La catastrofe del popolo somalo
Dalla Somalia italiana a quella disastrata di oggi!
Verso
la fine dell'ottocento, Inghilterra e Italia acquisirono il controllo
della parte costiera della
Somalia, in precedenza denominata "Paese dei Somali", dando vita alla
Somalia britannica al nord e alla Somalia italiana al centro e al sud.
Erano territori dominati da vari Sultanati locali, dove regnava la povertà e una feroce schiavitù.
Dopo la fine della Prima guerra mondiale, come compenso per la vittoria, fu assegnata all'Italia anche
la parte dell'Oltregiuba, situata a sud del fiume Giuba e costituita da altipiani e pianure.
Venne così costituita la colonia della Somalia italiana che confluirà poi nell'Africa Orientale Italiana.
A
partire dal 1926 il Fascismo, dopo aver sconfitto le resistenze di
alcune tribù e Sultanati locali, arrivò
alla pacificazione della Somalia, nel rispetto della cultura locale e
delle strutture tribali e sociali e della religione locale che era
l'Islam.
L'Italia inviò in Somalia alcune decine di migliaia di contadini e lavoratori (soprattutto veneti e lombardi)
che in breve tempo fecero diventare la Somalia uno degli Stati più progrediti dell'Africa.
Nel censimento del 1938, nella sola capitale Mogadiscio che contava 50.000 abitanti, gli Italiani erano
circa 20.000, cioè il 40% della popolazione.
Durante
la presenza italiana in Somalia furono costruiti la strada Imperiale
per collegare la capitale
Mogadiscio all'Etiopia, la ferrovia Mogadiscio-Villaggio Duca degli
Abruzzi, quest'ultimo era un nuovo villaggio-colonia noto per le moderne
tecniche di irrigazione e coltivazione, diventato poi una cittadina
(oggi chiamata Giohar), la diga sul fiume Uebi
Scebeli e quella sul Giuba che, con una serie di canali di irrigazione
portavano acqua alle nuove piantagioni di mais, ricino, arachide, sorgo,
sesamo, manioca, banano, cotone, tabacco e agli allevamenti (caprini,
ovini, bovini).
Nei principali centri furono costruiti scuole, asili, dispensari, lebbrosari, tubercolosari e furono impiantate numerose
piccole aziende manifatturiere (conserve, cuoio, pellame, pesce, carta,
cemento, combustibili, semi oleosi) e centri per l'artigianato locale.
Fu
costruita anche buona parte dell'attuale capitale Mogadiscio, con
strade asfaltate e fognature e, in
particolare: il lungomare, il nuovo porto con annessa diga foranea, la
Cattedrale, l'Ospedale, la sede della Banca d'Italia, il grande albergo
Croce del Sud, Corso Vittorio Emanuele III°, Viale Littorio e altri
piccoli quartieri di casette con giardino e copertura
a terrazzo.
A dimostrazione della riconosciuta civiltà e del progresso portato dall'Italia fascista nell'arretrata
Somalia basta citare due fatti:
•
durante
la Seconda guerra mondiale decine di migliaia di Somali combatterono
coraggiosamente a fianco
delle truppe italiane, con pochissimi episodi di diserzione che invece
furono molto frequenti tra le truppe coloniali inglesi e francesi;
•
nel 1949, alla fine dell'occupazione inglese, le Nazioni Unite affidarono la Somalia all'Amministrazione
fiduciaria dell'Italia per dieci anni, cioè fino al 1 luglio 1960, per accompagnare il Paese all'indipendenza.
Però, dopo aver ottenuto l'indipendenza, la Somalia iniziò subito
due guerre contro la
confinante Etiopia, guerre che terminarono nel 1969 quando, con un
colpo di stato, andò al potere il dittatore Siad Barre che iniziò a sua
volta una lunga e sanguinosa guerra civile ad
intermittenza durata 30 anni, con episodi di inaudita crudeltà e
massacri di civili e che terminò, ma solo in apparenza, con la
Conferenza di pace di Gibuti del 2000.
Ma in Somalia in realtà non c'è mai stata pace perché nel frattempo, alla guerriglia dei
Signori della guerra
che si contendevano il controllo dei rispettivi territori, si è aggiunta quella dell'integralismo religioso dell'Unione delle corti islamiche
e la guerriglia e relativi massacri sono arrivati fino ai giorni
nostri, malgrado l'intervento prima dell'Onu e poi degli Usa,
quest'ultimo richiesto dalle stesse Nazioni Unite.
Il
risultato è che le tante guerre tribali hanno distrutto l'importante
sistema idrico creato dagli Italiani e portato alla morte di molte
piantagioni adesso tornate deserto, hanno causato la scomparsa di molti
allevamenti e spazzato via tutta la rete artigianale e commerciale.
Così oggi quasi
8 milioni di persone, circa la metà della popolazione, sono colpite dalla povertà e dalla siccità,
2
milioni di persone oltre alla fame bevono acqua non potabile che
aumenta il rischio specie per i bambini di contrarre malattie, di questi
ultimi oltre
200.000 stanno oramai morendo di fame.
Secondo l'Unicef solo tra gennaio e luglio 2022 sono già morti per fame e sete
730 bambini.
Questo
è il tragico raffronto tra la Somalia di ieri colonia italiana e
l'attuale Federazione della Somalia, con buona pace delle faziose
ricostruzioni sul colonialismo italiano, specie su quello fascista,
accusato di ogni nefandezza dalle italiche e bugiarde vestali
dell'antifascismo.