ASSOCIAZIONI E RSI
ASSOCIAZIONI E RSI
Fu
costituito un comitato provvisorio formato da Luraschi, Allasia, Di
Martino e Licitra e fu acclamato Presidente il Gen. Mario Carloni,
Comandante della divisione in guerra.
Lo statuto, affermato che appartengono idealmente alla
Associazione tutti i Caduti della Divisione Monterosa, coi ne fissò gli
scopi: a) Conservare e onorare la memoria dei Caduti della Divisione;
ricercare le spoglie disperse e assicurarne una degna sepoltura; b)
Rinsaldare i vincoli di amicizia e di cameratismo sorti in guerra e
promuovere la solidarietà fra gli appartenenti alla Divisione.
Organizzare l'assistenza a favore degli appartenenti alla Divisione
detenuti per fatti di guerra, dei familiari dei Caduti, dei mutilati ed
invalidi per cause di servizio durante l'appartenenza alla Divisione. c)
Raccogliere e riordinare materiale documentario concernente la storia
della Divisione.
Nel 1952 si concretò una delle iniziative che dettero
attuazione allo volontà dei reduci di onorare i loro Caduti e di dare un
riconoscimento agli invalidi per causa di guerra: lo Stato non li
riconosceva ed allora essi decisero di istituire un proprio Fondo
pensioni. Questo fu realizzato mediante la sottoscrizione da parte degli
alpini di una obbligazione con la quale ci si impegnava a versare una
quota mensile per alimentare il fondo.
Naturalmente le disponibilità economiche di allora
permettevano di corrispondere solo una quota della pensione che lo Stato
avrebbe dovuto pagare ai familiari dei Caduti ed agli invalidi, ma il
significato morale di tale iniziativa costituisce ancora oggi uno dei
vanti degli alpini della Monterosa.
La corresponsione della pensione durò fin quando lo
Stato, sia pure con la formula ipocrita dei 'Caduti ed invalidi civili
per causa di guerra', provvide a fare il suo dovere.
Nell'agosto 1952 vi fu il primo viaggio a Munsingen, luogo dell'addestramento della Divisione, di un gruppo di reduci.
Il 9 settembre 1953 e nell'ottobre 1954 si tennero altri raduni a Milano.
Nel giugno-luglio del 1954 iniziarono i lavori
preparatori per l'erezione di un Sacrario della Divisione a Palleroso in
Garfagnana, con studi e rilevamenti del terreno su progetto dell'Ing.
Aldo Tosi, ma per l'ostilità allora manifestata dalle 'Autorità' il
permesso di costruzione non fu concesso.
Dal 1954 il giornale "Monterosa' cominciò ad essere
stampato tipograficamente e fu distribuito ad un sempre maggior numero
di iscritti che si ritrovavano a Milano periodicamente in vari locali,
primo fra tutti le Cantine Dal Verme e poi, per il primo e il terzo
venerdì del mese, il Cantinone di via Agnello. Fra i tanti che via via
animarono quelle serate, piene di fumo, di allegria, di canti,
ricordiamo, oltre a quelli già nominati precedentemente, il Mar. Trovò,
mitica 'mamma di Compagnia', Gigi Alati, Gemolo Bonatti, Luciano
Ferriari, Pedio, Paolo Dossena, i fratelli Salteri, le ausiliari e Livia
Mutti e Iva Garibotto e spiace non poterli indicare tutti. Purtroppo,
dopo la pubblicazione del dicembre '60, l'associazione ebbe un lungo
periodo di inattività, anche quale conseguenza della morte del Gen.
Carloni, Presidente a vita, avvenuta il 30 Gennaio 1962 e l'associazione
corse il pericolo di estinguersi.
Ma nel 1965 un gruppo di monterosini, fra cui
ricordiamo Quaratesi Portalupi Giovannini, Polver, Soscor, Balzaretti,
Posini, Fasanelici, Rinaldi, Tassinari, prese l'iniziativa di
risvegliare tutti dal torpore e chiamare a raccolta le energie, perché
l'associazione riprendesse ad operare per realizzare gli scopi fissati
nello Statuto. Particolare merito va riconosciuto a Renzo Portalupi che
fu l'animatore operoso ed a Bruno Polver che mise a disposizione la
propria tipografia per stampare circolari e giornali.
L'appello per la ripresa fu fatto con una prima
circolare diramata con la collaborazione di Bruno Licitra a tutti gli
iscritti, con l'invito e l'esortazione a rimettersi insieme.
Da tutta Italia si ebbe un entusiastico riscontro.
Nell'aprile 1966 fu stampato un nuovo numero del giornalino dalla Tip.
Polver, con un significativo articolo di Portalupi 'Mai morti', con
invito al raduno che si sarebbe tenuto a Milano, presso la Birreria
Italia, il 12 Giugno.
La partecipazione fu numerosa e vi fu grande
entusiasmo, offerte di collaborazione, di contributi e la certezza, poi
confermata, che l'associazione Monterosa sarebbe stata negli anni futuri
un sicuro punto di riferimento, anche per gli altri reparti della RSI.
Nel frattempo si era riunito il Consiglio con i
consiglieri ancora in carica e venne da questi nominato Presidente il
Magg. Giuseppe Anzi], dei Gr. Bergamo, Segretario Generale Licitra e
Segretario Portalupi.
In quel periodo il Mar. Ciani, aveva segnalato
l'esistenza di un Tempio della Fraternitò nello sperduto paesino di
Cella di Varzi (Pavia), sull'Appennino d'Oltrepò, nel quale un nostro ex
Cappellano, Don Adamo Accosa, aveva raccolto cimeli, reperti, documenti
provenienti da tutti i fronti della II Guerra Mondiale, italiani,
tedeschi, americani, giapponesi, inglesi ecc.
Una sorta di museo della guerra, entro una grande
chiesa costruita a fatica, con grandi sacrifici e intitolata "Tempio
della Fraternità".
Al Tempio si recarono Portalupi, la Fasanella e
Rinaldi e, incontratisi con Don Accosa, ebbero da questi l'impegno che
avrebbe messo a disposizione la cripta dei Tempio per ricordare la
Monterosa e i suoi Caduti, ospitando inoltre nel cimitero quanti di
questi si fossero potuti reperire nelle sperdute sepolture.
Il Consiglio deliberò di fare della cripta una opera
importante, che ricordasse nel tempo la Monterosa, con la sepoltura di
un Alpino Ignoto e con l'apposizione di targhe bronzee con i nomi di
tutti i reparti della Divisione negli anni successivi anche le altre
divisioni della Armata Liguria - S.Marco, Italia, Littorio e il Btg
Bersaglieri Mussolini - aggiunsero un ricordo.
Il progetto fu affidato all'ing. Aldo Tosi, che curò
con amore e perizia anche la realizzazione dell'opera, risultata
veramente di prestigio.
Gli alpini della Monterosa dettero un grande
contributo, anche economico, per la costruzione della Cripta, che fu
inaugurata il 17 Settembre 1967 nel corso di un raduno, con una
partecipazione straordinariamente numerosa.
L'anno successivo trovò soluzione la necessità di
avere in Milano una sede permanente per le riunioni, prima tenute al
Cantinone e in altri locali: essa fu reperito in Via degli Scipioni 5,
in uno scantinato affittatoci dal Circolo Milan Noeuva e qui per tanti
anni i reduci finirono con l'incontrarsi ogni venerdì sera in allegre e
affollate riunioni.
Un raduno particolare fu quello del 1969 a Desenzano
del Garda con sfilata in paese, deposizione di corona al monumento ai
Caduti e infine imbarco e pranzo su un battello che percorse il basso
Garda, con cori e suoni della banda nei porti di sosta.
Nel 1970 vi fu un importante raduno organizzato dalla
Monterosa, a Cella, con numerose partecipazioni delle quattro Divisioni
della Armata Liguria.
Compiuta l'opera della Cripta di Varzi,
l'associazione decise che un ricordo duraturo di tutti i nostri Caduti
dovesse essere realizzato in Garfagnana, sul cui fronte nel 1944-45
avevano combattuto tanti reparti della Divisione Monterosa.
A Palleroso, vicino a Castelnuovo Garfagnana, ove era
stato il comando del Btg. Brescia, c'era un oratorio dedicato a S.
Rocco, quasi in rovina, perché danneggiato dalla guerra. Di lì si domina
tutta la valle dei Serchio: era quindi un luogo quanto mai adatto.
Al parroco di Palleroso, Don Adeimo Tardelli, fu
esposto il progetto di restaurare l'edificio e farne la sede del ricordo
di tutti i Caduti della Divisione. Avuto il suo caloroso consenso,
Bruno Licitra parlò del nostro intento con l'Arch. Paolo Caccia
Dominioni, l'ideatore e costruttore del Sacrario dei Caduti a El
Aiamein, e ottenne da lui una adesione entusiasta, che si tradusse nel
progetto per il restauro dei muri, del pavimento, la costruzione di un
piccolo campanile a vela, la redazione del testo per due lapidi
commemorative e la grafica delle grandi lapidi marmoree sulle quali
furono incisi i nomi dei 727 Caduti (fino ad allora reperiti) della
Monterosa e del Btg. Uccelli della S. Marco, aggregato alla Divisione
sul fronte della Garfagnana. Grande apporto alla iniziativa e
realizzazione fu data, con tanti altri, particolarmente oltre che da
Bruno Licitra, da Roccarino e Pogliano del Gruppo Esplorante.
L'oratorio di San Rocco, così restaurato e dedicato
ai Caduti, fu inaugurato il I Novembre 1970, con grande partecipazione
di reduci e della popolazione di Palleroso.
L'anno successivo, nel giugno 1971, l'associazione
pubblica il volume Monterosa - Storia della Divisione Alpina Monterosa
della R.S.I. Autore ne è il Prof. Carlo Cornia, già Ufficiale del Btg.
Morbegno, che in 245 pagine espone con grande obbiettività i fatti e le
azioni, le glorie, i lutti, le delusioni e le esaltazioni, il tutto con
una prosa scarna e lucida, senza cedere mai alla retorica, né edulcorare
gli avvenimenti spiacevoli.
Il libro ebbe successo e riconoscimenti ed è ormai esaurito. Ne è in corso la ristampa.
Nello stesso 1971 un gruppo si recò a Pescara dove
venne murata nella Chiesa del Cuore Immacolato di Maria una lapide a
ricordo dei Caduti della Monterosa, fatto incidere da Pietro Nostrani.
In occasione del centenario di fondazione del Corpo
degli Alpini e delle manifestazioni organizzate dall'ANA a Milano, la
Monterosa diede una dimostrazione della sua forza indicendo un raduno di
quattro giorni (11 - 14 Maggio 1972) svoltosi con cerimonie a Cassano
d'Adda, paese natale del Gen. Perrucchetti fondatore del Corpo, a Cella e
a Milano. Furono giornate indimenticabili anche con buona
partecipazione dei camerati tedeschi.
Il 29 - 30 Giugno 1973 oltre un centinaio di alpini
della Monterosa, a celebrazione dei 300 anniversario della formazione
della Divisione, si trovarono a Munsingen, ove un minor gruppo si era
già recato nel 1971.
Le accoglienze del Borgomastro e delle autorità
militari dell'Altes Lager, indimenticato campo del duro, ma formativo
addestramento, furono molto calorose e posero le fondamenta di
successivi incontri e iniziative, culminate con l'erezione a Munsingen
del monumento ai Caduti nel 1986.
Nel settembre 1973 furono traslate nel cimitero di Cella trenta salme di Caduti della RSI, fra cui alcuni monterosini.
Con la Befana del 1974 iniziò, per merito particolare
di Franciosi e Layn, una tradizione che ancora oggi ha grande successo:
a Cella di Varzi gli Alpini della Monterosa recano doni a tutte le
famiglie del paese, che ricambiano con prodotti locali.
Nel Marzo 1975 in concomitanza con il raduno
nazionale degli Alpini a Firenze, la Monterosa organizzò un
pellegrinaggio con pullman e auto attraverso la Liguria e la Garfagnana,
con soste nel luoghi dove combattemmo nel 1944-45.
Nel corso del raduno svoltosi a Cella l'l Giugno 1975
il Magg. Anzii, scaduto il mandato quadriennale, chiese di non essere
rieletto Presidente per suoi gravi impegni personali e nella carica si
avvicendò il Cap. Luigi Becherucci, mentre Licitra fu riconfermato
Vicepresidente.
Nel 1976 nasce la sezione Monterosa di Milano: quella
Orobica di Bergamo era sorta nel 1974, per merito di Nino Censi,
Curnis, Mazzola e dell'ing. Colleoni e quella di Mantova si costituirà
nel 1979 per iniziativa di Allegri e Grandi.
Il raduno del 1976 si tiene il 30 Maggio a Ponte
Selva (Bergamo) presso la Cosa di Don Antonietti già Cappellano. Durante
l'assemblea dei Soci, il Segretario Portalupi, che tanto ha dato alla
associazione, chiede di poter rientrare nei ranghi e viene sostituito da
Mario Franciosi dell'Ivrea.
Nel 1976 accade il grande sisma in Friuli e la Monterosa dà prova delle sue capacità organizzativi e del suo spirito alpino.
A pochi giorni dal disastro parte un autocarro della
Monterosa con soccorsi per i sinistrati, in gran parte offerti dal
simpatizzante alpino Angelini (coperte, teli di plastica, resti,
materiale vario) e in parte acquistati o raccolti dalla Monterosa. Vi
partecipano Portalupi (ancora in veste di segretario e coordinatore
della spedizione), Sascor, Quaratesi, Censi, Ongaro.
Sul luogo, a Udine, Carlo Giacomelli, Cap. del Grp.
Bergamo coordina con il presidente dell'ANA le operazioni di soccorso.
Anche Pogliano parte da Torino con un corteo di roulotte e tende da
offrire ai senza tetto friulani.
L'aiuto della Monterosa si svilupperò poi con la
partecipazione di nostri alpini ai lavori di ricostruzione a Venzone e
Villa Santina. Per questa valida collaborazione furono consegnate
medaglie e diplomi al gruppo formato da Censi, Giacomelli, Giovannini,
Ongaro, Quaratesi, Portalupi e Sascor.
Durante la cerimonia fu messo in rilievo che il
gruppo della Monterosa si era recato a portare soccorsi 'primo fra tutti
e secondo solo ai soccorsi militari'.
Il 12 Marzo 1977 nella Curia Vescovile di Tortona
viene costituito un fondo per le messe perpetue da celebrarsi a
suffragio dei nostri Caduti nella Cripta di Varzi e redatto un documento
contenente l'impegno della Curia a conservarla con cura così come e
stata donata dalla Associazione Divisione Monterosa.
Analogo documento verrà redatto il 21 Agosto 1981
presso la Curia di Apuania per l'oratorio di S. Rocco, in cui si fa
preciso riferimento alle lapidi contenenti i nomi dei Caduti della Div.
Alpina Monterosa ivi murate in occasione del restauro curato
dall'Associazione Divisione Monterosa.
Nel 1977 dopo un entusiastico raduno a Orino,
dobbiamo registrare la morte del Col. Grossi, Presidente onorario della
Associazione, comandante dell'artiglieria in Garfagnana, mutilato nella
prima guerra mondiale e volontario nella seconda, soldato valoroso e di
fermo carattere.
Il 30 Settembre e l'1-2 Ottobre 1977 il terzo ritorno
a Munsingen, Ulm, Feldstetten, molto numeroso, con saluti ufficiali del
Borgomastro e altre autorità, scambio di doni, articoli sui giornali,
visite all'Altes Lager.
Il raduno del 1978 si tenne a Majano in Friuli, a
conferma della fraternità e solidarietà con quella popolazione e i loro
alpini, dimostrata due anni prima. Furono due giorni di calorosi
incontri, la Messa celebrata dal Parroco con Don Tardelli,
manifestazioni di ringraziamento, il coro di Majano che dà un concerto
per la Monterosa.
Purtroppo nello stesso anno scompare Bruno Polver, grande animatore della Monterosa e generoso stampatore.
Nel giugno 1979, durante il raduno a Solferino, nasce la Sezione di Mantova.
Nello stesso anno il Consiglio Direttivo,
riconoscendo ed apprezzando il lavoro di raccolta dei documenti sulla
Divisione fatto da Emilio Bonanni, ha deliberato la costituzione di un
fondo per l'archivio storico, che negli anni successivi ha continuato ad
accrescersi di ricco materiale, mentre lo stesso Bonanni con pazienti e
spesso laboriose ricerche ha individuato i nomi di altri Caduti, le
circostanze della morte e il luogo di sepoltura.
In quest'ultima ricerca si distinsero con un
sostanziale apporto anche Layn, Checchia e Massey. Vengono cosi
acquisiti i nomi di altri Caduti il cui numero da 727 sale a 910.
Altro ricordo dei nostri Caduti fu la collocazione di
una targa di bronzo nel Tempio di Sudorno (BG), e la inaugurazione il 9
Maggio 1981 di un cippo all'Erta degli Eroi alla Piccola Caprera di
Ponti del Mincio, ove tutti gli anni seguenti verrà fatto l'alzabandiera
e celebrata una Messa.
Nel giugno 1980, finalmente sulle montagne, al Passo
del Tonale si tenne un grande raduno con partecipazione alle cerimonie
anche di numerosi gruppi dell'ANA che sfilarono nel corteo preceduto da
una vera fanfara alpina.
Nell'anno successivo, raccogliendo l'appello di Don
Adamo, i nostri alpini istituirono un cantiere di lavoro per eseguire
opere di ripristino necessarie per restaurare la Cripta e i piani a
livello del Tempio della Fraternità. Nei lavori si impegnarono venti
alpini in due turni, coordinati da Sascor, per complessive 198 giornate e
1600 ore di lavoro e i partecipanti al raduno successivo poterono
constatare la riuscito del loro impegno.
Purtroppo nel settembre 1981 dovemmo lasciare il
locale di Via degli Scipioni, indimenticabile sede di tante riunioni per
oltre dieci anni e ci trasferimmo in Via Lattanzio.
Nel 1982 Portalupi lascia per impegni personali la
direzione del giornale Monterosa, nel quale per quindici anni si era
impegnato con tanta passione e capacità e viene sostituito da C,
Giacomelli.
L'anno però è segnato, dopo il raduno a Orino, come
sempre affollato di partecipanti, banda, Sindaco e Associazioni, dalla
improvvisa morte a Milano, il 18 giugno, del Presidente Cap. Becherucci.
La Monterosa adempì al suo ultimo desiderio di essere sepolto a Cella di Vorzi, nel cimitero di Don Adamo.
Al funerale vi fu grande commossa partecipazione dei
suoi alpini, che ricordavano il 'grande toscano' che prima in Garfagnona
e poi nell'Associazione, li aveva guidati con bonomia, ma con mano
ferma.
Nel 1983 il raduno a Costermano vide oltre che la
sempre numerosa partecipazione dei monterosini, la presenza di una
delegazione della V Div. Alpina tedesca, che portò il saluto della loro
Associazione Nazionale e insieme furono deposte corone al Cimitero di
guerra germanico a Costermano.
L'assemblea elegge Presidente il Maggiore A.A. Carlo
Giacomelli, confermando Vice-presidente Bruno Licitra e delibera di
accogliere nell'Associazione come soci e non più come simpatizzanti, gli
Alpini del Regg. Tagliamento, della Littorio e tutti gli Alpini con
gladi.
Una delegazione di oltre cento alpini partecipò il
17-18 Settembre 1983, su invito ufficiale del Kameradenkreis der
Gebirgstruppe, l'associazione ufficiale degli alpini tedeschi, al loro
raduno a Rosenheim, al quale erano invitate e furono presenti anche
delegazioni delle truppe di montagna di Finlandia, Francia, Olanda,
Stati Uniti. Ne risultò una manifestazione ricca di cerimonie ufficiali,
con deposizioni di corone, numerosi discorsi dei Presidenti delle
delegazioni, delle Autorità bavaresi e generali tedeschi.
La Monterosa ricevette parole di apprezzamento da
tutti e particolarmente dal Generale Daumilier che ricordò come la
Divisione Monterosa, anche dopo la capitolazione dell'Italia, ha
combattuto valorosamente al nostro fianco fino al Maggio 1945.
Fu un incontro fra soldati che avevano combattuto
ognuno per il proprio Paese, con onore e senza odio ed ora potevano
abbracciarsi anche fra nemici.
I reduci della Monterosa vi parteciparono in rappresentanza anche degli alpini italiani 'ufficiali', invitati, ma non presenti.
Nel 1984 il raduno di Cella vide la presenza, oltre
che di una numerosa delegazione germanica e austriaca con bandiere, di
rappresentanze di reparti altri della RSI, accorsi a rendere gli onori
alla salma dell'Alpino Ignoto della Monterosa, che fu tumulata nella
nostra Cripta.
Nel 1985 il raduno fu tenuto a Ponte Selva (BG). L'anno successivo vide l'attuazione di un altro progetto della Associazione.
A Munsingen fu inaugurato il 7 Giugno 1986 il
monumento da noi dedicato ai Caduti italiani e tedeschi della Divisione
Monterosa e costruito nel Parco degli Onori della città: consiste di tre
grandi massi di marmo, uno verde, uno bianco, uno rosso. Una targa di
bronzo, bilingue, reca: IN RICORDO DEI CAMERATI ITALIANI E TEDESCHI
DELLA 41 DIVISIONE ALPINA MONTEROSA ADDESTRATA A MUNSINGEN NEI 1943
CADUTI SUI FRONTI DELLE ALPI OCCIDENTALI - GARFAGNANA LIGURIA - NEL
1944-1945 - ONORE E FEDE -
I reduci della Monterosa presenti erano oltre duecento e sfilarono per la città con banda alpina in testa.
Con loro, in fraterno cameratismo, gli alpini della
Sezione ANA della Germania Federale con il Presidente Cav. Oreste
Bertolini, che, con una bellissima lettera, aveva chiesto di poter
partecipare "per rendere onore agli alpini caduti", senza tener conto
delle polemiche in Italia, nello spirito della Federazione
internazionale delle truppe di montagna (IFSM) di promuovere e
rafforzare i vincoli di fratellanza e solidarietà fra le truppe di
montagna di tutte le nazioni".
Alla cerimonia parteciparono anche il Presidente
della Associazione delle Truppe di montagna tedesche Gen. W. Daumilier,
il Presidente della Associazione reduci della 41 Divisione di Montagna
S.Ten. H. Wagner, il Borgomastro di Munsingen Dr. Kelier, che
pronunciarono parole di ricordo, di apprezzamento e di fratellanza,
apprezzate e contraccambiate dal Presidente della Ass. Divisione
Monterosa, C. Giacomelli.
Il giorno precedente gli alpini erano saliti sul
monte Lochenhornie e deposto con i camerati tedeschi una corona di
alloro sul grande masso che reca il ricordo dei Caduti della 4a Div.
Gebirtruppe "ENZIAN" che in 10.800 chilometri di ritirato dal Caucaso,
sempre combattendo, ebbe 13.252 morti. Altri discorsi nella cena d'onore
offerta dalle autorità tedesche e concerto in piazza della banda
alpina, con grande partecipazione popolare.
Il compimento dell'opera, con tutte le difficoltà
pratiche e burocratiche e l'organizzazione della manifestazione fu
curata con enorme impegno da Sascor e dal Ten. Hagele e M.ilo Neuman.
Nel 1986 Franciosi, infaticabile Segretario da un
decennio, per ragioni di salute lascia l'incarico e viene sostituito da
Bonanni, già nominato Vice-segretario nell'Assemblea precedente.
Peschiera del Garda fu la sede del raduno del
settembre 1987, molto affollato come sempre, durante il quale
]'Assemblea dovette prendere atto con dispiacere che Giacomelli, per
motivi di salute, non intendeva essere candidato alla Presidenza e
pertanto veniva nominato Presidente il Magg, Andrea Mitolo, del Btg.
Bassono. Contestualmente anche Bonanni, Colonnello in servizio, chiamato
ad un importante incarico, comunicò di dover rinunciare e venne
sostituito da Franciosi, che, con la sua apprezzato disponibilità,
accettò di tornare alla Segreteria, Licitra fu confermato
Vicepresidente. Nel 1988 durante il raduno a Cella furono inumate tre
salme di nostri alpini caduti in un bombardamento in Liguria e nello
stesso anno la sede dell'Associazione viene trasferito in Via Ugo
Foscolo 3, ove si trova tuttora, cameratescamente ospitata dall'Ass.
Volontari di Guerra.
Nel 1989 il raduno si svolse a Peschiera del Garda.
Nel 1990 furono murate a Palieroso nuove lapidi con
gli altri nomi dei Caduti che le intense ricerche di Bonanni erano
riuscite ad individuare: così le pareti dell'oratorio sono completamente
ricoperte dal ricordo dei Caduti della Divisione.
Durante il raduno a Cella nello stesso anno vi fu un
intervento del Col. Sergio Pivetta, già del Btg. alpino Piemonte
dell'esercito del sud che, in rappresentanza dell'Associazione
Combattenti Guerra di Liberazione, auspicò che cessasse ogni divisione
fra gli alpini del Nord e quelli del Sud, perché tutti avevano
combattuto come soldati e con onore.
Dal 1990 Portalupi assume la effettiva direzione del
giornale a seguito della grave malattia di Giacomelli, la cui firma
continuo ad apparire in calce al foglio.
Nel 1992 la direzione effettiva e formale sarà assunta da Alfonso Bernardi.
Al raduno di Clusone del settembre 1991, con grande
partecipazione di alpini e sfilata fino al monumento ai Caduti con
banda, a seguito della morte di Andrea Mitolo, viene eletto Presidente
Onorario il Cap. Igino Scattolin, Presidente Bruno Licitra e Vice
Presidenti Alfonso Bernardi e Falco Falconi.
Nel 1992 il raduno si svolse a Vicenza - Monte Berico
e qui. venne fatta la prima mostra fotografica sulla Divisione con 430
immagini, cercate e raccolte da Bonanni e ordinate da Bruno Comin del
Bassano, che raccontano i mesi di naja alpina dei suoi reparti.
Franciosi, che per quindici anni si è dedicato con
entusiasmo, grande impegno e sacrificio personale alla segreteria è
costretto per ragioni di salute a dimettersi: viene eletto Segretario
Carlo Massey, dell'Aosta.
Uno 'storico' incontro si ha nel luglio 1992 al
Rocher d'Annibale sulle Alpi Occidentali: sui valichi dell'Agnello e del
St. Veran, dove si scontrarono nei gelidi mesi dell'inverno 1944-45, si
abbracciano gli alpini del Bassano e i reduci del 1590 reggimento
francese, guidati rispettivamente da Angelo Casarotto e Luigino Sandri e
dal medico Pierre Miliet d'Arbois e Col, Henri Beraud.
Una manifestazione di fratellanza, di rispetto fra
avversari sul campo. Viene affisso una lapide a ricordo del Bassano, che
viene murata accanto a quella dei sette Caduti francesi.
Sempre nelle Alpi Occidentali ogni anno il 21 Ottobre
gli Alpini del Tirano rendono omaggio alla Tomba della M.0. Renato
Assante, caduto alla conquista del Forte Chenailiet.
A fine 1992 Giorgio Sascor, per ragioni personali, si
dimette da Tesoriere. Va ricordato qui che Sascor per diciassette anni
non ha solo gelosamente custodito e amministrato con la giusta
resistenza allo spendere, il patrimonio della Associazione,
incrementandolo poi con la sua capacità di 'battere cassa', ma come si
sarà rilevato, leggendo il suo nome in tante occasioni, è stato un
capace e entusiasta organizzatore.
Il Consiglio Direttivo gli espresse riconoscenza
affettuosa e apprezzamento per l'impegno dato all'Associazione in tanti
anni e in sostituzione nominò Paolo Pogliano.
Il raduno di Salò del giugno 1993 è affollatissimo e
pieno di entusiasmo. La mostra fotografica viene rinnovata completamente
a cura di Giancolombo e con la collaborazione della Prof. Mariateresa
Baldi, riscuote particolare successo.
Una commossa assemblea ricorda il Presidente Onorario
Cap. Scattolin, che ha dato a tutti un forte esempio di coraggio e di
coerenza. Nello stesso anno a Mittenwald una delegazione di 35 alpini
della Monterosa con alla testa il Presidente Licitra partecipa
ufficialmente alla manifestazione della KameradenKreis alpina in
commemorazione degli Alpini Tedeschi Caduti.
Il 10 Luglio 1993 muore Don Adamo Accosa, il nostro
Cappellano, che ha costruito il Tempio della Fraternità, ove è stato
posta la Cripta della Monterosa e che con entusiasmo e affetto ci ha
ospitato in tanti raduni e anche singolarmente per quasi quaranta anni. E
qui va ricordato anche suo sorella Anna, con la suo affettuosa e sempre
sorridente calda accoglienza: ci siamo sempre sentiti a casa nostra.
Mantova è la sede del raduno del 1994: siamo nel
cuore della città, vicina al Palazzo Ducale e i mantovani ci danno
manifestazioni di interesse, di consenso, visitano numerosi la nostra
fotografica e vi è anche notevole eco sulla stampa cittadina.
Durante l'assemblea, numerosissima, grande
commozione quando ai familiari dei Caduti vengono consegnate le tessere
d'onore in argento.
Grande partecipazione il 10 luglio a Cella per la Messa nell'anniversario della morte di Don Adamo.
La Monterosa ha organizzato un concorso fra gli
scolari della scuola elementare perché illustrassero la figura di Don
Adamo: i disegni sono stati numerosi e tutti improntati ad affetto,
ingenuità, ma molto efficaci. Con l'aiuto della maestra, la Prof Baldi,
sempre attiva, sempre validissima e disponibile collaboratrice, ha
allestito un mostra dei disegni, dei quali vengono premiati i migliori e
che verranno poi pubblicati sul Monterosa.
In occasione del cinquantenario della fine della
guerra il Segretario Massey, la cui segreteria con l'aiuto costante e
fattivo di Cognolato, Crosta, Damini, Guida, Morandi, Negri, Rampoldi,
Ravognani e Santomaria è sempre più collaudata ed efficiente, organizza
il raduno a Varese, nei giorni 17-18 giugno 1995, con il risultato di un
grande numero di partecipanti e con la mostra fotografica ancora più
rappresentativa.
Purtroppo ogni anno parecchi alpini 'vanno avanti",
ma i presenti sono sempre di più e l'entusiasmo non viene meno, né la
vivacità, come si constatò nell'assemblea. Il mese successivo, invitata
ufficialmente dal Comandante del Campo di Addestramento di Munsingen,
Ten. Col. Kargi, una delegazione della Monterosa, guidata dal
Vicepresidente Falconi e composta da Cognolato, Aimoni e Aldo Tosi,
arrivati nella città con un numeroso gruppo di alpini, partecipò alle
cerimonie ufficiali per il centenario della fondazione del campo, che si
svolsero con grande partecipazione di autorità militari e civili.
Nel corso di una cerimonia nella gremita Sala delle
Cerimonie di Munsingen il Vicepresidente offrì al Comandante del Campo
una targa d'argento con la seguente dicitura: "100 Jahre
Truppenubunspiatz Munsingen - I reduci della Divisione Alpina Monterosa
della Repubblica Sociale Italiana - memori e grati del severo
addestramento - che nel 1944 qui ne fece soldati e camerati".
Il Ten. Col. Kargi, ringraziando sentitamente,
assicurò che essa sarebbe stata esposta ad un posto d'onore nella sala
della Kommandontur del Campo.
Lo stesso Comandante con il Borgomastro Dott. Kelier partecipò al rito d'onore al Monumento ai Caduti della Monterosa.
Nel campo era stata allestita, fra le altre, una
mostra fotografica e documentale della Divisione Monterosa, con
traduzione in tedesco: il Campo, aperto al pubblico per l'occasione, fu
invaso da circa quarantamila persone e moltissimi si interessarono di
noi e i nostri reduci, riconosciuti dal cappello alpino, ebbero numerose
manifestazioni di amicizia.
Nell'occosione il Comando fece stampare un grosso
opuscolo con la storia del Campo nei suoi cento anni. In esso alcune
pagine sono dedicate alle circostanze della costituzione e
all'addestramento della Monterosa, con la espressa valutazione che la
'Divisione Monterosa era di gran lunga la migliore delle Divisioni
Italiane impiegate'.
Articoli sulla Monterosa furono pubblicati anche sul giornali della regione.
Nel 1996, mentre si organizza il raduno di Verona
per l'8-9 Giugno, sono state registrate varie interviste di reduci della
Divisione con il Dott. Sergio Tau, giornalista della RAI, per una
trasmissione che sarà dedicato anche alla Monterosa.
Conferenze sulla Divisione sono state tenute a Roma,
con grande presenza di pubblico e interesse, nella sede dell'ANA, dal
Generale C.d.A. Gualtiero Stefanon (che la ripeterà a Udine in occasione
del Raduno ANA del 18 maggio 1996, sul tema 'La Divisione Alpina
Monterosa della Repubblica Sociale Italiana sulla linea gotica' e a
Milano nella sede del M.S. Fiamma Tricolore, affollata da giovani
interessati a sapere e capire, da Fiaschi sul 'Fronte della Garfagnana',
seguito da interventi di Massey e di Falconi.
Quanto precede è la succinta narrazione degli eventi
più importanti della Associazione Divisione Monterosa, raduni,
manifestazioni, celebrazioni, ma è doveroso ricordare che ogni anno i
nostri alpini partecipano alle Messe per i Caduti celebrate a Cella,
Palleroso, alla Piccola Caprera, a Spignon per gli alpini del
Tagliamento, a Ciavière, ove c'è la tomba di Renato Assante, Medaglia
d'Oro, agli incontri con i francesi sulle Alpi occidentali, a Munsingen,
a Rosenheim ed alle riunioni di reparto dell'Aosta, del Vicenza, del
Bassano, del Tirano, del Bergamo, dell'Intra, del Codore, del Brescia,
del Morbegno e del 40 Regg. alpino della Div. Littorio.
Sono Soci d'Onore dell'Associazione i familiari dei
Caduti. I soci, quali appartenenti alla Divisione, sono attualmente
ottocento, gli aggregati novecentottanta.
STORIA DELLA ASSOCIAZIONE FIAMME BIANCHE
Premessa storica.
Dopo la vergognosa capitolazione regia del 1943,
venne ricostituito il partito Fascista con la nuova denominazione di
Partito Fascista Repubblicano e conseguentemente vennero ricostituite le
Organizzazíoni Giovanili collegate al Partito, sotto la vecchia
denominazione di Opera Nazionale Balilla.
Le formazioni paramilitari giovanili del Partito,
costituirono gli Avanguardisti Moschettieri, denominazione presto
sostituita da quella di Fiamme Bianche dal colore delle mostrine.
Armate ed addestrate militarmente, le Fiamme Bianche
costituirono un serbatoio di alimentazione delle Forze Armate della
RSI, in cui vennero gradatamente immesse, svolgendo nel frattempo
compiti ausiliari.
In queste funzioni si trovarono, loro malgrado,
coinvolte in combattimenti contro i partigiani e sopratutto contro gli
Anglo Americani subendo perdite. Fedeli al giuramento le Fiamme Bianche
rimasero in Armi sino al 25 Aprile 1945 e oltre (vedi libro "Fiamme
Bianche al Fronte") seguendo-nella buona e nella cattiva sorte i
camerati delle Forze Armate della RSI.
Ottobre-Novembre 1943: a Genova, in Via Cesaria ex
Sede della GIL, e nelle restanti città Italiane, si accasermavano
volontari i primi Avanguardisti Moschettieri. In divisa proseguivano gli
studi alternando la permanenza nella Sede diventata O.B. a caserma, con
vita militare.
Giugno 1944. A Velo d'Astico veniva preparato
l'ultimo Campo Dux dove confluirono oltre ottomila Giovani Avanguardisti
da tutta Italia. Nel frattempo, nelle stesse caserme si presentarono
nuovi volontari che costituirono il II° Scaglione che purtroppo non
riuscì a raggiungere il Campo.
Estate 1944: si presentano al Campo i Rappresentanti
dei vari Corpi della Divisione Etna per arruolare i Volontari che
vestiranno la corrispettiva divisa. Rimane al Campo un Battaglione di
Avanguardisti che mantenendo le mostrine bianche diventeranno I°
Battaglione d'Assalto Fiamme Bianche.
Riceveranno il Battesimo del Fuoco a Tonezza.
Realtà associativa
Nell'immediato dopoguerra, i contatti fra gli ex
appartenenti alle Fiamme Bianche, che non si erano mai arresi
ideologicamente, portò alla costituzione di una associazione prima su
basi locali, e successivamente estesa a tutta l'Italia del Nord.
Gianni Cattani, reduce dal Fronte, fra molte
difficoltà, ricerca i Camerati ormai dispersi. Il Suo entusiasmo, la Sua
Fede riescono a riunire le prime FF.BB. rimaste a Genova e scampate
alla guerra ed all'odio civile.
La commozione e la gioia dell'abbraccio è attenuata
dai racconti pieni di dolore Famiglie, dissestate da quanto subìto e
razziato; sotto il continuo incubo per i figli in prigionia e per il
loro ritorno.
L'Italia è soprafatta dall'euforia della "Vittoria" e della Democrazia.
L'Italia precedente è da annullare ed i loro fautori da eliminare.
Con tutto ciò avvengono le prime Riunioni segrete
che nel tempo si fanno più frequenti e numerose. Cattani ne è il
promotore trasmettendo la Sua infinita carica di simpatia e Fede.
Con il tempo ci accorgiamo che non eravamo dalla
parte sbagliata. Il nostro scoramento di aver tutto sbagliato alla fine
della guerra, scompare. I fatti di 15-20 anni dopo convincono Gianni che
dobbiamo ancora per l'Italia fare qualche cosa.
Gli incontri conviviali si trasformano in Riunioni,
Gianni che ne è l'artefice riunisce e rafforza la volontà dei Camerati
costituendo a Genova la Associazione FF.BB. che troverà degna Sede nel
"Circolo Quadrato" di Via XX Settembre e negli ospitali locali del
Camerata Tamponi.
L'Avvocato Galiberti redige lo Statuto, la Melai
regala il Gagliardetto al nuovo Presidente eletto del I° Gruppo FF.BB.
che ormai aveva ricevuto dall'Unione Combattenti della R.S.I., il
riconoscimento Ufficiale.
Viene proposto di allargare l'iniziativa alle
restanti FF. BB. d'Italia. La costanza, l'entusiasmo ed i sacrifici del
Presidente e di Zamorani vengono ben presto premiati. Nelle principali
Città del Centro Nord vengono costituiti altrettanti Gruppi che pur
avendo la loro autonomia dipendono dalla Presidenza di Genova ormai
consolidata da tutti i componenti riuniti da Cattani.
Riconosciute a tutti gli effetti come reparti
dell'esercìto della RSI e sotto la sagace ed energica guida del
Presidente Nazionale Giusto M. coadiuvato da tutte le FF.BB. dì Genova,
le Fiamme Bianche partecipano a tute le attività e le manifestazioni
organizzate dalla Unione dei Combattenti della RSI, ben consapevoli di
divenire (anche per ragioni anagrafiche) gli ultimi in grigioverde.
Non siamo dei politici, siamo dei militari ed avendo
combattuto per la Patria vogliamo che i Nostri Ideali siano conosciuti e
tramandati. Amore per la famiglia - Rispetto per l'ordine costituito
Ordine - Disciplina - Patria sono tutti Valori oggi annullati.
Noi in questi valori abbiamo fermamente creduto e siamo certi che oggi più che mai debbano nuovamente essere realizzati.
Questo compito lo affidiamo ai giovani.
Con il nostro entusiasmo e la nostra Fede
indicheremo il cammino a questi stupendi ragazzi che si avvicinano a noi
sempre più numerosi per conoscerci ed avere da noi la verità storica.
NOTA SULL'A.C.S.A.F. ASSOCIAZIONE CULTURALE SERVIZIO AUSILIARIO FEMMINILE
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