LA DECIMA
FLOTTIGLIA MAS
SETTEMBRE 1943 - MAGGIO 1945
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La Decima Flottiglia MAS
nacque all’inizio della seconda guerra mondiale quale reparto segreto della Regia
Marina per l’utilizzo dei nuovi mezzi d’assalto subacquei e di superficie,
sviluppati difficoltosamente alla fine degli anni ’30.
Fra il 1941 ed il 1943 le poche centinaia
di uomini che ne fecero parte operarono missioni ad alto rischio, conseguendo, sia pure a
caro prezzo, successi tali da modificare persino l’assetto strategico navale del
Mediterraneo.
Nel contempo venivano concepite e
perfezionate le attrezzature per operazioni subacquee ancor oggi in uso; si realizzavano
strumenti d’attacco come il "maiale" (in sostanza un mini sommergibile con
un equipaggio di due uomini, dapprima alloggiati esternamente e quindi in un apposito
abitacolo, in grado di portare sin dentro ai porti nemici una o più cariche esplosive),
il barchino esplosivo, il motoscafo silurante, i sommergibili tascabili per il trasporto
di incursori o per operazioni costiere. Nasceva la specialità degli uomini gamma,
nuotatori che percorrendo lunghe distanze andavano a porre sotto le chiglie nemiche
cariche esplosive denominate "cimici", "mignatte" o
"bauletti".
Assieme ai mezzi veniva perfezionato lo
spirito degli uomini destinati ad usarli; e lo riassume una frase della Medaglia
d’Oro al Valore Militare Salvatore Todaro, caduto nell’isola di La Galite nel
corso di una missione d’assalto:
"Non importa
affondare la nave nemica. Una nave viene ricostruita. Quello che importa è dimostrare al
nemico che vi sono degli italiani capaci di morire gettandosi con un carico di esplosivo
contro le fiancate del naviglio avversario".
Lo stesso nome di copertura scelto,
Decima Flottiglia MAS, si rifaceva alla Decima Legione romana, prediletta da Giulio
Cesare.
Nel settembre del 1943 comandante della
Decima era un ufficiale di nobili origini, insignito di medaglia d'oro, stimato fra i
migliori comandanti di sommergibili italiani: Junio Valerio Borghese.
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L’annuncio dell’armistizio sorprese l’unità con reparti operanti sia all’estero (e spesso in missioni segrete), sia contro gli alleati in Sicilia ed in Calabria. La sua sorte non fu diversa da quella delle Forze Armate Regie. Gli uomini si divisero, scegliendo fra la fedeltà all'onore militare ed all’alleato tedesco, la fedeltà al Re, l’impegno nella nascente resistenza, l’estraniazione dal conflitto.Al sud la Decima rinacque con scarsi uomini e mezzi sotto la denominazione di Mariassalto. |
A La Spezia, ove aveva sede il comando
della Decima, Borghese decise di continuare a combattere a
fianco del precedente alleato, mantenendo la propria bandiera ed indipendenza.
Quando le forze armate germaniche presero
il controllo dell’Italia, con un caso unico nella storia del conflitto,
sottoscrissero un patto d’alleanza col piccolo reparto italiano, che, non essendo
ancora stato liberato Mussolini, poté ricominciare ad operare, ricostruendo le basi,
addestrando nuovi assaltatori, recuperando con metodi spesso di fortuna armi e materiali.
Si verificò allora un fatto senza
precedenti: migliaia di volontari si presentarono a La Spezia, chiedendo di essere
arruolati nella formazione, che era esclusivamente militare ed operava col motto "per
l’onore".
Rapidamente tutti gli organici dei reparti
e delle scuole navali furono al completo: venne decisa la costituzione di reparti di
fanteria di marina.
Le vicende dei reparti
terrestri e navali nei seicento giorni della repubblica
sociale italiana sono descritte nelle altre pagine di questo sito.
La Decima Flottiglia MAS fu sciolta da suo
comandante a Milano, alla fine di aprile del 1945, alla presenza dei rappresentanti dei
CLN. Quando Borghese per l’ultima volta uscì dalla caserma, due partigiani di
sentinella gli presentarono le armi.
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