COSTITUZIONE DEL GRUPPO CORAZZATO
"M" LEONESSA
La costituzione del Gruppo Corazzato "M" Leonessa ha
inizio a Montichiari in provincia di Brescia dopo il
trasferimento da Roma.
Vi affluiscono nuovi giovanissimo volontari ad un buon numero
di ufficiali del disciolto esercito regio. Il comando del Gruppo
venne tenuto fino al 15 ottobre dal Tenente Colonnello Ferdinando
Tesi il quale da tale data fu chiamato dal Ministro dell'Economia
Tarchi per assumere un importante incarico presso quel dicastero.
Il Comando da tale data venne assunto dal Vice Comandante
Maggiore Priamo Swich successivamente promosso Tenente
colonnello.
Oltre il Comando e i servizi venne costituita quasi subito la
1ª Compagnia il cui comando venne affidato al Capitano Aristide
Lissa, bresciano.
Per l'addestramento la Compagnia venne dislocata a Carpenedolo
poco distante da Montichiari.
Il Comando della 2ª Compagnia venne affidato al Capitano
Zerbio anch'egli bresciano.
Occorreva dotare, perche' fosse ancora reparto corazzato, il
Gruppo di mezzi corazzati e di automezzi. Il Comando Generale
della G.N.R. (ma nell'ottobre 1943 era ancora M.V.S.N.) aveva
manifestato l'ipotesi di trasformare il Gruppo (non ancora
corazzato per mancanza di carri) in un Battaglione O.P. (Ordine
Pubblico). Se tale disegno non ebbe pratica attuazione lo si deve
al Comandante Swich ed altri Ufficiali.
Nei Depositi dei disciolti reggimenti carristi, carri armati
di fabbricazione italiana (M13, M14, M15 ed L3) dovevano pur
esserci o comunque in qualche zona dovevano essere nascosti.
Dagli ufficiali provenienti dai reggimenti carristi
dell'esercito arruolatesi volontari nella "Leonessa"
venne organizzato, naturalmente consenziente l'indimenticabile
Comandante Swich, un servizio di informazione e di perlustrazione
presso i depositi carristi dell'Alta Italia (Bologna, Vercelli,
Verona, Siena in particolare) e presso l'Ansaldo e la Fiat.
I risultati furono soddisfacenti. I carri armati c'erano, come
anche gli autocarri e il carburante ed in alcuni depositi anche
armi ben oleate (specie mitra).Venne organizzata l'officina
affidata al Tenente Soncini. Ebbe inizio una vera e propria
"razzia" che ufficialmente veniva chiamata
"requisizione" o "recupero" nei depositi ed
anche fuori da questi specie in campagna dove i mezzi e le armi
erano stati "imboscati". Due ufficiali provenienti
dall'esercito si distinsero in modo particolare: il Tenente
Loffredi Loffredo ed il Tenente Ferraris Giovanni (fucilato a
Lecco nell'Aprile 1945).
La ricostruzione del Gruppo che inizialmente si articolò su
due Compagnie, sul plotone comando e nei servizi nel suo
organigramma di uomini e nella dotazione dell' armamento e dei
mezzi era completato alla fine di gennaio 1944. L' organico venne
successivamente rafforzato con l'afflusso di giovani volontari.
Il 1° febbraio 1944 in occasione del giuramento alla R.S.I.
il Gruppo completamente motorizzato e con un discreto numero di
carri armati sfilò per le vie di Brescia applaudito. Il Generale
Ricci volle ricevere al Comando Generale tutti gli ufficiali ed
una rappresentanza di sottufficiali e legionari per manifestare
il suo compiacimento. Il 1° marzo 1944 il Gruppo venne destinato
a Torino a rinforzo del Comando provinciale della G.N.R. Zona d'
impiego il Piemonte. Le donne fasciste di Montichiari in una
commovente cerimonia offrirono al gruppo il gagliardetto di
combattimento.
Il gruppo continuò ad aumentare di uomini e di mezzi ed anche
di artiglieria. Dal giugno 1944 e fino al gennaio 1945 si
registrò un continuo afflusso di volontari, i giovanissimi
provenivano dalle "Fiamme Bianche" e i giovani
ufficiali provenivano dalle scuole allievi ufficiali della G.N.R.
Grazie a questi afflussi di volontari ed alle "razzie"
che continuavano ad essere effettuate l'organico della Leonessa
risultò di 4 compagnie, oltre a quella Comando-Distaccamento di
Milano (Compagnia di Formazione), due reparti distaccati, uno
presso il Comando generale della G.N.R. ed uno di rinforzo al
Battaglione "M" Venezia Giulia anch'esso operante in
Piemonte, ed una batteria motorizzata.
Il Comandante Swich e con lui gli ufficiali stabilirono u
rappotro di fraterno cameratismo con i legionari.
Il rancio era uguale sia per gli ufficiali sia per i
legionari. Era il rancio legionario. Quando la
"Leonessa" giunse a Torino ai primi di Marzo del 1944,
la città era quasi assediata.
I distaccamenti partigiani più avanzati erano a pochi
chilometri da Torino; frequenti le puntate dei partigiani lungo
l'autostrada Torino - Milano, che rendevano difficile
l'approvvigionamento alimentare di Torino e di Milano ed il
transito (quel poco che allora c'era) civile e commerciale.
Il Legionario Giulio Bartuli - classe 1924 - che con il
brigadiere Donati, il caporalmaggiore Tomei Petronio ed il
legionario Carta Antonio di Nuoro giunse alla
"Leonessa".
«Al comando fui presentato dal Tenente Lena, ufficiale
addetto, al Comandante Swich il quale mi accolse cordialmente.
L'uomo suscitava immediata simpatia e sicurezza. Un comandante un
autentico Comandante. Conobbi subito gli altri ufficiali : Lissa
(che cadde in combattimento pochi giorni dopo il mio arrivo al
reparto), Bodda, Soncini, Loffredi, Morandi, Zerbio,
Dente, Rescazzi, Cocomello, Savoia, Carchini, Ferrari, Ferraris,
Catani, Gioni, Stabile, Sanfelice, Govoni. I legionari
li chiamavano "Padri" della "Leonessa"
perché erano stati i più fervidi collaboratori con il Tenente
Lena ed il Maggiore Ruocco del Comandante
Swich nella costituzione del Gruppo Corazzato "M"
Leonessa.
Io con Donati, Tomei e Carta
provenivo dalla Panzerausbildung Abteilung (la scuola carristi
tedesca di Montorio Veronese) e debbo dire che lo spirito di
cameratismo e la professionalità degli uomini della
"Leonessa" non erano affatto inferiori a quelli della
scuola tedesca. Ricordo ancora altri ufficiali (alcuni giunti
poco prima di me), sottufficiali e legionari : Tirelli,
Zenobi, Camaiora, Tufani Zucchi, Olivari, Zanovello, Rinetti,
Nepumoceno, Mattei, Zaninelli, Visconti, Calvi, Fumarola, Pilloni.
Nel giugno e nel luglio 1944 partecipai a tre azioni di
"recupero" ami e munizioni comandate dai Tenenti Loffredi
e Dente. La prima all'Arsenale Militare di
Piacenza che doveva essere attaccato dai partigiani e che furono
da noi preceduti
Recuperammo dieci mitraglieri da 20, 18 mitragliatrici
Breda per carri armati, radioriceventi e trasmittenti, un buon
numero di granate ordinarie e perforanti da 47/32 e 47/40
unitamente ad un carro comando M14/41, senza torretta, con doppia
apparecchiatura radio ed armato con n.1 mitragliera da 13,7.
A Formigola d'Adda dopo uno scontro a fuoco con una
pattuglia partigiana, ci impossessammo di un deposito con un
notevole quantitativo di carburante". Così si armava la
"Leonessa" ».
Un altro giovanissimo ufficiale il S.Tenente Romano proveniente
dalla Scuola Allievi Ufficiali della G.N.R. di Vicenza così
ricorda il suo "impatto" con "Leonessa" ai
primi di giugno 1944.
"Ebbi subito la sensazione di un reparto disciplinato
ed efficiente. Il Tenente Colonnello Swich era un uomo di ferro,
ma di grande umanità : due medaglie d'argento al V.M., due
promozioni per merito di guerra; Il Comandante della Scuola
Allievi Ufficiali maggiore Bandini quando
fui assegnato alla "Leonessa" mi disse : Ricordati che
costituisce titolo d'onore essere Ufficiali della
"Leonessa".
Alla "Leonessa" si restava se si era capaci e
disciplinati. La selezione politica e fisica era scrupolosa sia
per gli ufficiali sia per i legionari.
Prima di essere assegnati alle Compagnie gli ufficiali ed i
legionari che non erano già provvisti di patentino
facevano un breve corso di guida sugli automezzi e sui carri.
Un'azione condotta im Val d'Aosta nell'agosto 1944
raggiunse un duplice risultato : il recupero di materiale bellico
e la rioccupazione della Valle d'Aosta il cui capoluogo era
restato isolato per qualche mese.
L'azione venne diretta dal Comandante Swich che ebbe due
validi collaboratori : i Tenenti Lena e Ferraris.
Essa era stata preceduta da una ricognizione "in loco"
che il Comandante Swich affidò al S.Tenente Romano
Oreste essendo il più giovane ufficiale (19 anni).
Romano fingendosi "sbandato" si infiltrò tra i
partigiani per raccogliere notizie che effettivamente raccolse e
che furono utilissime. Il S.Tenete Romano poi partecipò alle
azioni facendo da "guida" in avanguardia alla colonna.
Il materiale bellico era imboscato nel seminterrato di un
grande albergo di S.Vincent e fra l'altro vennero rinvenuti otto
trattori SPA della Fiat a doppie ruote motrici e direttrici. Alle
più importanti azioni di "recupero" di mezzi
motocorazzati (azioni che talvolta avvenivano in zone ove erano
presenti nuclei partigiani) partecipava anche il Comandante del
reparto Officina Tenente Soncini con i suoi
meccanici per le prime sommarie riparazioni "in loco"
onde rendere efficienti i mezzi recuperati.
Per un reparto motocorazzato era di vitale importanza
assicurarsi il rifornimento di carburante. E la
"Leonessa" se lo assicurò. Nel luglio 1944 un reparto
della "Leonessa" se lo assicurò. Nel luglio 1944 un
reparto della "Leonessa" per una serie di azioni
antiguerriglia venne dislocata nella zona dell'Appennino Emiliano
fra Parma, Piacenza e la Val Trebbia. Il reparto al comando del
Capitano Bodda e dopo che questi fu ferito,
dal Tenente Loffredi doveva controllare la
zona e aveva anche la funzione di presidiare i pozzi di petrolio
di Montechino che fra il 1939 e il 1942 erano stati ivi
installati dall'Agip.
Il greggio prelevato dai pozzi veniva trasportato per mezzo
di autocarri in fusti da 200 litri. Dopo una sosta a Piacenza la
colonna motorizzata, di notte, al fine di evitare gli attacchi
aerei, su pontoni predisposti dal genio pionieri della Wermacht
attraversava il Po per raggiungere Milano ove la Oleobliz
procedeva alla distillazione del greggio la maggior parte del
carburante restava alla "Leonessa" e comunque in
quantità tale da assicurare il funzionamento dei mezzi
motocorazzati in dotazione al Gruppo. Il resto andava alla
Wermacht ed alle Forze Armate italiane.
Un efficiente deposito carburanti venne organizzato a
Milano con annesso servizio assegnazione carburante ai diversi
reparti della "Leonessa".
Il servizio di assegnazione carburante ai reparti venne
affidato al Brigadiere Pizzini Ugo
che lo svolse egregiamente.
Ai primi di aprile del 1945 i pozzi petroliferi di
Montechino furono sottoposti ad un prolungato attacco di
cacciabombardieri anglo-americani.
Le attrezzature subirono gravissimi danni. L'ultimo carico
di greggio da Piacenza a Milano fu compiuto fra il 19 e il 20
aprile del 1945 sotto continui attacchi aerei e di pattuglie
partigiane.
Un reparto quello della "Leonessa" nel quale il
grado ricoperto stava ad indicare maggiore responsabilita' ed
esempio per i Legionari.
I reparti della "Leonessa" dislocati in diverse
localita' della R.S.I. (Piemonte, Lombardia, Emilia) erano
continuamente visitati dal Comandante Swich
accompagnato dal Tenente Domenico Lena suo
ufficiale addetto con una scorta di pochi Legionari. L'autista del Comandante
era Medolago Albino ed il motociclista Baccinelli Valeriano .
Fra
i "veci" della "Leonessa" si registrarono numerosi caduti:
il Capitano Lissa, il Tenente Ferraris, il Sottotenente Cappelli,
l'Aiutante Capo Battaille Ernesto, il Brigadiere Pilloni, il
Vicebrigadiere Fumarola, il Brigadiere Berini ed il figliolo
Arnaldo diciottenne, il Brigadiere Alessandri, il Tenente Giorgio
Savoia.
Feriti
il Capitano Bodda, i Tenenti Ferrari, Morandi, Govoni Nello,
Cocomello, Stabile, Catani, Motta.
Altrettanto
generoso e' stato il contributo di sangue dei "giovani".
Il
primo caduto della "Leonessa" e' stato il S.Tenente Cappelli
nel combattimento in Val Pellice (Marzo 1944), l'ultimo in ordine di tempo il
Caporal Maggiore Pecis, nel Novembre 1945, all'Ospedale Militare di
Taranto, in seguito a malattia contratta nel campo di concentramento in Algeria,
ove era stato internato con altri militari della R.S.I., purtroppo seguito dal
S.Tenente Roberto Petruzzi - Pinerolo - trucidato dopo il rientro dal
campo di Pisa il 13 febbraio 1946.
La
"Leonessa" si caratterizzo' anche sul piano umano.
Al
gruppo originario dei bresciani, si unirono quelli dei "romani
ciociari", dei mantovani, dei lombardi in genere, degli emiliani, dei
veneti, dei toscani; numerosi fratelli e parenti militanti nei reparti.
Ne
citiamo alcuni: i fratelli Armando e Mario Gioni , i fratelli Cirio,
Evaristo e Valeriano Baccinelli, ed ancora i fratelli Giorgio e
Giovanni Carchini, Nello e Renato Govoni, Orlando e
Quasimodo Rocchi , Antonio e Tommaso Stabile, i due
fratelli Gavarini, il capitano Lissa con il nipote Mazzoleni
Leonardo, i due fratelli Pasotti, il Maggiore Zerbio ed il
figliolo diciassettenne Gianmichele, e poi il brigadiere Berini
Giuseppe ed il figliolo diciottenne Armando (entrambi caduti in
combattimento), il Brigadiere Zanghi Tullio con il figliolo
diciassettenne Tiziano, Zanovello con due figlioli , i fratelli
Romano e Petronio Tomei , i fratelli Cesare e
Marcello Mainardi, e il Capitano Cappelli e il nipote S.Tenente
Cappelli Valerio.