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Terrorismo tutta colpa dell’Islam? Oppure…
di Amani Salama
Per
molti la nuova strage di Parigi sarebbe l’ennesima conferma di quello che
titola Libero, “Bastardi islamici” o “questo è l’Islam”.
Tutta la vita politica europea sarà sconvolta per lungo tempo e ora si può
ricominciare a dare la responsabilità di quello che succede a oltre un
miliardo di persone. Gli imprenditori della paura in tutta Europa non
aspettavano altro per cominciare il loro proselitismo politico ambendo alla
raccolta di consensi poiché Il potere delle parole è decisivo per la
costruzione e il consolidamento del consenso sociale. E come potrebbero
avere torto se viene generalizzato il problema e la colpa diventa di tutti
indistintamente.
Ma
l’Islam e la mitologia del Califfato sono tutte sovrastrutture, addobbi di
una questione geopolitica molto precisa, il caos in cui è sprofondato il
Medio Oriente con l’aiuto degli Stati Uniti e di un pezzo di Europa.
Se
analizziamo quello che è il Medioriente oggi attraverso una rilettura della
Storia, anche quella europea, scopriremo che, in alcuni periodi storici,
quando è stata generalizzata la colpa a una etnia o gruppo religioso si sono
aperti gli anni bui che sono terminati con i massacri di questi capri
espiatori.
Per
questo motivo indispensabile è inquadrare i fatti di Parigi, e coloro che si
sono resi responsabili di questi fatti, all'interno di una cornice politica,
geopolitica ed economica, e non religiosa. Tuttavia politici e giornalisti
embedded ancora continuano a ripeterci incessantemente le stesse menzogne
perché la menzogna è l’indiscussa protagonista del discorso pubblico
contemporaneo.
Ed è
solo l’inizio, la Russia con il suo intervento in Siria ha cambiato
inevitabilmente il quadro politico mondiale. Il piano di ridisegnare la
mappa del Medioriente a vantaggio dei detentori di energia è fallito
miseramente, in un solo mese l’Isis è stata colpita duramente dai
bombardamenti russi proprio dov’è nata. Dopo l'intervento russo più di un
milione di siriani sono tornati a casa, ma la notizia del rimpatrio è stata
completamente ignorata dai mass media occidentali.
Da
Parigi comincia una nuova fase della storia europea, ora i suoi manovratori
spostano l’offensiva in Europa. L’obbiettivo è chiarissimo terrorizzare il
vecchio continente, costringerlo a vivere nella paura che è la più potente
arma di controllo delle masse. "Dobbiamo essere pronti a cedere una parte
delle nostre libertà" dice il procuratore nazionale antiterrorismo
Franco Roberti.
Del
resto l’airbus abbattuto qualche giorno fa nel Sinai in termini di sangue
russo innocente equivale al massacro parigino, anzi più grande. Ma nella
stampa internazionale è stato trattato come un lutto di secondo piano. Dal
momento che il bersaglio è russo manca completamente quella cifra di
commozione che invece abbiamo sempre visto in altri casi, quando sono state
l’Europa o l’America ad essere colpite.
Ma
l’attentato all’aereo russo è stato il primo attacco del secondo che è
arrivato venerdì a Parigi. La Francia assieme alla Germania a quanto pare
stavano cambiando rotta per uscire dal cappio americano in cui erano state
imprigionate anche in Ucraina. Ed è evidente che quello che è successo ieri
a Parigi sembra un chiaro avvertimento al governo di Hollande. Hollande ha
reagito con parole dure: “Condurremo una guerra senza pietà”.
Ma le
conclusioni non cambiano i manovratori sono sempre gli stessi, il sedicente
“programma di lotta contro il terrorismo” di Washington in Iraq e in
Siria consiste nel sostenere sottobanco i terroristi.
Il
fanatismo islamico è solo un’attenuante che serve per trascinarci facilmente
nella guerra contro l’Islam, ma non è dall’Islam che bisogna difendersi e
non dimentichiamo che fino ad ora sono stati proprio gli islamici, Siriani,
Iraniani e Curdi, a combattere l'Isis. Non è con l'estremismo islamico che
si è costruito un esercito, quello dell’Isis, di 70 mila uomini. Ci vogliono
risorse equivalenti a quelle di uno stato per creare una tale potenza, per
formare decine di migliaia di combattenti, e per spedirli in ogni parte del
mondo. La storia si ripete e lo scontro di civiltà è solo fumo negli occhi
mentre la realtà è altrove, l’Isis è una realtà composita fatta di una parte
di occidente, di servizi segreti vari e delle petromonarchie del Golfo che
hanno ricchezze sterminate e che con il capitale finanziano e appoggiano
l’Isis.
Assurdo, all’Isis sembrano non bastare i bombardamenti russi o le misteriose
bombe degli Stati Uniti, che in un anno non hanno creato danni, e vogliono
che anche la Francia ora si faccia avanti per bombardarli. E non solo la
Francia, hanno minacciato tutti e il panico è arrivato anche nelle altre
città europee Roma, Atene, Lisbona, Londra dove avevano cominciano a
serpeggiare i movimenti popolari che non sono più d’accordo con la linea
politica dei loro dirigenti e delle loro istituzioni europee. Abbiamo visto
tutti benissimo, tre anni fa, le decine di fotografie scattate in Siria del
senatore americano Mc Cain con al Baghdadi e altri leader terroristi dell’Isis
e Al Nosra e Mc Cain non è un politico qualsiasi.
E non
solo qualcuno aveva avvertito Parigi; Netanyahu lo scorso gennaio in un
intervista alla tv francese aveva avvertito “se non si smette di criticare
Israele e non si è solidali, allora questa peste di terrorismo verrà da
voi".
Intanto
la Francia ha cominciato a bombardare la Siria ma i lati oscuri di questa
strage salteranno fuori come nel caso di tutti gli atti terroristici, non
ultimo quello contro Charlie Hebdo.
Solo un
giorno prima della strage di Parigi anche a Beirut sono morte 43 persone in
un doppio attentato suicida dell’Isis mentre nel solo mese di ottobre, 714
iracheni sono morti in atti terroristici. In questi casi, troviamo però
scarsa considerazione per queste vittime, per la loro morte e per la loro
esistenza in mezzo alla morte, causata dalle guerre occidentali. Tutto ciò
passa inosservato rispetto ai tragici eventi che hanno colpito Parigi
venerdì scorso.
Questo
nei paesi islamici, assieme alle guerre, è all’ordine del giorno, visto che
le vittime sono soprattutto musulmane poiché in queste immense tragedie, la
nazionalità, la cultura, la pelle, l’appartenenza geografica o religiosa
contano zero. Queste sono tragedie umane che meriterebbero la stessa globale
indignazione e la stessa ferma negazione di quanto azzera la vita umana in
nome di una follia terroristica. Davanti a due casi contemporanei di
terrorismo, per giunta della stessa matrice, le reazioni non sono
comparabili sono estremamente opposte.
Bisogna
fermare la mano di chi li finanzia e non cedere alla tentazione di dare la
colpa alla religione o alla razza, di distogliere lo sguardo da aree di
indagine più sostanziali.
Gli Usa
e l’Europa ancora una volta fanno da paladine della giustizia, quando
sappiamo benissimo che i Paesi occidentali hanno le loro responsabilità nei
disastri politici e sociali di molte nazioni. L’importante è non dare tanta
importanza alle guerre contro l’Iraq e più tardi in Libia e in Siria, guerre
che hanno distrutto degli stati trasformandoli, come l’Afghanistan, in
luoghi ideali per i jihadisti.
I
bombardamenti della Nato hanno fatto aumentare il numero delle vittime di
dieci volte, hanno distrutto la Libia. Il risultato è di aver fatto della
Libia un campo di battaglia in cui sono morte più di 150 mila persone e dove
hanno trovato terreno fertile gruppi tribali e fanatici di ogni sorta. Hanno
gettare nel caos una nazione come la Libia che vantava uno dei livelli più
alti di benessere dell'intera Africa.
Alla
luce di tutto questo la Francia non tarda a bombardare la Siria. Ma
probabilmente i guerriglieri dell’Isis avranno avuto tutto il tempo per
scappare e i morti saranno civili. Ma anche la Francia, così come l’America
di Obama, è ancora una volta in una situazione palesemente illegale in
evidente violazione del diritto internazionale. Una strage, quella di
Parigi, che sconvolgendo le coscienze ha giustificato e legittimato un
intervento armato contro uno Stato sovrano facendosi beffe di tutti i codici
e trattati internazionali.
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