Referendum: Vince il No e il servo delle oligarchie finanziare andrà
a casa, ma in questa colonia Italia al peggio non c’è mai fine…
di Clemente Mario Pansa
E
così dopo 1017 giorni di governo, Matteo Renzi va a casa.
La cosa, ovviamente ci fa piacere, ma certo non ci facciamo cogliere
dall’esultanza.
Le oligarchie del denaro stanno già preparando la contromossa e già
si vocifera il nome di un altro squalo in servizio permanente
effettivo, Pier Carlo Padoan, già direttore esecutivo per il FMI
sezione Italia e ministro per l’economia.
Staremo a vedere.
La nostra presa di posizione nei confronti di questo Referendum è
stata sempre orientata alla difesa di quei valori, in primis quello
della Sovranità Nazionale, che la cosiddetta riforma voleva offrire
su un piatto d’argento ai tecnocrati della Unione Europea. Questo
colpo è stato, però, sventato dalla grande partecipazione al voto da
parte del Popolo Italiano che ha voluto far sentire la sua voce, sia
pure in un coro dove si esibivano cantanti in brani spesso in
contraddizione tra di loro, per via delle diverse volontà che lo
hanno animato.
Noi manteniamo, comunque, le distanze da questo coro, pur
apprezzando il risultato dell’esito referendario che, ad ogni buon
conto altro non è che la volontà di quel Popolo che intende
esercitare la sua Sovranità riconosciutagli dalla Carta
Costituzionale.
Dunque, come si diceva, il governo Renzi va a casa costretto da un
risultato referendario che lo stesso premier ha voluto
personalizzare quale fiducia al suo governo, con l’arroganza e la
supponenza di avere in pugno l’Italia e, con Essa, gli Italiani.
Ma non è stato così.
La risposta degli elettori è arrivata chiara e forte.
Il NO dell’Elettorato ad una riforma che non riformava nulla, è
stato determinato e consapevole ed ha scongiurato che lo
stravolgimento di ben 47 articoli della Costituzione, portato avanti
a colpi di maggioranza, desse solo maggiori poteri all’Unione
Europea finendo per cedere quel po’ di Sovranità Nazionale che
ancora c’era rimasta e tutto questo, in aperto contrasto con il
dettato Costituzionale sancito dal 2° comma dell’Art. 1.
Abbiamo assistito ad una straordinaria partecipazione popolare con
un’affluenza alle urne a cui non eravamo più abituati. Sfiorato il
70%!
Il quesito, studiato ad arte, non ha ingannato gli Elettori e il
risultato finale, dopo lo scrutinio (Italia ed Estero) ha visto
l’affermazione dei NO con un 59,11%, mentre i SI si sono dovuti
accontentare solo di un 40,89%.
Dunque, una sonora bocciatura non solo alla riforma della Carta
Costituzionale, da alcuni definita sarcasticamente “schiforma”, ma,
soprattutto, una poderosa legnata al premier ed al suo governo del
quale non ha apprezzato i provvedimenti adottati nei 1017 giorni di
governo in materia di Sanità e di Lavoro.
Per non parlare, poi, dell’approvazione del famigerato «Jobs Act»
licenziato alla Camera ed al Senato con l’appoggio di quelle stesse
forze che, ipocritamente, hanno sostenuto le ragioni del NO… e poi
ancora una pessima riforma della Scuola i cui guasti non dovremo
attendere molto perché siano evidenziati in tutto il loro
catastrofico effetto e una sfrenata e dispendiosissima politica
sull’immigrazione che ha distrutto risorse sottratte ai bisogni ed
alle necessità impellenti delle famiglie italiane, in particolare di
quelle provate dalle recenti - e quelle poco lontane - calamità
naturali che le hanno colpite.
La cessione di tratti di mare, dalla Sardegna alla Liguria, alla
vicina Francia, con nocumento sensibile per i nostri pescatori.
La legislazione a favore delle banche (il famigerato bail-in) sopra
la testa dei correntisti ignari ed incolpevoli che dovranno
partecipare solo al ripianamento dei conti mandati a “donne di
strada” dai vertici, mentre eventuali “utili” saranno divisi solo
fra i banchieri usurai che rispondono del loro operato a nessuno!
E poi ancora la pseudo-riforma della Pubblica Amministrazione e gli
interventi di riduzione delle pensioni, entrambi clamorosamente
bocciati dalla Consulta.
Insomma, un programma portato avanti contro l’Italia e contro gli
italiani.
Ora il toscano si recherà al Colle e rassegnerà le sue dimissioni.
Vedremo ora cosa farà Mattarella.
Attenderà la velina da Bruxelles con l’indicazione del nome (PADOAN)
del nuovo presidente del consiglio, oppure avrà un sussulto
d’orgoglio e, quale garante di una “sopravvissuta” Costituzione,
scioglierà le Camere per rinviare ogni decisione al Popolo come è
giusto che sia, in ottemperanza al primo articolo della Carta
Costituzionale che, grazie al 59,11% degli Italiani, è ancora in
vigore e che recita che “La Sovranità appartiene al Popolo” e non
alle lobbies finanziarie telecomandate dagli USA e dalla UE?
ITALIA SOCIALE
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