mercoledì 18 luglio 2018

L´EROE DI GIARABUB

L'eroe di Giarabub che fermò gli Angloamericani

Nel 1941, in Inghilterra e in America, si diffuse alla radio e sui giornali l´espressione the Giarabub´s man, 1´uomo di Giarabub, per indicare un nemico degli Alleati che aveva suscitato la loro ammirazione. Si alludeva a Salvatore Castagna, il maggiore dell´esercito italiano, che, in una sperduta oasi della bassa Cirenaica, con un pugno di uomini, aveva tenuto testa all´esercito inglese dal 9 dicembre 1940 al 21 marzo 1941. Salvatore Castagna era nato a Caltagirone, in provincia di Catania, il 14 gennaio 1897. Aveva appena compiuti gli studi medi superiori quando l´Italia, nel maggio del 1915, entrò in guerra. Deciso a prendervi parte i1 giovane diciottenne dovette eludere con uno stratagemma 1´opposizione dei genitori per arruolarsi come volontario. Dopo un breve corso di allievo ufficiale, nel novembre ebbe il battesimo del fuoco sul Monte Civaron, e per il suo eroico comportamento fu promosso tenente. Nel 1917, combattendo sul Carso, gli fu conferita la medaglia d´argento al valor militare; venne anche assegnato al servizio permanente effettivo per merito di guerra.
Pochi giorni prima della fine del conflitto il 26 ottobre 1918, fu ferito alla testa combattendo sul Grappa. La guerra contribuì a rivelare il giovane Castagna a se stesso, ne affinò il carattere, ne temprò la volontà: il romantico diciottenne e diventato un esperto e valoroso soldato, insofferente dell´inazione. E così, dal 1923 al 1925 prese parte alla riconquista della Tripolitania, in quell´Africa in cui nel 1937, col grado di Maggiore, ritornò come comandante prima de1 presidio dì Iefren, poi di Bardia e infine di Giarabub, dove lo sorprese 1´inizio della seconda Guerra mondiale per 1´ Italia.
Giarabub è un´oasi circondata da dune, a 50 chilometri dal confine egiziano e a 300 da1 mare. In essa nel 1856 una carovana aveva fondato uno dei più importanti santuari del mondo musulmano: scavati pozzi e piantate palme, l´oasi era stata recintata per otto chilometri di perimetro con mura massicce, e vi erano state costruite una scuola, una foresteria e una sede per la confraternita. Ai primi del Novecento, decaduto il convento, l´oasi era diventata un punto dì sosta delle carovane. Il governo italiano nel 1926 1´aveva occupata, d´accordo con quello egiziano, come posto dì controllo di frontiera, senza alcuna importanza strategica. Quando nell´aprile 1940 vi fu destinato il maggiore Castagna, in previsione della partecipazione italiana alla guerra il presidio era stato rafforzato, e risultava composto da 1340 militari italiani e 800 libici. L´armamento, modestissimo, vantava due cannoni dì piccolo calibro, 56 mitragliatrici, 12 mitra, oltre alle armi individuali.

Il 9 dicembre 1940, dopo sei mesi dall´inizio delle ostilità, le forze inglesi in Egitto, prevalentemente composte in quella zona da australiani, sferrarono 1´attacco che li avrebbe portati alla conquista di tutta la Cirenaica, ma solo il presidio di Giarabub resistette a tutti gli attacchi, sempre più lontano dalle altre zone di combattimento che, dopo la ritirata italiana da Bardia a Bengasi, erano a 700 chilometri di distanza in linea d´aria. L´assedio durò quattro interminabili, terribili mesi: la difficoltà dei rifornimenti aerei costrinse alla progressiva riduzione della razione giornaliera fino a mezza scatoletta di carne e ottanta grammi di gallette; si arrivò a dover sacrificare gli ultimi animali, i due cammelli e 1´asino adibiti a girare attorno a un pozzo per tirare su l´acqua. Ma gli inglesi non avevano fretta: sapevano che il presidio avrebbe capitolato per fame e continuavano ad alternare durissimi attacchi ad inviti alla resa.
Dopo tre mesi di resistenza, un giorno di metà marzo un aereo britannico lancia sugli assediati dei volantini dove di legge «Difensori di Giarabub, i vostri capi non vi hanno detto che abbiamo occupato l´intera Cirenaica catturando 150.000 prigionieri. Ogni sacrificio è inutile Arrendetevi. Noi vi tratteremo bene». Ne1 contempo da Tripoli giunge via radio 1´ordine di resistere fino all´esaurimento dei viveri, e poi arrendersi chiedendo 1´onore delle armi.



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