... E MAOMETTO E' IL SUO PROFETA
di: Anonimo
Pontino.
L’ Islam “ moderato” in azione….
I mussulmani, uccidono
annualmente nel mondo circa 100.000 fedeli di altre religioni a motivo della
loro fede non-mussulmana o non sunnita. E lo fanno in modo organizzato e
metodico.
La strage avvenuta nella notte tra l'1 e il 2 luglio a Dacca, la
capitale del Bangladesh, corrisponde ad un omicidio rituale. L'uccisione per
sgozzamento corrisponde a un atto vissuto come purificatore. Le vittime sono
state prima torturate con armi da taglio, poi sono state fatte sdraiare sul
fianco sinistro , poi sgozzati fino alla decapitazione.
Tutto questo accade in
Siria ogni giorno. L'ISIS trasforma le prigioni in tribunali sommari con
mattatoi e centri di uccisione annessi per sterminare cristiani e tutti quelli
che sono in disaccordo. Questi mattatoi sono in funzione da anni, e solo nel futuro
conosceremo la reale portata di questi orrori.
Questi mattatoi in
Siria sono in realtà dei centri per compiere sacrifici rituali umani.
Rescue Christians ha
ottenuto le prove filmate anche di questo fatto. Nei suoi video il boia declama
questa preghiera prima di compiere l’assassinio:
“In
difesa dei Sunniti, O Signore, O Signore, noi portiamo queste offerte a te, O
Signore. Ti preghiamo di accettare queste offerte sacrificali, O Signore. O
Signore, accetta questo da noi, accetta questo da noi. Nel nome di Allah.
Bismillah (nel nome di Allah). Allahu Akbar (Allah è grande).” (5)
Ora, in connessione con
questa affermazione, ecco un resoconto di John Eshoo, un reverendo assiro che
sopravvisse al genocidio fatto dai turchi in Armenia, in cui egli descrive il
metodo di macellazione usato dai musulmani Turchi sui cristiani come identico a
quello usato per i sacrifici animali durante i digiuni islamici:
“Il
terrificante luogo divenne letteralmente un mattatoio umano, che riceveva le
sue vittime silenziose, in gruppi di dieci o venti alla volta, per essere
giustiziate. Questi assiri indifesi marciavano come agnelli condotti al
macello, senza aprire la bocca, se non per dire “Signore, nelle tue mani
rimettiano i nostri spiriti.” I boia cominciavano con il tagliare le dita delle
vittime, una falange alla volta, fino a quando entrambe le mani erano
completamente amputate. Poi essi venivano distesi in terra, alla maniera degli
animali sacrificati nel digiuno, ma con le facce rivolte verso l’alto e le
teste appoggiate su pietre o blocchi di legno. Poi veniva tagliata loro la
gola, ma solo parzialmente, in modo da prolungare la loro tortura, e mentre si
dibattevano nell’agonia, le vittime venivano prese a calci e bastonate con
pesanti mazze che gli assassini portavano con se. Molti di loro, mentre ancora
in agonia, venivano gettati nelle fosse e sepolti prima che fossero spirati.”
(6)
[
il martirio di Padre Jacob, assassinato da ISIS. Padre Yacoub era un sacerdote che professava la sua
fede in Siria. La sua unica colpa è stata di pregare sull’altare della sua
Chiesa, non ha combattuto nè lanciato missili o aerei militari. Il martirio è
passato sotto silenzio di tutti i media, preoccupati solo di martellarci con il
“ dovere dell’ accoglienza” indiscriminata ].
Tutto questo sadismo e
crudeltà venivano praticati secondo il metodo usato ancora oggi dalla macelleria rituale per i sacrifici islamici di
animali ( " halal").
Essendo praticata dappertutto la macellazione " rituale" degli animali, anche nel liberale Occidente, sono migliaia i mussulmani allenati a sgozzare, decapitare, squartare, dissanguare : inutile chiedersi come mai mussulmani di " buona famiglia" sono in grado di scannare con tanta maestria gli " infedeli" : un mussulmano su tre è in grado di farlo con facilità, proprio per questa cruenta consuetudine millenaria che noi " tolleriamo" senza chiedersi cosa sia....
Essendo praticata dappertutto la macellazione " rituale" degli animali, anche nel liberale Occidente, sono migliaia i mussulmani allenati a sgozzare, decapitare, squartare, dissanguare : inutile chiedersi come mai mussulmani di " buona famiglia" sono in grado di scannare con tanta maestria gli " infedeli" : un mussulmano su tre è in grado di farlo con facilità, proprio per questa cruenta consuetudine millenaria che noi " tolleriamo" senza chiedersi cosa sia....
Questa teologia del sacrificio umano si basa sull’antichissima storia
di Khalid Abdullah al-Kasri, che compì il sacrificio rituale di Jaad bin Durham
al posto di un animale durante la Festa del Sacrificio islamica. Egli trascinò
Durham in una moschea, e prima di versare il suo sangue, proclamò: “O popolo,
sacrificate, Allah ha gradito i vostri sacrifici. Ora io sto per sacrificare
Jaad bin Durham.” La storia è accettata come ortodossa da molti dei più
influenti teologi musulmani della storia dell’Islam, come Al-Shafi’, Ibin
Tayymiya, Bukhari, Dhahabi, Ibin Al-Qiyam, Darami e Ibin Katheer.
Un tedesco, che è stato
testimone del genocidio armeno, gestiva un orfanotrofio nella zona di Moush
dove i turchi stavano perpetrando i massacri. Quando chiese ad un ufficiale
turco se ai bambini armeni sarebbe stato concesso un salvacondotto, il turco
rispose: “Puoi portarli con te, ma essendo armeni puoi star certo che gli
verranno tagliate le teste lungo la strada.”(1)
Una lettera scritta da
una fonte anonima riferisce come i contadini turchi fecero a pezzi un gran
numero di armeni usando i loro attrezzi agricoli: “Nella valle di Beyhan
Boghazi, a sei o sette ore di distanza dalla città, essi furono attaccati da
un’orda selvaggia di contadini turchi, e, come ordinato, furono tutti massacrati
con mazze, martelli, accette, falci, zappe, seghe - in una parola, con ogni
attrezzo che possa causare una morte lenta e dolorosa. Alcuni tagliarono loro
teste, orecchie, nasi, piedi con le falci; altri gli cavarono gli occhi.. I
corpi delle vittime furono lasciati smembrati nella valle, in pasto agli
animali selvatici.”(2)
Può esistere un Islam
moderato?
Domandiamoci perché tra
tutte le religioni solo l’islam combatte e ammazza in modo tanto massiccio e
organizzato eliminando gli infedeli che non si convertono , facendo vere e
proprie guerre di religione e islamizzazione?
[ Genocidio turco degll Armeni : donne cristiane crocifisse ]
Islam : che cosa ha di diverso dalle altre religioni.
Come è noto, il Corano
contiene comandi espliciti a sterminare senza pietà chi non accetta il Corano
stesso:
– Circa gli infedeli
(coloro che non si sottomettono all’Islam), costoro sono “gli inveterati
nemici” dei musulmani [Sura 4:101]. I musulmani devono “arrestarli, assediarli
e preparare imboscate in ogni dove” [Sura 9:95]. I musulmani devono anche “
circondarli e metterli a morte ovunque li troviate, uccideteli ogni dove li
troviate, cercate i nemici dell’Islam senza sosta” [Sura 4:90]. “Combatteteli
finché l’Islam non regni sovrano” [Sura 2:193]. “tagliate loro le mani e la
punta delle loro dita” [Sura 8:12]
Un musulmano può
uccidere ogni persona che desidera se è per “giusta causa” [Sura 6:152]
– “Essi (gli infedeli
ndr) devono essere uccisi o crocefissi e le loro mani ed i loro piedi tagliati
dalla parte opposta [Sura 5:33]- “Sappiate che il paradiso giace sotto l’ombra
delle spade” [Sahlih al-Bukhari Vol 4 p55]
L’Islam insegna a
colpevolizzare i diversi, e a sentire te giusto e libero da colpa e dubbi anche
se uccidi innocenti, e che non hai alcun bisogno di introspezione e
autocritica. L’islam canalizza e sfoga l’insoddisfazione verso l’esterno, verso
i diversi, in forma di aggressività, di conquista.
Se tutto va male è
perché esistono persone che rifiutano l’Islam. Da qui la sua inclinazione alla violenza e alla
intolleranza.
Il principio politicamente
corretto di “integrazione” è quindi un atto distruttivo e mortale per l’Italia e per l’Europa.
La strategia islamica agisce con i seguenti strumenti:
-penetrazione
finanziaria mediante l’acquisto di sostegni politici, di banche, di industrie
strategiche, di mass media, pagati coi petrodollari dell’oligarchia islamica
del petrolio;
-espansione demografica
mediante immigrazione incontrollata e graduale occupazione di spazi
territoriali
-intimidazione
terroristica
- costruzione e
imposizione di un’ “etica” strumentale alla sua penetrazione in Occidente,
sostenuta dalle varie scimmie della politica italiana che si impegnano a
finanziare la sostituzione etnica del nostro popolo con i nostri soldi.
Nessuna sicurezza ci
potrà essere finché resteranno al potere quelli che hanno voluto le porte
aperte all’immigrazione incontrollata.
Un esempio : il martirio di Marcantonio Bragadin.
Agli Italiani
narcotizzati dal buonismo e dal clero affarista che guadagna con
l’immigrazione, giova ricordare il martirio di Marcantonio Bragadin il 17
agosto 1571 dopo la difesa di Famagosta.
La difesa di Famagosta
fu una della pagine più epiche mai scritte dalle armi italiane, inequivocabile
dimostrazione della falsità con cui sempre si è dipinto l’italiano come pavido
e incapace di combattere.
I turchi pagano ogni assalto alle mura ed ogni
sortita della cavalleria veneziana con decine di migliaia di morti: cifre da
Prima Guerra Mondiale. Marcantonio Bragadin: uomo di rare virtù e coraggio,
riuscì a galvanizzare la popolazione cittadina greca ed a gestire le magre
risorse durante tutto l’assedio dei turchi.
Il 31 luglio 1571 gli
esausti difensori respingono il quinto assalto generale: sono rimasti ormai
meno di cinquecento uomini validi e la popolazione è alla fame. Il comandante
dei turchi, l’arabo Lala Mustafà, rende note a Bragadin condizioni di resa
estremamente vantaggiose: salva la vita e le proprietà di tutti, evacuazione a
Candia di chi avesse desiderato e libertà di culto per chi fosse rimasto.
Bragadin è titubante: vorrebbe respingere l’offerta, ma le delegazioni dei
cittadini disperati lo scongiurano di accettare.
Bragadin sa quale sorte
sia toccata a Nicosia dopo la resa: 20 mila persone sterminate nei metodi più
orrendi, le donne che si gettavano dai tetti pur di non cadere in mano ai
vincitori, duemila bambini e ragazze inviati nel mercato degli schiavi del
sesso di Costantinopoli.
Bragadin tuttavia
accetta la resa.
Mustafà finge cortesia
per tre giorni, poi con un pretesto fa arrestare tutta la guarnigione
cristiana. Il comandante turco è infatti furibondo: ha impiegato oltre 11 mesi
per piegare la resistenza, ha perduto 52 mila uomini, fra cui il suo
primogenito.
Quando si rende conto
all’esiguità dei difensori, la furia, la frustrazione e il senso di inferiorità
lo accecano. Fa decapitare tutti capitani esponendo le loro teste infisse su
pali.
Tranne Bragadin .
A lui spetta una sorte
agghiacciante: gli fa mozzare orecchi e naso, e poi rinchiudere in una gabbia
sotto il sole: per tredici giorni il capitano italiano è stretto in agonia fra
le sbarre arroventate mentre le ferite gli si infettano. Il 17 agosto, un
venerdì, Lala Mustafà lo fa uscire, pestare e frustare, lo costringe a
percorrere due volte il perimetro della città caricato di gerle piene di sassi
ed immondizia sulle spalle piagate, facendogli premere dalla soldataglia la
bocca in terra ad ogni passaggio davanti al suo trono. Lo fa quindi appendere
per ore ad un’antenna nel porto, in maniera che tutti gli schiavi cristiani ai
remi ed i prigionieri possano vedere l’orribile sorte del loro comandante.
Ma il pascià musulmano
non è ancora sazio di vendetta. Bragadin è legato ad una colonna, più morto che
vivo. Il carnefice gli si avvicina con lame affilatissime. Mustafà gli intima
di abiurare la Croce ed abbracciare l’Islam. Ma Bragadin rifiuta. Il pascià
ordina allora l’orrendo supplizio: il boia inizia a scorticarlo vivo, partendo
dalla nuca e dalla schiena, lentamente, ripetendogli «convertiti e la tortura
finirà! » Ma Bragadin non cede. Fino alla morte…..
Il martirio di Bragadin
infocò gli animi e fu tra i motivi che spinsero le flotte cristiane a battersi
come leoni fino alla vittoria, a Lepanto, due mesi dopo.
Anonimo
Pontino
NOTE :
(1) Moush: Statement by a German Eye-witness of
Occurrences at Moush; communicated by the American Committee for Armenian and
Syrian Relief, in Arnold Toynbee, The Treatmen of Armenians in the Ottoman
Empire, p. 89
(2) Angora: Extract from a letter, dated 16th
September, 1915; appended to the memorandum (doc. 11), dated 15/28th October,
1915, from a well-informed source at Bukarest
(3) William Willard Howard, Horrors of Armenia, ch. 1, p. 6
(4) Samuel Gridely Howe, An Historical Sketch of the
Greek Revolution, ch. 3, pp. 99-100, brackets and ellipses mine
(5) Howe, An
Historical Sketch of the Greek Revolution, ch. 3, p. 100
(6) In Joel Euel Werda, The Flickering Light of Asia:
or, the Assyrian Nation and Church, ch. 26, ellipses mine
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