IL SISTEMA POLITICO
Difficile
che a livello nazionale la politica italiana si possa esprimere con
onestà e con trasparenza se alla base, a livello locale il sistema è già
corrotto.
Non
c’entra più l’appartenenza ad uno o all’altro schieramento politico, ad
una o all’altra visione della società perché i valori che erano alla
radice dei vari partiti e che, bene o male, rappresentavano la taratura
ed il motore dei comportamenti sono stati col tempo attenuati, infettati
e soppressi dalla quotidianità che ha visto l’interesse personale o di
gruppo prevalere in una sorta di pantano amorale che ha sommerso
progetti, propositi e programmi.
Le
ideologie sono morte, avvelenate dall’interesse personale e di gruppo e
la molla che spinge alla carriera politica non è il servizio, ma
l’avidità!
La
prassi delle carriere politiche vede quasi sempre partire da incarichi
nelle amministrazioni locali dai quali poi una selezione per capacità,
meriti, amicizie e fortuna innalza ai livelli superiori delle Province,
delle Regioni ed in fine a livello Nazionale.
Ma
gli esempi con cui i politici sono a contatto sino dalle prime
esperienze, insegnano che per fare carriera si devono accettare
compromessi sostanziali non solo con i propri ideali di partenza, ma
anche con l’opportunità etica e con la legalità giuridica!
Chiunque
di noi può raccontare esempi di quanto andiamo affermando, visti nella
realtà comunale in cui vive, indipendentemente dal colore politico
dell’amministrazione che ne gestisce il potere.
Favoritismi
retribuiti in denaro o favori, appalti e licenze di favore, consulenze
che sono un modo surrettizio di elargire denaro per ripagare appoggi
politici, alterazione di piani regolatori per favorire qualcuno, un giro
di incarichi pubblici sempre ai soliti noti, ecc. ecc. ecc. sono mille i
modi in cui sfiorando o usando l’illegalità si gestisce il potere per
creare e mantenere il potere stesso.
Quando
poi si passa al gradino superiore, dove le cose sono per loro natura
meno palesi ed i trucchi più difficili da individuare per il comune
cittadino, non si può certamente pensare che ci sia stato un improvviso
quanto illogico ravvedimento e le cose continueranno a camminare con lo
stesso metodo e nella stessa direzione, eventualmente in modo ancora più
marcato perché più grossi sono gli interessi in ballo e gli appetiti da
saziare.
Certo,
i modi si raffinano, gli imbrogli sono meno individuabili, ma chi è
salito al grado superiore con tanta disinvolta amoralità non potrà che
continuare a comportarsi come in passato.
Certamente,
di fronte allo scoppio di scandali per corruzione dei politici e di
fronte all’indignazione della pubblica opinione, i partiti se ne escono
con proclami sulla “questione morale” e sulla necessità di trasparenza,
ma è solamente fumo negli occhi per conservare, se possibile, il
consenso elettorale e mettere eventualmente in difficoltà l’avversario
perché è impensabile e non credibile che l’indegnità di qualche
personaggio si sia evidenziata solamente alla fine di un percorso
politico in cui quella persona si era comportato sempre allo stesso
modo.
Si
sapeva e si taceva per il semplice motivo che, fino a quando nessuno se
ne accorge, tutto è lecito e quelle che appaiono in cronaca sono solo
una piccola parte delle illegalità che la politica compie ad ogni
livello!
Per
concludere, la malattia non è solo negli individui, ma nel sistema che
non si scandalizza quando gli imbrogli non vengono scoperti, ma continua
a considerare l’illegalità come mezzo lecito di raggiungere e di
conservare il potere politico!
Se
poi, in relazione a quanto avviene in Italia, analizziamo quanto sta
avvenendo anche negli altri Paesi, constatiamo che analoghi sistemi
producono analoghi effetti anche se in minori o maggiori dimensioni e
questa è comunque la conferma che il difetto “sta nel manico” e cioè che
è il sistema ad essere a dire poco carente.
La
conclusione è che occorre uno Stato diverso con un sistema di governo
diverso che magari veda una partecipazione effettiva, concreta e
continua delle categorie significative dei cittadini per sottrarre
potere alla politica politicante e mettere in pratica i veri principi
della democrazia che è soprattutto partecipazione.
Categorie
rappresentative che partecipino sia alle fasi legislative che
determineranno le regole che ai controlli puntuali affinché la
corruzione non si insinui nuovamente nei gangli vitali della vita
pubblica.
A
questo proposito è utile sottolineare come per punire un fenomeno che
mette in forse la vita stessa del Paese si applichino pene talmente
irrisorie da rendere il reato conveniente.
Forse
se i corrotti ed i corruttori rischiassero 20 o 30 anni di carcere
anziché i 3 o 4 anni che poi, con varie riduzioni si riducono a pochi
mesi, ci penserebbero un po’ di più prima di delinquere ..!!
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