1922 BRUNO CON LA MAMMA E I FRATELLI EDDA E VITTORIO
BRUNO CON I FRATELLI EDDA E VITTORIO
Figlio di Benito Mussolini, fu ufficiale della Regia Aeronautica,
Medaglia d'Oro al Valore Aeronautico e due volte Medaglia d'Argento al
Valor Militare.
Figlio terzogenito di Benito Mussolini e di Rachele Guidi. Grande
appassionato di aerei, a Bologna ebbe come compagno di studi Federico
Cozzolino con cui divise passione e lavoro nella Regia Aeronautica. A 17
anni fu il pilota militare più giovane d'Italia. Fu anche uno dei
dirigenti della compagnia aerea Ala Littoria e l'ideatore della LATI,
Linee Aeree Transcontinentali Italiane, che coprivano la tratta
Italia-Brasile.
Nel 1936 durante la guerra d'Etiopia venne assegnato, assieme al
fratello Vittorio, alla 14ª Squadriglia Quia sum leo, conosciuta anche
come Testa di leone. In questa campagna si guadagnò una Medaglia
d'Argento al valor militare.
Nell'agosto 1937 partecipò insieme ad Attilio Biseo, con uno dei
Savoia-Marchetti S.M.79 alla corsa aerea Istres-Damasco-Parigi. Il suo
aereo concluse la gara al terzo posto, dopo un atterraggio di fortuna
all'aeroporto di Cameri. Sempre con questa squadriglia, nel gennaio 1938
partecipò alla trasvolata Italia-Brasile.
Sempre assieme ad Attilio Biseo nel 1937 migliorò il primato di
velocità sui mille chilometri, con carico di due tonnellate, ottenendo i
430 km/h. In questo frangente nacque la squadriglia dei Sorci Verdi,
proprio da una battuta di Bruno Mussolini: ai presenti che criticavano
gli S79 ribatté, infatti, "Storcete pure il naso. Quando gli S79
cominceranno a volare, vi faremo vedere i sorci verdi".
Volontario in Spagna dal settembre 1937 al maggio 1938, Bruno
Mussolini lanciò subito una pubblica sfida via radio ai piloti delle
formazioni volontarie repubblicane, che venne accolto dal pilota
statunitense Derek D. Dickinson, della formazione delle "Ali Rosse"
(Alas Rojas).
Il 27 settembre i due piloti partirono rispettivamente da Palma de
Maiorca (Bruno Mussolini, su un Fiat G.50) e da Castellòn de la Plana
(Derek Dickinson con un Boeing P-26). Assieme a loro volavano due
ricognitori, a fare da padrini al duello. La quota prescelta erano i
1000 metri.
Inizialmente inquadrato dalle mitragliatrici di Mussolini, Dickinson
fu ferito ad una mano e non poté sventolare la sciarpa bianca di resa.
Con una disperata manovra riuscì a portarsi sopra l'aereo di Mussolini e
ad inquadrarlo a sua volta con le mitragliatrici. A questo punto il
pilota italiano agitò la sciarpa, avendo il suo motore una panna.
Al rientro, il caccia di Dickinson aveva ricevuto 326 colpi e il suo
pilota era ferito ad una mano, mentre l'apparecchio di Mussolini dovette
atterrare in planata, poiché piantato in asso dal motore.
Durante la Guerra di Spagna, Bruno Mussolini fu decorato di una seconda Medaglia d'Argento.
Bruno Mussolini prese parte ai seguenti voli da record :
8 Luglio 1937. Classe C - Aeroplani velivolo : S.79
equipaggio : Biseo, Mussolini, Gadda
circuito : Fiumicino - Antignano - Ansedonia velocità : km/h 423,618
primato : Velocità su 1000 km con carico commerciale da 2000 kg.
primato : Velocità su 1000 km con carico commerciale da 500 kg.
21 Luglio 1937. Classe C - Aeroplani velivolo : S.79
equipaggio : Biseo, Mussolini, Gadda, Risoluto
circuito : Osservatorio Vesuviano - Santa Marinella - Monte Cavo velocità : km/h 430,622
primato : Velocità su 1000 km con carico commerciale da 2000 kg.
primato : Velocità su 1000 km con carico commerciale da 1000 kg.
primato : Velocità su 1000 km con carico commerciale da 500 kg.
Fece parte anche parte dell'equipaggio del velivolo S.79CS I-BIMU
(Biseo/Mussolini) che si classificò terzo nella corsa
Istres-Damasco-Parigi (20/21 agosto 1937) e del velivolo S.79T I-BRUN
(Mussolini/Mancinelli) che partecipò alla trasvolata atlantica
Guidonia-Dakar-Rio de Janeiro (24 gennaio 1938).
Allo scoppio della seconda guerra mondiale fu assegnato al 47º Stormo
Bombardamento Terrestre di Grottaglie (TA) e Il 1 giugno 1941
trasferito a Pisa gli fu assegnato il comando della 274ª Squadriglia
Bombardamento a Grande Raggio (BGR), inquadrata all'interno del 46º
Stormo con sede a Pisa.
A questa squadriglia erano stati assegnati i nuovi bombardieri
quadrimotori Piaggio P.108B. Due mesi dopo, il 7 agosto 1941, proprio su
uno di questi velivoli, perse la vita. I motori del suo aereo, mentre
era in fase di atterraggio, subirono un brusco calo di potenza. Non
riuscendo a riprendere quota l'aereo si schiantò poco dopo.
Nell'incidente persero la vita anche il tenente pilota Francesco Sacconi
e il maresciallo motorista Angelo Trezzini.
La salma di Bruno Mussolini fu trasportata da Pisa a Predappio con un
treno speciale, tra due ali di folla ininterrotta, che salutava con il
braccio teso, e alla presenza di alcuni ufficiali prigionieri della RAF,
che vollero rendere omaggio al nemico caduto.
Mussolini in seguito alla morte del figlio subì un duro colpo e in
seguito al quale, in poche settimane, scrisse il libro intitolato Parlo
con Bruno
Bruno lasciò la moglie Gina Ruberti, (che morì nel 1946, annegata
mentre faceva una gita in motoscafo sul lago di Como con un'amica e due
ufficiali inglesi), e la figlia Marina ancora piccola.
Nel 1939 Bruno Mussolini era stato nominato Presidente della
Federazione Pugilistica Italiana. Alla sua morte, la carica passò al
fratello, Vittorio.
Benito Mussolini
"Parlo con Bruno"Benito Mussolini
« Aviatore di tre guerre, già volontario in Africa ed in
Spagna, trasvolatore dei deserti e di oceani, più volte consacrato
all'eroismo nella breve parentesi di una giovinezza audace, materiata di
fede e di amore, di passione e di battaglie. È caduto al posto di
combattimento con negli occhi la gioia dell'ardire, mentre effettuava un
volo di prova su di un nuovo apparecchio da bombardamento a grande
raggio; una delle più recenti conquiste per le nuove battaglie e per le
nuove vittorie, come sanno dare solo i pionieri e gli eroi. Volendo dar
maggiori glorie all'ala della Patria, le ha dato la vita»
Recita così l'elogio che accompagna la Medaglia d'Oro al
Valore Aeronautico conferita a Bruno Mussolini, morto vicino a Pisa il 7
agosto 1941 a causa di una avaria al quadrimotore Piaggio108 che
pilotava.
Questo libro si presenta come una lettera che il padre
scrive al figlio morto, ripercorrendo le fasi della sua breve ma intensa
vita.
Bruno, fin da piccolo, si è subito manifestato per la
sua intelligenza e vivacità. Nato il 22 aprile del 1918 a Milano, crebbe
con l'educazione tipica della gioventù del ventennio. Veniva attratto
da tutto ciò che stimolava il suo spirito agonistico, soprattutto lo
sport e la velocità. A scuola aveva ottimi profitti, senza sacrificare
tutto il tempo allo studio. A 10 anni sapeva già guidare una moto, a 15
un'auto; a 17 anni, prese il brevetto di volo.
La passione per il volo caratterizzò quasi tutta la sua
vita: partecipò con il fratello Vittorio alla campagna d'Africa; nel '37
operò il suo primo volo su grandi distanze nella gara
Istres-Damasco-Parigi , ottenendo un ottimo risultato; nel '38, assieme
al suo equipaggio “i sorci verdi”, compie la trasvolata oceanica in
tempi record e viene accolto a Rio de Janeiro da una folla di 300 mila
persone. Volle sempre essere trattato e rispettato per i sui meriti e
non per essere il figlio del Duce. Ricevette numerosi riconoscimenti,
tra cui il Diploma alla medaglia militare spagnola per la guerra di
Spagna. Ideò e realizzò il LATI (Linee aeree Transcontinentali
Italiane), una linea aerea tra Italia e Brasile per il trasporto di
merci e persone.
Allo scoppio della guerra, dopo qualche bombardamento
aereo, si dedicò allo sviluppo dei veivoli militari fino all'incidente
dove trovò la morte all'età di 23 anni.
Il libro è carico di sentimenti e stati d'animo. La voce
che odiamo tra le sue righe non è quella virile ed imponente del Duce
dell'Italia che parla alle folle oceaniche, bensì quella malinconica ma
orgogliosa di un padre ferito dalla perdita del figlio.
Durante la lettura la mente vien spesso trasportata in
una piccola stanza dove si scorge, illuminato da una candela, l'autore
mentre riporta su carta le parole rivolte al figlio.
Riporto alcuni frammenti del libro:
“Persone che non ricordo mi accompagnano alla tua
stanza. Tu sei là, disteso sopra un lettuccio, immobile, con la testa
fasciata fino agli occhi chiusi. Le coperte ti coprono tutto sino al
collo e sembri dormire. Sul tuo volto qualche macchia di sangue, ma i
tuoi lineamenti sono intatti. Ti guardo, mi chino su di te, ti bacio.
Non oso scoprirti! Bruno! Il mio Bruno! Brunone come ti chiamavo quando
ti accarezzavo con violenza i capelli. Bruno, cos'è accaduto? Un
campanello suona. Qualcuno mi dice che debbo andare al telefono. È
Riccione che chiama. La madre di Bruno domanda.
– Che cosa è accaduto? Dimmi...
– Bruno è caduto dall'aeroplano stamattina. È morto. Ti mando un apparecchio. Vieni.
Mi giunge il pianto ineguagliabile di una madre, di tua madre, Bruno.”
“Tutte le volte che io ti ricevevo nella qualità di
Capo, tu avevi il portamento di gregario. Questi incontri a Palazzo
Venezia, in una officina, in un campo, mi davano una speciale emozione.
Era un profondo duplice sentimento quello che provavo per te: mio figlio
e mio soldato! Ed ero fiero dell'uno e dell'altro! “
“Il mio libro è finito, Bruno, ed io prendo congedo da
te. Ho scritto un libro, ancora un libro, ed ora che sono giunto
all'ultima pagina, uno strano pudore mi consiglierebbe di lasciarlo
inedito, di non farlo circolare fra la gente, di non sottoporlo agli
estranei e forse questo potrebbe essere anche il tuo desiderio, schivo
com'eri della soverchia pubblicità. Ma questo libro non è un'apologia,
non è un'esaltazione: è un racconto, un semplice umano racconto e come
tale lo affido specialmente ai giovani perché traggano ispirazione dalla
tua vita esemplare.
Il nome dei Mussolini ha avuto dal tuo vivere e dal tuo morire il sigillo di una nobiltà imperitura. Nelle molte generazioni dei Mussolini, vi è ora un giovane capitano che veramente , fascisticamente sdegnava «la vita comoda», che di tutte le attività scelse la più rischiosa, che servì in pace e in guerra l'Italia e che nell'adempimento del suo dovere di soldato morì. Tutto quello che io ho fatto o farò è nulla a paragone di quanto tu hai fatto. Una sola goccia del sangue che sgorgò dalle tue tempie lacerate e scorse sulla tua faccia impallidita, vale più di tutte le mie opere presenti, passate future. Poiché solo il sacrificio del sangue è grande; tutto il resto è effimera materia.
Il nome dei Mussolini ha avuto dal tuo vivere e dal tuo morire il sigillo di una nobiltà imperitura. Nelle molte generazioni dei Mussolini, vi è ora un giovane capitano che veramente , fascisticamente sdegnava «la vita comoda», che di tutte le attività scelse la più rischiosa, che servì in pace e in guerra l'Italia e che nell'adempimento del suo dovere di soldato morì. Tutto quello che io ho fatto o farò è nulla a paragone di quanto tu hai fatto. Una sola goccia del sangue che sgorgò dalle tue tempie lacerate e scorse sulla tua faccia impallidita, vale più di tutte le mie opere presenti, passate future. Poiché solo il sacrificio del sangue è grande; tutto il resto è effimera materia.
Solo il sangue è spirito, solo il sangue conta nella
vita degli individui e in quella dei popoli: solo il sangue dà la
porpora alla gloria.”
Giacomino Timillero
LE ONOREFICIENZE
Medaglia d'oro al valor aeronautico
L'incidente al Piaggio P.108B MM.22003, avvenuto il 7 agosto del 1941 nei pressi di Pisa, causò la morte del Cap. Bruno Mussolini, Comandante della 27
DONNA RACHELE CON MUSSOLINI
AL RITO FUNEBRE DEL FIGLIO BRUNO
AL RITO FUNEBRE DEL FIGLIO BRUNO
LE ONOREFICIENZE
Medaglia d'oro al valor aeronautico
«Pilota d'Alta Velocità di eccezionale valore ed ardire,
dopo aver concorso con difficili e pericolosi voli sperimentali alla
messa a punto del più veloce idrovolante del mondo, conquistava per due
volte il record mondiale di velocità assoluta.»
— campo d’aviazione di S. Giusto, 7 agosto 1941
2 Medaglie d'Argento al Valor Militare
Cruz por la Unidad Nacional Española
Medaglia commemorativa delle operazioni militari in Africa orientale (ruolo combattenti)
L'incidente al Piaggio P.108B MM.22003, avvenuto il 7 agosto del 1941 nei pressi di Pisa, causò la morte del Cap. Bruno Mussolini, Comandante della 27
Forlì Busto in onore di Bruno Mussolini
all'interno del Collegio Aeronautico di Forlì
Stanza con i cimeli di Bruno Mussolini nel
sacrario
Nessun commento:
Posta un commento