sabato 5 aprile 2025

REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA CRONOLOGIA DEGLI AVVENIMENTI

REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA CRONOLOGIA DEGLI AVVENIMENTI
da COMBATTENTI DELL'ONORE. Paolo Teoni Minucci.
 
     
    1943
    13 maggio giovedì Con la resa della 1a Armata italiana, termina la resistenza delle Forze Armate italo-tedesche in Africa settentrionale.
    10 giugno giovedì Sbarco incontrastato anglo-americano a Pantelleria.
    12 giugno sabato Sbarco incontrastato anglo-americano a Lampedusa e Linosa.
    10 luglio sabato Sbarco anglo-americano in Sicilia.
    21 luglio mercoledì Convocazione del Gran Consiglio del Fascismo.
    24 luglio sabato ore 17 Si riunisce il Gran Consiglio del Fascismo.
    25 luglio domenica ore 2,40 Il Gran Consiglio del Fascismo approva a maggioranza l’ordine del giorno Grandi.
    25 luglio domenica ore 17 Mussolini entra a villa Savoia, residenza privata del Re d’Italia Vittorio Emanuele III di Savoia.
    25 luglio domenica ore 17,29 Mussolini viene arrestato all’uscita da villa Savoia, al termine dell’udienza reale.
    25 luglio domenica ore 22,30 L’EIAR diffonde i seguenti comunicati:
    "Attenzione, attenzione: Sua Maestà il re e Imperatore ha accettato le dimissioni dalla carica di Capo del Governo, Primo ministro Segretario di stato, presentate da Sua Eccellenza il Cavaliere Benito Mussolini ed ha nominato Capo del Governo, Primo Ministro, Segretario di Stato, Sua Eccellenza il Cavaliere Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio".
    Segue quindi la radiodiffusione del proclama del Re Vittorio Emanuele III:
    "Italiani, assumo da oggi il comando di tutte le Forze Armate.
    Nell’ora solenne che incombe sui destini della Patria, ognuno riprenda il suo posto di dovere, di fede, di combattimento: nessuna deviazione deve essere tollerata, nessuna discriminazione può essere consentita.
    Ogni italiano s’inchini innanzi alle ferite gravi che hanno lacerato il sacro suolo della Patria. L’Italia, per il valore delle sue Forze Armate, per la decisa volontà di tutti i cittadini ritroverà, nel rispetto delle Istituzioni che ne hanno sempre confortato l’ascesa, la via della riscossa.
    Italiani, sono oggi più che mai indissolubilmente unito a voi dalla incrollabile fede nella immortalità della Patria".
    Poi la radiodiffusione del proclama del Generale Pietro Badoglio:
    "Italiani, per ordine di Sua Maestà il Re e Imperatore, assumo il governo militare del Paese con pieni poteri.
    L’Italia, duramente colpita nelle sue province invase, nelle sue città distrutte, mantiene fede alla parola data, gelosa custode delle sue millenarie tradizioni.
    Si serrino le file attorno a Sua Maestà il Re e Imperatore, immagine vivente della Patria, esempio per tutti.
    La consegna ricevuta è chiara e precisa, sarà scrupolosamente eseguita e chiunque s’illuda d’intralciare il normale svolgimento o tenti di turbare l’ordine pubblico, sarà inesorabilmente colpito.
    Viva l’Italia, viva il Re."
    28 luglio mercoledì alba Mussolini viene fatto imbarcare sulla corvetta Persefone.
    28 luglio mercoledì Il nuovo Governo ordina lo scioglimento del Partito Nazionale Fascista.
    28 luglio mercoledì ore 13 Mussolini sbarca all’isola di Ponza e viene rinchiuso in una casa situata in località Santa Maria.
    7 agosto sabato ore 1 Mussolini viene imbarcato sul cacciatorpediniere Pantera.
    7 agosto sabato ore 13 Mussolini approda all’isola La Maddalena e rinchiuso a villa Weber.
    17 agosto martedì Gli anglo-americani occupano Messina; la Sicilia è perduta.
    28 agosto sabato ore 4 Mussolini viene imbarcato su di un idrovolante e trasportato a Vigna di Valle sul lago di Bracciano.
    28 agosto sabato ore 6 Mussolini viene caricato su di una ambulanza militare che parte per Assergi, località ai piedi del Gran Sasso d’Italia.
    28 agosto sabato ore 13,30 Mussolini è rinchiuso nella "Villetta del Gran Sasso" poco lontano dalla base di partenza della funivia che in due tronchi, superato un dislivello di 1000 metri, porta alla località di Campo Imperatore, nella quale sorge tutt’ora il rifugio Duca degli Abruzzi a quota 2112 metri sul livello del mare.
    3 settembre venerdì Mussolini viene portato al rifugio Duca degli Abruzzi, con la funivia, e alloggiato in un appartamento.
    3 settembre venerdì Gli anglo-americani sbarcano in Calabria.
    3 settembre venerdì ore 17,15 A Cassibile in Sicilia, località 15 chilometri a sud di Siracusa, il Generale Castellano, su mandato di Badoglio, sottoscrive per conto dell’Italia la resa incondizionata, nelle mani del Maggior Generale americano Bedell Smith, Capo di Stato Maggiore del Generale Eisenhower, Comandante in capo delle forze anglo-americane.
    8 settembre mercoledì ore 18,30 Il Generale Eisenhower rende nota al mondo, via radio, la capitolazione dell’Italia con questo comunicato:
    "L’Esercito italiano ha capitolato senza condizioni. Ho concesso un armistizio le cui condizioni sono state approvate da Gran Bretagna, dagli Stati Uniti e dalla Russia Sovietica. Ho pertanto agito nell’interesse delle Nazioni Unite. Il Governo italiano, ha dichiarato di sottomettersi a queste condizioni senza riserve. L’armistizio è stato firmato da un mio plenipotenziario e da un plenipotenziario di Badoglio ed entra subito in vigore. Le ostilità tra le Forze armate delle Nazioni Unite e quelle dell’Italia, vengono immediatamente sospese. Tutti gli italiani che coopereranno ad allontanare l’aggressore tedesco dal territorio italiano, otterranno l’aiuto delle Nazioni Unite."
    8 settembre mercoledì ore 19,45 L’EIAR radiodiffonde il seguente proclama di Badoglio, precedentemente registrato:
    "Il Governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al Generale Eisenhower, comandante in capo delle Forze Alleate anglo-americane.
    La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le Forze anglo-americane dovrà cessare, da parte delle Forze italiane, in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza."
    9 settembre giovedì ore 5 La vettura reale ed un seguito di altre, su cui sono Badoglio, membri del Governo e numerosi generali, lascia Roma e, imboccata la Tiburtina, dirige su Pescara. Il Re e Badoglio se ne vanno, senza dare avviso né ordini al Consiglio dei Ministri, abbandonando all’ira tedesca centinaia di migliaia di nostri soldati.
    9 settembre giovedì alba Una potente forza da sbarco anglo-americana, prende terra in prossimità di Salerno.
    9 settembre giovedì Truppe inglesi sbarcano senza contrasto a Taranto.
    9 settembre giovedì Il corteo reale effettua una sosta a Crecchio, dove chiede ed ottiene ospitalità al castello dei Duchi di Bovino.
    9 settembre giovedì notte Il corteo reale giunge ad Ortona e s’imbarca sulla corvetta Baionetta, assieme a trenta fra generali e colonnelli, con destinazione Brindisi.
    10 settembre venerdì pomeriggio La Baionetta attracca nel porto di Brindisi. Il Re e la Famiglia reale, prendono alloggio nella palazzina del Comando di Piazza.
    12 settembre domenica ore 14 Mussolini viene liberato dalla prigione di Campo Imperatore, da paracadutisti tedeschi. Fatto salire su di un ricognitore biposto Stork, pilotato dall’asso dell’aviazione capitano Gerlach, su cui sale anche il capitano delle SS Otto Skorzeny, decolla fortunosamente da un ripido spiazzo sassoso alle 15, alla volta dell’aeroporto di Pratica di Mare, nei pressi di Pomezia, dove atterra alle 16.
    12 settembre domenica ore 17 Mussolini, a bordo di un trimotore Heinkel, decolla da Pratica di Mare alla volta di Vienna, e vi giunge a notte inoltrata.
    12 settembre domenica ore 22 Dalla radio tedesca viene diffusa la notizia della liberazione di Mussolini.
    13 settembre lunedì mattino Mussolini si trasferisce in volo a Monaco di Baviera.
    14 settembre lunedì mattino Mussolini parte in aereo per Rastenburg, quartier generale di Hitler.
    15 settembre mercoledì sera Mussolini fa diramare da radio Monaco, 5 ordini del giorno indirizzati "ai fedeli camerati di tutta Italia:
    — A partire da oggi 15 settembre, riassumo la suprema direzione del fascismo in Italia.
    — Nomino Alessandro Pavolini, Segretario provvisorio del PNF, il quale assume, d’ora innanzi, la dizione Partito Repubblicano Fascista.
    — Ordino che tutte le Autorità militari, politiche, amministrative e scolastiche, come tutte le altre che sono state destituite dal loro ufficio dal Governo della capitolazione, riassumano immediatamente i loro posti ed uffici.
    — Ordino l’immediata ricostituzione degli Uffici del Partito, con le seguenti disposizioni:
    — appoggiare efficacemente e cameratescamente l’Esercito tedesco, che si batte sul suolo Italiano, contro il comune nemico;
    — fornire immediatamente al popolo assistenza morale e materiale;
    — esaminare la situazione dei membri del Partito, in relazione alla loro condotta di fronte al colpo di stato, alla capitolazione, al disonore, di segnalare i vili e di punire esemplarmente i traditori;
    — Ordino la ricostituzione di tutte le formazioni della MVSN. Il partito Fascista Repubblicano libera gli ufficiali delle Forze Armate, dal giuramento prestato al Re il quale, capitolando alle condizioni ben note ed abbandonando il suo posto, ha consegnato la Nazione al nemico e l’ha trascinata nella vergogna e nella miseria".
    18 settembre sabato sera Mussolini pronuncia da Radio Monaco il suo primo discorso dopo l’arresto, durante il quale, fatto il riassunto degli avvenimenti dal 25 luglio in poi ed avere accusato il Re e Badoglio della resa incondizionata, del tradimento e del disonore caduti sul popolo italiano dichiara, preannunciando così la nascita del nuovo stato:
    – Riprendere le armi a fianco della Germania, del Giappone e degli altri alleati. Solo il sangue può cancellare una pagina così obbrobbiosa della storia della Patria.
    – Preparare senza indugio la riorganizzazione delle nostre Forze Armate attorno alle formazioni della MVSN. Solo chi è animato da una fede e combatte per un’idea, non misura l’entità dei sacrifici.
    – Eliminare i traditori, in particolar modo quelli che sino alle ore 21,30 del 25 luglio militavano, talora da parecchi anni, nelle file del Partito.
    – Annientare la plutocrazia parassitaria e fare finalmente del lavoro il soggetto dell’economia e la base infrangibile dello stato.
    23 settembre giovedì Mussolini rientra in Italia da Monaco e prende residenza alla Rocca delle Caminate.
    23 settembre giovedì pomer. Alessandro Pavolini dirama alla radio, la composizione del nuovo Governo nominato da Mussolini, in attesa della convocazione della Costituente.
    27 settembre lunedì Alla Rocca delle Caminate, prima riunione del Governo fascista repubblicano.
    29 settembre mercoledì Comunicazione del Governo fascista repubblicano: "Con l’indirizzo del 27 settembre approvato dal Consiglio dei Ministri, si dà inizio al funzionamento del nuovo Stato fascista repubblicano, il quale troverà nella Costituente, che sarà prossimamente convocata, la promulgazione dei suoi definitivi ordinamenti costituzionali. Da oggi e fino a quel giorno, il Duce assume le funzioni di Capo del nuovo Stato fascista repubblicano".
    29 settembre Badoglio e Malta, a bordo della corazzata inglese Nelson, firma il "lungo armistizio", documento che contiene tutte le clausole della resa senza condizioni dell’Italia, clausole che saranno rese pubbliche solamente il 6 novembre 1945.
    10 ottobre domenica Mussolini prende residenza a Gargnano, sul lago di Garda nella villa Feltrinelli.
    13 ottobre mercoledì ore 15 Il governo del Regno del sud, dichiara guerra alla Germania.
    13 novembre sabato Nei pressi di Ferrara viene ucciso dai partigiani, mentre si stava recando a Verona al Congresso del Partito, il Segretario federale del Fascio ferrarese, il moderato Igino Ghisellini. L’attentato segna l’inizio, su base scientifica, della guerra civile in Italia.
    14 novembre domenica matt. Si apre a Verona il Congresso del Partito fascista repubblicano.
    25 novembre giovedì Proclamazione della Repubblica Sociale Italiana.
     
    1944
    8 gennaio sabato Comincia il processo a carico dei 19 membri del Gran Consiglio del Fascismo, firmatari dell'ordine del giorno Grandi che aveva pr
    11 gennaio martedì ore 9,21 Al poligono di tiro di Ponte Catena in Verona, vengono fucilati: Ciano, De Bono, Gottardi, Marinelli, Pareschi, unici componenti il Gran Consiglio, in stato di detenzione.
    22 gennaio sabato ore 2 Fra Anzio e Nettuno, a sud di Roma, uno sbarco di truppe anglo-americane, crea una pericolosa testa di ponte alle spalle della linea "Gustav" e minaccia di far crollare, per aggiramento, il fronte di Cassino.
    4 giugno domenica Cadute le ultime difese, Roma viene occupata dalle truppe anglo-americane.
    30 giugno venerdì Con decreto ministeriale la RSI, istituisce le Brigate Nere, reparti armati composti dagli iscritti al Partito Fascista Repubblicano e da volontari, liberi da impegni militari di età compresa fra i 18 ed i 60 anni. Le BB.NN. hanno prevalente funzione di salvaguardia dell'ordine interno. I rispettivi Segretari federali, ne assumono il comando e Comandante Generale è nominato Alessandro Pavolini.
    14 agosto lunedì Firenze è occupata dagli anglo-americani.
    25 agosto venerdì Inizia l'attacco degli anglo-americani alla "linea verde" che fa parte del dispositivo di difesa della "linea gotica", ultimo baluardo di sbarramento alla valle del Po.
    25 ottobre mercoledì Si esaurisce l’offensiva anglo-americana, che ha conseguito buoni risultati ma non ha scardinato la porta che chiude la strada per Bologna e la pianura padana. Il fronte si assesta e si prepara al periodo invernale; la sosta durerà 5 mesi.
    13 novembre lunedì Il generale inglese Alexander rivolge un proclama ai partigiani, affinché depongano le armi e ritornino alle loro case in attesa dell'offensiva di primavera.
    16 dicembre sabato mattina Mussolini tiene al teatro Lirico di Milano il suo ultimo discorso, davanti ad una platea entusiasta e commossa.
     
    1945
    5 aprile mercoledì ore 4,50 Con l’attacco nella zona della Versilia alla Linea verde 1, facente parte dell’ormai logoro complesso difensivo della Linea gotica, la 5a Armata americana dà inizio all’operazione Second Wind, propedeutica all’offensiva di primavera che porterà, di lì a pochi giorni, alla conquista della parte ancora libera del territorio della RSI.
    14 aprile venerdì L’attacco anglo-americano si estende a tutta la Linea gotica e si sviluppa principalmente in direzione di Bologna, lungo le valli del Reno e del Setta al centro, e contro la linea del Senio nella zona adriatica. 
    18 aprile martedì ore 19 Mussolini lascia Gargnano e alle 21 giunge a Milano.
    21 aprile venerdì alba Bologna è occupata dagli anglo-americani.
    23 aprile domenica Gli anglo-americani iniziano l’attraversamento del Po.
    25 aprile martedì ore 19,30 Mussolini lascia Milano per la Valtellina, preceduto e seguito da contingenti eterogenei di truppe della RSI.
    26 aprile mercoledì ore 17 Con l’ammaina bandiera ordinato dal Comandante Principe Junio Valerio Borghese presso la sede di piazza Fiume, la Xa MAS smobilita.
    27 aprile giovedì In luogo ed ora imprecisati, Mussolini cade nelle mani dei partigiani.
    28 aprile venerdì In luogo e ora imprecisati, Mussolini e la Signora Petacci vengono uccisi.
    28 aprile venerdì ore 17,15 In piazza Paracchini a Dongo, i partigiani si apprestano a uccidere, contro il parapetto di ferro che delimita a lago la piazza, un gruppo di persone, in precedenza catturato, che comprende anche alcuni esponenti della RSI.
    28 aprile venerdì ore 17,25 Schierati i fascisti con il viso al lago, un eterogeneo gruppo di armati apre il fuoco contro di loro; cadono così:
    Francesco Barracu Medaglia d'oro al v.m., mutilato di guerra, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
    Nicola Bombacci Organizzatore sindacale, socialista.
    Pietro Calistri Capitano pilota della ANR.
    Vito Casalinuovo Colonnello, ufficiale d'ordinanza di Mussolini.
    Goffredo Coppola Professore, Presidente dell'Istituto di cultura fascista.
    Ernesto Daquanno Direttore dell'agenzia Stefani.
    Gian Luigi Gatti Tenente, medaglia d'oro al v.m., segretario particolare di Mussolini.
    Augusto Liverani Ministro delle Comunicazioni.
    Fernando Mezzasoma Ministro della Cultura popolare.
    Mario Nudi Presidente della Federazione Agricoltori.
    Paolo Porta Avvocato, Commissario dei Fasci repubblicani di Como.
    Alessandro Pavolini Ministro Segretario del Partito fascista repubblicano, Comandante Generale delle BB.NN.
    Ruggero Romano Ministro dei Lavori Pubblici.
    Idreno Utimperghe Commissario dei Fasci repubblicani di Lucca.
    Paolo Zerbino Ministro degli Interni.
    Dopo una sequenza drammatica, viene ucciso anche il Dottore in legge Marcello Petacci, fratello di Claretta.
    28 aprile venerdì I 16 corpi vengono gettati su di un camion furgonato sul quale, transitando da Azzano, si provvede a caricare anche i cadaveri di Mussolini e della Signora Petacci.
    29 aprile notte sabato Il camion giunge a Milano e i corpi dei 18 uccisi sono scaricati a piazzale Loreto per l'esposizione al pubblico.
    30 aprile domenica ore 2,30 A Ghedi (Brescia), con la firma della resa di tutte le truppe della RSI, presso il Comando del 4° Corpo d’Armata Corazzato del Generale americano Crittemberg, il Generale Maresciallo d'Italia e Ministro della Guerra Rodolfo Graziani, sancisce di fatto la fine della Repubblica Sociale Italiana.
    In alcune regioni d’Italia, reparti dell’Esercito repubblicano, resteranno in armi fino al 5 maggio 1945.
 
 
da COMBATTENTI DELL'ONORE. Paolo Teoni Minucci.
Anno di Edizione: 2000. Greco&Greco editori. (Indirizzo e telefono: vedi EDITORI)
 

SPRONATI DA UFFICIALI DAL PASSATO VALOROSO, MA ANCHE DA SEMPLICI MILITI, FANTI, AVIERI, MARINAI, RIFIUTANDO IL DISONORE CHE COLPIVA OGNUNO, MOLTI SOLDATI DAVANO INIZIO, CON MOTO SPONTANEO, AL FENOMENO PRODIGIOSO DELLA RICOSTRUZIONE DELLE FORZE ARMATE
PREMESSE da L’ORGANIZZAZIONE MILITARE DELLA RSI. Giuseppe Rocco.
 
 
    Come tutti sanno, già prima dell’8 settembre 1943, mentre gli alti comandi preparavano il tradimento, in numerosi ambienti militari la situazione successiva al 25 luglio, pur nella formale apparente disciplina, aveva provocato una serie di sbandamenti e di perplessità. In modo particolare, nei reparti della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, costretti a sostituire i fascetti con le stellette, maturavano propositi che il maldestro intreccio di tre tradimenti portò in seguito allo scoperto.
    Tutta l’abilità dei cospiratori si era esaurita con il colpo di stato del 25 luglio. Mussolini, dopo la sua liberazione dal Gran Sasso, ebbe a dire a Galbiati che se i nostri Capi militari avessero applicato, nella preparazione della guerra, la stessa intelligenza dimostrata nella preparazione del colpo di stato, egli non sarebbe stato a Roma a parlare, ma in un albergo del Cairo. Tutti e tre i Capi di Stato Maggiore, cioè Badoglio, Cavallero e Ambrosio, come risulta dai loro diari, persero più tempo per studiare il colpo contro il governo che per elaborare piani contro il nemico.
    Dopo il 25 luglio, solo livore politico, vendette e confusione: si pensi che su sedici ministri, due soltanto riuscirono a partire da Pescara con il re e Badoglio. Gli altri, dimenticati o spariti.
    I tedeschi, traditi dal governo badogliano (naturalmente, consenziente il re); il governo Badoglio, tradito dagli americani con la promessa - falsa - di sbarcare una divisione di paracadutisti nell’aeroporto di Ciampino, e con la proclamazione dell’armistizio quattro giorni prima di quanto concordato (l’8 settembre anziché il 12); tre milioni e mezzo di soldati italiani traditi dallo Stato Maggiore, abbandonati allo sbaraglio, senza ordini, con la sola direttiva generica di volgere le armi contro l’alleato che da tre anni gli combatteva a fianco.
    Già nella notte fra l’8 e il 9, ma con ritmo sempre più accelerato nei giorni successivi (prima che i tedeschi attuassero i loro comprensibili piani di vendetta per il tradimento), ovunque si trovassero soldati italiani, qualcuno si ribellò.
    Con moto spontaneo, spronati da ufficiali dal passato valoroso ma anche da semplici militi, fanti, marinai, avieri ecc., rifiutando il disonore che colpiva ognuno, molti soldati davano inizio al fenomeno prodigioso della ricostruzione delle Forze Armate. Si manifestò ovunque l’intenzione di continuare a combattere il vecchio nemico, mettendosi a fianco di qualche reggimento tedesco - in caso di elementi isolati - o costituendo reparti regolari organizzati e disciplinati.
    In ogni centro, grande o piccolo, attorno a quanti non avevano deposto le armi, si verificò un’affluenza di giovani generosi e anche di meno giovani, padri di famiglia con gradi o senza, che avevano tutto da perdere ma ritenevano necessario salvare, nel momento supremo, il valore più alto di un popolo: l’onore militare. Valore che si riflette, in guerra e in pace, in tutti i campi della vita civile ed economica della nazione.
    Le note dell’inno del primo fascismo, trasmesse da Radio Monaco la sera dell’8 settembre da un gruppo di "irriducibili", rappresentò il primo collante, un segnale per gli isolati, una prima certezza di non essere soli, ma che altri fratelli erano determinati a raccogliere dal fango le armi abbandonate, continuando a combattere, con o senza speranza di vittoria ma per fedeltà alla parola data.
    Nel giro di pochi giorni, quasi tutti i reparti della Milizia e nuclei di soldati, di marinai, di avieri, di fascisti, di civili non fascisti, di funzionari statali, di specialisti delle varie Armi si riunivano spontaneamente per difendere le loro sedi e le loro prime caserme, anche dall’alleato germanico giustamente diffidente. Subito si creò una rete militare tale da occupare e presidiare tutto il territorio non invaso dagli anglo-americani, (circa gli otto decimi del suolo italiano) ed assicurare l’attività dell’apparato statale in tutti i suoi aspetti, amministrativi, assistenziali, politici, giudiziari ecc.
    La Repubblica Sociale Italiana era già viva e vitale prima ancora della liberazione del Duce, prima che il nuovo Governo ne sanzionasse la nascita.
    Dopo tre giorni, già centottantamila uomini erano accorsi volontari o rimasti in servizio.
    Il primo importante scopo era stato raggiunto: neutralizzare la furia dei tedeschi, trasformati in poche ore da alleati in nemici.
    * * *
    Difficoltà immense accompagnarono la nascita delle Forze Armate repubblicane; le carenze erano enormi, ma tutto riuscì a procedere, nonostante il continuo arretramento del fronte, sia in Italia che nel resto dell’Europa occupata dai tedeschi. Lo stato "Repubblica Sociale Italiana" per venti mesi operò regolarmente, in tutte le funzioni consentite dal tempo di guerra.
    Come il lettore potrà rilevare dal contenuto del libro, verso la metà di aprile ’45, quando avvenne lo sfondamento della Linea Gotica, l’Italia era ancora in piedi, tutta la sua struttura organizzativa rispondeva alle esigenze della popolazione, l’aspetto alimentare era sopportabile, la burocrazia funzionava bene, tanto che il governo del Sud aveva emanato disposizioni di assorbirla man mano che avanzava l’occupazione militare alleata. La situazione finanziaria, inoltre, era tale che, nonostante il peso della guerra, il costo dell’alleato e degli assegni familiari pagati ai congiunti dei richiamati (anche quelli che combattevano con l’esercito del Sud), il bilancio del 1944 si chiuse in pareggio. I disagi maggiori erano rappresentati dagli incessanti bombardamenti mirati e terroristici nonché dalle imboscate di fuorilegge che scendevano di notte dalle montagne.
    Le truppe della RSI erano distribuite lungo i confini dove, da sole od unitamente a reparti germanici, avevano impedito fino all’ultimo ogni sfondamento, sia sul fronte occidentale che su quello orientale. Ad ovest si opponevano alle armate golliste che, dopo lo sbarco alleato in Provenza del 15 agosto ’44 ed il conseguente abbandono da parte dei tedeschi della Francia meridionale, si erano riaffacciati al confine piemontese, con l’intenzione di conquistare territori italiani, come pegno da presentare al tavolo della pace. Ad est, agguerrite grandi formazioni slave, comuniste o no, aiutate anche da italiani, pretendevano di impadronirsi del Veneto fino all’Isonzo ed oltre.
    Solo la strapotenza americana in uomini e mezzi riuscì, con enormi sforzi, impiegando venti mesi più del previsto, ad eliminare il fronte italiano. I tedeschi, con le divisioni depauperate dalle perdite, ormai battuti su altri fronti, rinunciarono a resistere sulla linea del Po, anticipando l’abbandono del territorio italiano. Si determinò così una situazione improvvisa, che mise le armate repubblicane in crisi, per cui i previsti piani di ripiegamento non poterono essere attuati e la fine della guerra portò con sé lo scatenamento dell’odio comunista con le tragedie che rappresentano una delle pagine più buie della nostra storia.
    * * *
    Esaurite queste premesse, è nostra intenzione esaminare la situazione militare alla metà di aprile 1945, prima dei movimenti di ripiegamento generale, segnando su apposite cartine la dislocazione dei vari reparti lungo i confini. Indicheremo altresì la posizione degli enti militari nelle varie località e tutta l’organizzazione del fronte interno.
    La rappresentazione grafica sarà preceduta da una succinta storia di ogni Arma e di ogni Reparto, onde far conoscere il vero spirito di abnegazione e la fede che animava i singoli elementi, dal più umile "levato" al più noto generale.
 
 
da L’ORGANIZZAZIONE MILITARE DELLA RSI. Giuseppe Rocco.
Anno di Edizione: 1998.Greco&Greco editori. (Indirizzo e telefono: vedi EDITORI)
 

 

sabato 1 marzo 2025

Filippo Tommaso Marinetti

Filippo Tommaso Marinetti

Nasce ad Alessandria d'Egitto il 22 dicembre 1876, il padre originario di Voghera era un avvocato civilista che si era trasferito in Egitto con la famiglia per lavorare, prima come impiegato presso la Compagnia del Canale di Suez e poi come legale personale del Pascià Muhammad Tawfiq, cosa che gli consentì di accumulare un discreto patrimonio.

Nel 1888 Filippo Tommaso inizia gli studi superiori presso il Collegio St.Francois-Xavier dei Gesuiti francesi e nel 1893, a soli 17 anni, fonda “Papyrus”, la sua prima rivista scolastica, ma i Gesuiti lo espellono per aver pubblicato sulla rivista alcuni romanzi di Emile Zola ritenuti scandalosi.

La famiglia lo manda allora a Parigi dove si diploma e successivamente si iscrive alla Facoltà di Legge di Pavia e poi a quella di Genova dove, nel 1899, si laurea il Legge.

Decide però di dedicarsi alla sua passione artistico-letteraria tra Parigi e Milano, come promotore e autore, le sue prime poesie sono in lingua francese e vengono pubblicate su riviste parigine e milanesi e suscitano un certo interesse e, nel 1902, esce il suo primo romanzo “La conquéte des étoiles”.

Nel 1905 fonda e dirige a Milano la rivista internazionale “Poesia”, dove esalta la “città moderna”, il mito “della velocità” e “dell'automobile da corsa” immagine dinamica del progresso.

Nel 1909 invia il suo Manifesto del Futurismo ai principali giornali italiani, ma pochi lo pubblicano, però riesce a farlo pubblicare sul prestigioso giornale francese Le Figaro, cosa che dà al nascente movimento una risonanza europea.

Il “Futurismo” è un movimento rivoluzionario, provocatorio che vuole chiudere i ponti con il passato, vuole liberarsi dagli orpelli decadentisti e passatisti.

Nel 1910 lancia le “Serate futuriste” e pubblica il suo primo romanzo “Mafarka le futuriste” che non ottiene un grande successo e per il quale viene condannato con l'accusa di oltraggio al pudore.

Nel 1911, in occasione della guerra Italo-Turca, Marinetti sostiene la causa della guerra e riesce ad aggregarsi come “osservatore” alle truppe italiane in partenza per la Libia ed è testimone del massacro dei Bersaglieri italiani che presidiavano l'oasi di Sciara Sciat, Bersaglieri dei cui corpi i Turchi-Arabi fecero scempio.

Ritorna in Italia dove scrive il racconto “La battaglia di Tripoli”, che ha un discreto successo in parallelo alla celebre canzone “Tripoli bel suol d'amore” scritta da Giovanni Corvetto.

Nel 1912 scrive il romanzo in versi “Le monoplan du Pape” (L'aeroplano del Papa), violentemente anticattolico.

Acceso interventista, quando nel 1915 l'Italia entra in guerra contro l'Austria-Ungheria, si arruola come volontario, prima nel Battaglione ciclisti e poi negli Alpini e, il 14 marzo 1917, nella battaglia del monte Cucco viene ferito all'inguine e alle gambe e viene decorato con la “Medaglia di bronzo”.

Promosso tenente partecipa alla battaglia del Piave e all'offensiva finale di Vittorio Veneto per la quale riceve un'altra “Medaglia di bronzo” e, il 4 novembre 1918, entra a Tolmezzo liberata con la sua autoblinda Lancia 1Z, vicenda poi narrata nel suo romanzo “L'alcova d'acciaio”.

Nel 1919 Marinetti fonda il Partito Politico Futurista che propone lo “svaticanamento dell'Italia”, il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica, la distribuzione delle terre ai Combattenti e Reduci, la lotta all'analfabetismo, il suffragio universale esteso alle donne, le otto ore lavorative ed i contratti collettivi.

Viste le affinità con le idee di Mussolini, il 23 marzo 1919 Marinetti partecipa alla fondazione dei Fasci italiani di Combattimento e vi fa confluire il suo Partito Futurista.

Nel 1920 partecipa al secondo Congresso dei Fasci dove ribadisce i punti del suo programma ma, vista la scarsa attenzione alle sue proposte, si allontana dal Fascismo.

Lasciata la politica ritorna alla letteratura e al teatro assieme alla scrittrice Benedetta Cappa che diventa sua moglie e che gli dà tre figlie.

Deluso dalle ultime esperienze culturali si riavvicina al Fascismo nel 1923 e, nel 1924, pubblica il volume di scritti politici titolato “Futurismo e Fascismo” e, nel 1925, è tra i firmatari del “Manifesto degli intellettuali fascisti”.

Nel 1929 è membro dell'Accademia d'Italia appena fondata e difende a spada tratta la lingua italiana contro il la moda delle parole straniere.

Nel 1930, con Guglielmo Sansoni detto Tato, organizza il “Primo concorso fotografico nazionale” e nel 1931 teorizza la poetica dell'aeropoesia nel “Manifesto dell'aeropoesia”.

Nel 1932 indice il primo “Premio di pittura Golfo della Spezia” e, nel 1934 pubblica il “Manifesto dell'Architettura Aerea”.

Nel 1935, coerente con le sue idee sulla guerra “sola igiene del mondo” e sul patriottismo, partecipa come volontario alla guerra di Etiopia con il grado di “Seniore” nella divisione “28 Ottobre” e, nel 1936, partecipa alla battaglia del passo Uarieu dove guadagna un'altra “Medaglia di bronzo al Valor Militare”.

Nel 1938 è contrario all'alleanza dell'Italia con la Germania (dove le opere dei “Futuristi” sono considerate “arte degenerata”) e, sulla rivista futurista Artecrazia, compaiono alcuni articoli contro l'antisemitismo e le leggi razziali, articoli ispirati probabilmente dallo stesso Marinetti.

Nel 1942, a 66 anni, partecipa sempre come volontario alla sfortunata spedizione dell'ARMIR in Russia, come “Primo Seniore” del “Gruppo 23 Marzo Camicie Nere” e ottiene la “Croce di guerra al Valor Militare”.

Rientra in Italia sofferente di miocardite e, nel 1943, aderisce alla RSI-Repubblica Sociale Italiana-.

Muore a Bellagio (CO) il 2 dicembre 1944 per una crisi cardiaca e il suo funerale di Stato, voluto da Mussolini, viene celebrato il 5 dicembre 1944 nella chiesa di San Sepolcro a Milano, con grande partecipazione dei milanesi ed è sepolto nel Cimitero Monumentale.


venerdì 17 gennaio 2025

I nodi stanno arrivando al pettine

I nodi stanno arrivando al pettine

Il Governo di Centrodestra ha oramai superato i due anni di gestione del potere e bisogna dare atto che in questi due anni ha saputo propagandisticamente barcamenarsi bene, ma adesso i nodi stanno arrivando al pettine.

La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il suo piglio decisionista ha furbescamente accantonato le promesse elettorali irrealizzabili (quelle che le hanno portano i voti) e si è concentrata su quelle meno roboanti ma più realistiche.

Inoltre, Meloni ha sostenuto la sua immagine con una girandola di viaggi istituzionali un po' in tutto il mondo, quanti non se ne erano mai visti prima da parte di un Capo di Governo, per avvalorare il suo ritornello che l'Italia ha acquisito una nuova centralità e un rinnovato protagonismo a livello internazionale, quasi fossimo diventati l'ombelico del mondo.

In realtà tutte quelle passerelle hanno prodotto ben pochi risultati, sia sul piano internazionale dove rispetto ai gravi conflitti e alle crisi in corso e ai cambiamenti epocali l'Italia è assolutamente ininfluente, sia sul piano interno dove la propaganda non riesce più a nascondere le emergenze e le criticità del Paese.

Il Pil -Prodotto interno lordo- cioè la crescita attesa per l'Italia nel 2024 sta rallentando (dal previsto + 0,9% siamo scesi al + 0,7%), la produzione industriale per il diciottesimo mese consecutivo è risultata in calo ed è tornata ai minimi dalla pandemia, le esportazioni non crescono più, il gigantesco debito pubblico è arrivato a settembre a 2.962 miliardi di euro (103 miliardi di euro in più rispetto allo scorso anno), anche sugli ingenti finanziamenti del PNRR europeo ci sono luci ed ombre, perché l'Italia, oltre ad aver già chiesto ben quattro modifiche, è in ritardo su diversi progetti e riforme che alla fine probabilmente non vedranno mai la luce.

Anche sui temi cari al Centrodestra, i presunti successi finora sbandierati cominciano a far vedere le loro crepe, dal fumoso “Piano Mattei” per l'Africa che doveva bloccare il flusso dei migranti, flusso che per ora è solo rallentato, alla boiata dei “Centri in Albania”, dal fisco “amico”, alla “riduzione delle tasse” che non arriva, dalla giustizia sociale, alla lotta alle disuguaglianze.

Infatti le disuguaglianze e la povertà continuano a crescere, la Sanità e la Scuola sono in grave emergenza, i Trasporti fanno acqua da tutte le parti, l'occupazione è aumentata solo grazie al “lavoro povero” e al precariato e l'infittirsi degli scioperi è il campanello d'allarme della situazione.

Tutto questo mentre il Parlamento è diventato oramai solo un organo notarile che ratifica , spesso con il voto di “fiducia”, i tanti Decreti Legge del Governo che i Parlamentari ratificano senza batter ciglio, pena la perdita della poltrona sulla quale poggiano i loro augusti sederi.

Intanto la Meloni ed i suoi Ministri, di fronte alle critiche, continuano a ripetere il ritornello che “gli Italiani ci hanno votato”, ma a votarli è stato solo poco più di un terzo degli Italiani, in quanto un terzo non ha votato e si è astenuto e l'altro terzo ha votato fuori dal perimetro del Centrodestra e questo nel 2022, perché nel 2024, con la crescente astensione, il Centrodestra oramai rappresenta solo un quarto degli Italiani.

A questo punto la Meloni e soci dovrebbero fare un bagno di umiltà e dimenticare le trombonate dette quando hanno vinto le elezioni nel 2022, trombonate tipo : “Abbiamo scritto la Storia..... ora scriviamo il futuro dell'Italia”.

Perché il futuro è adesso ed è tutt'altro che roseo!

Adriano Rebecchi Martinelli


 





giovedì 19 dicembre 2024

QUANDO GLI INFAMI SI PROCLAMARONO EROI

QUANDO GLI INFAMI SI PROCLAMARONO EROI


LE AUSILIARIE UCCISE DAI PARTIGIANI
 
Questo elenco solo una parte dei nominativi delle ausiliarie cadute, in quanto non è mai stato possibile giungere ad una documentazione completa per quanto riguarda le ausiliarie uccise nelle sanguinose giornate dell' Aprile-Maggio 1945. In questo elenco sono incluse comunque le ausiliarie appartenenti alla Decima Flottiglia Mas, alle Brigate nere, alle formazioni autonome e che dipendevano direttamente dal Servizio ausiliario femminile(SAF).


Per dare un idea del martirio cui furono sottoposte tante ausiliarie, rimaste ignote, e che vennero trucidate a Torino nei giorni conclusivi del conflitto. I dati di queste autopsie swono stati desunti dal registro apposito tenuto presso l' Istituto di Medicina Legale dell' Università di Torino.

1 ALESSI INES Cervia 26/4/45
2 AMODIO ROSA Savona Agosto 45
3 ANNIBALI ROSA Venezia 26/7/44
4 ANTONUCCI VELLA caduta 1945
5 ARISTA ANNAMARIA Intra 7/1/45
6 AUDISIO MARGHERITA Nichelino 26/4/45
7 BACCHI ANNA Modena 6/4/45
8 BALDI IRMA Schio 7/7/45
9 BALDINI IRIDE caduta 1945
10 BALDUZZI NORMA Vercelli 29/4745
11 BANDINI-POZZI VIRGINIA Cambiasco 16/4/45
12 BADO Milano nel 1945
13 BARALE MARIA Cuneo 3/5/45
14 BARBIER FRANCA Aosta 27/7/44
15 BARDI CARLA 9/5/45
16 BARONI ANGELA Buia 7/11/44
17 BATACCHI MARCELLA Mongrado 3/5/45
18 BELLENTANI MARIA Modena 26/4/45
19 BELLISSIMO ANTONIETTA Milano 26/4/45
20 BENAGLIA LUCINDA Monfalcone Maggio 45
21 BENELLI BIANCA Modena 17/2/45
22 BIANCHI ANNAMARIA S. Maria Rezzonico 4/7/45
23 BLONDET ELENA Milano 29/4/45
24 BOCCHI-MORISI ITALINA Modena 16/3/45
25 BOERO CATERINA Alassio 27/4/45
26 BIONDO ANNAMARIA dispersa
27 BOFFELLI CLORINDA Crema 29/4/45
28 BONAGLIA GIUDITTA caduta 1945
29 BONINI BIANCA dispersa a Modena
30 BOSIA LIDIA Omeglia 7/5/45
31 BOSIO EMILIA caduta 1945
32 BRESSANINI CATERINA Milano 16/3745
33 BRESSANINI ORSOLA madre della precedente Milano 10/5/45
34 BIAMONTI ANGELA MARIA Savona Maggio 45
35 BRAZZOLI VINCENZA Milano 28/4/45
36 BRUSA ZELANDA Novara 15/2/45
37 BURRISER GIANCARLA Suno 30/1/45
38 BURZONI ADELE Casalpusterlengo 27/4/45
39 BURZONI MARIA sorella della precedente Casalpusterlengo 27/4/45
40 CALLAINI BRUNA Langosco 6/5/45
41 CAMORANI-MOLINARI EDA Lavagnola 25/4/45
42 CAMOTTO MARIA Torino 6/3/45
43 CARLINO ANTONIETTA Cuneo 3/5/45
44 CARPEGGIANI BRUNA caduta 1945
45 CASSOLO MARIUCCIA Palestro 8/4/45
46 CASTALDI NATALIA Cuneo 9/5/45
47 CASTELLINI GIULIA mirandola Aprile 45
48 CENTAZZO MARIA Venezia 26/7745
49 CHIAVAZZA MARIA Cuneo 3757$5
50 CHIANDRE RINA Graglia 2/5/45
51 CHIODI RAFFAELLA caduta 1945
52 COCCHI VITTORINA caduta 1945
53 COLOMBO CECILIA caduta 1945
54 COMETTO MARIA 3/3/45
55 CORTESI JOLE Arona nel 45
56 CONTE ADELINA Maggio 1945
57 CORPO MARGHERITA Vercelli 1945
58 CORRADI DEFAIS 23/3/45
59 CORNOTTO MARIA Marzo 45
60 COTTI MARIA Milano 29/4/45
61 CRAVERO AGNESE Torino 3/5/45
62 CROVELLI-MUTTI LUIGIA Casalpusterlengo 27/4/45
63 CRIVELLI JOLANDA caduta 1945
64 DE ANGELIS ITALA caduta 1945
65 DEGANI GINA Aprile 1945
66 DE NITO ANGELA Scandiano per malattia contratta in servizio 14/2/49
67 DE SIMONE ANTONIETTA Revine Lago nel 1945
68 DE VECCHI caduta nel 45
69 DHO LIDIA Mondovi 11/5/45
70 DE GLANDI GIUSEPPA Bergamo 28/3/45
71 DROVETTO LUCIANA Inverso Pinasca 7/4/45
72 FANANI DOLORES Treviso 30/4/45
73 FERRARI GIUSEPPINA Savona Gennaio 45
74 FERRARIS FLAVIA Novara 4/9/44
75 FERRI GABRIELLA Venezia Luglio 1944
76 FERRI GIULIA Milano 28/4/45
77 FERRONI MARIA caduta 1945
78 FIUMANA ERNESTA caduta 1945
79 FIENI LUIGIA 17/4/45
80 FIORAVANTI ROSA Cilavagna 28/2/45
81 FORLANI BARBARA Rosasco 6/5/45
82 FORNI ANNA Sezzzadio Febbraio 45
83 FORCELLLINI-BORTOLUZZI LEA Fagarè di Piave 24/3/45
84 FRAGIACOMO LIDIA Nichelino 26/4/45
85 FRIGERIO CAMILLA MARIA Pusiano 26/4/45
86 FRIZZON CATERINA Buia 7/11/45
87 GARZENI MARIA Graglia 2/5/45
88 GASTOLDI NATALINA Imperia 3/5/45
89 GAZZIOLA REGINA Venezia 26/7/44
90 GENESTRONI MICHELINA Fossano nel 1945
91 GIACOBBE MARGHERITA Orsara Bormida 14/4/45
92 GIOLO LAURA Torino 30/4/45
93 GABOLI ADELE Suno 22/10/44
94 GLAREY-BERLINGHIERI EMMA Aprile 45
95 GOZZI INES 21/1/45
96 GIORGETTI RITA caduta 1945
97 GIORGETTI madre della precedente caduta 1945
98 GIRAUDI ITALA Graglia 2/5/45
99 GIRAUDO BIANCA Cuneo 3/5/45
100 GIUBERTONI CATERINA Adorno Micca 23/3/45
101 GRECO EVA Medolla 31/5/45
102 GRILL MARILENA Torino 3/5/45
103 INTRAINO ANITA Milano 2874/45
104 LANDINI LINA Milano 11/5/45
105 LANTIERI VINCENZA Genova 1/5/45
106 LAVISE BLANDINA Schio 7/7/45
107 LUMINOSO GIOVANNA Milano 27/5/45
108 MALAGOLI TIZIANA Collegarala Aprile 45
109 MANDER TERESA Venezia 26/7/44
110 MANRUTTO NELLA Monfalcone 15/3/45
111 MARCHIOLI ROISINA Parma 27/4/45
112 MASSARINI RINA Monfalcone 15/3/45
113 MENEGHETTI NORA Parma 27/4/45
114 MERLINI LUCILLA Cremona 1/5/45
115 MILAZZO ANGELINA Garbagnate 21/1/45
116 MINARDI LUCIANA Cologna Veneta 24/5/45
117 MINETTO ELENA Callizzano 13/4/45
118 MONTEVERDE LICIA Torino 6/5/45
119 MORARA MARTA Bologna 25/5/45
120 MORICHETTI ANNA PAOLA Milano 27/4/45
121 MORSETTI MIRKA caduta 1945
122 NASSARI DESOLINA Casalpusterlengo 27/4/45
123 OLIVIERI LUCIANA FANNY Cuneo Maggio 45
124 OTTAVANA ROSETTA Casalpusterlencgo 27/4/45
125 PAGANI EDVIGE Milano 1/5/45
126 MAGLIARINI MARISA Como 17/1/45
127 PALTRINIERI ROSALIA caduta 27/4/45
128 PANNI ROSA dispersa 1945
129 PARENTI DINA Maggio 1945
130 PAROLI IRIDE Arona 26/4/45
131 PEVERATI LILIANA Cantù 4/5/45
132 PICCINELLI GIUSEPPINA caduta 1945
133 PICCINELLI SILVIA caduta 1945
134 PITTALIS MARIA Fossoli 8/3/45
135 POLETTINI SILVIA Rovigo 20/1/45
136 PONTREMOLI ZARA Milano 27/4/45
137 PORTESAN MARIA Ciriè 3/5/45
138 PROVETTO LUCIANA caduta 1945
139 RADAELLI LUCIA Vizzola Ticino 26/4/45
140 RAIMONDO MADDALENA S. Gillio Canavese 2/12/44
141 RAMELLA GIOVANNA Imperia Maggio 45
142 RAMELLA MARIA Muzzano 1945
143 RANACCHIA GISELDA Schio Luglio 45
144 RATTI GEA Stradella 12/3/45
145 RAVILOLI ERNESTA Torino 3/5/45
146 RECALCATI GIUSEPPINA Milano 27/4/45
147 RECALCATI MARIUCCIA figlia della precedente Milano 27/4/45
148 RIGO FELICITA Tricerio nel 1945
149 RIOLI ROMA Gorizia Marzo 45
150 ROCCHETTI LUCIA Graglia 2/5745
151 ROMANO LEA Lubiana 30/10/47
152 ROSSI AMELIA Bologna nel 1945
153 ROVIDA MARIA Invorio nel 1945
154 RUFFILI LINDA Torino nel 1945
155 SACCHI ALBERTINA Seriate 27/4/45
156 SAIU GRAZZIELLA Taleggio 12/4/45
157 SANTAMARIA ORNELLA Bologna 24/4/45
158 SCAPAT SANTINA Venezia 26/7/44
159 SCARQAMELLI ALFONSINA Parma 26/4/45
160 SECONDO ANGELA Calice Ligure 12/12/44
161 SILVESTRO IDA Torino 1/5/45
162 SCALFI LAURA Vercelli 7/5/45
163 SCALFI ELSA sorella della precedente Vercelli 7/5/45
164 SIMONI-CAPARRINI ARMIDA Fornaci 26/1/45
165 SOFFREDINO LUCIANA caduta nel 1945
166 SOMMARIVA ELEONORA Thiene 29/4/45
167 SPERIANI TULIA Cesano Maderno nel 1945
168 SPITZ JOLANDA Mongrando 3/5/45
169 TAM ANGELA MARIA Buglio in Monte 6/5/45
170 TANZI BRUNILDE Milano Gennaio 46
171 TAVERNI CARLA Milano caduta nel 1945
172 TIBERIO MARIUCCIA Milano 2774/45
173 TIBERIO PASQUINA Milano 27/4/45
174 TRIMBOLI CLORINDA Omegna 26/1/45
175 TRIMBOLI GIANNA figlia della precedente Omegna 26/1/45
176 UGAZIO CORNELIA Galliate 28/4/45
177 UGAZIO MIRELLA sorella della precedente Galliate 28/4/45
178 VALDORA MARIA Villa Piana 26/4/45
179 VECCHI LORENZA Seriate 29/4/45
180 VIGO FELICITA Nichelino Maggio 45
181 ZANINI LUISA Modena 17/2/45
182 ZARA caduta 1945
183 IGNOTA Tradate 20/4/45
184 IGNOTA Parma 26/4/45
185 IGNOTA Nichelino 26/4/45
186 IGNOTA Nichelino 26/4/45
187 IGNOTA Nichelino 26/4/45
188 IGNOTA Cuneo 29/4/45
189 IGNOTA Tirano 29/4/45
190 IGNOTA Muzzano 03/5/45
191 IGNOTA Torino 3/5/45 (Autopsia n° 7065 : entrata 3,5, uscita 11.5: Provenienza stazione Porta Nuova, lato via Vizza. Diagnosi : omicidio per arma da fuoco. Causa della morte: lesioni alcranio, torace e addome. Indossa la divisa militare della Repubblica con mostrine recanti fascetti roossi. Una "M" rossa sulla tasca sup. sx. Si tratta del cadavere di una giovane domma dell' apparente età di 18-20 anni, capelli neri rasati a zero; presente ferite multiple d' arma da fuoco al viso, toraceve addome)
192 IGNOTA Rosacco 5/5/45
193 IGNOTA Torino 6//5/45 (Autopsia n° 7071: entrata 6.5, uscita 9.5. Provenienza Fiume Po. Diagnosi : omicidio per arma da fuoco. Causa della morte: lesioni agli organi del capo e dell' addome. E' stata uccisa e buttata nel fiume Po. Si tratta del cadavere di giovane donna dell'apparente età di 25-30 anni; il viso è ricoperto di una spessa patina di terriccio melmoso; sono visibili numerosi forami irregolarmente tondeggianti in corrispondenza del capo, della regione anteriore e laterale del tarace e del basso ventre)
194 IGNOTA Imperia 7/5/45
195 IGNOTA Torino 8/5/45 (Autopsia n° 7083: entra 8.5, esce 11.5. Provenienza: Corso Tassoni angolo strada Pellerina. Diagnosi: omicidio per arma da fuoco. Causa della morte : lesioni al cervello. Notizie : fu uccisa dai parigiani: Si tratta del cadavere di una donna dall' apparente età di 35 anni, il capo è completamente rasato dai capelli; in corrispondenza della regione zigomatica sx ferita da taglio, a forma di barca con estremo arrotondato rivolto anteriormente, limitata ai piani superficiali con scarsa reazione vitale. Scoppio del cranio in corrispondenza della regione occipitale dove esiste squarcio ampio con margini irregolari ed extroflessi da cui fuoriecse sostanza nervosa mista a sangue. Nella regione sopraclaveare sx forro tondeggiante della dimensione di una moneta di un soldo con orletto escoriativo concentrico.)
196 IGNOTA Torino 15/5/45 (Autopsia n° 7103: entrata 15,5, uscita 22.5. Provenienza : strada Santa Margherita presso villa Genero. Diagnosi: omicidio per arma da fuoco: Causa della morte: lesioni al cervello: Si tratta del cadavere di una donna dell'apparente età di 36-40 anni in condizioni generali dsi nutrizione buone con capelli biondo chiaro rasati.Sono rilevabili un gruppo di 4-5 ecchimosi di forma irregolarmente tondeggianti in corrispondenza delle superfici anteriori delle cosce, grandi quanto una moneta di mezza lira. all' angolo mandibolare dx è presente un forame di margini irregolari circondato da un alone di affumicatura ampio quanto una moneta di mezza lira. Il corrispondente forame di uscita si trova nella metà sx della regione frontale: l' osso frontale è frantumato. Da quest'ultimo forame fuoriesce sostanza celebrale.)
197 IGNOTA Torino 125/5/45 (Autopsia n° 7105: entrata 15.5, uscita 19.5. Provenienza: griglia dell' Arsenale di Borgo Dora. Diagnosi: omicidio per arma da fuoco. Causa della morte: lesioni al cervello. Notizie: fu uccisa nelle strage dell'insurezzione di fine Aprile. Si tratta del cadavere di una donna dell'apparente età di 30 anni. Corpo ricoperto da una patina di fango. In corrispondenza del lato dx del volto numerosi fori tondeggianti d' arma da fuoco con orletto escoriativo. Frattura comminuta del cranio, lesioni al cervello.)
198 IGNOTA Torino 11/6/45 (Autopsia n° 7143: entra 11.6, esce 17.6. Provenienza : fiume Po dietro Caserma dei Pompieri Barriera Milano. Diagnosi: omicidio per arma da fuoco. Causa della morte: lesioni cranio-celebrali e toraco-addominali. Notizie: si dice che questa giovane donna già Ausiliaria presso i reparti della Repubblica sia stata prelevata e collocata in un canale di via Nizza, indi prelevata ed uccisa per colpi d'arma da fuoco. Veste una gonna grigia ed un giubbetto rosso a grosse fasce bianche trasversali, ha i capelli di color castano scuri rasati. Si tratta del cadavere di giovane donna dell'apparente età di 17-19 anni incinta al settimo mese circa di gestazione. All' ispezione sono rilevabili numero sei (6) forami tondeggianti d' arma da fuoco del diametro di circa 1 centimetro circondati da orletto escoriativo nerastro situati rispettivamente: due vicini alla regione laterale sx del collo, un terzo alla regione precordiale; gli altri al basso ventre.)







Ausiliarie assassinate dopo il 25 aprile 1945 
e dopo che si erano arrese

Amodio Rosa 23 anni, assassinata nel luglio del 1947, mentre in bicicletta andava da Savona a Vado.
Antonucci Velia due volte prelevata, due volte rilasciata a Vercelli, poi fucilata.
Audisio Margherita Fucilata a Nichelino il 26 aprile 1945
Baldi Irma Assassinata a Schio il 7 luglio 1945
Batacchi Marcella e Spitz Jolanda 17 anni, di Firenze. Assegnata al Distretto militare di Cuneo con la coetanea Jolanda Spitz e altre 7 ausiliarie, molto religiosa, come del resto la sua collega Spitz, e in particolare devota della Madonna, il 30 aprile 1945, con tutto il Distretto di Cuneo, pochi ufficiali, 20 soldati e 9 ausiliarie, si mette in movimento per raggiungere il Nord, secondo gli ordini ricevuti. La colonna è però costretta ad arrendersi nel Biellese ai partigiani del comunista Moranino. Interrogate, sette ausiliarie, ascoltando il suggerimento dei propri ufficiali, dichiarano di essere prostitute che hanno lasciato la casa di tolleranza di Cuneo per seguire i soldati. Ma Marcella e Jolanda non accettano e si dichiarano con fierezza ausiliarie della RSI. I partigiani tentano allora di violentarle, ma le due ragazze resistono con le unghie e con i denti. Costrette con la forza più brutale, vengono violentate numerose volte. In fin di vita chiedono un prete. Il prete viene chiamato ma gli è impedito di avvicinare le ragazze. Prima di cadere sotto il plotone di esecuzione, sfigurate dalle botte di quelle belve indegne di chiamarsi partigiani, mormorano:" Mamma" e "Gesu' ". Quando furono esumate, presentavano il volto tumefatto e sfigurato, ma il corpo bianco e intatto. Erano state sepolte nella stessa fossa, l'una sopra l'altra. Era il 3 maggio 1945.
Bergonzi Irene Assassinata a Milano il 29 aprile 1945

Biamonti Angela Assassinata il 15 maggio 1945 a Zinola (SV) assieme ai genitori e alla domestica. 
Bianchi Annamaria Assassinata a Pizzo di Cernobbio (CO) il 4 luglio 1945
Bonatti Silvana Assassinata a Genova il 29 aprile 1945
Brazzoli Vincenza Assassinata a Milano il 28 aprile 1945
Bressanini Orsola Madre di una giovane fascista caduta durante la guerra civile, assassinata a Milano il 10 maggio 1945
Buzzoni Adele, Buzzoni Maria, Mutti Luigia, Nassari Dosolina, Ottarana Rosetta, Facevano parte di un gruppo di otto ausiliarie, (di cui una sconosciuta), catturate all'interno dell'ospedale di Piacenza assieme a sei soldati di sanita'. I prigionieri, trasportati a Casalpusterlengo, furono messi contro il muro dell'ospedale per essere fucilati. Adele Buzzoni supplico' che salvassero la sorella Maria, unico sostegno per la madre cieca. Un partigiano afferro' per un braccio la ragazza e la sposto' dal gruppo. Ma, partita la scarica, Maria Buzzoni, vedendo cadere la sorella, lancio' un urlo terribile, in seguito al quale venne falciata dal mitra di un partigiano. Si salvarono, grazie all'intervento di un sacerdote, le ausiliarie Anita Romano (che sanguinante si levo' come un fantasma dal mucchio di cadaveri) nonche' le sorelle Ida e Bianca Poggioli, che le raffiche non erano riuscite ad uccidere.
Carlino Antonietta Assassinata il 7 maggio 1945 all'ospedale di Cuneo, dove assisteva la sua caposquadra Raffaella Chiodi.
Castaldi Natalina Assassinata a Cuneo il 9 maggio 1945
Chandre' Rina, Giraldi Itala, Rocchetti Lucia Unitamente a Lucia Rocchetti, aggregate al secondo RAU (Raggruppamento Allievi Ufficiali) furono catturate il 27 aprile 1945 a Cigliano, sull'autostrada Torino - Milano, dopo un combattimento durato 14 ore. Il reparto si era arreso dopo aver avuto la garanzia del rispetto delle regole sulla prigionia di guerra e dell'onore delle armi. Trasportate con i loro camerati al Santuario di Graglia, furono trucidate il 2 maggio 1945 assieme ad oltre 30 allievi ufficiali con il loro comandante, maggiore Galamini, e le mogli di due di essi. La madre di ITala ne disseppelli' i corpi.
Chiettini (si ignora il nome) Una delle tre ausiliarie trucidate nel massacro delle carceri di Schio il 6/7 luglio 1945
Collaini Bruna, Forlani Barbara Assassinata a Rosacco (Pavia) il 5 maggio 1945 assieme alla sua camerata Forlani Barbara

Conti - Magnaldi Adelina Madre di tre bambini, assassinata a Cuneo il 4 maggio 1945
Crivelli Jolanda Vedova ventenne di un ufficiale del Battaglione "M" costretta a denudarsi e fucilata a Cesena, sulla piazza principale, dopo essere stata legata ad un albero, ove il cadavere rimase esposto per due giorni e due notti.
De Simone Antonietta Romana, studentessa del quarto anni di Medicina, fucilata a Vittorio Veneto in data imprecisata dopo il 25 aprile 1945
Degani Gina Assassinata a Milano in data imprecisata dopo il 25 aprile 1945
Ferrari Flavia 19 anni, assassinata l' 1 maggio 1945 a Milano
Fragiacomo Lidia, Giolo Laura Fucilata a Nichelino (TO) il 30 aprile 1945 assieme a Giolo Laura e ad altre cinque ausiliarie non identificate, dopo una gara di emulazione nel tentativo di salvare la loro comandante.
Gatsaldi Natalia Assassinata a Cuneo il 3 maggio 1945
Genesi Jole, Rovilda Lidia Torturata all'hotel San Carlo di Arona (Novara) e assassinata con la sua camerata Lidia Rovilda il 4 maggio 1945. era in servizio presso la GNR di Novara. Catturate alla Stazione Centrale di Milano, ai primi di maggio, le due ausiliarie si erano rifiutate di rivelare dove si fosse nascosta la loro comandante provinciale.
Greco Eva Assassinata a Modena assieme a suo padre nel maggio del 1945
Grilli Marilena 16 anni, assassinata a Torino la notte del 2 maggio 1945
Landini Lina Assassinata a Genova l'1 maggio 1945
Lavise Blandina Una delle tre ausiliarie trucidate nel massacro delle carceri di Schio il 6/7 luglio 1945
Locarno Giulia Assassinata a Porina (Vicenza) il 27 aprile 1945
Luppi - Romano Lea Catturata a Trieste dai partigiani comunisti, consegnata ai titini, portata a a Lubiana, morta in carcere dopo lunghe sofferenze il 30 ottobre 1947
Minardi Luciana 16 anni di Imola. Assegnata al battaglione "Colleoni" della Divisione "San Marco"m attestati sul Senio, come addetta al telefono da campo e al cifrario, riceve l'ordine di indossare vestiti borghesi e di mettersi in salvo, tornando dai genitori. Fermata dagli inglesi, si disfa, non vista, del gagliardetto gettandolo nel Po. La rilasciano dopo un breve interrogatorio. Raggiunge così i genitori, sfollati a Cologna Veneta (VR). A meta' maggio, arriva un gruppo di partigiani comunisti. Informati, non si sa da chi, che quella ragazzina era stata una ausiliaria della RSI, la prelevano, la portano sull'argine del torrente Gua' e, dopo una serie di violenze sessuali, la massacrano. "Adesso chiama la mamma, porca fascista!" le grida un partigiano mentre la uccide con una raffica.
Monteverde Licia Assassinata a Torino il 6 maggio 1945

Morara Marta Assassinata a Bologna il 25 maggio 1945

Morichetti Anna Paola Assassinata a Milano il 27 aprile 1945
Olivieri Luciana Assassinata a Cuneo il 9 maggio 1945
Ramella Maria Assassinata a Cuneo il 5 maggio 1945
Ravioli Ernesta 19 anni, assassinata a Torino in data imprecisata dopo il 25 aprile 1945
Recalcati Giuseppina, Rcalcati Mariuccia, Recalcati Rina Assassinata a Milano il 27 aprile 1945 assieme alle figlie Mariuccia e Rina, anch'esse ausiliarie
Rigo Felicita Assassinata a Riva di Vercelli il 4 maggio 1945
Sesso Triestina Gettata viva nella foiba di Tonezza, presso Vicenza
Silvestri Ida Assassinata a Torino l'1 maggio 1945, poi gettata nel Po
Speranzon Armida Massacrata, assieme a centinaia di fascisti nella Cartiera Burgo di Mignagola dai partigiani di "Falco". I resti delle vittime furono gettati nel fiume Sile.
Tam Angela Maria Terziaria francescana, assassinata il 6 maggio 1945 a Buglio in Monte (Sondrio) dopo aver subito violenza carnale.
Tescari -Ladini Letizia Gettata viva nella foiba di Tonezza, presso Vicenza
Ugazio Cornelia, Ugazio Mirella Assassinata a Galliate (Novara) il 28 aprile 1945 assieme al padre e alla sorella Mirella, anch'essa ausiliaria
Tra le vittime del massacro compiuto dai partigiani comunisti nelle carceri di Schio (54 assassinati nella notte tra il 6 ed il 7 luglio 1945) c'erano anche 19 donne, tra cui le 3 ausiliarie (Irma Baldi, Chiettini e Blandina Lavise) richiamate nell'elenco precedente.
In via Giason del Maino, a Milano, tre franche tiratrici furono catturate e uccise il 26 aprile 1945. Sui tre cadaveri fu messo un cartello con la scritta "AUSIGLIARIE". I corpi furono poi sepolti in una fossa comune a Musocco. Impossibile sapere se si trattasse veramente di tre ausiliarie.
Nell'archivio dell'obitorio di Torino, il giornalista e storico Giorgio Pisanò ha ritrovato i verbali d'autopsia di sei ausiliarie sepolte come "sconosciute", ma indossanti la divisa del SAF.
Cinque ausiliarie non identificate furono assassinate a Nichelino (TO) il 30 aprile 1945 assieme a Lidia Fragiacomo e Laura Giolo
Al cimitero di Musocco (Milano) sono sepolte 13 ausiliarie sconosciute nella fossa comune al Campo X.
Un numero imprecisato di ausiliarie della "Decima Mas" in servizio presso i Comandi di Pola, Fiume e Zara, riuscite a fuggire verso Trieste prima della caduta dei rispettivi presidii, furono catturate durante la fuga dai comunisti titini e massacrate.
LIANA MALAVENDA TRUCIDATA A PADOVA IL 30/04/1945
 



FRANCA BARBIER AUSILIARIA. 
SERVIZI SEGRETI DELLA RSI. MEDAGLIA D’ORO. 

24-7-44- XXII
Mamma mia adorata,
purtroppo è giunta la mia ultima ora. E’ stata decisa la mia fucilazione che sarà eseguita domani, 25 luglio. Sii calma e rassegnata a questa sorte che non è certo quella che avevo sognato. Non mi è neppure concesso di riabbracciarti ancora una volta. Questo è il mio unico, immenso dolore. Il mio pensiero sarà fino all’ultimo rivolto a te e a Mirko. Digli che compia sempre il suo dovere di soldato e che si ricordi sempre di me. Io il mio dovere non ho potuto compierlo ed ho fatto soltanto sciocchezze, ma muoio per la nostra Causa e questo mi consola.
E’ terribile pensare che domani non sarò più; ancora non mi riesce di capacitarmi. Non chiedo di essere vendicata, non ne vale la pena, ma vorrei che la mia morte servisse di esempio a tutti quelli che si fanno chiamare fascisti e che per la nostra Causa non sanno che sacrificare parole.
Mi auguro che papà possa ritornare presso di te e che anche Mirko non ti venga a mancare. Vorrei dirti ancora tante cose, ma tu puoi ben immaginare il mio stato d’animo e come mi riesca difficile riunire i pensieri e le idee. Ricordami a tutti quanti mi sono stati vicini. Scrivi anche ad Adolfo, che mi attendeva proprio oggi da lui. La mia roba ti verrà recapitata ad Aosta. Io sarò sepolta qui, perché neppure il mio corpo vogliono restituire. Mamma, mia piccola Mucci adorata, non ti vedrò più, mai più e neppure il conforto di una tua ultima parola, né della tua immagine. Ho presso di me una piccola fotografia di Mirko: essa mi darà il coraggio di affrontare il passo estremo, la terrò con me.
Addio mamma mia, cara povera Mucci; addio Mirko mio. Fa sempre innanzitutto il tuo dovere di soldato e di italiano. Vivete felici quando la felicità sarà riconcessa agli uomini e non crucciatevi tanto per me; io non ho sofferto in questa prigionia e domani tutto sarà finito per sempre.
Della mia roba lascio te, Mucci, arbitra di decidere. Vorrei che la mia piccola fede la portassi sempre tu per mio ricordo. Salutami Vittorio. A lui mi rivolgo perché in certo qual modo mi sostituisca presso di te e ti assista in questo momento tragico per noi Addio per sempre, Mucci! Franca
 


 

 MARILENA GRILL nata a Torino il 26 settembre 1928. Le condiscepole ricordano ancora che, fin dai banchi della scuola elementare, la piccola Marilena commentando i fatti della storia, più di una volta ebbe a dire: “io vorrei essere martire fascista” . A chi gli chiedeva il perché, rispondeva :” perchè morire per l’ ideale è molto bello”. La data per lei decisiva è la caduta di Roma nel giugno ’44. Ha solo sedici anni ma ottiene ugualmente di vestire la divisa di Ausiliaria, di cui sarà poi sempre orgogliosa. In divisa va quell’ anno a sostenere gli esami presso il liceo Massimo D’ Azzeglio. Quale Ausiliaria viene assegnata all’ Ufficio Assistenza Ricerca Dispersi dove assolve un compito delicato. Vengono le giornale dell’ aprile ’45. Il giorno 26, prima di deporre la sua divisa, stacca la piccola fiamma dal berretto e la cuce sul taschino della camicetta dicendo alla mamma, che è angosciata: “ho messo proprio sul cuore” e la bacia. Il giorno 28 quattro partigiani la prelevano da casa. Poiché Mariella ha un contegno fiero e vuole mettere la sua divisa, le dicono : “Vuoi mettere la tua divisa ai dove vai? Vai alla fucilazione”. Risponde con ostentata meraviglia: “davvero?”. Viene trattenuta cinque giorni alla caserma Valdocco, nella notte dal 2 e 3 maggio affronta la morte con un colpo alla nuca. La mamma ricorda una confidenza che la figlia le  fece nel giugno ’44, appena tornata dalla cerimonia del giuramento prestato quale Ausiliaria. Alla ceremonia era presente il teologo Don Edmondo De Amicis, l’ eroico cappellano che cadrà pure a Torino qualche giorno prima di lei. Il sacerdote tra l’ altro aveva spiegato che il giuramento poteva comportare il sacrificio della vita. La giovane confidava alla mamma: “ho avuto un grande brivido nel cuore, ma ho gridato Si”.
Sotto una sua fotografia il giorno prima del martirio ha scritto : ” Resistere fino al sacrificio supremo. Per l’ Italia! Marilena” 

 
ANGELA MARIA TAM
 
E' “la francescana d’ Italia”. Nella patria di San Francesco dove non esiste la pena di morte (tuttavia nel ’45, con e senza processo, sono avvenute tante esecuzioni capitali, quante forse in nessuna nazione) non si conosce immolazione più francescana di quella della terziaria di Sondrio.  Angela Maria Tam che dopo una vita spesa nobilmente nella scuola, è condannata morte solo perché si e schierata a favore della R.S.I., viene gettata in carcere a Buglio in Monte e sottoposta a sevizie. Per tutta risposta intona un canto  religioso così da stupire i carnefici e consegna al sacerdote che l’ assiste nella morte questo suo congedo: E’ uccisa il 6 maggio del ’45:
Muoio  perdonando a tutti e chiedo perdono se ho offeso e disgustato qualcuno.
Sono lieta di raggiungere in cielo i nostri Eroi. Sarà così bello in cielo! Ho cantato durante tutto il viaggio da Sondrio a Buglio in Monte le canzoni della Vergine.
Ho passato in prigione ore di raccoglimento  e di  vicinanza a Dio.
Viva l’ Italia! Gesù la benedica e la riconduca all’ amore  e all’ unità per il nostro sacrificio.
E così sia.
in:”LETTERE DEI CADUTI DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA” L’Ultima Crociata Editrice. 1990. Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi della RSI



TRE DONNE ACCUSATE DI COLLABORAZIONISMO RAPATE A ZERO
 
 "BERGAMO REPUBBLICANA DEL 25 APRILE 1945
ARTICOLO : "FEDE ED ENTUSIASMO DELLE AUSILIARIE BERGAMASCHE"

"BERGAMO REPUBBLICANA DEL 10/11 NOVEMBRE 1944
 
 

 
ARTICOLI SULLE AUSILIARIE BERGAMASCHE
 
 

PIERINO  SASSO, nome di battaglia "Pierin d'la Fisa (1923-1980)
Spietato comandante partigiano. Dolo la liberazione uccise giovanissime Ausiliarie, come Marilena Grill, poco più che adolescente e Agnese Cravero di 15 anni (3 Maggio 1945)
(Giampaolo Stella -"I grandi killer della liberazione")

venerdì 29 novembre 2024

Manganellate (ai medici)

Manganellate (ai medici) ed arresti nei Pronto Soccorso ? NO, grazie

 👉A Lamezia Terme il medico aveva dimesso una paziente contro la volontà dei parenti, uno dei quali lo ha picchiato. In manette l’aggressore. Altri casi a Trieste, Novara e Livorno👈


🔴La violenza in Ospedale, specie in un Pronto Soccorso, non è MAI giustificabile .. siamo, spero, tutti d'accordo. Però, dalle cronache della malasanità e dai passaparola che ognuno sente da parenti ed amici, sappiamo pure che troppe cose NON funzionano affatto nelle corsie ospedaliere. E neppure negli ambulatori, per non scrivere della cosiddetta "accoglienza". Non mi riferisco, ovviamente, al caso in questione ma, pure io come tanti comuni cittadini, ritengo che un "freno" a questa deriva di civiltà possa venire SOLO dalla presenza di un "posto di polizia" in ogni struttura ospedaliera. Affidato a più agenti di turno (uno non può bastare) e collegato "in diretta" con la Questura di competenza. Ricordo che, fino agli anni '70 del secolo scorso, tali presidi (sia pur ridotti) esistevano e, bene o male, erano utili al mantenimento dell'ordine pubblico. Certo, i rapporti tra pazienti e medici erano sicuramente "più civili" ma è pure accertato che gli Ospedali, i Pronto Soccorso, i Reparti ed i Posti letto erano molti di più. Mentre medici e personale sanitario (supportati ancora da personale religioso) avevano comportamenti molto più "umani" e sicuramente meno arroganti e frettolosi. E, non volendo "tracimare", chiudiamola qui 😎😎

Grazie per l'attenzione 
Vincenzo Mannello