Nel
1928, anno VI, 28 milioni per l’assistenza alle madri, 34 milioni per
l’assistenza dei fanciulli, 13 milioni di sovvenzioni a 988 Istituti
Il Giornale d’Italia del 7 agosto 1929 parla di una delle opere più grandiose del Fascismo: l’O.N.M.I., Opera Nazionale Maternità e Infanzia.
Istituita con la Legge 10 dicembre 1925, cominciò la sua attività nel giugno del ’26 sotto la presidenza dell’on. Gian Alberto Blanc,
assistito da un Consiglio di Amministrazione, che poi venne sciolto dal
Capo del Governo e Blanc divenne Commissario, coadiuvato da tre sub
commissari: un pediatra, il prof. Valagussa, un ostetrico, il prof.
Micheli, un amministratore, l’avv. Carlo Scotti. Il nostro quotidiano
precisa che “tutti e quattro prestano la loro opera gratuitamente, come,
del resto, anche i presidenti delle Federazioni provinciali”.
Non è la prima volta che troviamo casi
come questo, il lettore lo ricorderà. Proseguiamo la lettura: “I tre
Uffici, il sanitario, l’assistenziale e l’amministrativo con la
ragioneria, sono diretti dal prefetto Graziani e hanno il personale
strettamente necessario. La stessa economia è praticata negli Uffici
periferici”.
L’attività dell’Opera è diretta alla
madre e al fanciullo, lo spirito è quello di “recuperare le energie di
quegli individui, che, posti nelle necessarie condizioni, dallo stato di
inferiorità in cui si trovano possono entrare nella linea dei forti e
socialmente funzionare come elementi utili e produttivi per la Nazione.
Tali sono la donna gestante, la madre, il fanciullo sano e normale, o
infermo sanabile o anormale educabile, i quali difettino o manchino
della difesa che dovrebbero trovare innanzitutto nella famiglia. Il
concetto della recuperabilità – continua il quotidiano – non ha
precedenti nella storia né riscontro in alcuna legislazione. È una
creazione del Duce del Fascismo e costituisce la prima
base dell’opera, la quale, però, non si sostituisce, bensì soltanto
integra i doveri spettanti alla famiglia, sollecita, riunisce e potenzia
le iniziative private e degli Enti locali” […] Essa esercita insomma
una funzione di politica demografica e si distingue così dagli Istituti
di beneficenza, rivolti semplicemente a lenire le miserie individuali,
come dagli Istituti di assistenza, i quali, pur mirando non a soccorrere
il povero ma a favorire il razionale allevamento e la sana educazione
dei fanciulli, non assurgono alla funzione sintetica della difesa della
stirpe”.
Poche righe in cui sono riassunte una
serie di iniziative di stampo prettamente sociale che il Fascismo prese
nei primi anni del suo Governo. L’O.N.M.I., dunque,
oggetto di questa puntata del nostro speciale, ma non solo: si parla di
Istituti di beneficenza e di Istituti di assistenza, presenti
nell’Italia fascista, voluti dal Duce. È il settore in cui maggiormente, forse, si avverte l’anima socialista di Benito Mussolini: esempi di socialità ai massimi livelli che dimostrano come il Fascismo fu la vera affermazione del socialismo in Italia.
Ecco cosa scrive ancora Il Giornale d’Italia:
“La legge 10 dicembre 1925 è dunque una legge di assistenza sociale […]
suo scopo principale è di promuovere, con un’azione protettrice, lo
sviluppo fisico e morale delle presenti e future generazioni”. Prosegue
poi riferendo che “l’assistenza fascista è così bene intesa e apprezzata
che molti privati hanno fatto donazioni, oblazioni ed elargizioni o
direttamente all’Opera o alle Federazioni provinciali o ai Comitati di
patronato”. Donazioni ed elargizioni che raggiungono - spiega – la
bella cifra di tre milioni e mezzo di lire. Poi si parla delle
iscrizioni, che in breve tempo hanno raggiunto la cifra di oltre
cinquemila. La struttura è dotata anche di una piccola pubblicazione, il
Bollettino Maternità e Infanzia, con oltre tremila abbonati a
quell’agosto 1929.
L’articolo prosegue poi con un’intervista all’on. Blanc,
che riferisce come nel 1928 l’Opera abbia speso e impegnato per
l’assistenza alla maternità (ricoveri di gestanti, sussidi a madri per
figli legittimi e illegittimi, refettori materni e infantili) circa 28
milioni. Insomma nel Regime “bacchettone” si pensava anche alle mamme
che avevano “figli illegittimi” … Ma andiamo avanti: per l’assistenza
all’infanzia (ricoveri e sussidi, fermati dalla pubblica sicurezza,
profilassi antitubercolare infantile) sono stati spesi e impegnati 34
milioni di lire. Per sovvenzioni a Istituti oltre 13 milioni; per
propaganda con pubblicazioni, ambulatori, cattedre ambulanti più di un
milione e mezzo; per spese generali di organizzazione dei servizi poco
più di 3 milioni. Insomma quasi 80 milioni nel 1928 furono destinati dal
Regime all’Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Dal
giugno 1926 alla metà del 1929 vengono creati 82 ambulatori ostetrici e
pediatrici, i bambini visitati nelle strutture sono circa 20 mila, 4.700
circa le madri e gestanti; altri 300 ambulatori vengono istituiti dagli
organi provinciali nei primi tre anni di attività. Vi sono poi 18
cattedre di puericoltura, e 342 consultori con 54.566 madri e fanciulli
visitati al loro interno. Quelli visitati a domicilio sono centomila.
Ventimila donne e fanciulli sono ammessi
ai refettori materni istituiti dall’Opera, ed è un dato parziale.
Duemila gestanti vengono ricoverate negli Istituti, 9.400 mamme vengono
sussidiate per allattamento di figli legittimi, 12 mila per figli
illegittimi. I fanciulli assistiti presso le loro famiglie sono 7.450,
quelli sani in abbandono e avviati in campagna o in educazione presso
istituti sono 11.854 (parliamo sempre di dati riferiti ai primi tre anni
di attività dell’opera). I giovani affetti da tubercolosi o chiusa che
vengono curati profilatticamente in appositi istituti sono 5.800, gli
infermi o anormali educabili di cui l’Opera si prende cura sono 600. Poi
ci sono 1.500 fermati per motivi di pubblica sicurezza e assistiti …
nel Regime fascista di Benito Mussolini …
Ancora, a quest’epoca sono stati sovvenzionati altri 988 istituti e 683 sono stati ispezionati.
Le Federazioni provinciali e i Comitati di patronato
L’esempio
di Roma e di Napoli, la riduzione quasi a zero della mortalità
neonatale dei gemelli, l’assistenza legale a madri e fanciulli implicati
in procedimenti penali
Ancora sull’argomento di oggi, l’articolo del Giornale d’Italia prosegue
facendo il punto sulla struttura dell’organizzazione e spiegando che le
Federazioni provinciali hanno dimostrato un notevole spirito di
iniziativa, per esempio quella di Roma riferisce di 11 mila richieste di
assistenza esaminate e istruite; 1400 accertamenti e visite
domiciliari; trattazione di numerose pratiche legali e anagrafiche
nell’interesse di madri bisognose; 52 ispezioni a Istituti urbani e 22
ad Asili dell’Agro, 142 visite a Istituti, in seguito a domande di
sovvenzioni; vigilanza continuativa sugli Istituti di maternità per
assicurarsi dell’accettazione delle gestanti e per provvedere al
collocamento delle puerpere prima della loro dimissione; assistenza dei
gemelli, con la riduzione quasi a zero (un solo decesso su 168 gemelli
assistiti) della mortalità già così elevata in questa categoria di
bambini; organizzazione razionale dell’assistenza ambulatoria e
domiciliare degli anormali psichici, sotto la direzione del prof. De
Sanctis, presidente della Federazione.
Seguono informazioni simili sulle
Federazioni di Napoli con il direttore prof. Nicolò Castellino e inoltre
con una colonia elioterapica ed una colonia montana e con il patrocinio
legale a 220 madri e minorenni implicati in procedimenti penali, a
mezzo di un Comitato di difesa presieduto dal procuratore del Re e
composto di valenti avvocati. Una riflessione a questo proposito è
d’obbligo, e riguarda la definizione di questa forma di governo,
chiamato Regime. In quale altro “Regime” della storia mondiale si è mai
verificato un caso di questo genere? Cioè di assistenza legale di madri e
fanciulli “implicati in procedimenti penali” di cui lo Stato si fa
carico attraverso un’Organizzazione come l’O.N.M.I.?
I libri di scuola, tanto densi di
particolari di ogni genere, perché non scrivono anche questo? Si è
fortunati se si trovano due righe dedicate all’O.N.M.I.,
nessun dettaglio su questo straordinario aspetto sociale e popolare del
Regime. Lo dicevamo ieri, lo ribadiamo oggi: per essere credibili
occorre dire la verità, anche quando essa non fa il nostro gioco …
Altrimenti si mente, e chi legge ha la percezione – per ovvia analogia -
che si menta su tutto. E le nuove generazioni sono curiose, vogliono
sapere, cercano informazioni, si fanno delle domande … Sull’Opera Nazionale Maternità e Infanzia dovremo
tornare nella prossima puntata: anche a volersi limitare nella
trattazione all’articolo del nostro quotidiano del 7 agosto 1929, sono
troppe le cose da dire ancora. (…continua…)
emoriconi@ilgiornaleditalia.org
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