Ai
100.000 caduti della gloriosa
REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA,
ultima generazione di combattenti, che ci danno il diritto di
continuare a credere, di continuare a sperare. La nostra storia non si è
fermata, i nostri ideali non si sono spenti con le carneficine
partigiane, la nostra voce non si è zittita con le leggi liberticide
vomitate dai vincitori. Il nostro pensiero, la nostra forza e la nostra
azione rimarranno eterne, capaci di spezzare le catene della menzogna e
dell’ingiustizia. La nostra fede è immortale, capace di rinascere dalle
sue stesse ceneri perché essa è unica, universale. La perdita totale
della coscienza di NAZIONE, dell’essenza superiore dello Stato,
dell’idea di PATRIA hanno determinato il
completo smarrimento di ogni principio etico della vita pubblica e l’abbandono del
nostro popolo in preda al materialismo e alla
corruzione che ne è figlia. In questo quadro fallimentare, il 25 aprile, naufraga la repubblica germinata dalla sconfitta.
L’ultima Italia, con una visione etica della vita e con purezza di cuore, ribellati alla disonorevole capitolazione dell’8 settembre 1943, fu quella per la quale si batterono gli uomini e le donne della Repubblica Sociale Italiana.
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