UNA
RISPOSTINA AL DOTT. PASQUARIELLO
DOMENICO
di Filippo Giannini
Ho ricevuto una mail dal Direttore de Il
Popolo d’Italia, contenente l’indirizzo di un link http://ceifan.org/bfale_sul_fascismo.htm
a firma del dott. Pasquariello Domenico. Evidentemente il Direttore mi ha
inviato detto allegato per intervenire e contestare le tante bufale
contenute nell’articolo a firma appunto del dott. Pasquariello (Lei dottor
Pasquariello sarebbe stato bocciato da Carducci perché prima va indicato il
nome e solo dopo il cognome). Solo come esempio, il dott. Pasquarielo contesta
addirittura l’esecuzione dei
lavori
di bonifica delle paludi, scrivendo: <Addirittura i primi lavori furono
eseguiti da i Volsci (intono al VI secolo a. c.) i quali riuscirono ad
assicurare la disciplina delle acque per
cui la zona divenne prosperosa e fertile (????). Mussolni, quindi, non ha
avviato un bel niente>. A chi
vanno addebitate allora le decine e decine di migliaia di morti per malaria che
quelle paludi regalavano ai lavoratori del luogo? Ci illumini, dottor
Pasquariello, che significa <superare gli aspetti parziali della bonifica
per addivenire ad un intervento complessivo di “bonifica integrale”>? Ha
mai sentito parlare di un certo Arrigo Serpieri?. Tutto l’articolo è un susseguirsi (scusate
l’espressione) di stronzate del genere. E’ proprio vero, ma qualcuno ha scritto
che la peggior colpa del fascismo fu di aver dato vita all’antifascismo.
Dovrei rispondere con un mio articolo a
scemenze e cattiverie del genere? Mi accingerò a presentare solo una serie di
citazioni di personaggi al di sopra di ogni sospetto. Un articolo che contesta
quanto scritto dal dottor Pasquariello, ma per fare un lavoro del genere avrò
bisogno di più spazio. Posso proporre già da ora il titolo I Danni del
Fascismo. Dato che di danni il fascismo ne ha fatti tanti, il
Direttore mi dovrà accontentare.
Come anticipazione cito Pio XII (Papa
Pacelli), egli ha scritto nel 1952: <Mussolini è il più grande uomo da me
conosciuto, e senz’altro fra i più profondamente buoni, al riguardo ho troppe
prove per dimostrarlo>. Prego il lettore d tener presente che le
citazioni riguardano alcune asserzioni del dottor Pasquariello, quindi sono
citazioni mirate a confutare quanto da lui scritto. Il Capo di Stato francese
Raimond Poincaré nel 1926: <Non si può dimenticare che alla vigilia del
giorno in cui il Fascismo (chiedo venia al dottor Pasquariello, ma l’Effe
maiuscola di Fascismo è così nel testo) s’impossessò del potere, l’Italia era
sull’orlo dell’abisso. La rivoluzione spuntava in tutta la penisola. Il governo
mancava di forza. Si disobbediva alle leggi, non si rispettava la giustizia. Si
deve convenire che la disorganizzazione venne scongiurata dalla politica di Mussolini,
che elevò l’influenza italiana in Europa, ed accrebbe davanti al mondo la
figura e l’autorità dell’Italia. Così Mussolini serve sicuramente bene la sua
Patria. Sarebbe una pazzia rimproverarlo>.
Non so se il dottor Pasquariello è d’accordo
con alcuni validissimi studiosi i quali attestano che la crisi congiunturale
nata nel 1929 era più grave di quella che stiamo vivendo. Ebbene, nel 1934 (XXII
E.F.) una volta eletto Franklin D. Roosevelt
inviò Rexford Tugwell e Raymond Moley due fra i più preparati uomini del
Brain Trust (cervelloni)
in Italia per studiare il miracolo italiano. Non si incazzi, dottor
Pasquariello, ma allora i miracoli erano targati
Mussolini. Ecco come lo storico Lucio Villari ricorda l’episodio tratto dal diario inedito di Tugwell
in data 22 ottobre 1934:<Mi
dicono che dovrò incontrarmi con il Duce questo pomeriggio (…). La sua forza e
intelligenza sono evidenti COME ANCHE L’EFFICIENZA DELL’AMMINISTRAZIONE
ITALIANA, E’ IL PIU’ PULITO, IL PIU’ LINEARE, IL PIU’ EFFICIENTE CAMPIONE DI
MACCHINA SOCIALE CHE ABBIA MAI VISTO (…)>. Ecco, immagino che a seguito di queste affermazioni il dottor
Pasquariello sia colpito da uno stinnicchio. Ma l’assicuro non fui io ad inviare Tugwell
e Moley in Italia, ma i suo padrone Franklin D. Roosevelt.
Senta, senta, dottor Pasquariello, quanto scrive L’Economia italiana tra le due guerre opera nata sotto l’alto patrocinio di Sandro Pertini, di Nilde Jotti, di
Francesco Cossiga, di Romano Prodi
ecc, ecc. Non c’è ancora il nome del dottor Pasquariello, ma possiamo
inserirlo. A pag. 137, leggiamo: <Priva
di fondamento, alla luce di un esame scevro da atteggiamenti preconcetti
(capito dottor Pasquariello?), è l’affermazione secondo la quale “quota
novanta” colpì soprattutto i salari e il peso della politica di rivalutazione
monetaria fu scaricato sulle spalle dei lavoratori. Tale tesi è smentita dal
fatto che, se i salari nominali furono in media ridotti in percentuale tra il
10% e il 20%, la lira venne rivalutata del 33% circa, per cui i salari reali,
cioè il potere d’acquisto degli stessi, NON SUBIRONO AFFATTO RIDUZIONI (…)>.
Non
voglio ricordare la legge bancaria
del 1936, che tratterò in altra
occasione, però un nuovo riferimento alla crisi nata nel 1929 desidero
presentarla; a pag. 169 del volume sopra citato, leggiamo: <Nel 1929, al momento della crisi mondiale,
l’Italia presentava una situazione della finanza pubblica in gran parte
risanata (…)>.
Ed
ecco solo alcune previdenze sociali, come riportato a pag. 189: <(…). Vengono così introdotte le ferie
pagate e l’indennità di licenziamento; viene stabilito che, in caso di
malattia, un dipendente non possa perdere il posto di lavoro; nel 1934 vengono
introdotti, PER LA PRIMA VOLTA GLI ASSEGNI FAMILIARI, corrisposti, in un primo
tempo, a partire dal secondo figlio, fino ad essere estesi, nel 1938, agli
altri familiari; viene stabilita l’età minima per l’ammissione al lavoro a 14
anni; nel 1935 si introduce il libretto di lavoro (…)>. A pag. 198: <Assai più curato fu invece il settore relativo all’assicurazione contro
l’invalidità e la vecchiaia: rese obbligatorie nel 1924 e migliorate le
pensioni nel 1928, la svolta vera e propria avvenne nel 1934 con l’istituzione
dell’INFPS (si deve leggere: Istituto Nazionale FASCISTA ecc.) (…)>. Capito dottor Pasquariello? Eattamente come
oggi!
Uno dei maggiori scrittori dello scorso secolo, Giuseppe Prezzolino, si
trasferì negli Stati Uniti nel 1929, ma non mancherà di tornare frequentemente
in Italia. Dopo uno di questi viaggi compiuto negli anni Trenta,
scrisse: <Le mie impressioni possono forse parere semplici per i lettori
italiani, ma hanno però lo sfondo dei paesi per i quali passo quando torno: un
confronto e un controllo. Pace in questa Italia: ecco il primo sentimento certo
che si prova venendo da fuori e dura per tutto il soggiorno. La pace degli
animi, il silenzio delle lotte che divorano gli altri paesi (…). I ricchi non
hanno bisogno di guardie del corpo per salvare i figlioli dal sequestro. I
poveri non devono pagare la taglia mensile alla malavita per esercitare il loro
mestiere (…). Il popolo italiano appare rinnovato. Gode come nessun altro
popolo, del paesaggio, dei fiori, dei colori e dell’atmosfera (…). Non è ricco
come altri popoli, ma non lo è mai stato e in confronto del popolo americano mi
pare senza dubbio più contento>.
Il grande banchiere americano John
Pierpont Morgan, sembra – checchè ne dica il dottor Pasquariello – condividere
l’opinione di Prezzolini, che attesta: <In America i nostri uomini
politii non si curano se non di un problema, quello della loro rielezione.
Felici voi, italiani, che grazie a Mussolini, avete in questo periodo così
difficile il senso della sicurezza e della fiducia in voi stessi. Ci vorrebbe
anche per l’America un Mussolini>.
Bernhard Shaw predisse nel 1937 (cito a
memoria). <Le cose da Mussolini già fatte lo condurranno prima o poi a un
serio conflitto con il capitalismo>. Non si dovette attendere molti
anni: le guerre preparate, volute e ottenute dalle tre democrazie: Francia,
Gran Bretagna e Stati Uniti esplose e nella guerra del sangue contro l’oro
quest’ultimo prevalse.
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