La crociera aerea nel Mediterraneo del Generale Italo Balbo, Sottosegretario di Stato per l’Aeronautica, fu utile ad ispezionare tutte le base aviatorie e i reparti dipendenti del Regno d’Italia.

I velivoli impiegati furono un Savoia Marchetti S55 e un Marina, idrovolante metallico costruito nei cantieri di Marina di Pisa.La crociera iniziò all’alba del 24 aprile 1927 e terminò nel pomeriggio del 7 maggio. In quei 14 giorni di volo vennero percorsi 7000 km di cielo con un totale di 48 ore di volo.

Italo Balbo visitò le basi di Lero, Rodi e Tobruk. Da qui si spinse, con un velivolo terrestre, fino all’oasi di Giarabub, lontana 400 km ritornando nella stessa giornata. Da qui all’aeroporto di Bengasi, poi Agedabia e Tripoli. Seguì un volo di 500 km per Gadames. Il volo di rientro, da Tripoli su Roma, lungo 1100 km fu compiuto in una sola tappa in 6 ore.

Bengasi. L’idrovolante S55 di Italo Balbo durante il decollo

“L’on. Balbo riportò dal volo delle impressioni di viva soddisfazione per la valentia e lo Spirito elevatissimo dei nostri aviatori, per l’entusiasmo fascista delle popolazioni italiane e la devozione delle popolazioni indigene, e infine per aver avuto la riprova che la perfezione dei velivoli e dei motori italiani, la sufficienza delle basi e relativi impianti a terra, permetteranno fra breve altre regolari comunicazioni aeree pacifiche fra la penisola ed i paesi levantini ed africani, e in caso di necessità bellica renderebbero agevole la sorveglianza e il dominio su tutto il Mediterraneo centro orientale” (1)

Le tappe della crociera aerea

NOTA 1: La crociera aerea nel Mediterraneo, pag. 94 de L’Italia Coloniale, maggio 1927