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DALL'OLOCAUSTO AI VACCINI, DALLA SIRIA A SHIMON PERES. INTANTO 'IL MANIFESTO' CAMBIA PELLE, MA NON VERSO.
DI FULVIO GRIMALDI
fulviogrimaldi.blogspot.it
Simon Peres, sparisce un assassino di massa. Dal quotidiano liberal israeliano: www.haaretz.som/hasen/spages/458044.html . Si intitola “100.000 Radiations”.
”Con il pretesto di combattere la tricofitosi (micosi della pelle)
nella testa dei bambini sefarditi immigrati, per lo più dal Marocco, o
rapiti dallo Yemen, il Ministero della Sanità israeliano, sotto la
supervisione di Shimon Peres, acquistò nel 1951 negli Stati Uniti sette
macchine di Raggi X e li adoperò per un esperimento nucleare di massa su
un’intera generazione di cavie umane sefardite. A 100.000 bambini
sefarditi vennero sparate in testa e sul corpo (non coperto da
protezioni) dosi 35.000 volte superiori alla soglia massima di raggi
gamma. Tali da friggergli il cervello.
Per
avergli risparmiato gli esperimenti, a quel punto ufficialmente
proibiti, sui propri detenuti, o malati mentali, il governo USA versò a
quello israeliano 300 milioni di sterline israeliane all’anno, per una
somma che oggi varrebbe miliardi di dollari. 6000 bambini morirono
subito, gli altri svilupparono tumori che hanno continuato a uccidere e
uccidono anche oggi. In vita, le vittime hanno sofferto e soffrono di
epilessia, amnesia, Alzheimer, psicosi, emicranie croniche. Essendo
stato esposto l’intero corpo, i bambini svilupparono difetti genetici.
La generazione che sopravvisse diventò in perpetuo la classe più povera,
malata ed emarginata del paese. Uno storico spiega nel documentario che
l’operazione era parte di un programma eugenetico mirato a eliminare le
componenti deboli o difettose della società. Mengele.
Nel
programma si indicano i responsabili del progetto: Nahum Goldman, capo
del Congresso Ebraico Mondiale, Levi Eshkol, primo ministro, Shimon
Peres, allora direttore generale del Ministero della Guerra, Eliezer
Kaplan, ministro delle finanze, Jospeh Burg, ministro della Sanità.
Per
il bene dell’umanità è morto un masskiller, uno stragista di
professione e, dunque, ministro, primo ministro e presidente dello Stato
coloniale impiantato in Palestina e all’origine delle peggiori tragedie
e dei crimini più infamanti della nostra epoca, oggi pianto come eroe e
martire della pace dalla lobby israelo-internazionale e da un Occidente
politico, militare, mediatico, terrorista, che ha eletto a modello lo
Stato Canaglia più canaglia di tutti gli Stati Canaglia. Il
negazionismo, a volte perfettamente legittimo, a volte arbitrario,
esoterico e funambolico, è comunque strumento di ricerca storica
ineludibile, scientificamente e moralmente doveroso. Solo il
negazionismo adoperato per disintegrare i cori di prefiche disoneste o
assoldate, può restituirci la verità su un criminale di guerre e di pace
come Simon Peres, cofondatore del Leviatano sionista. Peres non era
uomo di pace, anche se tale s’è finto per un tratto, assieme al compare
Rabin, per indurre l’opinione pubblica mondiale e perfino certi
dirigenti palestinesi, a soggiacere alla gigantesca truffa di Oslo, dei
due Stati, uno macigno, l’altro granello di sabbia, che ha aperto ai
palestinesi le porte dell’inferno della colonizzazione e dello
strisciante genocidio.
Terrorista
polacco con la banda Haganah, sterminatore di bambini sefarditi,
inconciliabili con la purezza della razza ashkenazita-kazara, promotore
di tutte le guerre d’aggressione e di sterminio per la Grande Israele,
creatore dell’Israele dominus e ricattatore nucleare di mezzo mondo,
fuorilegge violatore di ogni risoluzione ONU, rapitore e carceriere di
Mordechai Vanunu che aveva rivelato al mondo i misteri atomici di
Dimona, invasore del Libano, responsabile del massacro di 102 donne e
bambini nella sede ONU di Qana. Sostenitore dei ripetuti stermini di
civili a Gaza. Un mostro. Di conseguenza Premio Nobel della Pace.
Negazionismo, diritto o reato?
Il
giorno 9 giugno 2016 il parlamento ha approvato (astenuti M5S e Fd’I)
un disegno di legge, per adeguare le leggi italiane agli orientamenti
normativi europei, che include anche il divieto di apologia e
minimizzazione della Shoah, dei genocidi, dei crimini contro l’umanità e
dei crimini di guerra. Negare o minimizzare la Shoah, vero obiettivo di
un provvedimento travestito da “discriminazione etnica”, “terrorismo”,
“violenza”, “xenofobia” e “incitamento all’odio razziale”, comporta fino
a 6 anni di carcere. Negare l’olocausto strisciante del popolo
palestinese si può. Semita quanto un sefardita ebreo, ma paradossalmente
“antisemita”.
Tedeschi colpevoli in eterno
Non
mi sono mai permesso, perché privo degli strumenti di ricerca e quindi
di adeguati elementi di conoscenza, di esprimere considerazioni
definitive su realtà e dimensioni dell’Olocausto. Avendo vissuto in
Germania all’epoca di ciò che è descritto come l’eliminazione
volontaria, pianificata, di 6 milioni di ebrei e anche al momento del
suo disvelamento pubblico, mi sono però sempre impegnato a fondo a una
circoscritta forma di negazionismo: quello della pretesa conoscenza
dell’accaduto, vero o falso, da parte dell’intera popolazione tedesca.
Sono testimone dello stupore, sbigottimento, sconvolgimento dei tedeschi
all’apprendimento di quanto così narrato, Quello che la popolazione
comune sapeva è che nei campi erano rinchiusi prigionieri politici e di
guerra e che li si faceva lavorare per varie produzioni. Negli ultimi
tre anni di guerra – quelli della grande morìa nei campi, per i
negazionisti da fame e tifo – i tedeschi, e con loro noi famiglia
italiana costretta al domicilio coatto, con il padre ufficiale
prigioniero, eravamo ridotti alla fame. Una fame che falciava vite, e
immaginavamo che tali carenze avrebbero gravato con maggiore pesantezza
sui detenuti nei campi. Nessuno aveva la più pallida idea di forni
crematori, camere a gas, treni della morte. La colpevolizzazione di
tutto un popolo, per mantenerlo al guinzaglio della lobby e del suo
Stato abusivo e costringerlo e compensazioni senza fine nei tempi dei
tempi, è stato e continua ad essere un ricatto del tutto privo
difondamento. Da usurai. Detto ciò, resta l’aberrazione di una
riduzione a reato della ricerca storica, su qualunque argomento e in
qualunque modo venga condotta. Un provvedimento odioso, di chiara marca
nazista, segno dei tempi che le classi dirigenti dell’Uccidente ci
stanno preparando.. E segno sconcertante, oltre tutto, di un evidente
timore che tali ricerche possano in qualche modo scalfire le verità
sentenziate e sanzionate. Un timore incomprensibile alla luce del
carattere dichiarato assoluto e incontrovertibile delle verità
affermate. C’è da sospettare che il reato di negazionismo riferito alla
Shoah, con corredo di xenofobia, terrorismo, odio razziale e
quant’altro, rappresenti, oltre a una barriera, tipo quella britannica a
Calais, per impedire che nei territori presidiati dai decisori dei
nostri destini si infiltrino migranti dello studio della storia in
questione, anche un efficiente strumento a largo raggio per annichilire
chiunque osi riesaminare verità affermate dal potere e dai suoi sgherri
in armi, in scranni, o di penna. Sospetto di cui proprio in queste ore
abbiamo visto il tramutarsi in certezza.
Chi nega i vaccini peste (e silenzio) lo colga
Da
alcuni anni, a seguito di ricerche di scienziati delle varie branche
attinenti alla nostra salute, si sono diffusi dubbi e obiezioni
sull’opportunità di far iniettare germi patogeni sotto forma di vaccini
nei nostri bambini. Dubbi e obiezioni del tutto fondati e legittimi, se
non nel merito specifico, alla luce degli infiniti e ininterrotti
crimini commessi dall’industria farmaceutica, ennesimo strumento di
eugenetica, accanto a quello della fame, dell’inquinamento e delle
guerre, messo in opera da un potere maltusiano avviato verso la
dittatura su un umanità grandemente sfoltita. Gli esempi si accavallano:
dai vaccini inventati per epidemie inventate, dal Talidomide Bayer che
produceva malformazione nei feti, e lo sapevano, alle armi all’uranio e
fosforo elaborate da Big Pharma e dalla connessa agroindustria, ai
limiti dei tassi clinici abbassati (colesterolo, ipertensione) in modo
da creare milioni di nuovi farmacodipendenti, alle patologie totalmente
inventate (sindrome psicomotoria) per farmaci assurdi (Ritalin). Fino al
criminale AZT, farmaco killer della GlaxSmithKline, inventato negli
anni ’60 ma non servito a niente, poi tirato giù dai scaffali alla
comparsa del presunto (inesistente) virus HIV e sparato per mezzo
milione di lire al mese nei corpi dei presunti affetti dal presunto
virus, ma che perlopiù erano persone affette da immunodeficienze di
varia origine (tossica, alimentare, igienica, denutrizionale). Chi si
beccava l’AZT moriva, chi no, sopravviveva perlopiù L’evidenza impose il
ritiro del killer e, da allora, la curva dei decessi è precipitata a
livelli inferiori a tutte le patologie endemiche diffuse. Big Pharma con Renzi: negazionisti alla colonna infame
Tanto per dimostrare la sua consanguineità con i poteri più criminogeni
delle nostra storia (vedi un Ponte da 8 miliardi, a moltiplicarsi,
affidato a ‘ndrangheta e mafia), Big Pharma, ben impersonata dagli
svizzeri di Roche, sponsorizza a Roma un ricco convegno in cui le più
belle teste della scienza di regime accorrono a sponsorizzare il SI al
referendum costituzionale. Gliene verrà qualcosa a Roche, o no? Garante
se ne dovrebbe fare un padrino del convegno, tale Claudio De Vincenti,
sottosegretario alla presidenza del Consiglio, i cui meriti stanno
nell’aver cercato di rabbonire i giudici che processavano i killer della
Centrale a carbone di Vado Ligure.
In
armoniosa e logica concomitanza, una rivolta dei gentiluomini insediati
al moribondo Senato, capeggiati dal loro vessillifero, Pietro Grasso,
si sono dati a un’altra prodezza di lotta al negazionismo. Hanno fatto
in modo che venisse inibita la programmata proiezione al Senato del
documentario del gastroenterologo Andrew Wakefield “Vaccini,
dall’insabbiamento alla catastrofe”. Il film riprendeva una teoria, già
pubblicata sulla più rinomata rivista medica, “Lancet”, ampiamente
diffusa anche in ambienti medici e scientifici, tanto da non dover
essere inclusa nell’empireo delle cazzabubbole e trovate New Age,
secondo cui ll vaccino trivalente (morbillo, orecchioni, rosalia)
sarebbe all’origine dell’autismo in molti bambini. Contro la proiezione
si è scatenato, capeggiato dalla prestigiosa esperta di propaganda
procreazionista per ambienti bene e bianchi, ministro Lorenzin, la
comuntà farmaceutica internazionale.
In
questo caso la parola d’ordine era negazionismo della scienza. Di quale
scienza? Ma ne esiste una sola, no? Questa scienza, la scienza al tempo
dell’ipercapitalismo, la scienza che produce iperprofitti a Big Pharma,
assunta a tavola mosaica. La scienza che, per la gioia dei malthusiani
finanziatori e quindi padroni della scienza, fa vivere il 92% degli
abitanti della Terra in aree in cui l’inquinamento atmosferico supera i
limiti, già generosi, stabiliti dall’OMS, con il risultato di 3 milioni
di vittime da smog all’anno, un essere umano su 19. Va benissimo.
Perlomeno per farmaci contro asma, bronchite, polmonite, tumori,
problemi cardiocircolatori, dermatiti, impotenza, sterilità…
Come
sull’olocausto, anche qui, sui vaccini, chi sono io, chi siamo noi, per
decidere cos’è vero e cos’è negato? Ci dobbiamo accontentare di qualche
indizio, dell’antico, popolare e, probabilmente, antiscientifico “se
tanto mi dà tanto”. Chi ha fatto l’AZT, il talidomide, chi mi ha ridotto
un iperteso che ieri, nelle stesse condizioni, non ero, chi sparge
aviarie e milionate di vaccini che mandano in tilt interi apparati
sanitari statali, non potrebbe avere qualche interesse a nascondere gli
effetti nefasti dei suoi vaccini? Big Pharma è con gli altri chimici,
gli agroindustriali, i militari, i petrolieri, tutti nelle grazie dei
banchieri, una delle teste dell’Idra che governano e divorano il mondo.
Se gli togli i vaccini e come se a quella testa gli cavassi una zanna.
Non è guerra al terrorismo? Negazionista!
E,
ma così, rischiamo di essere davvero dei negazionisti. Già siamo
altamente sospetti per levare mezza dozzina di vocette contro milioni di
voci tonitruanti quando azzardiamo che gli Usa e soci piuttosto che
combattere il terrorismo lo fanno e diffondono. Quando neghiamo che
bombardare il soldati siriani sotto attacco dell’Isis voglia dire fare
la guerra al terrorismo, o che i curdi che, a gamba tesa con gli Usa,
rubano territori e città agli arabi siriani lo facciano per diffondere
democrazia, diritti umani e socialismo. O che in Siria e Iraq sia in
atto una guerra civile tra oppressi e oppressori anziché la guerra di
liberazione di un popolo aggredito da armate di lanzichenecchi al soldo
dell’imperatore. O quando ci pare opportuno negare che voglia dire
portare la civiltà occidentale quando si polverizzano le civiltà altrui.
Quando neghiamo che depredando musei, abbattendo monumenti e bruciando
biblioteche (a Baghdad per mano Usa, altrove per mandato Usa), si
affermino diritti umani. E, obliterando proprio le civiltà che hanno
dato vita alla nostra (prima che le accadesse qualcosa), si affermassero
i nostri valori. Neghiamo il progresso e sosteniamo dittature quando
pensiamo che lo si faccia per cancellare, con la loro memoria e storia,
popoli che, al confronto, dimostrano all’Occidente quanto si sia fatto
pervertire e degradare da chi ne decide oggi la rotta.
E
per mettere il decisivo puntino sulla i, la ciliegina sulla torta,
quando riflettiamo che quelli che hanno fatto l’11 settembre e poi gli
analoghi episodi successivi recano la stessa griffe di coloro che
continuano a stringere nella garrota nazione dopo nazione, di quelli che
mettono bavagli e poi ceppi a chi azzarda di farsi la propria ricerca,
la propria deduzione, la propria conclusione, quanto meno i propri
dubbi, si tratti di farmaci o genocidi, non dovrebbe venie il dubbio
che, magari, i negazionisti siano invece loro? Quelli che i negazionisti
li mettono prima alla gogna e poi in galera? E che, in ogni caso,
abbiano qualcosa da nascondere. Qualcosa di molto grosso ?
Il “manifesto” di rivoluzione in rivoluzione. Fascista chi lo nega!
“Oggi
facciamo la rivoluzione” scrive il “manifesto” e aggiunge “per cambiare
il mondo da qualche parte dovevamo pur cominciare… Uno s’immaginerebbe
che, quanto meno, il precocemente vetusto giornaletto a tanto storico
esito sia arrivato avendo occupato con le sue milizie partigiane, che
so, Palazzo Chigi, Montecitorio, l’abitazione della Fornero, almeno un
paio di palazzi sfitti in periferia?.Lo abbiamo sottovalutato: il cambio
riguarda aspetti ben altrimenti storici: formato, impaginazione,
caratteri. Tuttavia rassicuriamoci: i puntelli che benevolmente, e pour
cause, lo mantengono in vita sono sempre quelli, il fior fiore
de’economia socialista: Enel, Eni, Telecom, Coop e, forse, a guardare di
sbieco, la Open Society. Anche le penne sono sempre quelle, magari un
po’ più spuntate, ma sempre intinte nello stesso inchiostro. Tsipras
si è rivelato fuoco fatuo per noi, sebbene piromane per i greci;
Landini è finito imbozzolato nei propri viluppi verbali che ormai non
scuotono più nemmeno il cartongesso dei talkshow. Guido Viale per stare
appresso ai migranti come futuro dell’umanità è finito in un hotspot.
Marco Revelli scrive per la centesima volta il manuale delle giovani
marmotte che devono cambiare la sistemazione del campeggio. Chiara
Cruciati si fa dettare da chi vuol far fuori l’Egitto rotoloni di carta
sull’immondo Al Sisi che ha torturato e ucciso il nobile Regeni.
Dall’Afghanistan giungono, a firma Battiston e Giordana, le vocine della
società civile scampata ai Taliban e delle donne sburkinate grazie alla
missione civilizzatrice degli occupanti. Un sussulto davvero
rivoluzionario arriva dagli Usa, dove, caduti i vecchi dei, avanza
luminosa la taumaturga, con lo strascico retto da ben quattro inviati
del giornale, l’unica da votare, quella che già al precedente turno,
reduce da quattro guerre sostenute orgsmaticamente, prima ancora che si
facesse le ossa strappandole a Muammar Ghaddafi, dal “manifesto” era
chiamata “angelo biondo”.
E’
cambiata la veste del “manifesto”, ma la coerenza non è venuta meno e
la ciccia è sempre quella, un po’ andata a male, ma re-incartata alla
grande: Ecco a voi il nuovo giornale, prodigiosamente al tempo stesso
quotidiano comunista, filo-Soros, cripto-Nato e para-Cia.
Fulvio Grimaldi
Fonte: http://fulviogrimaldi.blogspot.it
Link: http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2016/09/delinquenti-negazionisti-dallolocausto.html
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