di fuori delle liste preparate dai partiti, a loro volta
preventivamente autorizzati nella loro stessa esistenza dalle
istituzioni. Inoltre non vi è nessuna possibilità popolare di proporre
indirizzi politici al parlamento, poiché la “Repubblica” è dotata
esclusivamente di referendum abrogativi di leggi esistenti (che tra
l’altro non impongono che esse possano esser ridiscusse sotto altra
forma), e nel caso di modifiche che vertono la stessa costituzione –
documento di già altamente problematico e criticabile in ogni suo punto,
sia nella sostanza che per i modi in cui è stato varato (1) – il
parlamento, con una maggioranza di 2/3, può operare in totale autonomia,
come ha già fatto per l’introduzione del pareggio di bilancio. Anche in
questo caso, la cittadinanza non solo non è rappresentata nella sua
presunta “volontà”, ma non è nemmeno indirettamente coinvolta, perché i
parlamentari che approvano le modifiche possono tranquillamente
appartenere a gruppi trasversali della presunta “maggioranza” tanto
quanto alla cosiddetta “opposizione”. La situazione concreta, che non è
ascrivibile esclusivamente al “sistema Italia” (sebbene decisamente più
problematico di altri), è di concreta “separazione” tra “classe
politica” e volontà attiva della cittadinanza. Tale separazione
effettiva, genera inevitabilmente un sistema di tipo oligarchico e
lobbystico, dove non sono gli interessi Morali e Materiali della
Cittadinanza organicamente intesa (declinati precisamente in questo
ordine!) ad essere attuati, bensì quelli dettati da coloro che
“governano”. Il motivo principale di questa sperequazione, risiede
intrinsecamente nel tipo di Sistema Politico. Avendo legato il Governo
alla “Maggioranza”, tale legame genera caos endemico, cioè, non relativo
a qualche problematica di tipo giuridico o pratico, ma costitutivo del
sistema demo-liberale in sé. Giacché quanto perora una “maggioranza”
parlamentare non corrisponde a quel che perora la “minoranza”, elevando a
Sistema la divisione del corpo politico-sociale nazionale, nel quale è
contemplato esclusivamente il suddito atomizzato e slegato dagli
interessi della collettività, che resta concretamente alla mercé del
potere delle lobby, che di fatto gestiscono interamente la politica.
Tale è la modalità del processo politico che vede la cittadinanza
coinvolta nelle rappresentazioni elettorali, alla quale viene dato ad
intendere di poter così sperare che in seguito ad esse, chissà quando,
non si capisce concretamente come né da chi, le proprie istanze possano
essere portate “in parlamento” e forse discusse! Per tale motivo, in
questi anni di disastro politico, sociale, economico e sanitario, non si
è potuta formare nessuna vera “opposizione” alla deriva tirannica in
atto. Perché la cittadinanza non conosce il significato del termine, né
le modalità summenzionate. La “opposizione” che è formalmente consentita
nel sistema demo-liberale, non può generare nessun cambiamento, perché
la cittadinanza non è tutelata da alcuna rappresentanza Gerarchica,
Integrale, Sostanziale, Nazionale e Popolare; la Nazione non è più
formata, rappresentata e tutelata dallo Stato, poiché l’abolizione dello
Stato Nazionale data 1945 e non inizia affatto con la nascita
dell’Unione Europea, che rappresenta solo l’esito intermedio per
arrivare a quello finale dell’abolizione totale delle Identità nazionali
e popolari (2).
In questo assetto, che la semplice Umana Ragione già deve respingere come inaccettabile per la gestione della Res Publica, vi è poi la “nuova Questione Romana”,
inaugurata di fatto dall’avvento del “nuovo regime Demo-Liberale” post
bellico, gestito in loco integralmente da istituzioni extra-nazionali (e
anti-nazionali) in cui è evidente la longa manus della
Massoneria internazionale. Il Cattolico Romano, in modo del tutto
innaturale e in costante contraddizione con il Magistero Perenne e
infallibile della Chiesa di Roma, è divenuto parte integrante,
fondamentale, irrinunciabile, del nuovo regime Liberale Democratico, non
soltanto nell’ex “bel Paese” ma nell’intero mondo. Si è consumata,
dunque, la metamorfosi satanica dal Cattolico al Democristiano.
Non è questa la sede per dibattere la genesi e l’identità del
democristianismo. Basti però riferirsi al Magistero chiarissimo del
santo Papa Pio X, che nella sua Notre Charge Apostolique, (3)
ne tratteggia con lucidità l’identità e l’incompatibilità sostanziale (e
non solo accidentale, come molti fanno credere cercando una quadratura
del cerchio inesistente) col Cattolicesimo Romano. Sicuramente, poi, il
Concilio Vaticano II ha rappresentato il “fattore scatenante” della
diffusione globale di tale “pestilenza dell’anima”. In realtà, come
mostra il documento papale succitato, la sovversione anti-critstica e
anti-civile inizia con la diffusione delle idee liberali in Europa e nel
Mondo. L’esempio più eclatante di tale democristianismo in relazione
all’Italia è il Partito Popolare (presente nella assemblea della Unione
Europea!) di Don Luigi Sturzo. Con la sua opera, il Sacerdote siciliano
ha posto le basi imprescindibili per l’assetto odierno del Liberalismo
Cristiano Democratico nostrano, che storicamente tanta parte ha nei mali
che affliggono la Nazione. Il Partito Popolare è perfettamente
speculare al Movimento Sillon, oggetto del magistero di Papa
Sarto. Di fatto, si tratta di un movimento social-progressista, che usa
la religione come “Cavallo di Troia” per arrivare alla “sintesi
hegeliana” politico-sociale demo-liberale. In base a ciò, siccome l’Uomo
è uno e inscindibile, il cittadino “credente”, muterà in modo
“graduale”, divenendo di fatto un “protestante”, proiettando la visione
dell’eresiarca Lutero in tutti gli ambiti della sua vita, facendo
“naturalmente” sottostare la religione alla “ragione politica”
individualista demoliberale. Seguendo gli sviluppi di tale processo
politico, il Cristianesimo demo-liberale è divenuto gradualmente il vero
“sacramento di redenzione” al posto della
Croce del Nostro Signore Gesù Cristo, perché il democristiano si sente
sempre “assolto” dalle “contingenze”, che soltanto lui può cercare di
“equilibrare”, dovendo “rispettare e obbedire” a tutte le posizioni
presenti nella Società, perché non farlo sarebbe, secondo lui, una
“violenza” verso l’individuo. E il suo “dio” non vuole “violenza”,
definendo arbitrariamente come tale tutto ciò che il democristiano decide essere tale.
Dunque siamo in presenza di due assurdi logici e dottrinari: dove chi
si definisce “Cattolico” è invece un democristiano, che risulta essere
stato fondamentale per arrivare alla società distopica in cui viviamo;
dove i “Cattolici”, in realtà democristiani, attraverso la loro “opera”
nefasta hanno di fatto equiparato “Dio a Mammona”. La domanda vitale che
a questo punto dobbiamo necessariamente porci in coscienza ed alla luce
di tale consapevolezza è : in base a codeste considerazioni, quale
dovrebbe essere la logica Azione politica esercitata dai veri Cattolici? La risposta è data dallo stesso San Pio X, ma prima ancora dalla Dottrina Cattolico-Romana: Opposizione Vera! Ovviamente,
tale opposizione non può essere declinata secondo le modalità
demoliberali, perché per poter esser reale, deve essere Opposizione al Liberalismo-democratico in quanto tale, poiché intrinsecamente
incompatibile con il Vangelo di Gesù Cristo, quindi con la Dottrina
Cattolica. Se il Cattolicesimo non fosse stato sostituito dal
democristianismo, i Cattolici avrebbero costituito un fronte unitario di
opposizione integrale, tale da rifiutare di partecipare direttamente al regime demoliberale parlamentare. Invece, grazie al popolarismo di matrice sturziana,
si è fatto passare il parlamentarismo quale quintessenza del “dovere
civico” del “buon cittadino” presumibilmente cattolico e dunque si è
declinato il “rifiuto a collaborare con esso” quale astensione da un
“dovere morale” ed atteggiamento inerte di fronte ai problemi della
società. Invece le cose stanno esattamente all’opposto!
Costruzione dello Stato Nazionale e Popolare
Dunque, la “nuova Questione Romana”, a differenza di quella felicemente risolta con il Trattato e il Concordato Lateranense dell’ 11 Febbraio 1929 (4),
è stata archiviata al modo liberaldemocratico. Come ebbe a scrivere il
giurista fascista e cattolico Carlo Costamagna… “I termini del problema
mutarono con l’avvento delle rivoluzioni individualiste. La soluzione
negativa che prevalse durante il secolo XIX col «separatismo», secondo
la formula «libera Chiesa in libero Stato», implicò l’atteggiamento
dell’indifferenza, autorizzato, come si è detto poc’anzi, dalla
svalutazione razionalista dell’esperienza religiosa. Significato ostile
ebbe invece il metodo del «giurisdizionalismo anticonfessionale»,
adottato alla fine del secolo scorso da alcuni regimi socialdemocratici
(Francia, Portogallo) e diretto contro le manifestazioni di qualunque
organizzazione confessionale della religione”…(5). Al giorno d’oggi,
seguendo il chiaro ragionamento di Costamagna, siamo al terzo “stadio”
dell’aberrazione liberaldemocratica, quello del “giurisdizionalismo anticonfessionale anti-cristico”
e ci siamo arrivati “grazie” all’apporto determinante del
democristianismo, che eleva la “volontà popolare” non, per dirla con
Papa Sarto, a mero strumento contingente che sia a valle della Regalità
Sociale del Nostro Signore Gesù Cristo, e quindi della inscindibilità
della Legge dello Stato dalla Legge di Dio, che garantisce il “Bene
Comune” a credenti e non credenti; ma a “nuovo dio di carta straccia”
della Società, assoggettata di fatto alle oligarchie plutocratico
massoniche sataniche che manovrano occultamente tutti gli scenari
politici economici e sociali! In un contesto come questo, non c’è
nessuno stupore in merito alla discussione o approvazione di leggi
rivoltanti ed antiumane, quali possono essere quelle sul suicidio
assistito, quella sull’ aborto, e via proseguendo di aberrazione in
aberrazione. Per il Cattolico Romano, rimasto tale (cioè ortodosso!), si
impone una scelta morale irrinunciabile: l’opposizione vera e attiva
mediante il rifiuto a collaborare a qualsiasi titolo con tale ignobile
impalcatura distopica. Invece, nello stesso ambito del Cattolicesimo
“ortodosso”, si accetta, di fatto, anche se “turandosi il famoso naso”,
di partecipare a tale esecrabile sceneggiata, pensando in qualche modo
(quale?) di poter contribuire a “porvi un argine”. L’illogicità di tale
affermazione è data dalla realtà stessa: è impossibile abbattere un
sistema, accettandolo ed operando in base a quanto esso prescrive. In
una passata intervista ai Giuristi Cattolici, intervista che purtroppo
non ebbe il risalto che meritava, si affermava quanto segue: “…Bisogna
tener presente che lo Stato moderno è nato basato sull’affermazione
della libertà di coscienza, che ha portato a costituire il potere
politico come unica fonte di moralità… lo Stato separato dalla Chiesa
tende anche a negare la presenza della fede nell’educazione o nella vita
sociale. Da ciò deriva il dinamismo con cui il liberalismo
scristianizza, come si vede in un mondo in cui i paradigmi della
modernità forte si dissolvono in un discorso di matrice nichilista…
bisogna distinguere, con la retta filosofia e la dottrina cattolica, tra
libertà “di” coscienza e libertà “dalla” coscienza. La seconda, che la
Chiesa difende, non è altro che il riflesso della legge morale oggettiva
inscritta nella coscienza, in tutte le coscienze. La prima, invece, che
è quella della cultura moderna e quella che si è imposta, presuppone la
rivendicazione di un’autonomia morale soggettiva. Le conseguenze
politiche di questa distinzione non sono di poco conto, perché la
libertà “di” coscienza porta all’individualismo esasperato, che si
risolve in una visione del diritto positivo come pura forza e presuppone
il concetto di libertà negativa, cioè la libertà senza regole.
Affermare che tutte le concezioni morali e religiose hanno diritto di
cittadinanza, con l’unico limite che gli atti che ne derivano non
danneggino altri, implica sostenere che ciascuno può, nella sfera
privata, fare ciò che più gli piace… Bisogna tuttavia tracciare una
distinzione parallela a quella che abbiamo proposto sulla libertà di
coscienza. C’è anche un’obiezione “di” coscienza e un’obiezione “della”
coscienza. E allo stesso modo, la prima risulta estranea e contraria
alla cultura cattolica, mentre la seconda non solo è accettabile, ma può
risultare anche obbligatoria in funzione delle circostanze. Per questo,
attualmente si sente parlare molto di obiezione di coscienza. Ed è
positiva quando presuppone il rifiuto di leggi fondamentalmente
ingiuste, anche se spesso implica una certa ambiguità, per il contesto
delle affermazioni politiche in cui si formula e che non sempre discerne
chiaramente l’obiezione “della” coscienza dall’obiezione “di”
coscienza. Per questa ragione, la vera resistenza di fronte alle
ingerenze da parte dello Stato deve essere accompagnata dall’autentica
affermazione della dottrina politica cattolica. E’ questa che sostiene
che lo Stato (o meglio, la comunità politica) è uno strumento dell’ordine che si fonda su una costante morale, così che quando si prescinde da questa non solo si rifiuta quello che potremmo chiamare lo “Stato cattolico”, ma è lo “Stato” stesso a scomparire. Non capita però frequentemente di ascoltare questo tipo di affermazioni nel mondo cattolico contemporaneo, forse perché è stato “inghiottito” (anche in modo incosciente) dalla cultura liberale”
(6). Questo “inghiottimento” innaturale, può essere combattuto dalla
salutare medicina del Costituzionalismo espresso da esponenti
filosofici, politici e religiosi, che hanno creduto e operato per la
Costruzione di uno Stato realmente tale, ossia quello Nazionale e
Popolare messo in cantiere dal regime di Benito Mussolini, ovverosia
fondato su “una costante Morale”, legata inscindibilmente alla Regalità
Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo e alla Giustizia “per tutti” che
da essa deriva: si tratta del Costituzionalismo espresso da teorici
ufficiali del Partito fascista quali Alfredo Rocco, Carlo Costamagna,
Sergio Panunzio, Giuseppe Bottai, Armando Carlini, Michele Federico
Sciacca, Emilio Bodrero, non ultimo Carlo Alberto Biggini, solo per fare
alcuni nomi, con relative monumentali Opere politico-giuridiche (7).
Così dicendo, non si vuole “santificare” un “tipo di regime” che, come
tutte le opere degli uomini, ha espresso elementi positivi e negativi.
Si tratta invece di conoscere, studiare e applicare uno specifico tipo
di costituzionalismo: quello espresso dalla Dottrina del Fascismo (8),
che ovviamente non rappresenta il “male assoluto” dipinto
dall’anticristianesimo militante, ma un punto di riferimento
imprescindibile della Civiltà italiana, che in quanto tale è veracemente
cattolico romana.
Stefano Fiorito – Associazione Culturale “IlCovo” – Studio del Fascismo.
NOTE
1) Cfr. : https://bibliotecafascista.org/2022/02/19/la-civetta-di-minerva-batte-le-ali/ e qui:
2) Cfr. : https://bibliotecafascista.org/2016/05/07/rsi-lo-stato-legittimo/
3) Qui: https://www.museosanpiox.it/sanpiox/lettera-notre-charge-apostolique.html
4)Cfr. : https://bibliotecafascista.org/2022/02/10/la-conciliazione-luce-e-potenza/
5) Qui: https://bibliotecafascista.org/2016/04/20/costamagna-il-soggetto-dello-stato-fascista/
6) Qui: https://it.zenit.org/2009/10/16/accompagnare-l-obiezione-di-coscienza-con-la-dottrina-politica-cattolica/
7) Qui: https://www.lulu.com/spotlight/pirainofiorito
8) Qui: https://bibliotecafascista.org/2021/01/12/dottrina-fascista-atto-di-vita/