sabato 12 maggio 2018

Voglia di guerra

Voglia di guerra

GIUSTIZIA KILLER E AMBIGUITA' GUERRA-OPERAZIONE DI POLIZIA

Nello scacchiere mondiale gli USA  (imitati da Israele) giocano sempre di più sull'ambiguità fra diritto e uso della forza, fra operazione di polizia e atto di guerra, fra esercizio della giustizia e assassinio.
Annullando nella pratica le norme più elementari del diritto, la Casa Bianca ci riporta indietro di molti secoli, riproponendo la barbarie della propria idea di giustizia. Persone sgradite al governo di Washington vengono accusate senza prove di certi reati, condannate a morte con una semplice dichiarazione, e l'esercito degli Stati Uniti si ritiene in diritto di intervenire nel territorio di qualunque paese del mondo per eseguire queste condanne a morte, anche uccidendo anche migliaia di altre persone innocenti.
  • 1980. Un tentativo di abbattere l'aereo su cui viaggia il presidente libico Gheddafi, operazione nella quale sono coinvolti aerei USA e della NATO, si conclude con l'abbattimento di un DC9 Itavia con 81 passeggeri a bordo. Dopo oltre vent'anni la magistratura sta ancora indagando sui fatti, lottando contro i depistaggi messi in atto dalla NATO per impedire che si faccia piena luce sulla  tragedia.
  • Dopo un attentato contro alcuni militari americani in Germania, gli USA accusano, senza prove, il presidente libico Gheddafi, bombardano Tripoli e Bengasi facendo molte vittime civili. Concentrando alcuni  attacchi sulla sua residenza, tentano di uccidere lo stesso Gheddafi, colpendo a morte una sua giovane figlia.
  • Durante la guerra del Golfo del 1991, gli USA tentano disperatamente di uccidere Saddam Hussein, e questa ossessione li spinge a colpire diversi obbiettivi civili (Amiria).
  • Nel corso dell'intervento in Jugoslavia del 1999 viene bombardata l'abitazione del presidente Milosevic.
  • L'intervento in Afghanistan del 2001-2002 viene giustificato col tentativo di uccidere Bin Laden e i membri di Al Qaeda, accusati, senza prove, di essere gli esecutori degli attentati dell'11 settembre in USA (solo successivamente Bin Laden rivendicherà gli attentati). I Talebani vengono sterminati solo perché, prima di consegnare Bin Laden, chiedono - come farebbe qualunque governo - che vengano fornite le prove della sua colpevolezza. Il Mullah Omar, per il semplice fatto di essere leader dei Talebani, ricercato con tutti i mezzi per l'uccisine immediata, è obbiettivo (mancato, sembra) di innumerevoli missili e bombe teleguidate.
  • Il 4 novembre 2002 Saed Sunian al-Harthi, presunto membro di Al Qaeda, individuato nello Yemen dalle telecamere di un aereo teleguidato  Predator viene ucciso, assieme a cinque persone che viaggiano con lui, lanciando un missile “Hellfire” che  incenerisce la loro auto.
L'assassinio senza prove e senza processo, e con coinvolgimento di altre persone innocenti, è diventato una prassi normale per gli USA.
Anche la pratica di intraprendere azioni militari di attacco senza che vi sia una dichiarazione di guerra, consente agli Stati Uniti ogni abuso. Il riconoscimento dello stato di guerra o meno, è essenziale ai fini del diritto penale. Per il giudice, chi uccide è un assassino in tempo di pace, non lo è invece il combattente in guerra, da qualunque parte stia.
Maestro di criminale doppiezza è il governo israeliano: soldati di Tel Aviv quasi ogni giorno attaccano città palestinesi uccidendo sia uomini in armi che civili (persino un giornalista italiano): per quelle stragi ma non vengono giudicati. Quando invece gli stessi soldati catturano palestinesi accusati di avere sparato o messo bombe, o di detenere semplicemente armi, li consegnano ai tribunali che li giudicano come criminali comuni.
I prigionieri catturati in Afghanistan sono com­battenti, peraltro di una nazione aggredita. Secondo le norme del diritto internazionale non possono neppure essere interrogati, e alla fine del conflitto, devono essere liberati. Invece sono stati trasportati nella base USA di Guantanamo, tenuti in condizioni inumane (perennemente con i piedi legati, in gabbie individuali,  all'aperto, totalmente isolati dagli altri e dal resto del mondo, interrogati e probabilmente torturati. Ven­gono giudicati da uno speciale tribunale militare senza che alcuno possa tute­lare i loro diritti ele­mentari (non vengono riconosciuti loro né le tutele dei prigionieri di guerra, né quelle dei criminali comuni). Tuttavia uno dei  prigionieri, John Walker Lindh, essendo di nazionalità americana, è stato separato dagli altri, portato in patria, e giudicato - con una certa clemenza - da un normale tribunale civile.
Gli attentati dell'11 settembre 2001 sono stati presi a pretesto dal governo americano per sospendere, in caso di persone sospettate di terrorismo internazionale, ogni garanzia giuridica, e avviare arresti e detenzioni coperte da segreto.
Ma peggiore sorte è toccata a circa 3000 Talebani catturati a Mazar-I-Sharif: prima sono stati dalle forze speciali USA interrogati e torturati con percosse per indurli a fornire informazioni su Al Qaeda; poi, da reparti di una milizia locale afgana  ma alla presenza di diversi militari americani, sono stati rinchiusi per diversi giorni in container; e in parte lasciati morire di fame, disidratazione o mancanza d'aria, in parte passati per le armi e sepolti in una grande fossa a Dasht Leili.
indice

DISPREZZO PER GLI ACCORDI  INTERNAZIONALI

 L'amministrazione Bush ha denunciato e boicottato un'infinità di convenzioni e importantissimi accordi internazionali. Non è solo il Protocollo di Kyoto sull'ambiente ad essere stato denunciato dagli Stati uniti.
  1. Nel dicembre 2001 gli Stati Uniti si ritirano ufficialmente dal Trattato sui missili antibalistici del 1972, distruggendo un accordo storico. Per la prima volta nell'era nucleare gli Usa rinunciano a un importante accordo sul controllo degli armamenti. 
  2. Convenzione sulle armi biologiche e tossiche del 1972, ratificata da 144 paesi tra cui gli Stati Uniti. Nel luglio 2001 gli Usa abbandonano una conferenza a Londra in cui si discuteva un protocollo del 1994, finalizzato a rafforzare la Convenzione provvedendo a ispezioni sul posto. A Ginevra, nel novembre 2001, il sottosegretario di stato John Bolton afferma che "il protocollo è morto" e contemporaneamente accusa Iraq, Iran, Corea del Nord, Libia, Sudan e Siria di violare la Convenzione, ma senza fornire prove o formulare accuse specifiche. 
  3. Accordo delle Nazioni Unite per mettere un freno al traffico internazionale illegale di armi leggere, luglio 2001: gli Stati uniti sono l'unico paese a opporsi. 
  4. Aprile 2001. Gli Stati uniti non vengono rieletti a capo della Commissione dell'ONU sui diritti umani, dopo essersi sottratti per anni al pagamento delle quote dovute alle Nazioni Unite (tra cui le attuali quote di 244 milioni di dollari) - e dopo aver costretto l'ONU ad abbassare la quota del budget spettante agli Usa dal 25 al 22%. (Nella commissione per i diritti umani, gli Usa sono virtualmente gli unici a opporsi alle risoluzioni che sostengono l'accesso a costi ridotti ai farmaci per l'Hiv/Aids, che riconoscono una alimentazione adeguata come diritto umano fondamentale, e che chiedono una moratoria sulla pena di morte.) 
  5. Trattato sul tribunale penale internazionale da insediare all'Aia per giudicare militari e leader politici accusati di crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Firmato a Roma nel luglio 1998, il trattato è stato approvato da 120 paesi, con sette voti contrari (tra cui quello degli Stati uniti). Nell'ottobre 2001 la Gran Bretagna diventa la quarantaduesima nazione a firmare. Nel dicembre 2001 il senato americano aggiunge un emendamento a una proposta di legge per stanziamenti militari in base alla quale il personale militare Usa non ricadrebbe sotto la giurisdizione del proposto tribunale penale internazionale. 
  6. Trattato per il bando delle mine terrestri, firmato a Ottawa nel dicembre 1997 da 122 paesi. Gli Stati Uniti si rifiutano di firmare insieme a Russia, Cina, India, Pakistan, Iran, Iraq, Vietnam, Egitto e Turchia. Il presidente Clinton respinge il trattato, sostenendo che le mine sarebbero necessarie per proteggere la Corea del Sud contro l' "enorme vantaggio militare" della Corea del Nord. Clinton dichiara che gli Stati uniti aderiranno all'accordo "in seguito", nel 2006. Bush sconfessa questa dichiarazione nell'agosto 2001. 
  7. Protocollo di Kyoto per ridurre il surriscaldamento globale, 1997. Il presidente Bush lo dichiara "morto" nel marzo 2001. Nel novembre 2001 l'amministrazione Bush snobba i negoziati di Marrakesh (Marocco), finalizzate a rivedere l'accordo, soprattutto annacquandolo in un vano tentativo di ottenere l'approvazione degli Stati Uniti. 
  8. Maggio 2001. Gli Stati Uniti si rifiutano di incontrare i paesi dell'Unione europea per discutere, anche ai più bassi livelli di governo, lo spionaggio economico e la sorveglianza elettronica di telefonate, e-mail e fax (il programma Usa Echelon che ancora oggi continua a spiare qualsiasi forma di comunicazione esistente). 
  9. Maggio 2001. Gli Stati Uniti si rifiutano di partecipare ai colloqui sponsorizzati dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico a Parigi, sui modi per reprimere i paradisi off-shore finalizzati all'evasione fiscale e al riciclaggio del denaro sporco. 
  10. Febbraio 2001. Gli Stati Uniti si rifiutano di unirsi ai 123 paesi impegnati a bandire l'uso e la produzione di mine e bombe anti-persona. 
  11. Settembre 2001. Gli Stati Uniti si ritirano dalla Conferenza internazionale sul razzismo, che riunisce 163 paesi a Durban, Sudafrica. Il pretesto è che è "unilaterale" e "contro Israele". 
  12. Luglio 2001. Piano internazionale per un'energia più pulita: il gruppo G8 dei paesi industrializzati (Stati uniti, Canada, Giappone, Russia, Germania, Francia, Italia, Regno Unito): gli Usa sono l'unico paese a opporsi. 
  13. L'imposizione di un boicottaggio illegale nei confronti di Cuba, che attualmente sta diventando ancora più aspro. Nell'ottobre 2001, per il decimo anno consecutivo, l'Assemblea generale della Nazioni Unite approva una risoluzione che chiede la fine dell'embargo Usa, con 167 voti a 3: Stati uniti, Israele e le isole Marshall. 
  14. Trattato sul bando totale dei test nucleari. Firmato da 164 paesi e ratificato da 89 paesi compresi Francia, Gran Bretagna e Russia. Firmato dal presidente Clinton nel 1996 ma rigettato dal senato americano nel 1999. Gli Stati uniti sono uno dei tredici paesi che non hanno ratificato il trattato, tra quelli che hanno armi nucleari o programmi sull'energia nucleare. Nel novembre 2001, gli USA impongono un voto nel Comitato dell'ONU sul disarmo e la sicurezza per dimostrare la loro opposizione al trattato sul bando dei test. 
  15.  Nel 1986 la Corte internazionale di giustizia dell'Aja dichiara gli Stati Uniti colpevoli di violazione del diritto internazionale per "uso illegittimo della forza" in Nicaragua, attraverso i suoi interventi e quelli del suo esercito per procura, i contras (una guerra dell'amministrazione Reagan con 30 mila morti, centinaia di villaggi cancellati e 1 milione 350 mila profughi su una popolazione di 3,8 ml. di abitanti). Gli Usa rifiutano di riconoscere la giurisdizione della Corte. Una risoluzione delle Nazioni Unite che chiede l'osservanza della decisione della Corte viene approvata per 94 voti contro due: Stati Uniti e Israele.
  16. Nel 1984 gli Stati uniti lasciano l'UNESCO e cessano i loro versamenti al budget dell' United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization in seguito al progetto New World Information and Communication Order (Nwico) finalizzato a ridurre la dipendenza dei media mondiali dalle big four: le agenzie Ap, Upi, France Presse, Reuters. Gli Usa accusano l'UNESCO di "limitazione della libertà di stampa", di cattiva gestione e di altre cose ancora, nonostante il voto di 148 contro uno a favore del progetto Nwico nell'ONU. L'UNESCO termina il progetto Nwico nel 1989. Nonostante questo gli Stati Uniti si rifiutano di rientrare. Nel 1995 l'amministrazione Clinton propone di rientrare; la mossa viene bloccata dal Congresso e Clinton non insiste sulla questione. Alla fine, nel febbraio 2000, gli Stati Uniti pagano una parte degli arretrati alle Nazioni unite, ma escludono l'UNESCO, agenzia in cui non sono più rientrati. 
  17. 1989. Protocollo opzionale al Patto internazionale dell'ONU sui diritti civili e politici, finalizzato all'abolizione della pena di morte e contenente una norma che bandisce la condanna a morte per coloro che hanno meno di 18 anni. Gli Stati Uniti non firmano né ratificano il protocollo, e si auto-esonerano dalla norma predetta, diventando uno dei cinque paesi che ancora condannano a morte i minori (con Arabia saudita, Repubblica democratica del Congo, Iran, Nigeria). La Cina ha abolito questa pratica nel 1997, il Pakistan nel 2000. 
  18. Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti economici, sociali e culturali del 1966, che copre un'ampia gamma di diritti ed è monitorato dal Committee on Economic, Social and Cultural Rights. Gli Stati Uniti hanno firmato nel 1977 ma non l'hanno ratificato. 
  19. Convenzione delle Nazioni Unite sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio, 1948. Gli Stati Uniti l'hanno infine ratificata nel 1988, aggiungendo svariate "riserve" col risultato che per giudicare se un qualunque "atto nel corso di conflitti armati" costituisce genocidio, bisogna consultare obbligatoriamente la Costituzione americana e il "consiglio e consenso" del senato. Le riserve sono rigettate da Gran Bretagna, Italia, Danimarca, Olanda, Spagna, Grecia, Messico, Estonia e altri.
  20.                                                                                                                                  

Nessun commento:

Posta un commento