XXVIII – X – MCMXXII: la Marcia su Roma
L’ora della battaglia decisiva è suonata...
L’Alba di una nuova civiltà era partita ed aveva avuto il suo inizio il 28 ottobre 1922
“L’ora della
battaglia decisiva è suonata... Il Fascismo snuda la sua spada per
tagliare i troppi nodi di Gordio che irretiscono e intristiscono la vita
italiana. Chiamiamo Iddio sommo e lo spirito dei nostri cinquecentomila
Morti a testimoni che un solo impulso ci spinge, una sola volontà ci
raccoglie, una passione sola c’infiamma: contribuire alla salvezza e
alla grandezza della Patria… Il Quadrumvirato”
Da queste righe vergate in un testo che
passerà alla storia, prenderà il via la Marcia su Roma. Il XXIX Ottobre
il Re chiederà al futuro Duce l’incarico di formare il Ministero.
Squilla il telefono, il Generale Cittadini, primo aiutante di campo del
Re, chiede a Mussolini di recarsi a Roma per formare il Governo. Ma il
Duce invita il Generale a formalizzare la domanda tramite telegramma.
Chissà, forse non si fidava di quel che gli veniva chiesto al telefono?
Ci fu un botta e risposta, era anormale la richiesta, ma alla fine fu
inviato il telegramma. Certamente non era convenzionale quel che veniva
chiesto, ma sicuramente ciò che viene scritto rimane nel tempo e non vi
potevano essere scherzi da parte di qualcuno, la posta in gioco era
molto alta. La Marcia su Roma non fu un evento occasionale, una gita
fra amici, ma fu un percorso ben calcolato. Studiato notte dopo notte.
Nulla doveva essere lasciato al caso. Non bisognava fallire e anzi
occorreva seguire alla lettera quegli obiettivi che nel corso della vita
Mussolini aveva sempre cercato e voluto. Erano state mobilitate
trecentomila camicie nere. Poteva accadere di tutto. Molto sangue poteva
essere sparso sul suolo dell’Italia. Aspettavano solo un segnale per
muoversi. Il Duce pensava a cosa fare, era sempre stato combattivo, ma
ora la situazione imponeva tranquillità e serenità. Ragionare senza
farsi prendere dai sentimenti. Ogni evento futuro dipendeva dalle
decisioni e dalle conseguenze odierne. Tre anni di conflitti, di
battaglie ora avevano trovato l’epilogo nella Marcia su Roma. Il XXVIII
ottobre sarebbe stata la data che avrebbe segnato il cambiamento.
Mussolini voleva rinnovare, ricostruire dalle fondamenta il modo di
vivere degli Italiani. Ridare alla Patria quella dignità che l’aveva
vista grande durante l’Impero Romano. La rivoluzione con la Marcia su
Roma era incominciata. Le teste calde non mancavano, quelle che
avrebbero voluto “far fuori” il vecchio Governo. Ma Mussolini proibì le
rappresaglie. Avevano vinto e questo era l’importante. Ora bisognava
ritornare alla normalità, dare alla Patria la disciplina di cui aveva
necessità. Occorreva lavorare per costruire un nuovo Governo e far
ripartire l’economia del Paese. La politica interna e quella estera
avevano bisogno di nuova linfa, l’Italia doveva risorgere. L’Alba di una
nuova civiltà era partita ed aveva avuto il suo inizio il XXVIII - X -
MCMXXII
Edda Negri Mussolini
Giornale d'Italia
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