mercoledì 6 febbraio 2019

ASSOCIAZIONI E RSI

ASSOCIAZIONI E RSI

Fu costituito un comitato provvisorio formato da Luraschi, Allasia, Di Martino e Licitra e fu acclamato Presidente il Gen. Mario Carloni, Comandante della divisione in guerra.
Lo statuto, affermato che appartengono idealmente alla Associazione tutti i Caduti della Divisione Monterosa, coi ne fissò gli scopi: a) Conservare e onorare la memoria dei Caduti della Divisione; ricercare le spoglie disperse e assicurarne una degna sepoltura; b) Rinsaldare i vincoli di amicizia e di cameratismo sorti in guerra e promuovere la solidarietà fra gli appartenenti alla Divisione. Organizzare l'assistenza a favore degli appartenenti alla Divisione detenuti per fatti di guerra, dei familiari dei Caduti, dei mutilati ed invalidi per cause di servizio durante l'appartenenza alla Divisione. c) Raccogliere e riordinare materiale documentario concernente la storia della Divisione.
Nel 1952 si concretò una delle iniziative che dettero attuazione allo volontà dei reduci di onorare i loro Caduti e di dare un riconoscimento agli invalidi per causa di guerra: lo Stato non li riconosceva ed allora essi decisero di istituire un proprio Fondo pensioni. Questo fu realizzato mediante la sottoscrizione da parte degli alpini di una obbligazione con la quale ci si impegnava a versare una quota mensile per alimentare il fondo.
Naturalmente le disponibilità economiche di allora permettevano di corrispondere solo una quota della pensione che lo Stato avrebbe dovuto pagare ai familiari dei Caduti ed agli invalidi, ma il significato morale di tale iniziativa costituisce ancora oggi uno dei vanti degli alpini della Monterosa.
La corresponsione della pensione durò fin quando lo Stato, sia pure con la formula ipocrita dei 'Caduti ed invalidi civili per causa di guerra', provvide a fare il suo dovere.
Nell'agosto 1952 vi fu il primo viaggio a Munsingen, luogo dell'addestramento della Divisione, di un gruppo di reduci.
Il 9 settembre 1953 e nell'ottobre 1954 si tennero altri raduni a Milano.
Nel giugno-luglio del 1954 iniziarono i lavori preparatori per l'erezione di un Sacrario della Divisione a Palleroso in Garfagnana, con studi e rilevamenti del terreno su progetto dell'Ing. Aldo Tosi, ma per l'ostilità allora manifestata dalle 'Autorità' il permesso di costruzione non fu concesso.
Dal 1954 il giornale "Monterosa' cominciò ad essere stampato tipograficamente e fu distribuito ad un sempre maggior numero di iscritti che si ritrovavano a Milano periodicamente in vari locali, primo fra tutti le Cantine Dal Verme e poi, per il primo e il terzo venerdì del mese, il Cantinone di via Agnello. Fra i tanti che via via animarono quelle serate, piene di fumo, di allegria, di canti, ricordiamo, oltre a quelli già nominati precedentemente, il Mar. Trovò, mitica 'mamma di Compagnia', Gigi Alati, Gemolo Bonatti, Luciano Ferriari, Pedio, Paolo Dossena, i fratelli Salteri, le ausiliari e Livia Mutti e Iva Garibotto e spiace non poterli indicare tutti. Purtroppo, dopo la pubblicazione del dicembre '60, l'associazione ebbe un lungo periodo di inattività, anche quale conseguenza della morte del Gen. Carloni, Presidente a vita, avvenuta il 30 Gennaio 1962 e l'associazione corse il pericolo di estinguersi.
Ma nel 1965 un gruppo di monterosini, fra cui ricordiamo Quaratesi Portalupi Giovannini, Polver, Soscor, Balzaretti, Posini, Fasanelici, Rinaldi, Tassinari, prese l'iniziativa di risvegliare tutti dal torpore e chiamare a raccolta le energie, perché l'associazione riprendesse ad operare per realizzare gli scopi fissati nello Statuto. Particolare merito va riconosciuto a Renzo Portalupi che fu l'animatore operoso ed a Bruno Polver che mise a disposizione la propria tipografia per stampare circolari e giornali.
L'appello per la ripresa fu fatto con una prima circolare diramata con la collaborazione di Bruno Licitra a tutti gli iscritti, con l'invito e l'esortazione a rimettersi insieme.
Da tutta Italia si ebbe un entusiastico riscontro. Nell'aprile 1966 fu stampato un nuovo numero del giornalino dalla Tip. Polver, con un significativo articolo di Portalupi 'Mai morti', con invito al raduno che si sarebbe tenuto a Milano, presso la Birreria Italia, il 12 Giugno.
La partecipazione fu numerosa e vi fu grande entusiasmo, offerte di collaborazione, di contributi e la certezza, poi confermata, che l'associazione Monterosa sarebbe stata negli anni futuri un sicuro punto di riferimento, anche per gli altri reparti della RSI.
Nel frattempo si era riunito il Consiglio con i consiglieri ancora in carica e venne da questi nominato Presidente il Magg. Giuseppe Anzi], dei Gr. Bergamo, Segretario Generale Licitra e Segretario Portalupi.
In quel periodo il Mar. Ciani, aveva segnalato l'esistenza di un Tempio della Fraternitò nello sperduto paesino di Cella di Varzi (Pavia), sull'Appennino d'Oltrepò, nel quale un nostro ex Cappellano, Don Adamo Accosa, aveva raccolto cimeli, reperti, documenti provenienti da tutti i fronti della II Guerra Mondiale, italiani, tedeschi, americani, giapponesi, inglesi ecc.
Una sorta di museo della guerra, entro una grande chiesa costruita a fatica, con grandi sacrifici e intitolata "Tempio della Fraternità".
Al Tempio si recarono Portalupi, la Fasanella e Rinaldi e, incontratisi con Don Accosa, ebbero da questi l'impegno che avrebbe messo a disposizione la cripta dei Tempio per ricordare la Monterosa e i suoi Caduti, ospitando inoltre nel cimitero quanti di questi si fossero potuti reperire nelle sperdute sepolture.
Il Consiglio deliberò di fare della cripta una opera importante, che ricordasse nel tempo la Monterosa, con la sepoltura di un Alpino Ignoto e con l'apposizione di targhe bronzee con i nomi di tutti i reparti della Divisione negli anni successivi anche le altre divisioni della Armata Liguria - S.Marco, Italia, Littorio e il Btg Bersaglieri Mussolini - aggiunsero un ricordo.
Il progetto fu affidato all'ing. Aldo Tosi, che curò con amore e perizia anche la realizzazione dell'opera, risultata veramente di prestigio.
Gli alpini della Monterosa dettero un grande contributo, anche economico, per la costruzione della Cripta, che fu inaugurata il 17 Settembre 1967 nel corso di un raduno, con una partecipazione straordinariamente numerosa.
L'anno successivo trovò soluzione la necessità di avere in Milano una sede permanente per le riunioni, prima tenute al Cantinone e in altri locali: essa fu reperito in Via degli Scipioni 5, in uno scantinato affittatoci dal Circolo Milan Noeuva e qui per tanti anni i reduci finirono con l'incontrarsi ogni venerdì sera in allegre e affollate riunioni.
Un raduno particolare fu quello del 1969 a Desenzano del Garda con sfilata in paese, deposizione di corona al monumento ai Caduti e infine imbarco e pranzo su un battello che percorse il basso Garda, con cori e suoni della banda nei porti di sosta.
Nel 1970 vi fu un importante raduno organizzato dalla Monterosa, a Cella, con numerose partecipazioni delle quattro Divisioni della Armata Liguria.
Compiuta l'opera della Cripta di Varzi, l'associazione decise che un ricordo duraturo di tutti i nostri Caduti dovesse essere realizzato in Garfagnana, sul cui fronte nel 1944-45 avevano combattuto tanti reparti della Divisione Monterosa.
A Palleroso, vicino a Castelnuovo Garfagnana, ove era stato il comando del Btg. Brescia, c'era un oratorio dedicato a S. Rocco, quasi in rovina, perché danneggiato dalla guerra. Di lì si domina tutta la valle dei Serchio: era quindi un luogo quanto mai adatto.
Al parroco di Palleroso, Don Adeimo Tardelli, fu esposto il progetto di restaurare l'edificio e farne la sede del ricordo di tutti i Caduti della Divisione. Avuto il suo caloroso consenso, Bruno Licitra parlò del nostro intento con l'Arch. Paolo Caccia Dominioni, l'ideatore e costruttore del Sacrario dei Caduti a El Aiamein, e ottenne da lui una adesione entusiasta, che si tradusse nel progetto per il restauro dei muri, del pavimento, la costruzione di un piccolo campanile a vela, la redazione del testo per due lapidi commemorative e la grafica delle grandi lapidi marmoree sulle quali furono incisi i nomi dei 727 Caduti (fino ad allora reperiti) della Monterosa e del Btg. Uccelli della S. Marco, aggregato alla Divisione sul fronte della Garfagnana. Grande apporto alla iniziativa e realizzazione fu data, con tanti altri, particolarmente oltre che da Bruno Licitra, da Roccarino e Pogliano del Gruppo Esplorante.
L'oratorio di San Rocco, così restaurato e dedicato ai Caduti, fu inaugurato il I Novembre 1970, con grande partecipazione di reduci e della popolazione di Palleroso.
L'anno successivo, nel giugno 1971, l'associazione pubblica il volume Monterosa - Storia della Divisione Alpina Monterosa della R.S.I. Autore ne è il Prof. Carlo Cornia, già Ufficiale del Btg. Morbegno, che in 245 pagine espone con grande obbiettività i fatti e le azioni, le glorie, i lutti, le delusioni e le esaltazioni, il tutto con una prosa scarna e lucida, senza cedere mai alla retorica, né edulcorare gli avvenimenti spiacevoli.
Il libro ebbe successo e riconoscimenti ed è ormai esaurito. Ne è in corso la ristampa.
Nello stesso 1971 un gruppo si recò a Pescara dove venne murata nella Chiesa del Cuore Immacolato di Maria una lapide a ricordo dei Caduti della Monterosa, fatto incidere da Pietro Nostrani.
In occasione del centenario di fondazione del Corpo degli Alpini e delle manifestazioni organizzate dall'ANA a Milano, la Monterosa diede una dimostrazione della sua forza indicendo un raduno di quattro giorni (11 - 14 Maggio 1972) svoltosi con cerimonie a Cassano d'Adda, paese natale del Gen. Perrucchetti fondatore del Corpo, a Cella e a Milano. Furono giornate indimenticabili anche con buona partecipazione dei camerati tedeschi.
Il 29 - 30 Giugno 1973 oltre un centinaio di alpini della Monterosa, a celebrazione dei 300 anniversario della formazione della Divisione, si trovarono a Munsingen, ove un minor gruppo si era già recato nel 1971.
Le accoglienze del Borgomastro e delle autorità militari dell'Altes Lager, indimenticato campo del duro, ma formativo addestramento, furono molto calorose e posero le fondamenta di successivi incontri e iniziative, culminate con l'erezione a Munsingen del monumento ai Caduti nel 1986.
Nel settembre 1973 furono traslate nel cimitero di Cella trenta salme di Caduti della RSI, fra cui alcuni monterosini.
Con la Befana del 1974 iniziò, per merito particolare di Franciosi e Layn, una tradizione che ancora oggi ha grande successo: a Cella di Varzi gli Alpini della Monterosa recano doni a tutte le famiglie del paese, che ricambiano con prodotti locali.
Nel Marzo 1975 in concomitanza con il raduno nazionale degli Alpini a Firenze, la Monterosa organizzò un pellegrinaggio con pullman e auto attraverso la Liguria e la Garfagnana, con soste nel luoghi dove combattemmo nel 1944-45.
Nel corso del raduno svoltosi a Cella l'l Giugno 1975 il Magg. Anzii, scaduto il mandato quadriennale, chiese di non essere rieletto Presidente per suoi gravi impegni personali e nella carica si avvicendò il Cap. Luigi Becherucci, mentre Licitra fu riconfermato Vicepresidente.
Nel 1976 nasce la sezione Monterosa di Milano: quella Orobica di Bergamo era sorta nel 1974, per merito di Nino Censi, Curnis, Mazzola e dell'ing. Colleoni e quella di Mantova si costituirà nel 1979 per iniziativa di Allegri e Grandi.
Il raduno del 1976 si tiene il 30 Maggio a Ponte Selva (Bergamo) presso la Cosa di Don Antonietti già Cappellano. Durante l'assemblea dei Soci, il Segretario Portalupi, che tanto ha dato alla associazione, chiede di poter rientrare nei ranghi e viene sostituito da Mario Franciosi dell'Ivrea.
Nel 1976 accade il grande sisma in Friuli e la Monterosa dà prova delle sue capacità organizzativi e del suo spirito alpino.
A pochi giorni dal disastro parte un autocarro della Monterosa con soccorsi per i sinistrati, in gran parte offerti dal simpatizzante alpino Angelini (coperte, teli di plastica, resti, materiale vario) e in parte acquistati o raccolti dalla Monterosa. Vi partecipano Portalupi (ancora in veste di segretario e coordinatore della spedizione), Sascor, Quaratesi, Censi, Ongaro.
Sul luogo, a Udine, Carlo Giacomelli, Cap. del Grp. Bergamo coordina con il presidente dell'ANA le operazioni di soccorso. Anche Pogliano parte da Torino con un corteo di roulotte e tende da offrire ai senza tetto friulani.
L'aiuto della Monterosa si svilupperò poi con la partecipazione di nostri alpini ai lavori di ricostruzione a Venzone e Villa Santina. Per questa valida collaborazione furono consegnate medaglie e diplomi al gruppo formato da Censi, Giacomelli, Giovannini, Ongaro, Quaratesi, Portalupi e Sascor.
Durante la cerimonia fu messo in rilievo che il gruppo della Monterosa si era recato a portare soccorsi 'primo fra tutti e secondo solo ai soccorsi militari'.
Il 12 Marzo 1977 nella Curia Vescovile di Tortona viene costituito un fondo per le messe perpetue da celebrarsi a suffragio dei nostri Caduti nella Cripta di Varzi e redatto un documento contenente l'impegno della Curia a conservarla con cura così come e stata donata dalla Associazione Divisione Monterosa.
Analogo documento verrà redatto il 21 Agosto 1981 presso la Curia di Apuania per l'oratorio di S. Rocco, in cui si fa preciso riferimento alle lapidi contenenti i nomi dei Caduti della Div. Alpina Monterosa ivi murate in occasione del restauro curato dall'Associazione Divisione Monterosa.
Nel 1977 dopo un entusiastico raduno a Orino, dobbiamo registrare la morte del Col. Grossi, Presidente onorario della Associazione, comandante dell'artiglieria in Garfagnana, mutilato nella prima guerra mondiale e volontario nella seconda, soldato valoroso e di fermo carattere.
Il 30 Settembre e l'1-2 Ottobre 1977 il terzo ritorno a Munsingen, Ulm, Feldstetten, molto numeroso, con saluti ufficiali del Borgomastro e altre autorità, scambio di doni, articoli sui giornali, visite all'Altes Lager.
Il raduno del 1978 si tenne a Majano in Friuli, a conferma della fraternità e solidarietà con quella popolazione e i loro alpini, dimostrata due anni prima. Furono due giorni di calorosi incontri, la Messa celebrata dal Parroco con Don Tardelli, manifestazioni di ringraziamento, il coro di Majano che dà un concerto per la Monterosa.
Purtroppo nello stesso anno scompare Bruno Polver, grande animatore della Monterosa e generoso stampatore.
Nel giugno 1979, durante il raduno a Solferino, nasce la Sezione di Mantova.
Nello stesso anno il Consiglio Direttivo, riconoscendo ed apprezzando il lavoro di raccolta dei documenti sulla Divisione fatto da Emilio Bonanni, ha deliberato la costituzione di un fondo per l'archivio storico, che negli anni successivi ha continuato ad accrescersi di ricco materiale, mentre lo stesso Bonanni con pazienti e spesso laboriose ricerche ha individuato i nomi di altri Caduti, le circostanze della morte e il luogo di sepoltura.
In quest'ultima ricerca si distinsero con un sostanziale apporto anche Layn, Checchia e Massey. Vengono cosi acquisiti i nomi di altri Caduti il cui numero da 727 sale a 910.
Altro ricordo dei nostri Caduti fu la collocazione di una targa di bronzo nel Tempio di Sudorno (BG), e la inaugurazione il 9 Maggio 1981 di un cippo all'Erta degli Eroi alla Piccola Caprera di Ponti del Mincio, ove tutti gli anni seguenti verrà fatto l'alzabandiera e celebrata una Messa.
Nel giugno 1980, finalmente sulle montagne, al Passo del Tonale si tenne un grande raduno con partecipazione alle cerimonie anche di numerosi gruppi dell'ANA che sfilarono nel corteo preceduto da una vera fanfara alpina.
Nell'anno successivo, raccogliendo l'appello di Don Adamo, i nostri alpini istituirono un cantiere di lavoro per eseguire opere di ripristino necessarie per restaurare la Cripta e i piani a livello del Tempio della Fraternità. Nei lavori si impegnarono venti alpini in due turni, coordinati da Sascor, per complessive 198 giornate e 1600 ore di lavoro e i partecipanti al raduno successivo poterono constatare la riuscito del loro impegno.
Purtroppo nel settembre 1981 dovemmo lasciare il locale di Via degli Scipioni, indimenticabile sede di tante riunioni per oltre dieci anni e ci trasferimmo in Via Lattanzio.
Nel 1982 Portalupi lascia per impegni personali la direzione del giornale Monterosa, nel quale per quindici anni si era impegnato con tanta passione e capacità e viene sostituito da C, Giacomelli.
L'anno però è segnato, dopo il raduno a Orino, come sempre affollato di partecipanti, banda, Sindaco e Associazioni, dalla improvvisa morte a Milano, il 18 giugno, del Presidente Cap. Becherucci.
La Monterosa adempì al suo ultimo desiderio di essere sepolto a Cella di Vorzi, nel cimitero di Don Adamo.
Al funerale vi fu grande commossa partecipazione dei suoi alpini, che ricordavano il 'grande toscano' che prima in Garfagnona e poi nell'Associazione, li aveva guidati con bonomia, ma con mano ferma.
Nel 1983 il raduno a Costermano vide oltre che la sempre numerosa partecipazione dei monterosini, la presenza di una delegazione della V Div. Alpina tedesca, che portò il saluto della loro Associazione Nazionale e insieme furono deposte corone al Cimitero di guerra germanico a Costermano.
L'assemblea elegge Presidente il Maggiore A.A. Carlo Giacomelli, confermando Vice-presidente Bruno Licitra e delibera di accogliere nell'Associazione come soci e non più come simpatizzanti, gli Alpini del Regg. Tagliamento, della Littorio e tutti gli Alpini con gladi.
Una delegazione di oltre cento alpini partecipò il 17-18 Settembre 1983, su invito ufficiale del Kameradenkreis der Gebirgstruppe, l'associazione ufficiale degli alpini tedeschi, al loro raduno a Rosenheim, al quale erano invitate e furono presenti anche delegazioni delle truppe di montagna di Finlandia, Francia, Olanda, Stati Uniti. Ne risultò una manifestazione ricca di cerimonie ufficiali, con deposizioni di corone, numerosi discorsi dei Presidenti delle delegazioni, delle Autorità bavaresi e generali tedeschi.
La Monterosa ricevette parole di apprezzamento da tutti e particolarmente dal Generale Daumilier che ricordò come la Divisione Monterosa, anche dopo la capitolazione dell'Italia, ha combattuto valorosamente al nostro fianco fino al Maggio 1945.
Fu un incontro fra soldati che avevano combattuto ognuno per il proprio Paese, con onore e senza odio ed ora potevano abbracciarsi anche fra nemici.
I reduci della Monterosa vi parteciparono in rappresentanza anche degli alpini italiani 'ufficiali', invitati, ma non presenti.
Nel 1984 il raduno di Cella vide la presenza, oltre che di una numerosa delegazione germanica e austriaca con bandiere, di rappresentanze di reparti altri della RSI, accorsi a rendere gli onori alla salma dell'Alpino Ignoto della Monterosa, che fu tumulata nella nostra Cripta.
Nel 1985 il raduno fu tenuto a Ponte Selva (BG). L'anno successivo vide l'attuazione di un altro progetto della Associazione.
A Munsingen fu inaugurato il 7 Giugno 1986 il monumento da noi dedicato ai Caduti italiani e tedeschi della Divisione Monterosa e costruito nel Parco degli Onori della città: consiste di tre grandi massi di marmo, uno verde, uno bianco, uno rosso. Una targa di bronzo, bilingue, reca: IN RICORDO DEI CAMERATI ITALIANI E TEDESCHI DELLA 41 DIVISIONE ALPINA MONTEROSA ADDESTRATA A MUNSINGEN NEI 1943 CADUTI SUI FRONTI DELLE ALPI OCCIDENTALI - GARFAGNANA LIGURIA - NEL 1944-1945 - ONORE E FEDE -
I reduci della Monterosa presenti erano oltre duecento e sfilarono per la città con banda alpina in testa.
Con loro, in fraterno cameratismo, gli alpini della Sezione ANA della Germania Federale con il Presidente Cav. Oreste Bertolini, che, con una bellissima lettera, aveva chiesto di poter partecipare "per rendere onore agli alpini caduti", senza tener conto delle polemiche in Italia, nello spirito della Federazione internazionale delle truppe di montagna (IFSM) di promuovere e rafforzare i vincoli di fratellanza e solidarietà fra le truppe di montagna di tutte le nazioni".
Alla cerimonia parteciparono anche il Presidente della Associazione delle Truppe di montagna tedesche Gen. W. Daumilier, il Presidente della Associazione reduci della 41 Divisione di Montagna S.Ten. H. Wagner, il Borgomastro di Munsingen Dr. Kelier, che pronunciarono parole di ricordo, di apprezzamento e di fratellanza, apprezzate e contraccambiate dal Presidente della Ass. Divisione Monterosa, C. Giacomelli.
Il giorno precedente gli alpini erano saliti sul monte Lochenhornie e deposto con i camerati tedeschi una corona di alloro sul grande masso che reca il ricordo dei Caduti della 4a Div. Gebirtruppe "ENZIAN" che in 10.800 chilometri di ritirato dal Caucaso, sempre combattendo, ebbe 13.252 morti. Altri discorsi nella cena d'onore offerta dalle autorità tedesche e concerto in piazza della banda alpina, con grande partecipazione popolare.
Il compimento dell'opera, con tutte le difficoltà pratiche e burocratiche e l'organizzazione della manifestazione fu curata con enorme impegno da Sascor e dal Ten. Hagele e M.ilo Neuman.
Nel 1986 Franciosi, infaticabile Segretario da un decennio, per ragioni di salute lascia l'incarico e viene sostituito da Bonanni, già nominato Vice-segretario nell'Assemblea precedente.
Peschiera del Garda fu la sede del raduno del settembre 1987, molto affollato come sempre, durante il quale ]'Assemblea dovette prendere atto con dispiacere che Giacomelli, per motivi di salute, non intendeva essere candidato alla Presidenza e pertanto veniva nominato Presidente il Magg, Andrea Mitolo, del Btg. Bassono. Contestualmente anche Bonanni, Colonnello in servizio, chiamato ad un importante incarico, comunicò di dover rinunciare e venne sostituito da Franciosi, che, con la sua apprezzato disponibilità, accettò di tornare alla Segreteria, Licitra fu confermato Vicepresidente. Nel 1988 durante il raduno a Cella furono inumate tre salme di nostri alpini caduti in un bombardamento in Liguria e nello stesso anno la sede dell'Associazione viene trasferito in Via Ugo Foscolo 3, ove si trova tuttora, cameratescamente ospitata dall'Ass. Volontari di Guerra.
Nel 1989 il raduno si svolse a Peschiera del Garda.
Nel 1990 furono murate a Palieroso nuove lapidi con gli altri nomi dei Caduti che le intense ricerche di Bonanni erano riuscite ad individuare: così le pareti dell'oratorio sono completamente ricoperte dal ricordo dei Caduti della Divisione.
Durante il raduno a Cella nello stesso anno vi fu un intervento del Col. Sergio Pivetta, già del Btg. alpino Piemonte dell'esercito del sud che, in rappresentanza dell'Associazione Combattenti Guerra di Liberazione, auspicò che cessasse ogni divisione fra gli alpini del Nord e quelli del Sud, perché tutti avevano combattuto come soldati e con onore.
Dal 1990 Portalupi assume la effettiva direzione del giornale a seguito della grave malattia di Giacomelli, la cui firma continuo ad apparire in calce al foglio.
Nel 1992 la direzione effettiva e formale sarà assunta da Alfonso Bernardi.
Al raduno di Clusone del settembre 1991, con grande partecipazione di alpini e sfilata fino al monumento ai Caduti con banda, a seguito della morte di Andrea Mitolo, viene eletto Presidente Onorario il Cap. Igino Scattolin, Presidente Bruno Licitra e Vice Presidenti Alfonso Bernardi e Falco Falconi.
Nel 1992 il raduno si svolse a Vicenza - Monte Berico e qui. venne fatta la prima mostra fotografica sulla Divisione con 430 immagini, cercate e raccolte da Bonanni e ordinate da Bruno Comin del Bassano, che raccontano i mesi di naja alpina dei suoi reparti.
Franciosi, che per quindici anni si è dedicato con entusiasmo, grande impegno e sacrificio personale alla segreteria è costretto per ragioni di salute a dimettersi: viene eletto Segretario Carlo Massey, dell'Aosta.
Uno 'storico' incontro si ha nel luglio 1992 al Rocher d'Annibale sulle Alpi Occidentali: sui valichi dell'Agnello e del St. Veran, dove si scontrarono nei gelidi mesi dell'inverno 1944-45, si abbracciano gli alpini del Bassano e i reduci del 1590 reggimento francese, guidati rispettivamente da Angelo Casarotto e Luigino Sandri e dal medico Pierre Miliet d'Arbois e Col, Henri Beraud.
Una manifestazione di fratellanza, di rispetto fra avversari sul campo. Viene affisso una lapide a ricordo del Bassano, che viene murata accanto a quella dei sette Caduti francesi.
Sempre nelle Alpi Occidentali ogni anno il 21 Ottobre gli Alpini del Tirano rendono omaggio alla Tomba della M.0. Renato Assante, caduto alla conquista del Forte Chenailiet.
A fine 1992 Giorgio Sascor, per ragioni personali, si dimette da Tesoriere. Va ricordato qui che Sascor per diciassette anni non ha solo gelosamente custodito e amministrato con la giusta resistenza allo spendere, il patrimonio della Associazione, incrementandolo poi con la sua capacità di 'battere cassa', ma come si sarà rilevato, leggendo il suo nome in tante occasioni, è stato un capace e entusiasta organizzatore.
Il Consiglio Direttivo gli espresse riconoscenza affettuosa e apprezzamento per l'impegno dato all'Associazione in tanti anni e in sostituzione nominò Paolo Pogliano.
Il raduno di Salò del giugno 1993 è affollatissimo e pieno di entusiasmo. La mostra fotografica viene rinnovata completamente a cura di Giancolombo e con la collaborazione della Prof. Mariateresa Baldi, riscuote particolare successo.
Una commossa assemblea ricorda il Presidente Onorario Cap. Scattolin, che ha dato a tutti un forte esempio di coraggio e di coerenza. Nello stesso anno a Mittenwald una delegazione di 35 alpini della Monterosa con alla testa il Presidente Licitra partecipa ufficialmente alla manifestazione della KameradenKreis alpina in commemorazione degli Alpini Tedeschi Caduti.
Il 10 Luglio 1993 muore Don Adamo Accosa, il nostro Cappellano, che ha costruito il Tempio della Fraternità, ove è stato posta la Cripta della Monterosa e che con entusiasmo e affetto ci ha ospitato in tanti raduni e anche singolarmente per quasi quaranta anni. E qui va ricordato anche suo sorella Anna, con la suo affettuosa e sempre sorridente calda accoglienza: ci siamo sempre sentiti a casa nostra.
Mantova è la sede del raduno del 1994: siamo nel cuore della città, vicina al Palazzo Ducale e i mantovani ci danno manifestazioni di interesse, di consenso, visitano numerosi la nostra fotografica e vi è anche notevole eco sulla stampa cittadina.
Durante l'assemblea, numerosissima, grande commozione quando ai familiari dei Caduti vengono consegnate le tessere d'onore in argento.
Grande partecipazione il 10 luglio a Cella per la Messa nell'anniversario della morte di Don Adamo.
La Monterosa ha organizzato un concorso fra gli scolari della scuola elementare perché illustrassero la figura di Don Adamo: i disegni sono stati numerosi e tutti improntati ad affetto, ingenuità, ma molto efficaci. Con l'aiuto della maestra, la Prof Baldi, sempre attiva, sempre validissima e disponibile collaboratrice, ha allestito un mostra dei disegni, dei quali vengono premiati i migliori e che verranno poi pubblicati sul Monterosa.
In occasione del cinquantenario della fine della guerra il Segretario Massey, la cui segreteria con l'aiuto costante e fattivo di Cognolato, Crosta, Damini, Guida, Morandi, Negri, Rampoldi, Ravognani e Santomaria è sempre più collaudata ed efficiente, organizza il raduno a Varese, nei giorni 17-18 giugno 1995, con il risultato di un grande numero di partecipanti e con la mostra fotografica ancora più rappresentativa.
Purtroppo ogni anno parecchi alpini 'vanno avanti", ma i presenti sono sempre di più e l'entusiasmo non viene meno, né la vivacità, come si constatò nell'assemblea. Il mese successivo, invitata ufficialmente dal Comandante del Campo di Addestramento di Munsingen, Ten. Col. Kargi, una delegazione della Monterosa, guidata dal Vicepresidente Falconi e composta da Cognolato, Aimoni e Aldo Tosi, arrivati nella città con un numeroso gruppo di alpini, partecipò alle cerimonie ufficiali per il centenario della fondazione del campo, che si svolsero con grande partecipazione di autorità militari e civili.
Nel corso di una cerimonia nella gremita Sala delle Cerimonie di Munsingen il Vicepresidente offrì al Comandante del Campo una targa d'argento con la seguente dicitura: "100 Jahre Truppenubunspiatz Munsingen - I reduci della Divisione Alpina Monterosa della Repubblica Sociale Italiana - memori e grati del severo addestramento - che nel 1944 qui ne fece soldati e camerati".
Il Ten. Col. Kargi, ringraziando sentitamente, assicurò che essa sarebbe stata esposta ad un posto d'onore nella sala della Kommandontur del Campo.
Lo stesso Comandante con il Borgomastro Dott. Kelier partecipò al rito d'onore al Monumento ai Caduti della Monterosa.
Nel campo era stata allestita, fra le altre, una mostra fotografica e documentale della Divisione Monterosa, con traduzione in tedesco: il Campo, aperto al pubblico per l'occasione, fu invaso da circa quarantamila persone e moltissimi si interessarono di noi e i nostri reduci, riconosciuti dal cappello alpino, ebbero numerose manifestazioni di amicizia.
Nell'occosione il Comando fece stampare un grosso opuscolo con la storia del Campo nei suoi cento anni. In esso alcune pagine sono dedicate alle circostanze della costituzione e all'addestramento della Monterosa, con la espressa valutazione che la 'Divisione Monterosa era di gran lunga la migliore delle Divisioni Italiane impiegate'.
Articoli sulla Monterosa furono pubblicati anche sul giornali della regione.
Nel 1996, mentre si organizza il raduno di Verona per l'8-9 Giugno, sono state registrate varie interviste di reduci della Divisione con il Dott. Sergio Tau, giornalista della RAI, per una trasmissione che sarà dedicato anche alla Monterosa.
Conferenze sulla Divisione sono state tenute a Roma, con grande presenza di pubblico e interesse, nella sede dell'ANA, dal Generale C.d.A. Gualtiero Stefanon (che la ripeterà a Udine in occasione del Raduno ANA del 18 maggio 1996, sul tema 'La Divisione Alpina Monterosa della Repubblica Sociale Italiana sulla linea gotica' e a Milano nella sede del M.S. Fiamma Tricolore, affollata da giovani interessati a sapere e capire, da Fiaschi sul 'Fronte della Garfagnana', seguito da interventi di Massey e di Falconi.
Quanto precede è la succinta narrazione degli eventi più importanti della Associazione Divisione Monterosa, raduni, manifestazioni, celebrazioni, ma è doveroso ricordare che ogni anno i nostri alpini partecipano alle Messe per i Caduti celebrate a Cella, Palleroso, alla Piccola Caprera, a Spignon per gli alpini del Tagliamento, a Ciavière, ove c'è la tomba di Renato Assante, Medaglia d'Oro, agli incontri con i francesi sulle Alpi occidentali, a Munsingen, a Rosenheim ed alle riunioni di reparto dell'Aosta, del Vicenza, del Bassano, del Tirano, del Bergamo, dell'Intra, del Codore, del Brescia, del Morbegno e del 40 Regg. alpino della Div. Littorio.
Sono Soci d'Onore dell'Associazione i familiari dei Caduti. I soci, quali appartenenti alla Divisione, sono attualmente ottocento, gli aggregati novecentottanta.

STORIA DELLA ASSOCIAZIONE FIAMME BIANCHE
Premessa storica.
Dopo la vergognosa capitolazione regia del 1943, venne ricostituito il partito Fascista con la nuova denominazione di Partito Fascista Repubblicano e conseguentemente vennero ricostituite le Organizzazíoni Giovanili collegate al Partito, sotto la vecchia denominazione di Opera Nazionale Balilla.
Le formazioni paramilitari giovanili del Partito, costituirono gli Avanguardisti Moschettieri, denominazione presto sostituita da quella di Fiamme Bianche dal colore delle mostrine.
Armate ed addestrate militarmente, le Fiamme Bianche costituirono un serbatoio di alimentazione delle Forze Armate della RSI, in cui vennero gradatamente immesse, svolgendo nel frattempo compiti ausiliari.
In queste funzioni si trovarono, loro malgrado, coinvolte in combattimenti contro i partigiani e sopratutto contro gli Anglo Americani subendo perdite. Fedeli al giuramento le Fiamme Bianche rimasero in Armi sino al 25 Aprile 1945 e oltre (vedi libro "Fiamme Bianche al Fronte") seguendo-nella buona e nella cattiva sorte i camerati delle Forze Armate della RSI.
Ottobre-Novembre 1943: a Genova, in Via Cesaria ex Sede della GIL, e nelle restanti città Italiane, si accasermavano volontari i primi Avanguardisti Moschettieri. In divisa proseguivano gli studi alternando la permanenza nella Sede diventata O.B. a caserma, con vita militare.
Giugno 1944. A Velo d'Astico veniva preparato l'ultimo Campo Dux dove confluirono oltre ottomila Giovani Avanguardisti da tutta Italia. Nel frattempo, nelle stesse caserme si presentarono nuovi volontari che costituirono il II° Scaglione che purtroppo non riuscì a raggiungere il Campo.
Estate 1944: si presentano al Campo i Rappresentanti dei vari Corpi della Divisione Etna per arruolare i Volontari che vestiranno la corrispettiva divisa. Rimane al Campo un Battaglione di Avanguardisti che mantenendo le mostrine bianche diventeranno I° Battaglione d'Assalto Fiamme Bianche.
Riceveranno il Battesimo del Fuoco a Tonezza.
Realtà associativa
Nell'immediato dopoguerra, i contatti fra gli ex appartenenti alle Fiamme Bianche, che non si erano mai arresi ideologicamente, portò alla costituzione di una associazione prima su basi locali, e successivamente estesa a tutta l'Italia del Nord.
Gianni Cattani, reduce dal Fronte, fra molte difficoltà, ricerca i Camerati ormai dispersi. Il Suo entusiasmo, la Sua Fede riescono a riunire le prime FF.BB. rimaste a Genova e scampate alla guerra ed all'odio civile.
La commozione e la gioia dell'abbraccio è attenuata dai racconti pieni di dolore Famiglie, dissestate da quanto subìto e razziato; sotto il continuo incubo per i figli in prigionia e per il loro ritorno.
L'Italia è soprafatta dall'euforia della "Vittoria" e della Democrazia.
L'Italia precedente è da annullare ed i loro fautori da eliminare.
Con tutto ciò avvengono le prime Riunioni segrete che nel tempo si fanno più frequenti e numerose. Cattani ne è il promotore trasmettendo la Sua infinita carica di simpatia e Fede.
Con il tempo ci accorgiamo che non eravamo dalla parte sbagliata. Il nostro scoramento di aver tutto sbagliato alla fine della guerra, scompare. I fatti di 15-20 anni dopo convincono Gianni che dobbiamo ancora per l'Italia fare qualche cosa.
Gli incontri conviviali si trasformano in Riunioni, Gianni che ne è l'artefice riunisce e rafforza la volontà dei Camerati costituendo a Genova la Associazione FF.BB. che troverà degna Sede nel "Circolo Quadrato" di Via XX Settembre e negli ospitali locali del Camerata Tamponi.
L'Avvocato Galiberti redige lo Statuto, la Melai regala il Gagliardetto al nuovo Presidente eletto del I° Gruppo FF.BB. che ormai aveva ricevuto dall'Unione Combattenti della R.S.I., il riconoscimento Ufficiale.
Viene proposto di allargare l'iniziativa alle restanti FF. BB. d'Italia. La costanza, l'entusiasmo ed i sacrifici del Presidente e di Zamorani vengono ben presto premiati. Nelle principali Città del Centro Nord vengono costituiti altrettanti Gruppi che pur avendo la loro autonomia dipendono dalla Presidenza di Genova ormai consolidata da tutti i componenti riuniti da Cattani.
Riconosciute a tutti gli effetti come reparti dell'esercìto della RSI e sotto la sagace ed energica guida del Presidente Nazionale Giusto M. coadiuvato da tutte le FF.BB. dì Genova, le Fiamme Bianche partecipano a tute le attività e le manifestazioni organizzate dalla Unione dei Combattenti della RSI, ben consapevoli di divenire (anche per ragioni anagrafiche) gli ultimi in grigioverde.
Non siamo dei politici, siamo dei militari ed avendo combattuto per la Patria vogliamo che i Nostri Ideali siano conosciuti e tramandati. Amore per la famiglia - Rispetto per l'ordine costituito Ordine - Disciplina - Patria sono tutti Valori oggi annullati.
Noi in questi valori abbiamo fermamente creduto e siamo certi che oggi più che mai debbano nuovamente essere realizzati.
Questo compito lo affidiamo ai giovani.
Con il nostro entusiasmo e la nostra Fede indicheremo il cammino a questi stupendi ragazzi che si avvicinano a noi sempre più numerosi per conoscerci ed avere da noi la verità storica.

NOTA SULL'A.C.S.A.F. ASSOCIAZIONE CULTURALE SERVIZIO AUSILIARIO FEMMINILE

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