Il reparto noto come I°
battaglione bersaglieri volontari "Benito Mussolini" si formò a
Verona, per iniziativa di Vittorio Facchini, nella seconda decade del settembre
1943, prima ancora cioè della nascita della Repubblica Sociale Italiana. Inizialmente
raccolse uomini, ufficiali, sottufficiali e soldati, di disparatissime
provenienze, armi e specialità. Nucleo di un certo rilievo tecnico e numerico
furono gli uomini del Centro Costituzione battaglioni cacciatori di carro in
Verona (colonnello Mario Carloni). Si trattava prevalentemente di sottufficiali
e bersaglieri rimpatriati dall'Africa settentrionale prima della battaglia di
El Alamein per avvicendamento, quindi soldati esperti e sperimentati. Altro
rilevante contributo fu quello di ufficiali, sottufficiali e militari del
"Centro tradotte Est" sempre di Verona. Per il resto si trattava di
personale raccogliticcio che si era trattenuto nelle caserme dopo lo sfacelo, e
prigionieri già in avviamento nei campi di concentramento e che aderirono all'appello
del Facchini. Il reparto assunse il nome di Benito Mussolini, anche se, in
qualche documento, è definito inizialmente come battaglione volontario delle
Waffen SS. Bersagliere Repubblicano
E' possibile che questa dizione decadesse all'atto della
costituzione della Repubblica Sociale Italiana. Poichè Verona era sede
dell'8° bersaglieri, reggimento scioltosi in Tunisia ed il battaglione
si era accasermato nel quartiere tradizionalmente sede dello stesso, il
I° battaglione volontari fu considerato I° battaglione di quel
reggimento. Nel proseguo di tempo, quando col trasferimento del I°
battaglione alla frontiera giulia, a Verona vennero formati il II°
battaglione "Goffredo Mameli" ed il III° "Enrico Toti" il raggruppamento
assunse il nome di reggimento bersaglieri volontari "Luciano Manara".
Ad evitare equivoci è bene verbalizzare che le omonimie nelle forze
armate della R.S.I. abbondavano, tanto che a Milano, nel quadro della
ricostituzione del 3° reggimento bersaglieri volontari, il XVIII
battaglione, quando divenne autonomo, assumendo la numerazione di IV
battaglione Difesa Costiera, completò la denominazione con "Luciano
Manara", mentre a Genova era dislocato un battaglione bersaglieri
"Goffredo Mameli", da non confondersi con quello costituitosi a Verona.
Il "Mussolini" è coinvolto in una serie di cambiamenti di nome ed è
quindi citato anche come battaglione "Bruno Mussolini" e battaglione
"Stefano Rizzardi". Quando nell'ambito del riordinamento generale
dell'Esercito della R.S.I., gran parte dei reparti autonomi assunsero la
denominazione di battaglioni da fortezza o difesa costiera, il
battaglione bersaglieri volontari "Benito Mussolini" divenne
ufficialmente XV battaglione "difesa costiera". Il battaglione venne
inviato in zona operazioni, cioè nella media Valle Isonzo e Valle
Baccia, in due scaglioni il 10 e 14 ottobre 1943.
Articolato dapprima in quattro compagnie di linea ed una compagnia
comando, poi in cinque compagnie ed un reparto servizi, tenne la linea
ferroviaria Gorizia-Piedicolle dal Km.82 al Km.109, con una serie di
distaccamenti dislocati in zona controllata dal nemico. Presidiò inoltre
permanentemente Santa Lucia d'Isonzo e, per cinque mesi, Tolmino. Il
contingente raccogliticcio iniziale venne gradualmente sostituito da
soldati volontari e da reclute delle classi 1924 e 1925 che raggiunsero,
quest'ultime, il reparto, nell'aprile del 1944.Dopo alcune incertezze,
il battaglione adempi egregiamente ai suoi compiti resistendo alle
operazioni nemiche di annientamento effettuate alla fine di giugno del
1944 ed a settembre dello stesso anno, oltre allo stillicidio di 19 mesi
di continue azioni di guerriglia, imboscate, attacchi repentini,
attentati. La bontà delle prestazioni vanno collegate con lo spirito e
l'aggressività che caratterizzavano i suoi componenti, ma anche con il
livello dell'armamento. I gruppi da combattimento di compagnia erano
molto efficienti per la loro mobilità, la capacità manovriera,
l'addestramento, tanto da infliggere costantemente forti perdite al
nemico rappresentato dal IX Korpus sloveno. Tale unità schierava non
meno di 7-8000 uomini divisi in due divisioni, con 8 brigate e due
batterie d'artiglieria, parecchi distaccamenti autonomi, tutti i servizi
divisionali. Inoltre i bersaglieri ebbero parte nell'annientamento
delle tre brigate componenti la divisione Garibaldi-Natisone quando, nel
1945, la stessa passò alle dipendenze dello Stato Maggiore sloveno. In fase difensiva, la lunghezza della linea e l'esiguità dei presidi poterono reggere perchè il battaglione "Mussolini" disponeva praticamente di cinque compagnie fucilieri che però avevano nei distaccamenti, a loro disposizione, l'armamento suppletivo di tre compagnie mitraglieri (27 armi da 8n-i/m), due compagnie mortai (18 pezzi da 81 mm), una batteria da 2O mm (6 mitragliere Breda) ed una batteria da 25mm (6 pezzi Hotchkiss anti-carro). La forza transitata nel reparto viene valutata sui 2000 uomini, dei quali 90 ufficiali. Questo dato deriva da una testimonianza relativa al libro matricola nell'aprile 1945 ed anche da riscontri su documenti ufficiali. In data 10/2/44 un rapporto del maggiore Faccini, ufficiale di collegamento presso il comando tedesco a Trieste per tutte le forze della R.S.I., denuncia una forza complessiva di 749 uomini (33 ufficiali, 94 sottufficiali, 622 bersaglieri). L'organico, in data 1/8/44, secondo la relazione dello Stato Maggiore Esercito, reca 1299 uomini (39 ufficiali, 98 sottufficiali, 1062 bersaglieri), il che consente di ritenere che il massimo della forza presente fosse stata raggiunta alla fine di giugno, con 1350 uomini. Questa forza corrisponde a quella di tre battaglioni bersaglieri "ciclisti" nel Regio Esercito.
1945, la stessa passò alle dipendenze dello Stato Maggiore sloveno. In fase difensiva, la lunghezza della linea e l'esiguità dei presidi poterono reggere perchè il battaglione "Mussolini" disponeva praticamente di cinque compagnie fucilieri che però avevano nei distaccamenti, a loro disposizione, l'armamento suppletivo di tre compagnie mitraglieri (27 armi da 8n-i/m), due compagnie mortai (18 pezzi da 81 mm), una batteria da 2O mm (6 mitragliere Breda) ed una batteria da 25mm (6 pezzi Hotchkiss anti-carro). La forza transitata nel reparto viene valutata sui 2000 uomini, dei quali 90 ufficiali. Questo dato deriva da una testimonianza relativa al libro matricola nell'aprile 1945 ed anche da riscontri su documenti ufficiali. In data 10/2/44 un rapporto del maggiore Faccini, ufficiale di collegamento presso il comando tedesco a Trieste per tutte le forze della R.S.I., denuncia una forza complessiva di 749 uomini (33 ufficiali, 94 sottufficiali, 622 bersaglieri). L'organico, in data 1/8/44, secondo la relazione dello Stato Maggiore Esercito, reca 1299 uomini (39 ufficiali, 98 sottufficiali, 1062 bersaglieri), il che consente di ritenere che il massimo della forza presente fosse stata raggiunta alla fine di giugno, con 1350 uomini. Questa forza corrisponde a quella di tre battaglioni bersaglieri "ciclisti" nel Regio Esercito.
Il 25/3/45 il generale di c.a. Archimede Mischi, ispezionando le
forze presenti in Venezia Giulia, verbalizza una forza di 625 uomini fra
i quali 105 allievi ufficiali e si può quindi ritenere una ripartizione
in 30 ufficiali, 140 sottufficiali, 455 bersaglieri. All'atto della
cessazione del conflitto, il 29 aprile 1945, si valuta che consegnarono
le armi 560-600 uomini. Poiché non si dispone del libro matricola, dato
che la documentazione dei reparti della R.S.I., in linea di massima, è
andata perduta, si è costretti a ripiegare su di una analisi per
campione. Questo campione è fornito dall'elenco dei Caduti del reparto.
Si valuta che il battaglione, dal momento in cui giunse in zona
d'operazioni il 10 ottobre 1943 alla data del rientro degli ultimi
militari dalla prigionia in Iugoslavia, 26 giugno 1947, abbia avuto fra i
350 e i 400 Caduti, dei quali 324 identificati con un lunghissimo
paziente lavoro di ricerca e controllo da parte del "gruppo reduci". Si è
ritenuto che questo elenco, nel quale per ogni nome è stato annotato il
massimo che si è potuto raccogliere di notizie, possa essere
considerato sufficientemente attendibile per una estrapolazione a tutto
il reparto. L'elenco è depositato presso l'archivio dello "Istituto
Storico della R.S.I." della Cicogna e gli elementi di identificazione
sono i seguenti: Nome, Cognome,
grado, classe di leva, distretto, categoria di arruolamento
(volontari, coscritti, trattenuti alle armi o aderenti dalla prigionia),
compagnia di appartenenza, condizione da civile (prestatore d'opera,
studente, militare di carriera), data di morte, località, modalità di
morte (caduto, ucciso, deceduto), documentazione sulla morte (Elenchi
ministeriali R.S.I., Commissariato esumazione salme, cimitero,
testimonianza di commilitoni, accertamento presso i familiari, verbali
della C.R.I.). Altre notizie di particolare interesse, quando
sussistono, sono allegate in calce. 350 Caduti rappresentano il 17%
della forza transitata. Per quanto riguarda gli ufficiali, 90 , i Caduti
sono 22, pari al 25% della forza
transitata. La forza transitata è piuttosto elevata anche se
confrontata con la forza massima ed i motivi sono molteplici. Indichiamo
fra le cause di perdita di forza le seguenti voci: caduti e dispersi
perdurando il conflitto, circa 170, feriti e dimessi per motivi di
salute, 350, trasferiti 150, catturati nel mese di ottobre 1943 e che si
ritengono rientrati in famiglia 100, disertori verso il nemico 50,
assenti per vari motivi alla fine del conflitto, 50. I 500 che mancano a
completare il conteggio sono catalogati sotto la dizione "assenti
arbitrari", l'80% dei quali transitati ad altri reparti della R.S.I. I
maggiori beneficiari di questo travaso, che in effetti era tollerato,
furono il II battaglione dello stesso reggimento, "Mameli" che operava
sul fronte Sud, la Xa Flottiglia MAS, le Brigate Nere territoriali.
Il 45% dei caduti perirono prima del termine del conflitto, ma di
questi, solo il 37% poterono avere una sepoltura formale, mentre per
l'aliquota restante, come sempre avviene nella guerriglia, l'esatta
dizione dovrebbe essere "dispersi" e quindi il luogo dell'inumazione è
ignoto. Il 55% cadde posteriormente al 30 aprile 1945 quando i
superstiti deposero le armi, per complessivi 175-180 soldati, 88 dei
quali fucilati nei dieci giorni successivi alla cattura, 19 uccisi
durante tentativi di fuga od in prigionia mentre di 65 è accertato il
decesso per malattia durante la cattività. La estrapolazione da elenco
Caduti consente di affermare che il 67% del reparto era formato da
volontari, l'11% da bersaglieri levati con i bandi "Graziani", mentre il
2% era formato da elementi già alle armi l'8 settembre 1943.
Abbiamo detto che caddero complessivamente 22 ufficiali. Dei 32 che formavano i quadri del battaglione il 30 aprile, 16 vennero uccisi, pari al 50%, dei quali 13 a Tolmino, 2 durante un tentativo di fuga, 1 al rientro dalla prigionia. Nessun ufficiale venne ucciso o morì per malattia durante la prigionia in Iugoslavia. Per quanto riguarda l'ambiente di provenienza dei militari, il 59% erano lavoratori (contadini, operai, impiegati), il 36% studenti, il 5% militari di carriera. Se si considera separatamente il gruppo degli ufficiali, fra di loro i militari di carriera raggiungevano il 10%. Nell'analizzare i volontari che come detto coprivano il 67% della forza, si constata come il 13% degli stessi fossero studenti universitari, il 32% studenti delle scuole medie, il 53% lavoratori, il 2% militari di carriera. In primissima approssimazione, accettato il fatto che i volontari che militarono nel reparto furono 1340, di questi 174 erano studenti universitari, 428 studenti delle medie, 26 militari di carriera e 712 lavoratori.
Abbiamo detto che caddero complessivamente 22 ufficiali. Dei 32 che formavano i quadri del battaglione il 30 aprile, 16 vennero uccisi, pari al 50%, dei quali 13 a Tolmino, 2 durante un tentativo di fuga, 1 al rientro dalla prigionia. Nessun ufficiale venne ucciso o morì per malattia durante la prigionia in Iugoslavia. Per quanto riguarda l'ambiente di provenienza dei militari, il 59% erano lavoratori (contadini, operai, impiegati), il 36% studenti, il 5% militari di carriera. Se si considera separatamente il gruppo degli ufficiali, fra di loro i militari di carriera raggiungevano il 10%. Nell'analizzare i volontari che come detto coprivano il 67% della forza, si constata come il 13% degli stessi fossero studenti universitari, il 32% studenti delle scuole medie, il 53% lavoratori, il 2% militari di carriera. In primissima approssimazione, accettato il fatto che i volontari che militarono nel reparto furono 1340, di questi 174 erano studenti universitari, 428 studenti delle medie, 26 militari di carriera e 712 lavoratori.
Il Battaglione Bersaglieri Volontari B . Mussolini prestano il loro
giuramento alla Repubblica Sociale Italiana ,fu in ordine di tempo , il primo
reparto non di partito , che venne costituito nell 'Italia del Nord dopo l'8
settembre 1943 a Verona ed il primo inviato in zona d'impiego sul fronte
orientale
Bersaglieri del "Mussolini"
Per quanto riguarda la provenienza geografica degli uomini, il 29%
degli stessi erano veneti, il 18% emiliani, il 13% giuliani, l'l 1 %
lombardi, il 5 % piemontesi, mentre il 24% rimanente era ripartito fra
tutte le altre regioni. Da quanto sopra si può dedurre che i giuliani
presenti, prevalentemente triestini, furono circa 260. L'ultima nota
riguarda l'età dei componenti il battaglione. Solo il 2% aveva superato i
40 anni ed il 7% era compreso nella fascia fra i 30 ed i 40, il 21% era
fra i 23 ed i 30 anni. I bersaglieri di 21 anni erano il 12 %, quelli
di 20 il 19%, quelli di 19 il 19%, quelli di 18 il 9%, per finire con il
4% di 17 anni.
OTTOBRE 1943 SFILA IL BATTAGLIONE
L’ UFFICIALE PRIMO A DESTRA E’ IL CAPINO ENNIO ROICH, CATTURATO DAI
PARTIGIANI IL 30 APRILE 1945 SI RIFIUTO’ DI TOGLIERSI I NASTRINI DELLE
DECORAZIONI E VENNE PERCIO’ IMMEDIATAMENTE UCCISO
IL GAGLIARDETTO DEL BATTAGLIONE
VERONA MARZO 1944
I COMPLEMENTI DEL BATTAGLIONE "MUSSOLINI" PARTONO PER IL FRONTE
SFILA IL BTG. BERSAGLIERI “MUSSOLINI”
I Bersaglieri del Battaglione B Mussolini trasportano a spalla la bara
del Capitano Paride Mori , Comandante della 3 Compagnia , ucciso in
un'imboscata partigiana il 18 febbraio 1944 presso Modreuzza , Tolmino ,
l'Immagine dei funerali nella Chiesa di Modreuzza
Dal seme gettato dai Battaglioni d’assalto CC.NN. sulle nude
montagne e nelle valli fangose di Albania e largamente fecondato dal
sangue dei loro uomini migliori, naquero i Battaglioni M, come
trasformazione e potenziamento dei normali battaglioni d’assalto.
La trasformazione fu selettiva ed organica : i legionari furono
scelti tra i più idonei fisicamente che avessero date prove di
combattività, di ardimento e di coraggio ; l’armamento e l’inquadramento
furono migliorati seguendo le accresciute esigenze e gli insegnamenti
che il combattimento aveva dati.
I primi battaglioni d’assalto ad essere trasformati in M furono
quelli che si erano battuti strenuamente meritando la citazione sul
bollettino delle Forze Armate : i battaglioni del Raggruppamento
Galbiati (il VIII, il XVI e il XXIX) per la battaglia di Marizai e
quelli della
Legione Leonessa ( XIV e XV, bollettino 248 del 10 febbraio 1941). Questi reparti furono trasformati in M e completati già nell’ottobre 1941.
Legione Leonessa ( XIV e XV, bollettino 248 del 10 febbraio 1941). Questi reparti furono trasformati in M e completati già nell’ottobre 1941.
Il distintivo dei Battaglioni M è, al posto del semplice
fascetto sulla mostrina, la Emme rossa traversata dal fascio in argento,
simbolo della sigla mussoliniana.
L'uniforme è quella della Milizia, i Battaglioni M conserveranno
poi per tutta la durata del conflitto la camicia nera nonostante il
nuovo regolamento che prevedesse per tutti, Esercito e Milizia, la
camicia grigioverde.
Il motto dei reparti, scritto in calligrafia mussoliniana su
ogni gagliardetto è " Seguitemi", ad indicare l'assoluta fedeltà e
dedizione alla causa che queste truppe avevano nei confronti della
Patria e del Regime. I gagliardetti dei reparti, consegnati
direttamente dallo stesso Mussolini, erano "a coda di rondine" e
portavano ricamati, oltre al motto e al numero identificativo del
Battaglione su un lato, la Emme rossa traversata dal fascio littorio
sull'altro.
Raggruppamento Galbiati :
VIII – Varese;
XVI – Como;
XXIX – Arona;
Gruppo di Battaglioni Leonessa :
XIV – Bergamo;
XV – Brescia;
XXXVIII – Asti , battaglione armi accompagnamento;
Gruppo di Battaglioni Montebello :
VI – Mortara;
XXX – Novara;
XII - Aosta, battaglione armi accompagnamento;
Gruppo di Battaglioni Valle Scrivia :
V – Tortona;
XXXIV - Savona;
XLI – Trento, battaglione armi accompagnamento;
Gruppo di Battaglioni Tagliamento :
LXIII – Udine;
LXXIX – Reggio Emilia;
Battaglioni M a disposizione del Comando :
X – Voghera;
LXXXV – Apuania;
XLII – Vicenza;
LXXI – Faenza;
XLIII – Belluno;
LX – Pola;
L – Treviso;
LXXXI – Ravenna.
Il 18 giugno 1944
a Santa Lucia d'Isonzo, durante la cerimonia per
l'anniversario di Fondazione del 1 Battaglione Bersaglieri Volontari B .
Mussolini , alcuni soldati danno una dimostrazione di abilità nel maneggio
delle armi , smontando e rimontando a occhi bendati i fucili mitragliatori e le
mitragliatrici leggere in dotazione
Battaglione Volontari Bersaglieri M "Benito Mussolini"
[Costituito con elementi arruolati a ridosso della Linea Falciano-Mondragone, tra il Volturno e il Garigliano]
(Capitano Rino [Cesare] Cozzarini MOVM)
Forza: 650 Caduti in combattimento: 192
Ricompense: 1 MOVM - 2 MAVM - 19 MBVM - 2 EK I Kl. - 2 EK II Kl.
Reggimento Volontari Bersaglieri "Luciano Manara"
[Costituito con elementi arruolati a Verona - Deposito 8° Bersaglieri - e veterani del Reggimento]
(Ten. col. Vittorio Facchini - ten. col. Antonino Salvo)
I Battaglione "Benito Mussolini"
(cap. Armando Cavalletti - cap. Ezio Mognaschi)
Forza media: 700 Caduti in combattimento e in prigionia o assassinati: 410
Ricompense: 1 MBVM al Labaro - 1 MOVM - 12 MAVM - 23 MBVM - 12 CGVM - 1 EK I Kl. - 32 EK II Kl.
II Battaglione "Goffredo Mameli"
(Magg. Leonardo Vannata - cap. Mario Maltinti)
Forza: 600 Caduti in combattimento o assassinati: 72
Ricompense: 6 MAVM - 16 MBVM - 5 CGVM - 2 EK I Kl. - 42 EK II Kl.
III Battaglione "Enrico Toti"
(Magg. Sandro Bonamici)
Forza: 450 Caduti in combattimento o assassinati: 19
Ricompense: 8 EK II Kl.
3° Reggimento Volontari Bersaglieri
[Costituito
con elementi arruolati a Milano - Scuole di Porta Nuova - e veterani
del 3° Reggimento Bersa- glieri - Sciolto il 10 febbraio 1944, quando i
Battaglioni furono resi autonomi]
(Ten. col. Alfredo Tarsia)
XVIII Battaglione (IV D.C.)
(Magg. Pietro Grana - cap. Giovanni Bisio)
Forza media: 1.110 Caduti in combattimento o assassinati: 11, oltre 120 senza croce
Ricompense: 5 MAVM - 11 MBVM - 12 EK II Kl.
XX Battaglione (II D.C.)
(Magg. Antonino Mistretta - cap. Pietro Borroni)
Forza media: 930 Caduti in combattimento o assassinati: 55, oltre 90 senza croce
Ricompense: 6 MAVM - 12 MBVM - 10 EK II Kl.
XXV Battaglione (III D.C.)
(Cap. Luigi Paggiarino - cap. Giuliano Falomi)
Forza media: 850 Caduti in combattimento o assassinati: 9, oltre 90 senza croce
Ricompense: 6 MAVM - 8 MBVM - 6 EK II Kl.
LI Battaglione (I D.C.)
(Ten. col. Giovan Battista Garibaldo)
Forza media: 790 Caduti in combattimento o assassinati: 10, oltre 120 senza croce
Ricompense: 9 MAVM – 12 MBVM - 1 EK IKl. - 10 EK II Kl.
III Battaglione Bersaglieri "Natisone"
[Costituito
con elementi arruolati a Udine - Inquadrato nel Reggimento Volontari
Friulani "Tagliamento" costituito e comandato dal colonnello
Ermacora Zuliani]
(Ten. Antonio Cutelli)
Forza media: 570 Caduti in combattimento o assassinati: 23, oltre 85 senza croce
Ricompense: 4 MAVM – 9 MBVM - 1 EK I Kl. - 5 EK II Kl.
Battaglione di Combattimento Volontari Italiani "Ettore Muti"
[Costituito con elementi del 5° Regg. Bersaglieri arruolati nella sede della GIL in Piazza Beccaria a Firenze]
(Cap. Giuseppe Bindi)
Forza: 265 Caduti in combattimento o assassinati: 7, oltre 15 senza croce
1a Compagnia Bersaglieri del Mincio
[Costituita con elementi arruolati a Mantova - Inquadrata nel Gruppo Esplorante Celere del Raggruppa-
mento Cacciatori degli Appennini]
(Ten. Bruno Gallese)
Forza: 130 Caduti in combattimento o assassinati: 11, oltre 37 senza croce
Ricompense: 5 MAVM – 9 MBVM
I Battaglione Arditi Bersaglieri
[Costituito con elementi arruolati a Brescia - Inquadrato nel Raggruppamento Anti Partigiani]
(Magg. Antonio Pacinotti - magg.s.S.M. Filippo Galamini)
Forza: 590 Caduti in combattimento o assassinati: 13 , oltre 85 senza croce
Ricompense: 4 MAVM - 8 MBVM
1a Divisione Bersaglieri "Italia"
[Costituita ad Heuberg con personale volontario, di leva, richiamato e tratto dai Campi di Internamento]
(Col. i.g.s. Mario Carloni - col. i.g.s. Guido Manardi - gen. div. Mario Carloni)
Forza: 10.900 Caduti in combattimento o assassinati : 433 , più rilevante numero di senza croce
Ricompense: 1 MOVM - 41 MAVM – 71 MBVM
1° Reggimento Bersaglieri
(Ten. col. Giuseppe Zelli - Jacobuzzi)
I Battaglione
(Cap. Rodolfo Sullini)
II Battaglione
(Cap. Lucchesi-Palli)
III Battaglione
(cap. Aldo Brunialti)
2° Reggimento Bersaglieri
(Ten. col. Spitaleri - col. Trillini - col. Bartolomeo Gandini)
I Battaglione
(Cap. Giuseppe Ferrario)
II Battaglione
(Cap. Ciancio)
III Battaglione
(Cap. Faletti)
Gruppo Esplorante Divisionale [1a Divisione "Italia"]
(Ten. col. Alfredo Tarsia - ten. col. Bartolomeo Gandini - cap. Gerardo Chisté - cap. Ientile)
Compagnia Anticarro Divisionale
(Ten. Mario Valchi - cap. Boccasavia)
CIV Battaglione Complementi
(1° Cap. Branchetti - cap. Lucchesi-Palli)
Gruppo Esplorante Divisionale [ 2a Divisione "Littorio"]
(Cap. Galigani - cap. Nello Presico - cap. Anco Marzio Da Pas)
Gruppo Esplorante Divisionale [4a Divisione "Monterosa"]
(Magg. Girolamo Cadelo - cap. Weintz - ten. col. Emanuele Andolfato - magg. Villa)
Battaglione Bersaglieri "Fulmine" [X Divisione F.M.]
(Ten. vasc. Sergio Scordia - ten. vasc. Giuseppe Orrù - ten. vasc. Elio Bini - ten. vasc. Giuseppe Orrù)
Forza: 325 Caduti in combattimento o assassinati: 115
Ricompense: 1 MAVM alla Fiamma del Battaglione - 7 MAVM - 19 MBVM - 15 CGVM - 22 EK II Kl
SANTA LUCIA DI TOLMINO (GORIZIA)
LA SALMA DEL BERSAGLIERE DICIANNOVENNE
FRANCESCO PERILLO
CADUTO IL 24 GENNAIO 1944
I massacri dei bersaglieri del “Mussolini”
I massacri dei bersaglieri del “Mussolini”
Come è noto il Btg di bersaglieri
volontari “Mussolini” fronteggiò gli slavi del X° Corpus sul fronte
orientale fin dal 10/12 ottobre 1943. Il 30 Aprile 1945, dopo la morte
di Mussolini e la resa delle truppe italo-tedesche, anche gli uomini del
“Mussolini” decisero di arrendersi ai partigiani di Tito, alle
condizioni stabilite che prevedevano l’immediato rilascio dei soldati e
la trattenuta dei soli ufficiali per accertare eventuali responsabilità.
Ma i “titini” si guardarono bene dal rispettare le condizioni
concordate e, invece di lasciare liberi i soldati, condussero tutti a
Tolmino e li rinchiusero in una caserma. Da qui qualcuno fortunatamente
riuscì a fuggire, ma, dopo alcuni giorni, 12 ufficiali e novanta
volontari furono prelevati, condotti sul greto dell’Isonzo e, qui,
trucidati. Dopo altri giorni altri dodici furono prelevati, condotti a
Fiume e uccisi. E ancora il 18 maggio dall’Ospedale Militare di Gorizia
furono prelevati 50 degenti e uccisi. Dieci erano bersaglieri. Intanto i
sopravvissuti avevano iniziato una marcia allucinante, senza cibo né
acqua, picchiati e seviziati, e altri furono uccisi durante la marcia.
Finalmente giunsero al tristemente famoso campo di prigionia di
Borovnica ove fame, epidemie, sevizie e torture inumane seminano morte
fra gli odiatissimi bersaglieri. Alla chiusura di quel campo, nel 1946, i
sopravvissuti furono internati in altri campi ove le condizioni non
migliorarono assolutamente. Alla fine, il 26 giugno 1947, soltanto 150
bersaglieri, ridotti in condizioni inumane, poterono tornare in Italia.
Dei quasi quattrocento caduti del battaglione, ben 220 furono quelli
uccisi dopo il 30 aprile 1945
I caduti del 3° Rgt. Bersaglieri volontari
Il I° Btg era schierato a Genova e a levante di Genova. I reparti che
erano a levante di Genova si sacrificarono quasi interamente per
contrastare l’avanzata del negri della 92^ Div. “Buffalo”. I reparti che
si trovavano in città furono attaccati dai partigiani e si difesero
fino all’ ultima cartuccia. Essendo ormai disarmati, furono catturati e,
immediatamente, quasi tutti uccisi. Il II° Btg si trovava, invece, in
Liguria in difesa del confine occidentale. Quando giunse l’ordine di
ripiegamento, risalì insieme alla 34^ Div. Tedesca fino a Quagliuzzo in
Piemonte e qui, il 3 maggio, si arrese al CNL locale previo rilascio di
un lasciapassare per tutti gli uomini. Malgrado il lasciapassare, però,
il Cap. Francoletti e il Ten. Casolini furono condotti sul greto della
Dora e qui massacrati. I corpi non furono mai ritrovati. Questo Btg ebbe
anche due giovani mascotte, di quattordici e dodici anni, assassinate
dai partigiani.
CADUTI DEL 1° BATTAGLIONE VOLONTARI “BENITO MUSSOLINI”
DELL’ 8° REGGIMENTO BERSAGLIERI
SUL FRONTE GIULIO 1943/1945
Una pattuglia del 1° Batg Bersaglieri Volontari B . Mussolini
in ricognizione sulle montagne circostanti la valle del Boccia .
Il nemico è stato avvisato i Bersaglieri si spiegano lungo il costone
ARRIGO E ALBERTO TIEGHI sono due fratelli ravvenati che fanno parte del
1° Battaglione Bersaglieri “Mussolini” schieratosi, lungo l’ Isonzo contro l’ invasione
slava, fin dai primi mesi della R.S.I.. Sul finire del ’43 la vista della
divisa con le penne al vento portata bravamente dal loro cugino Aldino Tieghi
basta per accenderli d’ entusiasmo e indurli a vestire la stessa divisa. Si
distinguono subito per coraggio e per resistenza fisica e morale. Ciò avviene
particolarmente nella lotta che il battaglione deve sostenere nell’ estate del
’44 lungo la valle del torrente Bacia, nella zona di Tolmino. Nell’ agosto i
due fratelli si trovano alla difesa di un posto avanzato che viene attaccato
con particolare violenza. Il ridotto resta letteralmente sconvolto, ma dalle
macerie gli eroici difensori continuano a sgranare le loro mitragliatrici per
cui gli assalitori sono costretti a ritirarsi. Quando però giungono i rinforzi
guidati dal serfgente Aldino Tieghi, questi vede Arrigo ancora attaccato all’
arma ma immobile nella morte, vede Alberto vivo bensì, ma grondante di sangue
di numerose ferite.
Nel volume “Na Furis” si leggono i particolari della sepoltura dell’
eroe, la visita fatta qualche giorno dopo dal padre colonnello Tieghi, che
vuole scoprire la Salma per toccarla piamente con le sue mani, la breve degenza
in infermeria del fratello ferito. Il
quale torna poco dopo agli avamposti, resta prigioniero e, vero e proprio
martire, muore sotto le sevizie dei titini nel Campo di Borovnica. Il Caduto ha
lasciato un diario del quale si ha solo la dedica che riportiamo :
Signor
Comandante, se dovrò soccombere, morire per la mia idea, per la mia fede-la
Patria- le persone che mi amarono impareranno attraverso queste pagine a conoscere
meglio il mio animo, il mio carattere, la mia persona, sempre tesi al
raggiungimento di uno scopo: la grandezza dell’ Italia. Sarò fiero di aver
fatto questo gesto: quando la diana della storia batte, non si deve esitare:
bisogna gettare l’ anima oltre ogni ostacolo. Chi non è pronto a morire per la
fede, non è degno di professarla.
Il nemico è stato avvisato i Bersaglieri si spiegano lungo il costone
Aprile 1944
Il 1 Battaglione Bersaglieri Volotari B . Mussolini e Reparti
Volotari della Divisione 188 Gebrgsjagr Gorbirgs in una Missione Anti
Partigina delle Formazioni di Tito Slovenia
SACCOIZZA 4 MARZO 1945
BERSAGLIERI DEL BATTAGLIONE “MUSSOLINI” MONTANO LA GUARDIA ALLE SPOGLIE
DEL TENENTE LALLO MADANI CADUTO
COMBATTIMENTO CONTRO GLI SLAVI.
ALLA MEMORIA DEL TENENTEVENNE CONFERITA LA MEDAGLIA D’ ORO
GORIZIA MARZO 1944
I BERSAGLIERI DEL MUSSOLINI DURANTE I FUNERALI DI UN LORO CAMERATA
CADUTO CONTRO I TITTINI
DICEMBRE 1944
SETTEMBRE 1965 - VIGASIO (VERONA)
SUPERSTITI DEL "MUSSOLINI" PRECEDUTI DAL PICCHETTO D' ONORE
PORTANO I RESTI DEL BERSAGLIERE MINNO NOCCA CADUTO NELL' APRILE 1943
Il Seminario Minore di Gorizia
(ora sede distaccata dell'Università
degli Studi di Trieste) durante la RSI era stato adibito ad Ospedale
Militare. La targa qui sotto ricorda questa funzione ed è posta in una
grotta artificiale dedicata alla Madonna di Lourdes prima dell'ingresso
dell'ex Seminario. Purtroppo non è fatta menzione del fatto che degenti e
personale furono uccisi dai banditi titini al loro arrivo a Gorizia.
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