sabato 12 maggio 2018

Voglia di guerra

Voglia di guerra

GIUSTIZIA KILLER E AMBIGUITA' GUERRA-OPERAZIONE DI POLIZIA

Nello scacchiere mondiale gli USA  (imitati da Israele) giocano sempre di più sull'ambiguità fra diritto e uso della forza, fra operazione di polizia e atto di guerra, fra esercizio della giustizia e assassinio.
Annullando nella pratica le norme più elementari del diritto, la Casa Bianca ci riporta indietro di molti secoli, riproponendo la barbarie della propria idea di giustizia. Persone sgradite al governo di Washington vengono accusate senza prove di certi reati, condannate a morte con una semplice dichiarazione, e l'esercito degli Stati Uniti si ritiene in diritto di intervenire nel territorio di qualunque paese del mondo per eseguire queste condanne a morte, anche uccidendo anche migliaia di altre persone innocenti.
  • 1980. Un tentativo di abbattere l'aereo su cui viaggia il presidente libico Gheddafi, operazione nella quale sono coinvolti aerei USA e della NATO, si conclude con l'abbattimento di un DC9 Itavia con 81 passeggeri a bordo. Dopo oltre vent'anni la magistratura sta ancora indagando sui fatti, lottando contro i depistaggi messi in atto dalla NATO per impedire che si faccia piena luce sulla  tragedia.
  • Dopo un attentato contro alcuni militari americani in Germania, gli USA accusano, senza prove, il presidente libico Gheddafi, bombardano Tripoli e Bengasi facendo molte vittime civili. Concentrando alcuni  attacchi sulla sua residenza, tentano di uccidere lo stesso Gheddafi, colpendo a morte una sua giovane figlia.
  • Durante la guerra del Golfo del 1991, gli USA tentano disperatamente di uccidere Saddam Hussein, e questa ossessione li spinge a colpire diversi obbiettivi civili (Amiria).
  • Nel corso dell'intervento in Jugoslavia del 1999 viene bombardata l'abitazione del presidente Milosevic.
  • L'intervento in Afghanistan del 2001-2002 viene giustificato col tentativo di uccidere Bin Laden e i membri di Al Qaeda, accusati, senza prove, di essere gli esecutori degli attentati dell'11 settembre in USA (solo successivamente Bin Laden rivendicherà gli attentati). I Talebani vengono sterminati solo perché, prima di consegnare Bin Laden, chiedono - come farebbe qualunque governo - che vengano fornite le prove della sua colpevolezza. Il Mullah Omar, per il semplice fatto di essere leader dei Talebani, ricercato con tutti i mezzi per l'uccisine immediata, è obbiettivo (mancato, sembra) di innumerevoli missili e bombe teleguidate.
  • Il 4 novembre 2002 Saed Sunian al-Harthi, presunto membro di Al Qaeda, individuato nello Yemen dalle telecamere di un aereo teleguidato  Predator viene ucciso, assieme a cinque persone che viaggiano con lui, lanciando un missile “Hellfire” che  incenerisce la loro auto.
L'assassinio senza prove e senza processo, e con coinvolgimento di altre persone innocenti, è diventato una prassi normale per gli USA.
Anche la pratica di intraprendere azioni militari di attacco senza che vi sia una dichiarazione di guerra, consente agli Stati Uniti ogni abuso. Il riconoscimento dello stato di guerra o meno, è essenziale ai fini del diritto penale. Per il giudice, chi uccide è un assassino in tempo di pace, non lo è invece il combattente in guerra, da qualunque parte stia.
Maestro di criminale doppiezza è il governo israeliano: soldati di Tel Aviv quasi ogni giorno attaccano città palestinesi uccidendo sia uomini in armi che civili (persino un giornalista italiano): per quelle stragi ma non vengono giudicati. Quando invece gli stessi soldati catturano palestinesi accusati di avere sparato o messo bombe, o di detenere semplicemente armi, li consegnano ai tribunali che li giudicano come criminali comuni.
I prigionieri catturati in Afghanistan sono com­battenti, peraltro di una nazione aggredita. Secondo le norme del diritto internazionale non possono neppure essere interrogati, e alla fine del conflitto, devono essere liberati. Invece sono stati trasportati nella base USA di Guantanamo, tenuti in condizioni inumane (perennemente con i piedi legati, in gabbie individuali,  all'aperto, totalmente isolati dagli altri e dal resto del mondo, interrogati e probabilmente torturati. Ven­gono giudicati da uno speciale tribunale militare senza che alcuno possa tute­lare i loro diritti ele­mentari (non vengono riconosciuti loro né le tutele dei prigionieri di guerra, né quelle dei criminali comuni). Tuttavia uno dei  prigionieri, John Walker Lindh, essendo di nazionalità americana, è stato separato dagli altri, portato in patria, e giudicato - con una certa clemenza - da un normale tribunale civile.
Gli attentati dell'11 settembre 2001 sono stati presi a pretesto dal governo americano per sospendere, in caso di persone sospettate di terrorismo internazionale, ogni garanzia giuridica, e avviare arresti e detenzioni coperte da segreto.
Ma peggiore sorte è toccata a circa 3000 Talebani catturati a Mazar-I-Sharif: prima sono stati dalle forze speciali USA interrogati e torturati con percosse per indurli a fornire informazioni su Al Qaeda; poi, da reparti di una milizia locale afgana  ma alla presenza di diversi militari americani, sono stati rinchiusi per diversi giorni in container; e in parte lasciati morire di fame, disidratazione o mancanza d'aria, in parte passati per le armi e sepolti in una grande fossa a Dasht Leili.
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DISPREZZO PER GLI ACCORDI  INTERNAZIONALI

 L'amministrazione Bush ha denunciato e boicottato un'infinità di convenzioni e importantissimi accordi internazionali. Non è solo il Protocollo di Kyoto sull'ambiente ad essere stato denunciato dagli Stati uniti.
  1. Nel dicembre 2001 gli Stati Uniti si ritirano ufficialmente dal Trattato sui missili antibalistici del 1972, distruggendo un accordo storico. Per la prima volta nell'era nucleare gli Usa rinunciano a un importante accordo sul controllo degli armamenti. 
  2. Convenzione sulle armi biologiche e tossiche del 1972, ratificata da 144 paesi tra cui gli Stati Uniti. Nel luglio 2001 gli Usa abbandonano una conferenza a Londra in cui si discuteva un protocollo del 1994, finalizzato a rafforzare la Convenzione provvedendo a ispezioni sul posto. A Ginevra, nel novembre 2001, il sottosegretario di stato John Bolton afferma che "il protocollo è morto" e contemporaneamente accusa Iraq, Iran, Corea del Nord, Libia, Sudan e Siria di violare la Convenzione, ma senza fornire prove o formulare accuse specifiche. 
  3. Accordo delle Nazioni Unite per mettere un freno al traffico internazionale illegale di armi leggere, luglio 2001: gli Stati uniti sono l'unico paese a opporsi. 
  4. Aprile 2001. Gli Stati uniti non vengono rieletti a capo della Commissione dell'ONU sui diritti umani, dopo essersi sottratti per anni al pagamento delle quote dovute alle Nazioni Unite (tra cui le attuali quote di 244 milioni di dollari) - e dopo aver costretto l'ONU ad abbassare la quota del budget spettante agli Usa dal 25 al 22%. (Nella commissione per i diritti umani, gli Usa sono virtualmente gli unici a opporsi alle risoluzioni che sostengono l'accesso a costi ridotti ai farmaci per l'Hiv/Aids, che riconoscono una alimentazione adeguata come diritto umano fondamentale, e che chiedono una moratoria sulla pena di morte.) 
  5. Trattato sul tribunale penale internazionale da insediare all'Aia per giudicare militari e leader politici accusati di crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Firmato a Roma nel luglio 1998, il trattato è stato approvato da 120 paesi, con sette voti contrari (tra cui quello degli Stati uniti). Nell'ottobre 2001 la Gran Bretagna diventa la quarantaduesima nazione a firmare. Nel dicembre 2001 il senato americano aggiunge un emendamento a una proposta di legge per stanziamenti militari in base alla quale il personale militare Usa non ricadrebbe sotto la giurisdizione del proposto tribunale penale internazionale. 
  6. Trattato per il bando delle mine terrestri, firmato a Ottawa nel dicembre 1997 da 122 paesi. Gli Stati Uniti si rifiutano di firmare insieme a Russia, Cina, India, Pakistan, Iran, Iraq, Vietnam, Egitto e Turchia. Il presidente Clinton respinge il trattato, sostenendo che le mine sarebbero necessarie per proteggere la Corea del Sud contro l' "enorme vantaggio militare" della Corea del Nord. Clinton dichiara che gli Stati uniti aderiranno all'accordo "in seguito", nel 2006. Bush sconfessa questa dichiarazione nell'agosto 2001. 
  7. Protocollo di Kyoto per ridurre il surriscaldamento globale, 1997. Il presidente Bush lo dichiara "morto" nel marzo 2001. Nel novembre 2001 l'amministrazione Bush snobba i negoziati di Marrakesh (Marocco), finalizzate a rivedere l'accordo, soprattutto annacquandolo in un vano tentativo di ottenere l'approvazione degli Stati Uniti. 
  8. Maggio 2001. Gli Stati Uniti si rifiutano di incontrare i paesi dell'Unione europea per discutere, anche ai più bassi livelli di governo, lo spionaggio economico e la sorveglianza elettronica di telefonate, e-mail e fax (il programma Usa Echelon che ancora oggi continua a spiare qualsiasi forma di comunicazione esistente). 
  9. Maggio 2001. Gli Stati Uniti si rifiutano di partecipare ai colloqui sponsorizzati dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico a Parigi, sui modi per reprimere i paradisi off-shore finalizzati all'evasione fiscale e al riciclaggio del denaro sporco. 
  10. Febbraio 2001. Gli Stati Uniti si rifiutano di unirsi ai 123 paesi impegnati a bandire l'uso e la produzione di mine e bombe anti-persona. 
  11. Settembre 2001. Gli Stati Uniti si ritirano dalla Conferenza internazionale sul razzismo, che riunisce 163 paesi a Durban, Sudafrica. Il pretesto è che è "unilaterale" e "contro Israele". 
  12. Luglio 2001. Piano internazionale per un'energia più pulita: il gruppo G8 dei paesi industrializzati (Stati uniti, Canada, Giappone, Russia, Germania, Francia, Italia, Regno Unito): gli Usa sono l'unico paese a opporsi. 
  13. L'imposizione di un boicottaggio illegale nei confronti di Cuba, che attualmente sta diventando ancora più aspro. Nell'ottobre 2001, per il decimo anno consecutivo, l'Assemblea generale della Nazioni Unite approva una risoluzione che chiede la fine dell'embargo Usa, con 167 voti a 3: Stati uniti, Israele e le isole Marshall. 
  14. Trattato sul bando totale dei test nucleari. Firmato da 164 paesi e ratificato da 89 paesi compresi Francia, Gran Bretagna e Russia. Firmato dal presidente Clinton nel 1996 ma rigettato dal senato americano nel 1999. Gli Stati uniti sono uno dei tredici paesi che non hanno ratificato il trattato, tra quelli che hanno armi nucleari o programmi sull'energia nucleare. Nel novembre 2001, gli USA impongono un voto nel Comitato dell'ONU sul disarmo e la sicurezza per dimostrare la loro opposizione al trattato sul bando dei test. 
  15.  Nel 1986 la Corte internazionale di giustizia dell'Aja dichiara gli Stati Uniti colpevoli di violazione del diritto internazionale per "uso illegittimo della forza" in Nicaragua, attraverso i suoi interventi e quelli del suo esercito per procura, i contras (una guerra dell'amministrazione Reagan con 30 mila morti, centinaia di villaggi cancellati e 1 milione 350 mila profughi su una popolazione di 3,8 ml. di abitanti). Gli Usa rifiutano di riconoscere la giurisdizione della Corte. Una risoluzione delle Nazioni Unite che chiede l'osservanza della decisione della Corte viene approvata per 94 voti contro due: Stati Uniti e Israele.
  16. Nel 1984 gli Stati uniti lasciano l'UNESCO e cessano i loro versamenti al budget dell' United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization in seguito al progetto New World Information and Communication Order (Nwico) finalizzato a ridurre la dipendenza dei media mondiali dalle big four: le agenzie Ap, Upi, France Presse, Reuters. Gli Usa accusano l'UNESCO di "limitazione della libertà di stampa", di cattiva gestione e di altre cose ancora, nonostante il voto di 148 contro uno a favore del progetto Nwico nell'ONU. L'UNESCO termina il progetto Nwico nel 1989. Nonostante questo gli Stati Uniti si rifiutano di rientrare. Nel 1995 l'amministrazione Clinton propone di rientrare; la mossa viene bloccata dal Congresso e Clinton non insiste sulla questione. Alla fine, nel febbraio 2000, gli Stati Uniti pagano una parte degli arretrati alle Nazioni unite, ma escludono l'UNESCO, agenzia in cui non sono più rientrati. 
  17. 1989. Protocollo opzionale al Patto internazionale dell'ONU sui diritti civili e politici, finalizzato all'abolizione della pena di morte e contenente una norma che bandisce la condanna a morte per coloro che hanno meno di 18 anni. Gli Stati Uniti non firmano né ratificano il protocollo, e si auto-esonerano dalla norma predetta, diventando uno dei cinque paesi che ancora condannano a morte i minori (con Arabia saudita, Repubblica democratica del Congo, Iran, Nigeria). La Cina ha abolito questa pratica nel 1997, il Pakistan nel 2000. 
  18. Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti economici, sociali e culturali del 1966, che copre un'ampia gamma di diritti ed è monitorato dal Committee on Economic, Social and Cultural Rights. Gli Stati Uniti hanno firmato nel 1977 ma non l'hanno ratificato. 
  19. Convenzione delle Nazioni Unite sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio, 1948. Gli Stati Uniti l'hanno infine ratificata nel 1988, aggiungendo svariate "riserve" col risultato che per giudicare se un qualunque "atto nel corso di conflitti armati" costituisce genocidio, bisogna consultare obbligatoriamente la Costituzione americana e il "consiglio e consenso" del senato. Le riserve sono rigettate da Gran Bretagna, Italia, Danimarca, Olanda, Spagna, Grecia, Messico, Estonia e altri.
  20.                                                                                                                                  

martedì 8 maggio 2018

L’OLOCAUSTO DELLE DONNE FASCISTE MODENESI


L’OLOCAUSTO DELLE DONNE FASCISTE MODENESI
 
Il contributo di sangue pagato dalle donne modenesi, fasciste, o presunte tali, o semplicemente madri, spose, fidanzate e sorelle di fascisti è stato particolarmente alto.
Molte tra quelle che non pagarono con la vita la loro fedeltà o la loro scomoda posizione di donne dei fascisti, furono oltraggiate, seviziate, vilipese, violentate da orde di barbari che si comportarono, specialmente a guerra ultimata, come le peggiori truppe mercenarie dei tempi antichi che, sulle terre conquistate, avevano il "privilegio" di prendersi tutto quello che era possibile predare, comprese le donne. Ma, e questo è orribile, nemmeno i più fanatici guerrieri Apaches, passati alla storia come dei feroci e sanguinari guerrieri, torturarono e trucidarono le donne bianche come invece è successo nella nostra Italia e in particolare nella civile Provincia modenese.
Tra le tante donne uccise che è possibile trovare nella cronaca di questa ricostruzione, ne vogliamo ricordare alcune.
Ad esempio, la maestra Morselli Mirka, uccisa barbaramente a 22 anni a Monfestino semplicemente perché era amica di un ufficiale tedesco; o il caso della Signora Martini Gualtieri Aldina, bruciata viva nella sua casa a Montefiorino dai partigiani perché non volle loro aprire la porta della sua casa; o la giovanissima Balestri Irma, uccisa a Cavezzo dopo otto giorni di sevizie; e ancora a Cavezzo l'orribile esecuzione della signora Sala, vedova di 65 anni, uccisa assieme ai suoi due figli. E che dire della strage della famiglia Pallotti, dove una bambina di dodici anni fu lasciata agonizzante tutta la notte, mortalmente ferita, vicino ai cadaveri della mamma, del papà e del fratello.
Quante ragazze uccise e violentate alla presenza dei loro genitori! E’ sufficiente ricordare la bestiale uccisione, a Castelnuovo Rangone, di una ragazza di 23 anni, Gozzi Ines; a Gargallo di Carpi, della giovane Maini Evalda; a Cavezzo la diciottenne Nivet Maria Grazia; a Modena la giovane studentessa universitaria Bacchi Anna Maria.
A Carpi la diciottenne Pirondi Iolanda, a Campogalliano la ventiduenne Botti Carmen, ancora a Cavezzo madre e figlia di 38 e 18 anni, Cattabriga Stefanini Prima e Cattabriga Paolina e poi la signora Morselli Latina uccisa assieme al fratello e sempre a Cavezzo la famiglia Castellazzi composta da marito e moglie e dalla figlia diciottenne; in questa circostanza i partigiani violentarono a più riprese le due donne davanti al disgraziato marito e padre ucciso per ultimo.
E tante altre esecuzioni di donne innocenti: la ventunenne Pellacani Bruna a Bomporto, gettata in un pozzo nero. La Signora Bocchi Marisi Itala falciata assieme al figlio dai mitra partigiani.
Nella "letteratura" resistenziale antifascista, troviamo, quando si ricordano di citare qualche fascista, che queste persone venivano "giustiziate" per aver commesso il delitto di essere le donne dei fascisti.
Tante altre donne sono passate sotto le "particolari cure" degli eroici partigiani. A Villa Freto, nel 1954, fu scoperto il cadavere di una sospetta fascista tale Catellani Gina, uccisa nel mese d’Aprile del 1945; a Mirandola le signore Pignatti Iolanda e Paltrinieri Bertacchi Rosalia, di 39 e 31 anni, furono violentate e seviziate davanti ai loro rispettivi mariti e figli e poi sepolte vive; non lontano da questo centro della bassa, a Medolla, era barbaramente uccisa una ragazza di 23 anni, Greco Eva, assieme al fratello di 17 anni ed al padre.
Un discorso particolare deve essere fatto per le ausiliarie poiché queste donne avevano avuto il coraggio di vestire una divisa militare e condividere con i loro colleghi maschi i rischi che correvano trovandosi ad essere facile bersaglio delle imboscate partigiane; ne vogliamo ricordare alcune, cadute in territorio modenese: le ausiliarie Pittalis Maria e Bellentani Mara, la diciassettenne Malagoli Tiziana, la giovane di Castelfranco, Forlani Barbara, Bonini Bianca, Corradi Defais, De Nito Angela.
Queste eroiche ragazze, che volontariamente si schierarono al fianco dei soldati che aderirono alla RSI, sono state, nella storia d'Italia le prime donne a vestire una divisa militare creando il corpo del Servizio Ausiliario Femminile.
Se oggi ancora molti, ignorano quanto è stato fatto dalla Repubblica Sociale Italiana, nella sua pur breve vita, e dal suo esercito con quella lotta disperata, ancor meno conoscono ciò che le donne del Nord, dai 18 ai 45 anni, appartenenti a tutti i ceti sociali, seppero fare, in funzione dei loro altissimi ideali per salvare la memoria e l'onore, di fronte all'intero paese, dei loro padri e dei loro fratelli caduti su tutti i fronti.
E' questa una pagina della nostra storia ancora tutta da scoprire e da celebrare; subito dopo l’8 Settembre, centinaia e centinaia di ragazze si presentarono ai Comandi militari ed alle organizzazioni di Partito; volevano lavorare e lottare accanto ai soldati. Per la loro consistenza d'amore, negli eventi storici, le donne erano scese più volte in campo accanto ai loro uomini per superare assieme i pericoli, le persecuzioni, le lotte. Ma mai, in Italia, il generoso intervento della donna assunse l'aspetto di una partecipazione corale come in quei 600 giorni. Fu il loro, soprattutto, un atto d’amore verso la Patria, quella Patria così travagliata ma pur ancora formata da cittadini capaci di difendere e di combattere per l'onore come giuramento ideale prestato alla propria coscienza.
In questo clima, in questa audacissima ispirazione, le ausiliarie costituirono uno degli aspetti più espressivi di quel fenomeno volontaristico, che riuscì a creare un esercito al Nord della Linea Gotica e dove ne entrarono a far parte ben 5.000 donne.
Erano tantissime le volontarie che correvano ad arruolarsi nei reparti della RSI tanto che si dovette affrontare il problema costituendo appunto il Corpo del Servizio Ausiliario Femminile, SAF, costituito da varie specialità. Ausiliarie per i servizi ospedalieri, per i servizi militari, per i posti di ristoro, per la difesa contraerea.
Dopo due mesi di corso, le reclute prestavano giuramento alla RSI, secondo la formula stabilita per le forze armate, in seguito erano impiegate in servizio effettivo presso i reparti delle Forze Armate, della Decima Mas, e della GNR, che prendevano in forza le ausiliarie, sia amministrativamente, che disciplinarmente.
Per il particolare aspetto che assunse la guerra civile, in ogni momento della giornata, in ogni settore del loro lavoro, queste volontarie erano esposte ai più gravi pericoli. La serenità con cui li affrontarono, giovò sempre a mantenere la saldezza dei reparti combattenti e a rendere luminose le ore più critiche o quasi irreali, quelle drammatiche. Una forza superiore le sostenne anche nell'ora della morte, specialmente quando quella morte fu più dura per loro che per i soldati, poiché, come abbiamo visto per tanti episodi, i partigiani non seppero rinunciare, prima di ucciderle, ad ogni sorta di turpitudine e d’atrocità incredibili.
Le ausiliarie erano infatti militarizzate a tutti gli effetti, i loro fogli matricolari erano regolarmente trasmessi ai distretti militari e costantemente aggiornati. La divisa che indossavano, era di foggia militare, anche i gradi erano rapportati a quelli dell'esercito.
Tennero sempre a considerarsi del tutto uguali ai soldati e questo contribuì a dar loro quel comportamento esemplare che meravigliò, non solo gli stessi camerati, ma anche la popolazione che sostava sbigottita e commossa quando queste ragazze passavano impeccabili e perfette per le città mentre cantavano le loro canzoni, venate, a volte, di note dolorose, o quando infaticabili di giorno e di notte, sotto i bombardamenti, nelle retrovie, nelle stazioni ferroviarie, andavano e venivano con viveri, medicamenti, ordini.
Ma sapevano anche stare immobili per giorni interminabili accanto ai loro apparecchi d’intercettazione nelle baracche della contraerea per trasmettere le segnalazioni sui movimenti degli aerei, in particolar modo di quel "pippo" che tormentava le notti degli italiani del nord.
Ma le ausiliarie sapevano di essere osservate dalla gente e bersagliate dagli avversari, per questo esasperavano quasi la loro virtù trasformando sempre in sentimenti d’amore fraterno, l'ammirazione che nutrivano per i combattenti.
Erano oltre cinquemila le ausiliarie, un piccolo esercito; quante sono state le "trucidate"? Non è possibile stilare elenchi completi ed esaurienti; in ogni modo il loro sacrificio ha dimostrato al mondo quanta purezza ci fosse nei loro sentimenti e nel loro modo di operare di completa dedizione alla causa.
Ciò che fecero queste donne può essere sintetizzato nelle motivazioni per la proposta di medaglie al valor militare; di queste ne vogliamo appunto citare due, a ricordo di tutte le ausiliarie trucidate nelle "radiose giornate" della "liberazione".
L'ausiliaria Barbier Franca venne proposta, dall'alto commissario per il Piemonte per il conferimento della medaglia d'oro al valor militare alla memoria, con la seguente motivazione:
"Catturata dai partigiani, manteneva un contegno deciso rifiutando di entrare a far parte della banda e riaffermando la sua intransigente fedeltà all'idea. Condannata a morte dai fuorilegge, le fu promessa la vita se avesse rinunciato ai principi del fascismo. Rimase fedele nella sua fede e portata davanti al plotone d'esecuzione, ebbe la forza di gridare: "Viva l'Italia ! Viva il Duce !" ordinando da sola il fuoco. Di fronte al suo coraggio i fuorilegge non ebbero la forza di eseguire l'ordine. Fu uccisa dal capo con un colpo alla nuca".
L'ausiliaria Milazzo Angelina, venne proposta, dal Comando Generale SAF, per il conferimento della Medaglia d'argento al valor militare, alla memoria:
"Abbandonava gli studi per arruolarsi nel servizio ausiliario femminile. Durante l'addestramento era d'esempio alle compagne per fede e disciplina. Assegnata al Comando SAF di Vicenza, si meritava una citazione all'ordine del giorno per la capacità e lo spirito d'iniziativa dimostrati nel portare a termine una difficile impresa. In viaggio di servizio, durante un mitragliamento aereo, sacrificava coscientemente la vita per salvare una gestante già ferita. Suggellava con l'offerta suprema la fulgida vita di volontaria."
Nell'Italia d’oggi queste due eroiche donne non hanno avuto nessun riconoscimento, anzi sono state completamente dimenticate ed il loro sacrificio non viene posto ad esempio alle giovani generazioni. In Italia, il riconoscimento della medaglia d'oro è stato dato, da questa Repubblica, ai massacratori dei soldati altoatesini in Via Rasella a Roma da dove scaturì la rappresaglia tedesca delle Fosse Ardeatine. L'Italia "nata dalla resistenza" ha premiato, con il Ministro socialista Lagorio, questi "eroi". Quelle donne in camicia nera sono state invece presentate, come delle persone dedite a tutte le malefatte. Così è la riconoscenza nell'Italia d’oggi!

                                                                                                                                                    

mercoledì 2 maggio 2018

LE MAROCCHINATE DI ESPERIA "LIBERATA "


     LE MAROCCHINATE DI ESPERIA "LIBERATA

VOGLIAMO percorrere i tempi, prima che inizi la sarabanda in onore di coloro che
vennero a "liberarci" (a loro dire!). Pare proprio il caso di sollevare un po' di pol
re da una pagina vergognosa della 2^guerra mondiale che vide artefici i francesi,per
i quali, allo annuncio della guerra il "prode" traditore Badoglio abbia versato calde
lacrime. Strugge dentro, alla coltre di silenzio stesa sui crimini dei veri nemici defi-
niti "alleati e liberatori". Questo e' uno dei tanti crimini del CEF (corps expedition-
naire francais) che agi' agli ordini del gen. Juin. Il cef occupava il Garigliano fra i
corpi D'armata americano e inglese. L'11 maggio 6oo batterie aprono il fuoco sulle
difese italo-tedesche e spianare la strada alle orde marocchine del gen. Guillaume.
Queste truppe hanno avuto la promessa che saranno rispettate le loro tradizioni .
"col sangue agli occhi" vanno all'assalto di monte Maio e monte D'oro ma non trova-
no i nostri.
Sul loro cammino trovano inermi contadini: sui quali i marocchini potranno cogliere i frutti promessi
dai "liberatori". Il 18 maggio inizia la giostra. Devastano, violentano, stuprano. I francesi lasciano
correre, gli inglesi non vedono, gli ameri-cani tacciono: NOBLESSE OBLIGE! Rosa Moretti, viene
piu' volte violentata. C'e' una particolarita' ha 85 anni!!!
I "liberatori" entrano in casa di Achille Cuffa, lo massacrano e violentano le figlie (10 e 13 anni).
Poi vanno in chiesa dove seviziano e uccidono il parroco don Alberto Terilli.(Questo i preti "democra
tici lo sanno?). A Esperia bucano gli occhi delle icone, violano il Santo Sacramento, a Pontecorvo
marocchini e francesi sgozzano Vincenzo Sardelli ne violentano la moglia e uccidono i due bambini
(3 e 5 anni.
Per dare succintamente un'idea, a Pico una ragazza fu legata a una croce stuprata e uccisa; stessa
sorte segui' la sorella di 14 anni! 


"Secolo d'Italia" 30 agosto 1955 riporto' la notizia di una dodicenne violentata 42
volte dai marocchini, al ventesimo goumiers era gia' morta, ma la profanazione
continuo' imperterrita. Bestiale ed empia!!! Non esisteva eccezione per nessuno:
bambini, donne, vecchi. A don Alvise, parroco di esperia inferiore, che chiese pieta'
al maggiore Grandmougin, fu risposto:(Questi atti non si possono evitare perche'
sono le loro usanze). Questa era la "liberta" di Grandmougin, parroco francese uffi
ciale del cef, ricevuto dal papa dopo la "liberazione".Ecco questa e' la nostra cele-
brazione del ricordo dei veri invasori che furono gli angloamericani. Adesso l'Italia e' invasa con 113 basi e postazioni U.S.A. e' un "paese" a sovranita' limitata con uno "stato" FANTOCCIO- filoamericano.Abbiamo perso l'indipenden-
za, la nostra cultura, la nostra civilta' millenaria. 



Per il loro egoismo di guerrafondai DIO stramaledica inghilterra e america!!!!!!
!