venerdì 17 gennaio 2025

I nodi stanno arrivando al pettine

I nodi stanno arrivando al pettine

Il Governo di Centrodestra ha oramai superato i due anni di gestione del potere e bisogna dare atto che in questi due anni ha saputo propagandisticamente barcamenarsi bene, ma adesso i nodi stanno arrivando al pettine.

La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il suo piglio decisionista ha furbescamente accantonato le promesse elettorali irrealizzabili (quelle che le hanno portano i voti) e si è concentrata su quelle meno roboanti ma più realistiche.

Inoltre, Meloni ha sostenuto la sua immagine con una girandola di viaggi istituzionali un po' in tutto il mondo, quanti non se ne erano mai visti prima da parte di un Capo di Governo, per avvalorare il suo ritornello che l'Italia ha acquisito una nuova centralità e un rinnovato protagonismo a livello internazionale, quasi fossimo diventati l'ombelico del mondo.

In realtà tutte quelle passerelle hanno prodotto ben pochi risultati, sia sul piano internazionale dove rispetto ai gravi conflitti e alle crisi in corso e ai cambiamenti epocali l'Italia è assolutamente ininfluente, sia sul piano interno dove la propaganda non riesce più a nascondere le emergenze e le criticità del Paese.

Il Pil -Prodotto interno lordo- cioè la crescita attesa per l'Italia nel 2024 sta rallentando (dal previsto + 0,9% siamo scesi al + 0,7%), la produzione industriale per il diciottesimo mese consecutivo è risultata in calo ed è tornata ai minimi dalla pandemia, le esportazioni non crescono più, il gigantesco debito pubblico è arrivato a settembre a 2.962 miliardi di euro (103 miliardi di euro in più rispetto allo scorso anno), anche sugli ingenti finanziamenti del PNRR europeo ci sono luci ed ombre, perché l'Italia, oltre ad aver già chiesto ben quattro modifiche, è in ritardo su diversi progetti e riforme che alla fine probabilmente non vedranno mai la luce.

Anche sui temi cari al Centrodestra, i presunti successi finora sbandierati cominciano a far vedere le loro crepe, dal fumoso “Piano Mattei” per l'Africa che doveva bloccare il flusso dei migranti, flusso che per ora è solo rallentato, alla boiata dei “Centri in Albania”, dal fisco “amico”, alla “riduzione delle tasse” che non arriva, dalla giustizia sociale, alla lotta alle disuguaglianze.

Infatti le disuguaglianze e la povertà continuano a crescere, la Sanità e la Scuola sono in grave emergenza, i Trasporti fanno acqua da tutte le parti, l'occupazione è aumentata solo grazie al “lavoro povero” e al precariato e l'infittirsi degli scioperi è il campanello d'allarme della situazione.

Tutto questo mentre il Parlamento è diventato oramai solo un organo notarile che ratifica , spesso con il voto di “fiducia”, i tanti Decreti Legge del Governo che i Parlamentari ratificano senza batter ciglio, pena la perdita della poltrona sulla quale poggiano i loro augusti sederi.

Intanto la Meloni ed i suoi Ministri, di fronte alle critiche, continuano a ripetere il ritornello che “gli Italiani ci hanno votato”, ma a votarli è stato solo poco più di un terzo degli Italiani, in quanto un terzo non ha votato e si è astenuto e l'altro terzo ha votato fuori dal perimetro del Centrodestra e questo nel 2022, perché nel 2024, con la crescente astensione, il Centrodestra oramai rappresenta solo un quarto degli Italiani.

A questo punto la Meloni e soci dovrebbero fare un bagno di umiltà e dimenticare le trombonate dette quando hanno vinto le elezioni nel 2022, trombonate tipo : “Abbiamo scritto la Storia..... ora scriviamo il futuro dell'Italia”.

Perché il futuro è adesso ed è tutt'altro che roseo!

Adriano Rebecchi Martinelli