La nascita dell’imperialismo yankee
L’ascesa degli USA a livello mondiale
Le manifestazioni di espansione americana
iniziarono sin dal XVIII secolo, ( dal 1798 gli USA avevano proiettato
all’estero le loro armate ben 107 volte, il cui scopo era chiaramente
quello di controllare e pacificare i punti strategici che gravitavano
nelle loro zone d’interesse,America Latina o che si apriva sugli immensi
mercati al di là del Pacifico ( Asia ), ma la tensione tra stati sudisti
e nordisti ( guerra civile 61-65 ), avevano accentuato tale avanzata.
Nel 1867 fu acquistata dall’Impero Russo
l’Alaska, estrema propaggine settentrionale del continente, nello stesso
anno fu aperta una base militare nell’Oceano Pacifico,nell’isola di
Midway.
Otto anni dopo fu firmato un accordo
commerciale con le Hawaii, divenuto nel frattempo protettorato militare.
Il processo di assorbimento entrò nella fase finale nel 1893, quando un
gruppo di piantatori di canna da zucchero e di uomini di affari di
Honolulu, aiutati da agenti americani, rovesciarono la monarchia e
instaurarono una repubblica, che sarebbe stata annessa agli USA nel
1899.
L’espansione americana alla perenne
ricerca di consumatori e di materie prime, trovò un nuovo obbiettivo
alla sua insensata espansione, le colonie spagnole, specialmente su
Cuba.
Gli, USA dal 1801, avevano tentato più o
meno pacificamente di occupare l’isola ( proponendo anche offerte
d’acquisto agli iberici sempre rifiutate ).
L’isola cubana aveva assunto una notevole
importanza internazionale dal XIX secolo, quando divenne il primo
produttore di zucchero del pianeta. L’economia interna era completamente
dipendente dall’esportazioni di materie prime, ( nello zucchero il ruolo
di Cuba era limitato a piantare e tagliare la canna, a estrarne lo
zucchero e a inviarlo grezzo verso gli USA ), ed era completamente
dipendente dalla logica del capitale internazionale, specialmente quello
angloamericano.
Nel 1875, l’esportazioni verso gli Strati
Uniti ammontavano a circa il 65% del totale, per arrivare nel 1895 al
90%, arrivando ad essere il loro secondo mercato estero. Nella seconda
metà dell’ottocento, nacque a Cuba, un Movimento di Liberazione
Nazionale, che proponeva la completa indipendenza politica dalla Spagna
ed economia dagli USA, questo rendeva inevitabile, l’invasione
statunitense dell’isola e l’insediamento di un governo fantoccio che
sottomettesse i ribelli e salvaguardasse gli interessi economici
americani. La guerra ispano-americana era dunque un’offensiva che mirava
a piegare il movimento indipendentista cubano.
A febbraio del 1898, gli Usa inviarono nei
pressi di La Havana, la corazzata Maine, che dopo 3 settimane esplose
misteriosamente. ( gli statunitensi accusarono gli spagnoli di aver
posizionato una mina sul porto, ma un’inchiesta successiva appurò che
l’affondamento fu causato da un’esplosione accidentale nelle caldaie ).
A seguito della “sciagura” una frenesia
guerrafondaia scosse gli Stati Uniti, mossa ad arte dalla stampa,
alimentata dalla lobby militar industriale. Il 25 marzo il presidente
McKinley, ordinò al suo ambasciatore a Madrid, di presentare il 29 un
ultimatum di 48 ore alla Spagna, periodo di tempo in cui questa avrebbe
dovuto dichiarare un armistizio fino al 1° ottobre per i negoziati di
pace. Il 30 marzo la Spagna declinò la proposta. L’11 aprile, Mckinley
chiese l’autorizzazione al Congresso ad intervenire militarmente,
approvata bicameralmente una settimana dopo. Il conflitto si sarebbe
sviluppato in due scenari lontani da loro.
Filippine.
Nel 1892, nacque il movimento
indipendentista Katipunan, e a partire dal 1896 sviluppò una guerriglia
nazionale contro l’occupante iberico, ma l’organizzazione subì una
sonora sconfitta nei pressi di San Juan del Monte, mettendo fine alla
carriera politica del primo leader Andrès Bonifiacio. Nel frattempo
nella provincia di Cavite i ribelli ,guidati dal comandante Aguinaldo,
avevano assunto il controllo di ampie zone del territorio. La fazione di
Aguinaldo riuscì in breve tempo ad assumere il comando del fronte
indipendentista. Nel 1897, il conflitto assunse una fase di stallo e fu
raggiunto un armistizio tra i ribelli e gli spagnoli. Il capo Aguinaldo
accettò l’offerta spagnola ( esilio ad Hong Kong con buonuscita di
800.000 pesos concessi dal governatore ), di disarmo delle milizie e la
fine del moto rivoluzionario, solamente un esiguo gruppo continuò la
lotta di liberazione..
A seguito della guerra ispano-americana i
ribelli ripresero la lotta, il 1 maggio la flotta americana sconfisse e
distrusse completamente le navi spagnole nei pressi di Manila. I ribelli
in pochi mesi riuscirono ad occupare quasi la totalità del territorio
nazionale ad eccezione del capoluogo. Aguinaldo ritornò dall’esilio a
giugno e il 12 dello stesso mese dichiarò l’indipendenza nazionale.
In Agosto la guarnigione spagnola di
stanza a Manila si arrese agli americani ( dopo uno specifico accordo
tra l’ammiraglio Dewey e il governatore ), mente non fu permesso ai
guerriglieri di entrare in città. Il generale Anderson telegrafò ad
Aguinaldo scrivendo << che le truppe filippine non potevano entrare in
città e sarebbero state attaccate se oltrepassavano il fiume Pagis.>> La
neonata repubblica filippina non fu riconosciuta dagli USA, che già
programmavano la nascita di una loro colonia, ( ceduta dalla Spagna a
seguito del Trattato di Parigi ), incuranti del volere popolare,
invasero l’isola sei mesi dopo, iniziando un conflitto che si sarebbe
protratto fino al 1913. Lo stato asiatico ottenne l’indipendenza formale
nel 1946, ma l’indipendenza politica ed economica rimane tuttora
un’utopia.
Cuba
Gli americani capinaggiati dal futuro
presidente Roosvelt, avevano studiato i piani dell’invasione dell’isola
da diversi anni. Tra il 22 e il 24 giugno il V° corpo, comandato dal
generale Shafter sbarcò, tra le cittadine di Daiquiri e El Caney a est
di Santiago ( il loro principale obbiettivo ). Le prime scaramucce
videro uno scontro paritario, e gli yankees furono obbligati a rivedere
le loro tattiche militari, aggiornate alla guerra civile del 1861-65.
Il 1 luglio una forza composta da 15.000
soldati sconfisse gli spagnoli trincerati presso i villaggi di El Caney
e di San Juan. Il 3 luglio la flotta americana sconfisse nei pressi di
Santiago la flotta spagnola, affondando 5 navi su 6, oltre 1.500
marinari furono fatti prigionieri.
Dopo la vittoria militare a San Juan gli
americani furono fermati dinanzi a Santiago e dopo tre settimane
d’assedio riuscirono ad occupare la città, grazie anche al contributo
dell’esercito indipendentista cubano. Nelle altre località, dell’isola,
i ribelli sconfissero gli spagnoli arrivandoli a una frettolosa ritirata
nelle città.
Il 12 agosto le truppe si arresero. Tra
giugno e la fine del conflitto, gli USA occuparono anche l’isola di
Guam, situata nell’arcipelago delle Marianne e l’isola caraibica di
Puerto Rico. Il 10 dicembre fu firmato il trattato di Parigi, che
obbligava gli spagnoli a cedere agli Stati Uniti i loro possedimenti
coloniali, ad eccezione di quelli situati nel continente africano.
Cuba divenne indipendente nel 1902, fu
dotata di una costituzione ( votata da un’assemblea composta da elementi
industriali e latifondisti filo americani ), e di una clausola nota come
emendamento Platt, che obbligava gli USA a intervenire militarmente ogni
volta che “venivano” minacciati i loro interessi economici. L’armata di
liberazione che contribuì alla liberazione dal dominio spagnolo, venne
disarmata e sciolta, rimpiazzata da una milizia armata e addestrata
dagli USA. L’economia nazionale venne sottomessa agli yankee, che
obbligarono lo stato caraibico ad accettare la il dollaro come moneta,
liberalizzazioni delle tariffe doganali e l’esclusività americana nel
mercato nazionale. Per ottenere la definitiva libertà bisognerà
aspettare il 1959, quando un gruppo di legittimi rivoluzionari depose il
despota Batista.
Saverio Borgheresi
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