Liberali che mettono le bombe: riflessione sugli ultimi attacchi
di Andrea Chessa
A breve distanza dagli ennesimi attentati
terroristici in Europa, interveniamo ancora una volta sul tema,
l’opinione sul quale non è affatto cambiata rispetto alle posizioni che
abbiamo espresso all’indomani dell’attacco al Charlie Hebdo, in Francia.
Cambia la posizione geografica, ma il problema rimane sempre lo stesso:
il fallimento del progetto europeo, per come lo hanno concepito e lo
concepiscono le élite liberal-tecnocratiche, è
conclamato e questa è l’ennesima conferma di quanto MFL-PSN dichiara da
tempo immemore. Non bisogna cadere nelle svariate trappole argomentative
che tirano per la giacca i latenti pregiudizi – da ambo le parti –
delle persone, del popolino così propenso a giudicare. Così come non
accettiamo e riteniamo infondate le ricostruzioni secondo le quali per
risolvere l’attuale situazione “c’è bisogno di più integrazione, più
democrazia [la loro, però!] e più libertà”, allo stesso modo non accettiamo l’idea che, ora, sia necessario aprire una sorta di “caccia all’islamico”
quale detentore di tutte le più crudeli arti responsabili della nostra
sofferenza come popolo europeo. No: entrambe le posizioni (la prima
tipica dei “democrat” piddini, la seconda più simile all’atteggiamento mostrato da Matteo Salvini
della Lega Nord) noi le riteniamo irresponsabili, oltre che parziali e
non utili alla risoluzione della grave questione che ci si pone di
fronte. E’ vero che esiste un problema serio con un certo islam,
peraltro molto diffuso in Europa, che, refrattario, ignorante e ostile, è
in prima fila proprio contro l’integrazione proposta da coloro che lo
hanno gentilmente ammesso sul suolo europeo. Ma è anche vero che il
“dagli all’islamico” generalissimamente inteso assomiglia molto al
“dagli al fascista” per partito preso che abbiamo dovuto sopportare in
70 anni di repubblica italiana.
Bisogna identificare i veri responsabili delle stragi:
gli esecutori stanno a valle, ossia quei jihadisti fanatici e spesso
manovrati dalle segrete stanze occidentali, ma coloro che permettono il
dilagare degli stessi sono i padroni dell’Europa e dell’Occidente: i
cosiddetti liberali, che subdolamente si trincerano dietro il paravento
dei diritti e della libertà. “Noi – dichiarano questi stolti – siamo
superiori ai nostri nemici perché, nonostante tutto, non neghiamo mai la
libertà alle persone”. E pazienza se poi le stesse persone divengono
carne da macello in nome e per conto di questa molto interessante idea
di “libertà”. E pazienza se, nel frattempo, stanno negando alle persone
la libertà di decidere il proprio futuro attraverso la precarizzazione
delle esistenze dovuta alla crisi economica
(generata anni or sono non certo dagli islamici o dai fascisti o dai
comunisti, ma da chi ben sappiamo), lavorativa, sociale e morale.
L’importante è che non si dica che mancano la libertà e la democrazia nei loro regimi. Parole senza senso
e svuotate di vera sostanza politica. Parole che evidentemente si
intendono valide universalmente, ma – quando si dice il caso – valgono
solo per chi arriva e per certi privilegiati autoctoni; mentre il resto
della popolazione subisce gli effetti di quello che in America è stato
penosamente e ipocritamente chiamato Patriot Act!
Limitare i diritti reali, espandere gli pseudo-diritti (come la
pagliacciata delle unioni gay) e parlare di isola felice che subisce
vili e assolutamente immotivati attacchi “esterni”! E’ questo il
capolavoro silenzioso dei nostri padroni che si definiscono liberali. E
intanto disarmano i popoli – politicamente, culturalmente e
antropologicamente -, li distruggono nel grande melting pot globalizzato e massificato, rendendoli alla mercé dei secondini dello jihad, che fanno il doppio gioco.
Noi questo non lo accettiamo! Rifiutiamo in toto le politiche irresponsabili e antinazionali dei governanti europei!
Continueremo a ribadire questi concetti in ogni sede disponibile, fino
al cambio di rotta definitivo della nostra Patria, per la costruzione di
una vera e solidale Europa delle Patrie.di Andrea Chessa
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