lunedì 26 marzo 2018

Prodezze della Brigata Ebraica

L’assassinio dei nazionalsocialisti da parte dei “Vendicatori”

Di Gianantonio Valli-l’Uomo Libero
 
Da Indro Montanelli a Israel Carmi
Prodezze della Brigata Ebraica
Tremila assassinii
Dal sottosuolo: l'assassinio di Jochen Peiper
 
 
La stanza di MONANELLI
Gli ebrei e i falsi «squadroni della morte»
«Caro Montanelli,
Le scrivo di nuovo confidando in una sua risposta. Sono qui a chiederle un'informazione storica. Sto scrivendo un libro su un fatto che ho letto di sfuggita su di un quotidiano un po' di tempo fa e di cui mi è rimasto impresso solo il contenuto e non la fonte. Si parlava di una specie di «squadroni della morte», composti da ebrei, anche sopravvissuti ai campi di sterminio, che, all'indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale, avrebbero cominciato a dare la caccia ai criminali nazisti uccidendoli e uccidendo anche le loro famiglie. Potrebbe davvero avere un fondamento di verità questa notizia? Lei, come storico, ne ha mai sentito parlare?»
Federico Franceschini, Pavia
 
«Caro Federico,
non ricordo di aver ricevuto una tua lettera su questo argomento: si vede che non superò il filtro a cui purtroppo debbo sottoporre la corrispondenza della «stanza», essendo umanamente impossibile che io legga tutta quella che mi arriva, in media dalle 130 alle 180 lettere al giorno. Dato l'argomento, ti avrei certamente risposto per metterti in guardia dalle «patacche» che ogni tanto, anzi ogni poco Pantisemitismo mette in circolazione. La più celebre, e la più smaccata, furono i «Protocolli del Savi di Sion» che trovarono seguito e credito sulla fine del secolo scorso, nonostante la rozzezza della confezione. A inventarseli era stata infatti la polizia più brutale e sgrammaticata di allora: l'Okrana del governo zarista russo. Essa pretendeva dimostrare l'esistenza di un complotto fra i più potenti capi delle comunità ebraiche sparse nei Paesi occidentali per fomentarvi rivoluzioni e guerre fratricide. Se vuoi saperne di più, leggi l'esemplare saggio di Sergio Romano, «I falsi protocolli», che ne ha ricostruito la storia, per dimostrarne non tanto l'infondatezza, che traspare ad occhio nudo, quanto l'ignoranza e l'ottusità di coloro che le dettero credito o finsero di darglielo. Gli «squadroni della morte» appartengono allo stesso genere di panzane, anche se hanno trovato molto meno credito e seguito. Di vero c'è soltanto questo: che alcuni ebrei miracolosamente scampati ad Auschwitz dopo avervi perso l'intera famiglia hanno consacrato la loro vita alla ricerca dei responsabili per portarli sul banco degli imputati. Il caso più noto è quello di Wiesenthal che, dopo averlo scoperto in Argen.tina, riuscì (non si è mai saputo come) a trasferire il supercriminale Eichmann in Israele, dove fu regolarmente processato e impiccato. Questo è l'unico «squadrone della morte», composto da un solo uomo, di cui si. sia avuta notizia. Il resto appartiene alla grossolana fantasia degli antisemiti e alla cretineria di chi ci crede, anche se si basa su un elemento di ordine - diciamo - biblico: il culto ebraico del Castigo. A differenza del Dio nostro indulgente e perdonatore, il Dio degli ebrei è Jehova, il Dio giustiziere, quale poi fu mutuato dai protestanti, e specialmente dai calvinisti, il Dio dell'«occhio per occhio» e «dente per dente». Ma lasciamo questo discorso che ci porterebbe troppo lontano, alle origini delle tre grandi religioni monoteistiche, compresa quella islamica, tutte di fonte e ispirazione ebraiche. E torniamo alla bufala degli squadroni. Credi a me, caro Federico: l'antisemitismo è una delle cose più nefande che le società cristiane abbiano inventato. Non fartene mai complice prestando credito alle fandonie di cui è intessuto. Uno dei miei rimorsi è di non aver fatto nulla, quando furono emanate le leggi razziali, in favore degli ebrei. In realtà non ne avevo i mezzi: nessun giornale avrebbe pubblicato un mio rigo in loro difesa. Dovetti contentarmi di non scriverne, contro gli ordini del Minculpop, a loro accusa. Ma ciò che leggevo mi faceva, come italiano, arrossire di vergogna. Dio ti risparmi queste umiliazioni.»
 
Ad una lettera al massimo quotidiano italiano, il Corriere della Sera, con la quale il lettore Federico Franceschini chiede a Indro Montanelli di essere illuminato sul caso dei «Vendicatori ebraici», presente da due anni su giornali e periodici in tutto il mondo, il Principe dei Giornalisti risponde il 6 giugno 2000. Invitiamo i lettori a confrontare quanto affermato da Montanelli con le notizie che seguono.
Nove anni prima dell'«esplosione» del caso su tutte le gazzette, il 28 settembre 1989 appare, a pagina 17 del quotidiano Canadian Jewish News, supplemento per il capodanno giudaico Rosh Hashanah, un articolo dello storico israeliano Benny Morris dal titolo Jewish Avengers executed the Nazis, «Vendicatori ebraici giustiziarono i nazisti». Si tratta di un'intervista con Israel Carmi, capo di uno di quei gruppi di «vendicatori», che rievoca una delle pagine meno conosciute del conflitto mondiale.
Oltre a questa prima ammissione pubblica (ma già nel 1966 il buon Carmi aveva pubblicato a Tel Aviv il volume «La via dei combattenti»), era stato fino ad allora solo il libro di Michael Bar Zohar dal titolo The Avengers (l'edizione da noi consultata è la francese Les vengeurs, del 1968), edito un ventennio prima, ad avere illustrato l'attività di terroristi ebrei nella Germania occupata e in altre zone dell'Europa dilacerata postbellica. Successivi articoli, e l'opera di Morris Beckman, confermeranno quelle prime «indiscrezioni». Quegli «atti di giustizia» (il cosiddetto Piano C o Tre) sono stati in realtà semplici, sbrigative esecuzioni senza processo, assassinii privi di ogni parvenza legale, specchio e contraltare, con minore ipocrisia, delle sentenze espresse dalle varie Norimberghe contro centinaia di migliaia di incriminati per delitti «contro l'umanità» o, semplicemente, per «nazismo».
Nei paesi civili, legati al dettato della legge, quella «giustizia» non può che chiamarsi assassinio, ma gli scrittori ebrei, i politicanti occidentali e gli attivisti dei Sacrosanti Diritti - tutti quei garantisti che senza posa alzano lai contro i crimini, veri e soprattutto presunti, compiuti nei secoli contro gli ebrei - non si péritano di definire «giustizia» i delitti compiuti da bande ebraiche, assassinii e prevaricazioni tuttora misconosciuti e in ogni caso, quand'anche ammessi, giustificati mediante una «ovvia» comprensione. I protagonisti attivi, gli attori principali di quegli assassinii furono i militari inquadrati nel Jewish Jnfantry Brigade Group o, per dirla in breve, Jewish Brigade dell'Ottava Armata, che aveva risalito la penisola italiana al seguito degli inglesi, sul fianco orientale.
La prima pubblica affermazione dell'interventismo bellico da parte ebraica viene fatta al 25° congresso sionista a Ginevra a metà dell'agosto 1939, quindi ben due settimane prima dello scoppio della crisi tedesco-polacca, da Chaim Weizmann, capo della World Zionist Organization e futuro primo presidente di Israele: gli ebrei sono pronti, egli annuncia chiaramente, a collaborare con l'Inghilterra «in difesa della democrazia nella guerra mondiale che si approssima». Il 29 agosto, tre giorni prima che i tedeschi scendano in campo a frenare la follia polacca e cinque avanti l'aggressione anglo-francese, lo stesso assicura il governo inglese che ogni ebreo, ovunque si trovi, nell'imminente conflitto si schiererà al fianco delle Democrazie Occidentali.
 
La vista di un tedesco bastava a risvegliare la nostra voglia di vendetta.
Quando un ciclista passava davanti al nostro Dodge aprivamo improvvisamente le porte,
l'uomo cadeva sotto le ruote e veniva stritolato.”
Sam Halevi, uno dei Vendicatori, in Der Spiegel, 23-12-1968
 
Ogni ebreo dovrebbe conservare nel profondo del suo essere una zona d'odio,
odio sano, virile, per ciò che il tedesco incarna e che nel tedesco sopravvive.
Agire altrimenti sarebbe tradire i morti.”
Elie Wiesel, Legends of Our Time, 1968
 
Ma se con le loro ricerche gli storici scalfissero queste rappresentazioni manichee
del Bene e del Male, finirebbero subito su un terreno minato
fatto di tabù e proibizioni a pensare, ove una bizzarra coalizione di pedagoghi di massa,
autonominatisi «giudici supremi della Storia» e modelli esemplari di political correctness,
sorveglia, diffidente, il loro comportamento nei confronti della verità storica.
Tale coalizione è rosa dal sospetto che la risaputa voglia di revisionare
la storiografia ufficiale possa alla fine lasciare ben poco del quadro un tempo così bene definito
della tirannide fascista.”
Heinz Höhne, «Gebt mir vier Jahre Zeit», 1996
 
Il 3 settembre 1939 la Jewish Agency, la potente Agenzia Ebraica fondata nel 1922 dalla World Zionist Organization per co-amministrare la Palestina, ed il Vaad Leumì, il Consiglio Nazionale degli ebrei in Palestina, aprono a Londra un ufficio di reclutamento per volontari: sui 600.000 ebrei inglesi, rispondono all'appello oltre 130.000 tra uomini e donne, dei quali 62.000 avrebbero combattuto nei vari teatri di guerra. Come avrebbe scritto in una corrispondenza Clara Boote Luce, futura ambasciatrice americana a Roma, se in America ci fosse stato un proporzionale afflusso di volontari gli USA avrebbero schierato un esercito di dodici milioni di uomini. Fenomeno comprensibile, d'altra parte, «perché, dopo tutto, molti ebrei hanno da regolare dei conti personali di sangue con i tedeschi».
Mentre nei mesi seguenti il governo britannico arruola i volontari ebrei disperdendoli nelle file dell'esercito invece di raggrupparli in unità compatte, nel luglio 1940 Churchill, succeduto a Chamberlain fin dal 7 maggio, autorizza il reclutamento per la formazione di unità a sé stanti; viene stabilito che gli uomini siano per un terzo ebrei palestinesi e per due terzi ebrei americani o provenienti da altri paesi.
Entro dicembre si costituiscono quindici compagnie di fanteria, cioè 1500 uomini, inquadrate nel reggimento East Kent. Loro obiettivo è la difesa del territorio palestinese in caso di bisogno. All'interno delle compagnie i comandi a voce vengono dati in inglese, gli ordini scritti in ebraico; la lingua di conversazione è l'ebraico. I capitani sono inglesi, tenenti, sottotenenti e graduati, ebrei. Segno distintivo sull'uniforme è il Magen David, la stella a sei punte. Fino al termine del 1942 i volontari restano nei campi di addestramento, mettendo a frutto una preziosa esperienza tecnico-specialistica (trasmissioni, uso di armi speciali, cooperazione con i mezzi corazzati e l'aviazione, genio, organizzazione generale, etc.) la quale, unita all'esperienza di combattimento, si sarebbe rivelata di estrema importanza nella formazione delle unità militari ebraiche prima e dopo la proclamazione dello Stato d'Israele (trentacinque saranno i generali di Zahal - Zva Haganah leIsrael, «Forze di Autodifesa di Israele», l'esercito dell'Entità Ebraica - provenienti dalla Brigata Ebraica).
Fra il 1942 e il 1943 si apre la seconda fase: le compagnie vengono raggruppate in tre battaglioni a formare il Palestine Regiment. L'unità non riceve tuttavia l'intero equipaggiamento e viene impegnata in servizi di guardia, lontano dal fronte; quei mesi tuttavia, per quanto privi di un'effettiva operatività bellica, servono a creare un saldo spirito di corpo. Ogni militare è inoltre considerato far parte dell'Haganah (o Irgun Haganah, Organizzazione di Difesa), il corpo armato ebraico clandestino in Palestina. Naturalmente la reticenza inglese alla formazione di unità separate non significa reticenza alla partecipazione degli ebrei allo sforzo bellico: nell'agosto 1943 sono 22.600 gli ebrei in uniforme britannica (4800 in fanteria, 3300 nel genio, 4400 nei trasporti, 1900 in artiglieria, 1100 nei servizi, 2000 nella RAF, 1100 nella Royal Navy, 4000 donne nei servizi ausiliari), tra i quali 450 ufficiali e 200 medici.
Le comunità ebraiche conducono intanto una lotta incessante per la costituzione di una Grande Unità composta interamente da ebrei, al motto, come recita un manifesto di propaganda dello Yishuv in cui una sagoma militare innalza la bandiera con la Stella di Davide e le strisce azzurre, di «Jews want to fight as Jews», (Gli ebrei vogliono combattere in quanto ebrei). Il 20 settembre 1944, nei giorni del capodanno ebraico, Londra dà il consenso alla costituzione di una «brigata rinforzata» completamente ebraica, formata dal vecchio Palestine Regiment ristrutturato, da un reggimento di artiglieria, da servizi e da unità ausiliarie. Il giorno 29, nel corso di una delle periodiche relazioni ai Comuni, Churchill dà l'annuncio: «So benissimo che c'è un gran numero di ebrei nelle nostre Forze Armate ed in quelle americane, ma mi è sembrato opportuno che una unità formata esclusivamente da soldati di questo popolo, che così indescrivibili tormenti ha subito per colpa dei nazisti, fosse presente come formazione a sé stante fra tutte le forze che si sono unite per sconfiggere la Germania». È questo il primo annuncio che faccia prevedere la costituzione di una entità statuale in grado di rivendicare un suo esercito ed un suo territorio.
La Brigata, che riceve aiuti finanziari dall'intero giudaismo diasporico (a Pasqua 1945, la sola comunità argentina invia 100.000 sterline per l'equipaggiamento e ne stanzia 8000 per le famiglie dei caduti in azione) viene autorizzata ad usare una propria bandiera: azzurra-bianca-azzurra, con la Stella di Davide tra due bande simboleggianti il Nilo e l'Eufrate (Esodo XXIII 31 e Deuteronomio 17; più ristretta è la terra definita sul monte Nebo, Deuteronomio XXXIV 1-4), vessillo del futuro Stato d'Israele. Dal grado di maggiore in avanti, gli ufficiali sono inglesi, tuttavia sottoposti all'ebreo brigadier generale Ernest Frank Benjamin (nato nel 1900 a Toronto). Con l'immissione di distaccati da altre unità, gli effettivi dello Hayl Hativah Lohemet, «unità di combattimento ebraica», raggiungono i previsti 5000 uomini ed iniziano un periodo di addestramento in Egitto. Il 10 novembre la formazione viene trasferita in Italia, inquadrata nell'Ottava Armata, prendendo ad addestrarsi sulle montagne dell'Irpinia fino al febbraio 1945.
L'8 febbraio Benjamin si porta a Gerusalemme, ove incontra Moshe Sharett - negli anni Trenta il principale interlocutore delle autorità britanniche in Palestina, indi primo ministro degli Esteri di Israele, capo del governo nel 1954-55, creatore della diplomazia israeliana, artefice degli accordi sulle oloriparazioni ed anzi inventore proprio del termine shilumim, «riparazioni» - deus ex machina della Jewish Agency, comunicandogli che alcuni ufficiali hanno ricevuto il battesimo del fuoco. A fine mese la Brigata viene trasferita sul fronte di Alfonsine, a nord-ovest di Ravenna, in un settore relativamente calmo.
Il primo impegno bellico lo si ha il 19 e il 20 marzo contro i tedeschi della 4ª divisione paracadutisti. Come illustra il Fucci, ricamandoci sopra stati d'animo di comodo: «I tedeschi che, al contrario degli italiani conoscevano molto bene il significato di quella stella a sei punte, cominciarono a tremare come foglie pensando che gli ebrei si sarebbero vendicati su di loro [similmente Beckman: "Ogni sentimento antisemita svanì, quando tedeschi ed austriaci si videro di fronte giovani ben armati dal grilletto facile, sprizzanti dagli occhi odio e ribrezzo"]. Naturalmente non vi fu nessuna vendetta e i soldati nazisti finirono come tutti gli altri in un normale campo di prigionia; ma l'episodio dimostra che anche il più sempliciotto dei tedeschi non ignorava cosa il suo paese aveva fatto agli Juden».
Subito dopo la Brigata viene trasferita sul Senio, al di là del quale il 9 aprile forma una testa di ponte. Nel maggio viene spostata tra l'Alto Adige, il Tirolo e la Carnia, ove «venute meno le necessità belliche, si occupa dell'assistenza agli ebrei sopravvissuti all'olocausto hitleriano» (e, aggiungiamo, si diletta in opere meno pie). Il 31 maggio reparti della formazione collaborano nella consegna all'URSS dei cosacchi e dei loro familiari che, dopo avere combattuto agli ordini del generale von Pannwitz, si erano arresi agli inglesi; scrive al proposito Frederic Reider: «Restano ancora le famiglie e i cosacchi dello Stan [15.000 uomini, 4000 donne e 2500 bambini], concentrati a Lienz.
Il 31 maggio gli inglesi interrompono il rifornimento dell'acqua e quattro battaglioni circondano il campo. Le famiglie dei cosacchi si raccolgono allora al centro, attorno all'altare, per celebrare gli uffici dei morti. Mentre s'alza un canto straziante, le porte del campo si aprono per lasciar passare gli uomini della Brigata Ebraica. Infierendo all'impazzata [cognant sans discernelnent] su bambini, mutilati e donne a colpi di bastone, cercano di spingere questa massa verso la ferrovia, ove attendono carri bestiame. Poiché le cose vanno per le lunghe, alcune autoblinde aprono il fuoco a terra per colpire di rimbalzo le prime file. Morti e feriti piombano al suolo. Alcune donne coi figli in braccio si precipitano nella Drava e vengono portate via dalla corrente. Altre si gettano sui soldati per disarmarli e vengono abbattute. La resistenza degli sventurati viene infranta con estrema ferocia [avec la dernière férocité]. Nella notte il carico sui treni è completato. Sbarrati con catene, i vagoni portano i cosacchi nella zona sovietica. Solo i morti e i cavalli restano all'Ovest. I primi saranno gettati in fosse comuni. I secondi, portati in Inghilterra. Nessuno vedrà più gli ufficiali cosacchi. I militari di truppa e i civili, condannati a otto anni di lavori forzati, saranno dispersi in Siberia. Gli ufficiali tedeschi saranno tutti condannati a venticinque anni di lavori forzati. Duecento di loro morranno in prigionia. Il 16 gennaio 1947 l'ADN annuncia la sentenza e l'esecuzione per impiccagione degli atamani e degli antichi capi cosacchi della guerra civile [...] L'SS­Gruppenführer Helmuth von Pannwitz, ultimo Feldataman, subirà la stessa sorte, fedele ai suoi cosacchi fino al supplizio».
Trasferita in Olanda ed in Belgio nella seconda metà dell'estate, la Brigata Ebraica vi resta un anno, svolgendo «il ruolo duplice di forza di occupazione» (e di cattura ed eliminazione di collaborazionisti) e, contemporaneamente, «di coordinamento e di centro assistenziale per i connazionali, di cui organizza l'avviamento verso il fòyer [focolare] millenario della nazione ebraica, in Eretz Israel».
La carriera militare di Israel Carmi ha inizio come semplice membro dei commando terroristici antiarabi nel Deserto Occidentale (Negev) nei primi mesi del 1940. Ma, ricorda Benny Morris, «la nostra intervista si focalizzò poi su quegli eventi poco conosciuti e su cui sempre poco si è scritto, racconto di sangue e vendetta conosciuto sotto il nome di Nokinim, i Vendicatori». È infatti Israel Carmi, ammette lui stesso con agghiacciante buona coscienza, a dare inizio all'organizzazione ed a guidare, insieme a Chaim Laskov, futuro capo di Stato Maggiore israeliano, e a Meir «Zaro» Zorea quei gruppi di militari della Brigata Ebraica che segretamente identificano e trucidano centinaia di «criminali di guerra nazisti» in Italia settentrionale, Austria, Germania e Croazia negli ultimi mesi del 1945 e nei primi del 1946.
«La campagna di vendetta» - scrive Morris - «ebbe nascita e crescita del tutto naturalmente, per Carmi e per gli altri, dopo che ebbero incontrato i sopravvissuti dell'Olocausto. Carmi dice di essere stato tra i primi ad entrare a Mauthausen e a Dachau». Come per gli altri membri dell'Haganah arruolati nella Brigata (tra i quali il «russo» Aharon Rabinowitz, poi meglio noto come Aharon Yariv e capo dei servizi di spionaggio militare israeliani), egli era già stato coinvolto nell'acquisto e nel rifornimento di armi per gli ebrei immigrati in Palestina, nonché nell'organizzazione di reti illegali di trasporto di sempre nuovi immigrati. Queste attività si saldano, del tutto naturalmente, alla vendetta da anni giurata contro tutto ciò che fosse tedesco.
Il comando della Brigata, di stanza a Treviso, assegna Carmi ad una unità di intelligence, il cui compito è raccogliere informazioni sui crimini «nazisti» e identificare e arrestare i «nazi» che hanno ricoperto cariche di una certa importanza o fatto parte delle organizzazioni di polizia. Il nostro Israel, all'epoca sergente maggiore, insieme ad un altro militare, Dov Gur nato Robert Grossman lavora presto in autonomia, con il massimo di mano libera, nelle zone assegnategli: «Dovevamo catturare nazisti sospetti e raccogliere notizie su altri nazisti».
Subito dopo l'inizio di queste operazioni ufficialmente autorizzate, egli ed un gruppo selezionato dell'Haganah che conta un centinaio di membri danno inizio ad una campagna clandestina di vendetta. Le esecuzioni si protraggono per oltre sei mesi. Che in tutto ciò ci sia una responsabilità britannica, è sicuro: «Il mio colonnello, non ebreo, può avere sospettato che andavamo al di là dei compiti assegnatici. Sono sicuro che qualcosa seppe certamente. Ma chiuse gli occhi [but he turned a blind eye]». Secondo quanto riferito da Carmi, è lui stesso a suggerire ai compari che i compiti ufficiali di intelligence potrebbero essere usati quale copertura per missioni di punizione ad ampio raggio: «Dozzine di uomini vi furono interessati, tra cui un plotone "tedesco" del Palmach [Plugot Machatz, "Compagnie d'Assalto" dell'Haganah con tendenza ad autonomia operativa, impiegate contro gli italo-tedeschi in Nordafrica], che era stato formato all'interno della Brigata negli ultimi mesi del conflitto e che si era pensato di usare come reparto esplorante nel corso dell'avanzata in Italia». Di fronte ad una domanda precisa, Carmi si rifiuta di dire quanti «nazisti», tedeschi e non tedeschi, siano stati uccisi dal suo gruppo, ma il loro numero, ci lascia capire, ammonta a diverse centinaia (Michael Bar Zohar li valuta tra 50 e 300). In una sola notte vengono «giustiziati» trenta «nazi».
Come accennato, la campagna di caccia ha inizio nella tarda estate del 1945, originata «casualmente» nel corso di una scorreria investigativa ufficiale. Carmi e Gur raggiungono la casa di una coppia austriaca sospetta di «nazismo». Parecchie ore di interrogatori non riescono, malgrado i persuasivi mezzi impiegati, a portare i coniugi a «confessare», finché, stanco, Carmi non toglie la sicura alla pistola. Di fronte a tale ultima mossa, l'uomo, ex ufficiale della Gestapo, e la moglie, che «aveva ricoperto cariche nella confisca di proprietà ebraiche nel Norditalia», crollano. Il buon Israel offre loro una via di scampo: il non arresto in cambio di un elenco dei «nazisti» nascosti nella zona. «L'uomo lavorò tutta la notte. Al mattino ci diede un elenco preciso e dettagliato di nomi, indirizzi, storie, descrizioni di dozzine di ufficiali nazisti. Per settimane ci aiutò con ulteriori dati caratterizzati da una meticolosità tutta tedesca».
Forniti degli elenchi - che servono come «lista della morte» e che comunicano a Sharett per 1'approvazione, scrive l'ufficiale della Brigata Ebraica Meir Grabowski, poi deputato knessetiano col nome di Meir Argov - i Vendicatori si scatenano: «Organizzammo gruppi che, in divisa inglese e su jeep inglesi, di notte si lanciarono alla ricerca dei sospetti. I nazisti credevano di essere interrogati dai Servizi inglesi. Gli uomini che interrogavano portavano via i sospetti, apparentemente in campi per prigionieri di guerra, ed essi non tornavano più. Gli interrogatori fornirono ulteriori nominativi. I più colpevoli li giustiziavamo subito; alcuni dei pesci più piccoli li passammo alle autorità inglesi» (torture ed esecuzioni vengono compiute anche in una cantina dell'Ospedale Rothschild a Vienna).
«Il metodo dei Vendicatori era semplice» - conferma Tom Segev - «Si vestivano da poliziotti militari inglesi e si presentavano all'abitazione della vit­tima con una camionetta dell'esercito, la cui targa era spruzzata di fango e illeggibile. Bussavano alla porta, si assicuravano che ci fosse l'uomo giusto e l'inducevano a seguirli col pretesto di un'indagine di routine. Di solito non incontravano resistenza. Portavano seco la vittima nel luogo prestabilito, si facevano riconoscere e le sparavano. Pressoché sempre accadeva nei pressi del­l'abitazione della vittima. "Il nostro autocarro era coperto da ogni parte da un telone", riferì uno dei partecipanti. "Sul fondo c'erano dei materassi. Uno o due di noi aspettavano al buio. Appena appariva la testa del tedesco, uno di noi gli si gettava sopra, lo costringeva a unire le braccia sotto il mento e lo gettava indietro sul materasso che attutiva ogni rumore, e dove torceva stretta la testa dell'uomo. La caduta toglieva il respiro al tedesco e, all'istante, gli spezzava l'osso del collo"».
Orgoglioso, ci riporta Morris Beckman, anche Zorea: «Eliminavamo solo chi era stato direttamente coinvolto nel massacro di ebrei. Dapprima gli ficcavamo una pallottola in testa. Poi li strangolavamo. A mani nude [with our bare hands]. Non dicevamo mai niente, prima di ammazzarli. Né perché, né chi eravamo. Li ammazzavamo come si ammazza una cimice [we just killed them like you kilt a bug]».
Alla fine Carmi ed i suoi eliminano anche la coppia di cui si sono serviti all'inizio, onde evitare che i servizi inglesi possano prima o poi contattarla e, alla ricerca di informazioni sui «nazi» possano scoprire quell'operazione clandestina.
Mentre sono in corso tali operazioni di «giustizia» - assassinii di prigionieri di guerra, distruzione di proprietà e spari a casaccio da parte di cecchini contro civili (addirittura, Segev riporta il caso di almeno un'oloscampata uccisa per errore!) - una seconda campagna di vendetta viene lanciata da un gruppo di partigiani dell'haShomer haZair, la «giovane guardia», la più antica delle organizzazioni giovanili ebraiche, la cui guida ideologica è il poeta Abba Kovner, ex capo di bande ebraiche in Lituania e Bielorussia e collaboratore della NKVD nella liquidazione dei patrioti antisovietici in Ucraina, Lituania e Polonia. Tale seconda operazione, preparata scientificamente per mesi, inizia sotto la direzione di «Pasha» Reichman (che più tardi riemergerà in Israele come alto boss del Mossad col nuovo nome di Yitzhak Avidov).
Nel marzo-aprile 1946 giunge in Germania da Dublino il gruppo Nakam («Vendetta») il quale con l'aiuto di Carmi, che procura un ufficiale di collegamento e l'equipaggiamento, si propone di agire contro i 36.000 internati, tra cui molti SS e Waffen-SS, dei campi di Nürnberg-Langwasser e Auerbach. Gli uomini di «Pasha», muniti di falsi documenti e in uniforme inglese, entrano nei campi (agli internati, per sottrarli alla protezione delle leggi di guerra, era stata tolta da Eisenhower, il 10 marzo 1945 e in aperta violazione della Convenzione di Ginevra, la qualifica di POW Prisoner of War, sostituita dai mortiferi status di DEF Disarmed Enemy Forces e SEP Surrendered Enemy Personal). Per quanto l'impresa naufraghi presto dopo la scoperta degli attentatori da parte dei guardiani notturni di un panificio, gli ebrei riescono a inviare ai detenuti 2000 pagnotte - una tonnellata di pane - impastate con arsenico.
Le prime notizie del fatto filtrano il 23 aprile, tre giorni dopo, sul quotidiano Stars and Stripes, che annota l'avvelenamento di 300 internati a Nürnberg­Langwasser e di 2283 ad Auerbach, riportando che nessun caso mortale si è al momento verificato (che nessun decesso sia stato provocato lo afferma anche Torri Segev). In realtà dei colpiti - ben 4300 e non 2583 - ne morranno negli ospedali, tra i tormenti, 7-800. Come riferisce l'ex internato H. Trautmann di Landshut, scampato all'avvelenamento: «Ancor oggi inorridisco di notte, e sento ancora nella camerata le grida strazianti dei commilitoni che avevano consumato il pane avvelenato. Dato l'allarme, gli intossicati furono portati via in fretta e furia dagli americani, il pane avvelenato fu raccolto, imbevuto di benzina e bruciato al di fuori del campo».
Sviluppatasi ormai a livelli semi-ufficiali e a dimensioni tali da comportare il concreto pericolo di venire scoperti a causa dell'ebbrezza del sangue e della mancanza di disciplina che ha afferrato i commilitoni (tale il commento di Michael Ben-Gal, l'ufficiale dell'Haganah responsabile per la Brigata), la campagna di «vendetta» trova un freno nell'intervento di alcuni politici dello Yishuv, che non vogliono peggiorare i già non buoni rapporti con la Potenza mandataria (riferisce l'ex abbakovneriano Josef Harmatz, ardente comunista anche se figlio di facoltoso «lituano» già importatore di merci inglesi, che si era addirittura ventilata un'irruzione nell'aula del Tribunale Militare Internazionale per «giustiziare» a colpi di mitra i major war criminals!).
Contro il freno tirato da Ben Gurion, Chaim Weizmann non solo approva, però, il progetto di avvelenamento del pane (il cosiddetto Piano B o Due), ma li indirizza allo scienziato Ernst David Bergman, in seguito padre della ricerca nucleare israeliana, per la preparazione del veleno («Bergman sapeva soltanto che la sostanza sarebbe servita per operazioni contro gli ex nazisti, e non chiese nulla sui particolari», riferisce Segev): «Eravamo certi di uccidere almeno 12.000 persone. Avevamo scelto l'arsenico, una sostanza che si solidifica in fretta», rimpiange Harmatz, ora diplomatico israeliano di primo piano, vantandosi col compiacente confratello Willy Molco nell'intervista in prime time su Rauno il 14 giugno 1998 e negando trattarsi, la loro «giustizia», di omicidio: «Soltanto uccidendone sei milioni avremmo pareggiato i conti [...] I nazisti erano estranei al genere umano».
All'altrettanto compiacente domanda di Guido Chaim, che rileva come dall'ammissione emerga «l'inquietante figura dell'ebreo vendicativo, che avvelena centinaia di nazisti dopo aver assistito agli orrori della guerra. Non è forse questa una figura in contraddizione con i grandi ideali universali che siamo chiamati a rappresentare?», Molco seraficheggia: «Non necessariamente. Nessuno può giudicare le reazioni di coloro che hanno vissuto quegli anni. Per Harmatz si è evidentemente trattato di una vendetta terapeutica [sic!]. Un fatto terribile, certo, ma anche la cura che gli ha salvato la vita, la valvola di salvezza che è mancata alle esistenze tormentate di Primo Levi e di Bruno Bettelheim» (le asserzioni di Harmatz erano state precedute, quasi negli stessi termini, dal suo ex-compagno di terrorismo Arie Leibke Distel nell'intervista trasmessa il 16 agosto 1996 dal confratello Ted Koppel in ABC News Nightline, titolata The Avengers, «I vendicatori»).
Negli stessi mesi, del resto, erano stati liquidati dai Cercatori di Giustizia-Non-Vendetta numerosi tedeschi già residenti in Palestina e internati dagli inglesi nel settembre 1939, allo scoppio del conflitto.
Vengono quindi proibite ulteriori azioni, tra le quali i progetti di avvelenare con arsenico gli acquedotti di Berlino, Monaco, Norimberga, Amburgo e Francoforte (il cosiddetto Piano A o Uno, Tochnit Aluf, che a norma jahwistica del dente-per-dente prevede l'eliminazione di almeno sei milioni di tedeschi). Nel frattempo, quali autori degli attentati e degli altri crimini vengono genericamente indicati «ex deportati nei campi e polacchi»; esponenti di punta della banda assassina, che già nel febbraio 1969 saranno denuciati da Gerhard Frey alla Procura bavarese - senza esito alcuno, ça va sans dire (trent'anni dopo, anzi, riferendo delle prodezze, i massmedia televisivi e giornalistici tedeschi traboccheranno della più completa comprensione per gli eletti assassini; a ultima beffa, nel maggio 2000 la Procura di Norimberga, investita da una denuncia contro i vantati assassini Harmatz e Distel, archivia il caso con un non luogo a procedere a causa di «auβerordentliche Umstände, circostanze straordinarie») - sono Emil Brik, Manos Diamant, Alexander «Oleg» Gatmon, Kouba Sheinkmann e Marcel Tobias, quest'ultimo poi divenuto colonnello paracadutista di Zahal; complice illustre è il produttore filmico Artur «Atze» Brauner, che mette a disposizione, benevolo, i propri locali a Berlino quale base operativa del gruppo.
In ogni caso, alle vittime fatte l) dal gruppo di Carmi e 2) dal Nakain (pur commentando che «il numero esatto non sarà mai conosciuto», Beckman parla di 1500 esecuzioni complessive, compiute da «several dozen revenge squads, diverse dozzine di squadre di vendicatori»), vanno aggiunti:
3) un migliaio di vittime fatte da gruppi minori nel 1945-46 (Beckman esemplifica, giustificandoli con le motivazioni più varie, con i casi di Obernau, Glachau, Limbach, Auerbach, Hildburghausen «and several other places»),
4) un numero imprecisato di assassinati a partire dall'estate 1948 da commando israeliani («le "squadre della morte" israeliane iniziarono ad operare nei mesi seguenti la nascita dello Stato per eliminare i nazisti coinvolti nell'Olocausto», si compiace Lorenzo Cremonesi nell'ottobre 1994),
5) singoli casi di assassinio, protrattisi fino al 1958 (di tale anno, Beckman riporta l'eliminazione dell'ex tenente SS Georg Mussfeld, impiccato nella cucina della sua trattoria ad Oberammergau dai «turisti» mossadici Benno Feld e Hanna Baum, oloscampati quindicenni al cosiddetto «massacro di Lublino»), e
6) un numero imprecisato di «criminali» eliminati da gruppi inglesi, Churchill beneplacitante, quale «vendetta» per l'esecuzione di spie ed agenti britannici giustiziati durante il conflitto (a gloriarsi di tale ultima perla è, sul Sunday Times del 4 gennaio 1998, l'ex ufficiale «inglese» Peter Mason, uno dei capi di tali gruppi che, col pretesto di interrogatori, prelevavano i prigionieri dai campi e li liquidavano solitamente simulandone il suicidio).
A prescindere quindi dalle prodezze inglesi, almeno tremila sono quindi le vittime dei «Vendicatori» (e le cifre sono minimali e solo da fonti ebraiche). «Devo purtroppo dire» - concluderà Chaim Laskov, palesandosi ben lontano dalla «satanica efferatezza nazista» - «che non ne abbiamo liquidati poi molti». Di fronte al disgusto che potrebbe provare il lettore per questi sanguinari comportamenti, agli antipodi di ogni norma morale e giuridica, Morris cerca di attenuare la penosa impressione: «Carmi, tuttavia, insiste nel dire che prima che chiunque venisse giustiziato, i vendicatori avevano controllato e ricontrollato le accuse e giustiziato soltanto coloro che erano certi fossero nazisti [only those they were convinced were Nazis]». La maggior parte dei «giustiziati» furono ufficiali di medio grado delle SS e della Gestapo, maggiori e colonnelli. Nessuno dei gradi più alti fu ucciso, perché sarebbe stato più difficile occultare o giustificare la scomparsa di un generale. Problemi di coscienza? «Proprio nessuno [None whatsoever]. Entrai in azione dopo avere visto i campi di concentramento. Comunque non c'era altro modo di agire, riguardo a quella questione». D'altra parte, impone Stefano Jesurum, «chi ha attraversato lo Sterminio, la Shoah, è ingiudicabile».
L'operazione Vendicatori, conclude Carmi, comincia senza un'approvazione della direzione centrale dell'Haganah a Tel Aviv: «Allo stesso modo dell'immigrazione illegale in Palestina, tutto cominciò sul campo, da condizioni e circostanze locali. Solo alla fine, dopo l'accaduto, ricevetti il benestare per la vendetta». Onde evitare di farlo scoprire, Carmi viene fatto trasferire ad operazioni meno clandestine. Smobilitato verso la fine del 1947, torna in Palestina, dove 1'Haganah lo destina all'organizzazione delle forze corazzate. All'inizio della cosiddetta Guerra d'Indipendenza, vale a dire all'inizio delle reazioni dei paesi arabi corsi in aiuto ai palestinesi massacrati da mesi ed espulsi dalle loro case, Carmi organizza il 1° battaglione corazzato d'assalto.
Nel maggio 1948 Carmi viene inviato nel Negev, ove guida il 9° battaglione contro Beersheba e la Striscia di Gaza. Dopo il ritiro nella vita civile, nel 1951 rientra nei ranghi e dal 1962 regge la polizia militare. Nel 1973-74 è uno dei cinque membri della Commissione d'Inchiesta Agranat, che indaga sulle ragioni della «sorpresa» subìta dallo Zahal nella Guerra del Kippur. Da allora, si ritira da ogni carica pubblica.
Buoni imitatori di Carmi sono infine gli assassini (identificati come ebrei da David Irving) che nelle prime ore del 14 luglio 1976 portano a morte l'ex Obersturmbannführer delle Waffen-SS Jochen Peiper, un pluridecorato cui nessuno ha mai potuto imputare alcunché di persecutorio nei confronti degli ebrei.
Nato a Berlino il 30 gennaio 1915, Peiper, già membro della Hitlerjugend, entra nella SS-Junkerschule di Braunschweig nel 1935 e diviene Untersturmführer, sottotenente, nella primavera seguente. Nel 1938-39 fa parte dello staff di Himmler; allo scoppio della guerra chiede di essere trasferito a un reparto combattente e, dopo avere comandato la decima compagnia della Prima Divisione Waffen-SS Leibstandarte Adolf Hitler in Polonia, nel maggio 1940 guida i suoi uomini nei Paesi Bassi, combatte sull'Yssel, rigetta a Watten gli inglesi e, in Francia, forza la Sioule al Puy-de-Dôme e viene decorato due volte con la Croce di Ferro, di II e di I classe. Nell'estate 1941 Peiper guida il terzo battaglione carri del secondo reggimento Panzergrenadier, penetra per mille chilometri in Russia, rompe l'accerchiamento alla 320ª Divisione di fanteria ponendo in salvo millecinquecento feriti e resiste al contrattacco sovietico dell'inverno. Dopo la caduta di Charkov in mani sovietiche, riprende Bielgorod nel marzo 1943. Nel settembre-ottobre fa fronte alla defezione italiana operando in Piemonte e restando coinvolto in combattimenti contro gruppi partigiani (per l'effettiva dinamica degli eventi vedi l'opera di Ernesto Zucconi). Rientrato in Russia, nel novembre comanda il primo reggimento carri della Leibstandarte e viene aggregato alla 2. Divisione Waffen-SS Das Reich. Combatte nei pressi di Zitomir e viene insignito della Croce di Cavaliere della Croce di Ferro, alla quale si aggiungono le foglie di quercia nel febbraio 1944.
Trasferito nelle Fiandre nell'aprile, si porta nel giugno a contrastare l'invasione anglo-americana in Normandia e nell'agosto sfugge con i suoi uomini all'accerchiamento, combattendo a novembre a sud di Euskirchen sul Westwall. A partire dal 16 dicembre è uno dei protagonisti dell'offensiva delle Ardenne al comando di un gruppo di combattimento; viene coinvolto nell'oscuro caso di Baugnez-Malmedy, ove trovano la morte una settantina di militari americani. Per le sue azioni nel corso dell'offensiva riceve le Spade sulla Croce di Cavaliere. Dopo aver combattuto contro i sovietici sul Danubio, si arrende agli americani sui contrafforti alpini di Sankt Polten. Ferito otto volte in combattimento, colpito da epato-colangite nel 1944, al termine del conflitto Peiper ha il grado di Obersturmbannführer, tenente colonnello.
Per quanto non venga portata alcuna prova di una sua responsabilità nei fatti di Malmedy, il processo di Dachau (maggio-luglio 1946), nonostante irregolarità legali di ogni tipo, maltrattamenti, torture e false confessioni (la War Crimes Commission, diretta dal tenente colonnello Burton F. Ellis, ha quattro ebrei tra i sette membri: il capitano Raphael Shumacher; il tenente William R. Perl, nato a Praga, nel 1939 presidente aggiunto a Vienna dei Sionisti Revisionisti, stipulatore del Transfer-Abkommen con Eichmann, onde incentivare l'emigrazione illegale in Palestina per conto dell'Irgun, all'epoca di Dachau psicologo conosciuto come «il giustiziere»; l'avvocato Morris Ellowitz o Elowitz; il «braccio destro» di Ellis, Joseph Kirschbaum - nello smascherare numerose false testimonianze a carico degli imputati gioca però un ruolo l'onesto ebreo Stephen F. Pinter, avvocato militare per l'accusa) porta a: 43 condanne a morte, tra cui Peiper, 22 ergastoli, due condanne a 20, una a 15 e cinque a 10 anni. L'appello riduce a 12 le condanne a morte, riduce la pena in quaranta casi e annulla tredici sentenze. Le 12 condanne a morte vengono mutate in altrettanti ergastoli nel settembre 1948, ma sei vengono riconfermate dal generale Clay, governatore militare della Germania occupata. Nel gennaio 1951, dopo due anni e mezzo di attesa con la spada di Damocle del capestro settimanalmente sulla testa (le esecuzioni vengono praticate il venerdì), anche queste vengono mutate in detenzioni a vita dal generale Handy, suo successore.
Nel 1954 l'ergastolo di Peiper viene commutato in una detenzione di trentacinque anni, ma la cattiva coscienza dei suoi «giustizieri» lo porta alla liberazione, dalla prigione di Landsberg am Lech, il 22 dicembre 1956. Il primo gennaio 1957 Peiper viene assunto dalla ditta Porsche a Francoforte quale responsabile-vendite per l'America. Nel 1964 una campagna di stampa sui fatti di Boves (23 civili del borgo cuneense caduti il 19 settembre 1943 nella risposta ad un attacco a tradimento partigiano), pur non producendo prove a suo carico, ne provoca, affiancata da agitazioni sindacali, il licenziamento. Dopo un impiego nel servizio commerciale della Volkswagen a Reutlingen, nel febbraio 1972 nuove difficoltà lo inducono a trasferirsi da Stoccarda a Traves, un paesino francese dell'Haute-Saône, ove nel 1959 ha acquistato una casetta in legno fuori dall'abitato, in un bosco sulla riva del fiume. Con un permesso di soggiorno di cinque anni, Peiper vive, con la moglie, della pensione e del lavoro di traduttore. Figli ed amici lo visitano di quando in quando.
Il «caso Peiper» scoppia nella primavera 1976 ad opera di Paul Cacheux, un commerciante di ferramenta che lo ha riconosciuto nel luglio 1974. Il francese contatta i giornalisti del comunista L'Humanité, che lancia una virulenta campagna di stampa, chiedendo l'allontanamento del «nazi-criminale». Anche se il numero non compare sugli elenchi, Peiper viene subissato di lettere e telefonate minatorie, gli viene distrutta la cassetta della posta, vengono diffusi volantini denigratori e tracciate scritte sui muri e sulle strade che portano a Traves. Nel giugno-luglio escono articoli anche su L'Est Républicain (che il 22 giugno lo ha correttamente intervistato, scattandone le ultime foto). Il 13 luglio mattina la moglie di Peiper, il quale ha rifiutato più volte la protezione degli amici, lascia la casa per un breve soggiorno nella Foresta Nera. M.E. Ketelhut, un vicino, si ferma a discorrere con lui fino a tarda ora.
Alle due e trenta del 14 luglio un motociclista passa sulla provinciale, vede un mare di fiamme nel bosco e dà l'allarme, ma quando giungono i pompieri la casa è distrutta. Il tetto e il pavimento del primo piano sono crollati su un cadavere semicarbonizzato, accanto una Smith & Wesson 0.38 e scatole di proiettili esplose. I cani vengono trovati poco distanti dalla casa, uno con in corpo un proiettile da 6.35. La polizia accerta che al piano terreno è stata lanciata una bomba incendiaria. Sono stati esplosi diversi colpi di arma da fuoco (nessuno li avrebbe uditi, causa i festeggiamenti per la prise de la Bastille con canti, balli e fuochi d'artificio).
Crollato il pavimento di legno, il corpo di Peiper cade dal primo piano. Ai piedi di un albero viene rinvenuto un ordigno incendiario inesploso, abbandonato dagli assassini. Un fucile calibro 0.22, prestato a Peiper da Ketelhut e usato contro gli aggressori, viene trovato sul terrazzo. Decine di colpi di piccolo calibro segnano i muri e gli alberi. L'autopsia rivela tracce di cenere nei polmoni di Peiper, il che indica come sia rimasto in vita per qualche tempo durante l'incendio. Nessun proiettile viene rinvenuto nei resti calcinati. Nessun testimone si avanza, nessuno ha visto alcunché. Mentre circolano voci di un coinvolgimento dei servizi della DDR e della banda Baader-Meinhof, nessuno indaga tra i comunisti né tra gli eredi dei Vendicatori. Se l'attacco sia stato intenzionalmente omicida o si sia trattato di un «avvertimento» a sloggiare finito tragicamente, non lo si chiarirà mai. Una terza ipotesi è che qualche alticcio festeggiante bastigliano abbia voluto «dare una lezione al tedesco». Il dossier Peiper, «per calmare le passioni», viene chiuso senza luogo a procedere.
 
Gianantonio Valli
 
 
No! Ancora un istante!
Non ha ancora detto nulla dei capolavori di questi negromanti che
manipolano tutto quanto è nero per ricavarne bianchezza, latte e innocenza -
non ha notato a che punto arriva la loro perfezione nel raffinare, il loro artistico tocco arditissimo, finissimo, genialissimo e mendacissimo?
Faccia attenzione!
Queste bestie del sottosuolo sature di vendetta e di odio -
che cosa fanno appunto di questa vendetta e di quest'odio?
Ha mai sentito queste parole?
Sempre che si fosse fidato delle loro parole,
avrebbe mai potuto prevedere di ritrovarsi né più né meno che in mezzo a uomini del ressentiment? "Capisco e ancora una volta apro le orecchie (ahimè, ahimè, ahimè! e chiudo il naso).
Odo soltanto ora quel che essi già tanto spesso dicevano:
“Noi buoni, noi siamo i giusti' -
a quel che pretendono non danno il nome di rivalsa,
bensì di 'trionfo della giustizia';
quel che essi odiano non è il loro nemico, no!
essi odiano l''ingiustizia', 1"empietà';
quel che credono e sperano non è la speranza della vendetta,
l'ebbrezza della dolce vendetta ('più dolce del miele', già la chiamava Omero),
bensì la vittoria di Dio,
del Dio giusto sugli empi".
 
Friedrich Nietzsche, Genealogia della morale, I 14
   

mercoledì 21 marzo 2018

DISOCCUAZIONE, cresce l’allarme nel Nord Est

Disoccupazione, cresce l’allarme nel Nord Est

In una recente nota della Cgia( associazione artigiani e piccole imprese) di Mestre risulta che il 24% dei disoccupati della regione sono stranieri e questo dato pare destinato ad aumentare per effetto della crisi, che non colpisce solo i nostri connazionali, ma anche quelli che, attirati da offerte di lavoro a tasso zero, clandestini e non, si sono tuffati in Italia, scambiandola per un nuovo Eldorado. Le anime belle dell’”immigrazione tout court”, delle “porte aperte”, degli stupidi slogan “nella mia città nessuno è straniero” dovrebbero ora spiegarci cosa succederà nel momento in cui le piccole  e medie aziende dell’area veneta entreranno in crisi ancor più di oggi, come sarà ricollocata questa massa lavoro e a scapito di chi?

Era facile prevedere che prima o poi sarebbe arrivata la resa dei conti dopo anni di propaganda buonista pro immigrazione selvaggia, che ancora oggi conta numerosi paladini tra gli imprenditori, la sinistra, il governo e il clero. A gennaio in Veneto a fronte di 172.188 disoccupati, il 24% ,ossia 41.877 è rappresentato da stranieri, con città capolista Treviso, leghista per eccellenza, con il 32% .ma che evidentemente non disdegna l’extracomunitario quando c’è da abbassare il cosiddetto “costo del lavoro”. Seguono poi a ruota Padova e Vicenza con punte del 27% e Verona  con il 23%.

Per Giuseppe Bortolussi la perdita di posti di lavoro rischia di tramutarsi in una vera “emergenza sociale” e chiede al governo di rivedere, ovviamente in senso filo aziendale la “politica delle quote d’ingresso”, dando certezza di un lavoro a chi entra in Italia. Peccato che il Bortolussi dimentica che ci sono anche i nostri connazionali ,ai quali pochi pensano, stretti dal cappio della flessibilità che si traduce in precariato  e salari da fame. Il rappresentante della Cgia snocciola dati che indicano  che ad assorbire il 70% dei lavoratori stranieri in Veneto, sono le micro imprese, quelle con meno di 10 dipendenti e che non  possono fornire alcun ammortizzatore sociale perché la Cig ordinaria e straordinaria non è prevista per questa tipologia di aziende. Anche qui il governo si dovrebbe impegnare ad estendere la Cig , al fine di evitare, prosegue, Bortolussi il “rischio di clandestinità”. Prima gli imprenditori fanno incetta di mano d’opera a basso costo,preferendola a quella nazionale, ma poi quando le cose vanno male, chiedono aiuto allo Stato ovvero a tutti noi, della serie già vista: gli utili a me e le perdite invece vanno socializzate.





                                                                                                                                                     

sabato 17 marzo 2018

L’UNESCO

LE NUOVE DIRETTIVE UNESCO PER CORROMPERE I BAMBINI

Maurizio Blondet
 
L’UNESCO (che è l’agenzia “culturale”” dell’ONU) ha appena pubblicato le direttive globali per i nuovi standard di educazione sessuale da impartire in tutte le scuole ed asili infantili dell’Occidente. Firmata dalla direttrice generale dell’UNESCO, l’ebrea francese Audrey Azoulay, che è stata ministra della “cultura” per Hollande, che l’ha piazzata all’ONU prima della caduta.
Fra le cose curiose del testo, c’è che la direttive della “nuova educazione sessuale” , l’UNESCO dice che s’inserisce nel programma politico dell’ONU per il 2030 sullo “Sviluppo Sostenibile” (sic).

http://unesdoc.unesco.org/images/0026/002607/260770e.pdf
L’Unesco prescrive le conoscenze e gli atteggiamenti da inculcare nei giovani secondo ogni classe di età. Si martella sull’esigenza di informare sulla prevenzione delle gravidanze indesiderate (contraccezione ovunque, l’aborto “laddove è legale”: ecco lo sviluppo sostenibile) e sui “diritti alla salute riproduttiva”; ma non meno martellante è l’insistenza sulla ‘uguaglianza di genere’ e la promozione dell’ideologia di genere. Con particolare cura per l’insegnamento gender ai bambini tra i cinque e gli otto anni.
In 139 pagine scritte in perfetta neolingua della dittatura LGBT, l’UNESCO sottolinea con forza il “rispetto” per l’orientamento sessuale, il “rifiuto degli stereotipi”, il “diritto” degli scolari di godere dei piaceri della carne, naturalmente condito con gran pedagogia “della responsabilità” da non confondere in alcun modo con la moralità tradizionale. Difatti afferma come cosa fatta che la responsabilità dell’educazione sessuale dei figli va sottratta alla famiglia e ai genitori, e deve essere data allo Stato (che veglia su tutti noi ché non insegniamo ai bambini gli “stereotipi” che mancano di rispetto ai sodomiti). L’educazione alla castità non viene evocata se non per condannarla come malsana, e contraria allo sviluppo sostenibile. Ai bambini viene insegnato a mettere in discussione e persino a rigettare i valori e le convinzioni dei loro genitori sul sesso e sul matrimonio, i bambini devono al più presto “riconoscere” che i loro “valori” possono essere “diversi” dai loro genitori.

Audrey Azoulay, ebrea francese.
Il programma pedagogico che l’UNESCO vuole estendere ai bambini del pianeta intero attraverso le sue “linee-guida tecniche” prevede che fin dalla scuola primaria (dai 5 agli 8 anni) gli scolari imparino dall’insegnante l’omosessualità nel quadro di una sessualità sostenibile. Dai 9 ai 12, ai ragazzini e ragazzine viene insegnato come individuare i segnali della gravidanza. Dai 9 anni gli scolari imparano le modalità del piacere maschile e femminile. La masturbazione viene raccomandata purché, stranamente, “in privato”: forse per scongiurare che adulti particolarmente sensibili a queste direttive vengano colti in flagrante pedofilia, insegnando in classe come “toccarsi”? Forse si suggeriscono ripetizioni private in casa? Fuori dagli occhi indiscreti?
Secondo il nostro ministero e governo, come noto, la “teoria del gender” non esiste, e non viene insegnata nelle scuole, si tratta di una allucinazione di genitori complottisti, gli stessi che credono che 12 vaccini siano dannosi, e che esistono le scie chimiche. Infatti è vero: ecco l’UNESCO prescrivere che i bambini a 5 anni imparino a “definire il genere e il sesso biologico e descrivere la loro differenza”, e vengono invitati a “riflettere sul proprio sentimento di appartenenza a un genere”. Una nozione di cui ciascuno capisce la necessità per preparare i piccini alla dura realtà della vita che li attende nel mondo globalizzato come disoccupati sostituiti da robot e “immigrati”; infatti la “riflessione” sul proprio “sentimento gender” è il preludio necessario per il corso ulteriore: a 9 anni, si chiederà agli scolari di “saper spiegare come l’identità di genere di una persona può non corrispondere al sesso biologico” – e soprattutto a “dimostrare rispetto per l’identità di genere altrui”; dai 5 anni va inculcato il rispetto per le famiglie “diverse”; dai 12, i bambini devono essere già edotti sul fatto che i rapporti omosessuali sono “piacevoli” e non portano affatto infezioni; l’uso del condom sarà insegnato approfonditamente.
Le conoscenze dei bambini in materie omosex devono essere sistematicamente valutate e tracciate (forse come preludio all’espulsione dalle scuole, come per i non-vaccinati; forse per identificare i renitenti da sottoporre a “corsi di recupero”). Ma non solo i bambini: anche gli insegnanti dovranno essere sottoposti ad un rigoroso programma di indottrinamento, e se occorre di rieducazione, in modo che apprendano a trasmettere le opinioni e i valori richiesti dall’ONU . “Questa formazione può essere inclusa come parte del curriculum degli istituti di formazione degli insegnanti (pre-servizio) o come formazione degli insegnanti in servizio”, spiega il documento dell’UNESCO: è facile capire che questo è un progetto di “selezione” di insegnanti omogenei all’ideologia LGBT e “sbarramento”, quando non licenziamento, di insegnanti non convinti dei “valori ONU”: una intimidazione e discriminazione odiosa basata sulle idee e la morale dei docenti. Possono essere bloccati nella carriera e perdere lo stipendio se non si adeguano alla nuova morale “libertaria”, così come i medici di base possono essere espulsi dal sistema sanitario se si oppongono alle 12 vaccinazioni.

IL NUOVO “JUS SODOMITICUM”

Del resto il recentemente nominato alto responsabile delle Nazioni Unite, il thailandese Vitit Muntarbhorn, che è un avvocato “dei diritti” e attivista omosessuale, ha apertamente dichiarato che la libertà religiosa è “secondaria” in confronto alla libertà LGBT; le scuole cattoliche o protestanti “devono” indottrinare sui benefici dell’omosessualità, e fin dalle più tenera età: “Quanto prima, tanto meglio”.
https://www.thenewamerican.com/culture/faith-and-morals/item/25742-un-pushing-homosexuality-gender-confusion-on-children
E’ la dittatura mondiale dei pederasti, che si attua in un nuovo jus sodomiticum obbligatorio, e contrario al diritto naturale. Non a caso la Cassazione ha tolto la faiglia ad una coppia di Casale Monferrato e l’ha resa adottabile, perché la mamma a57 è “troppo vecchia” e incapace (si noti la neolingua: “di comprendere quali siano i bisogni emotivo affettivi e pratici” della bimba, mentre Niki Vendola, che è diventato “mammo” sodomitico per acquisto di bambino altrui, a 58 anni, non è troppo vecchio e non viene perseguito dalla stessa Cassazione, anzi. Un tipico esempio di “diritto diseguale”, favorevole ai viziosi ricchi e potenti e ostile ai poveri normali. Cosa ci vuole per riconoscere il nuovo totalitarismo?
lui 58, ma ha più diritti




                                                                                                                                                              

domenica 11 marzo 2018

ROTHSCHILD MASSONERIA

Non si muove foglia che dio Rothschild non voglia… L’impero del male che domina il mondo dai tempi di Giordano Bruno ad oggi

Non si può capire veramente cosa accade nel mondo se non si studia La Famiglia-Per-Eccellenza, ossia i Rothschild, veri comandanti del pianeta Terra. C’entrano anche con l’Italia? Eccome. Non c’è foglia che non si muova nel nostro paese, senza la loro espressa volontà. Nel resto del mondo la musica poi non cambia affatto.
PROPRIETARI DI BANCA D’ITALIA E DELLA BARCLAYS
Sono i maggiori proprietari della Banca d’Italia e possiedono pure la Barclays (tra le maggiori azioniste di Intesa SanPaolo) soprattutto tramite Markus Agius. Possiedono puree la JpMorgan (che controlla Monte dei Paschi di Siena) tramite la famiglia Rockefeller, Mediobanca (colei che controlla Unicredit) tramite Vincent Bolloré e Jean Azema della Groupama Holding S.A., Banca Carige (attraverso Francois Perol), con Ana Patricia Botin il Banco Santander Central Hispano (il quale controlla ABN AMRO, un altro pilastro di Unicredit).
CONSULENZE DI TONY BLAIR, GERHARD SCHROEDER E BORIS ELSTIN
Tony Blair (ex Primo Ministro inglese) lavora per loro ora con tanto di paga, stessa sorte per l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, diventato loro consulente. Hanno avuto stretti rapporti con Boris Elstin. La maggior parte delle privatizzazioni nel Mondo ha reso i componenti di questa famiglia i principali beneficiari. Tra i capi di Facebook c’è Jeff Rothschild, tanto per non sbagliare.
Il Global Warming viene utilizzato come tematica fondamentale per la salvezza dell’umanità, peccato che quello che propongono come soluzione sia una tassa globale che renderebbe i componenti di questa famiglia come i maggiori beneficiari.

CONTROLLORI DEL VATICANO E PROPRIETARI DI ESSELUNGA
Seppur ebrei dichiarati sono i Guardiatesori del Vaticano, la più importante carica che il Vaticano prevede. Non a caso i Rothschild controllano il tesoro del Vaticano dal 1823. Hanno pure fondato il supermercato Esselunga tramite un loro uomo dal nome Rockefeller. La moglie di uno di loro, Arielle, è il vice-presidente della organizzazione Francese umanitaria Care e rappresenta il suo paese al consiglio di amministrazione della Care International, uno dei maggiori gruppi internazionali che si occupa di volontariato, e che possiede una incredibile serie di residence storici nella campagna inglese, incluso la ex-casa dei parenti di Lady Diana.
PRODUTTORI DEL VINO PIÙ CARO DEL MONDO
Lo Chateau Lafite, porta il nome Rothschild, così come altri vini pregiati tipo Champagne Brut, Bordeuax Mouton, e tanti altri. Negli anni Venti e Trenta le etichette di Chateau Mouton furono disegnate da pittori famosi del calibro di Mirò, Dali, Braque, Chagall e Picasso.
FINANZIATORI DI ADOLF HITLER E DELLA GERMANIA NAZISTA
Lo stesso Hitler era, molto probabilmente, il nipote di un personaggio di spicco di questa famiglia.
È stato dimostrato, in tanti libri e da un’infinita di studiosi, che Adolf Hitler e i nazisti sono stati creati e finanziati dai Rothschild. Furono loro che organizzarono l’ascesa al potere di Hitler attraverso società segrete a capo degli Illuminati presenti in Germania, come la Società Thule, la Società Vril e altre. Furono i Rothschild a finanziare Hitler attraverso la Banca d’Inghilterra. Altre fonti sono la Banca Kuhn Loeb, che finanziò anche la Rivoluzione Russa.

LA I.G. FARBEN E IL LAGER DI AUSCHWITZ
Ma il cuore della macchina da guerra di Hitler fu il genio chimico I.G. Farben. Anch’essa controllata dai Rothschild tramite società finanziarie, attraverso i valletti dei Warburg. La Standard Oil dei Warburg gestiva Auschwitz, ma era ufficialmente dei Rockefeller. L’impero Rockefeller era stato creato dai Rothschild. Essi possedevano anche i mezzi di comunicazione, e così controllavano il flusso di notizie date al pubblico.
CREATORI DELL’IMPERO ROCKEFELLER E DELLA STANDARD OIL
Nel 1818 il segretario del principe austriaco Metternich, scrivendo dei Rothschild, affermava che essi sono le persone più ricche d’Europa. La National City Bank di Cleveland, che nel corso delle udienze congressuali è stata riconosciuta come una delle banche dei Rothschild negli Stati Uniti, ha fornito a John D. Rockefeller nel 1870 il capitale per iniziare la sua monopolizzazione nel settore della raffinazione del petrolio, cosa che ha poi portato alla fondazione della Standard Oil.
CONQUISTATORI DEL MONDO IN MODO PIÙ COMPLETO E SOFISTICATO DEI CESARI IMPERATORI DI ROMA
Il poeta Heinrich Heine riferendosi a James Rothschild disse: Il denaro è il dio dei nostri tempi, e Rothschild è il suo profeta. Lo scrittore Frederic Morton ha scritto che i Rothschild hanno conquistato il mondo in modo più completo, più astuto e molto più durevole di quanto non abbiano fatto in precedenza tutti i Cesari.
BURATTINAI CHE TIRANO LE FILA E STATUINE CHE SI MUOVONO A IMPULSO
Guarda caso le loro proprietà non erano state sfiorate da una bomba in tutta la guerra! Altre fabbriche lì vicino erano state demolite dai raid aerei. Quindi, dietro la forza di Hitler, vi era la mano sapiente dei Rothschild, proprio coloro che nel mondo sostengono la razza ebraica. Gli ebrei sono per loro, come tutto il resto della popolazione mondiale, nulla di più che bestiame da usare e muovere a proprio vantaggio.
HITLER SOSTENUTO DAI ROTSCHILD E DAI WINDSOR DI REGINA ELISABETTA
Non solo Hitler fu sostenuto dai Rothschild, ma diverse prove dicono che lui fosse un Rothschild. Tra cui il libro dello psicanalista Walter Langer, The mind of Hitler. Questo calza a pennello sulla propaganda organizzata dagli Illuminati per spianare la strada al potere ad Adolf Hitler. Egli venne sostenuto anche dai Windsor, casata tedesca dei Sassonia-Coburgo-Gotha, e tra questi figurava Lord Mountbatten, un Rothschild oltre che un satanista.
COLLEGAMENTI MALLAH, SARKOZY, BUSH
L’ex Presidente della Federazione Sionista, Asher Mallah, è il pro-cugino di Sarkozy direttamente collegato a questa famiglia. Il Movimento Sionista è stato praticamente creato e finanziato da costoro.
L’Israele che si conosce ora (la Regione West Bank compresa) è stata voluta da codesti i quali hanno finanziato la campagna elettorale di Hitler attraverso i finanziamenti del nonno di Bush (Prescott Bush degli Skull and Bones) tramite la Union Bank. Hanno speso tanti soldi per condurre milioni di persone in poco tempo da un continente ad un altro. Il Rothschild Prize è tra i premi più ambiti nelle Università di Israele.

LEGAMI CON BRITISH PETROLEUM, MONSANTO ED ECONOMIST
I Rotshschild posseggono The Economist e Liberation. Sono direttamente collegati alla Monsanto, posseggono la British Petroleum, ora tristemente famosa, e tantissime altre Multinazionali non esattamente pulite.
IL MASSACRO DI SREBRENICA È IL PIÙ ATROCE EPISODIO DI GUERRA DELLA STORIA D’EUROPA, E SI CERCANO TUTTORA I VERI RESPONSABILI
Quello che si nasconde dietro la disgregazione della Jugoslavia e i conflitti all’interno dei Balcani è una sottile tela di personaggi collegati alle più potenti lobbies bancarie che hanno a capo questa famiglia. I morti di Srebrenica devono poter ringraziare qualcuno. Settemila o forse addirittura ottomila uomini portati via alle famiglie e mai più ritrovati, molti di loro giustiziati pubblicamente nella piazza centrale della città. Il massacro di Srebrenica, del luglio 1995, è considerato il più atroce episodio di guerra della storia d’Europa dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Il conflitto in Bosnia era arrivato al suo terzo anno, quando le truppe serbo-bosniache misero sotto assedio Srebrenica, enclave musulmana in territorio serbo sotto la protezione dell’Onu fin dall’inizio della guerra. A proteggerla, un contingente di caschi blu olandesi. All’inizio di luglio, il generale Ratko Mladic attacca la città mentre i circa 15 mila uomini di Srebrenica tentano una disperata resistenza o la fuga.
RAGAZZI E VECCHI GIUSTIZIATI COME ANIMALI E SOTTERRATI IN FOSSE COMUNI
La città cade l’11 luglio e nelle successive 48 ore tutta la popolazione viene scacciata. Le donne, quelle che sopravvivono alla violenza e agli stupri, e i loro bambini spaventati ed affamati, raggiungono fortunosamente Tuzla, nel nord della Bosnia. Molti ci arrivano a piedi dopo giorni di cammino nei boschi. Gli uomini rimasti, compressi vecchi e ragazzi adolescenti, stimati tra i 7.500 e gli 8.000, sono fatti radunare nella piazza centrale della città. Molti vengono giustiziati sul posto, altri portati via su camion e mai più ritrovati. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, vengono massacrati come animali e poi i corpi vengono sotterrati in fosse comuni.
I SOLDI SI FANNO SULLA PELLE DEI MARTIRI
Prima della battaglia di Waterloo finanziarono entrambi gli schieramenti, come da prassi, e riuscirono a sapere qualche giorno prima, tramite una rete di corrieri ben organizzata, che il Duca di Wellington vinse su Napoleone, questo permise loro di guadagnare in modo sporco tantissime sterline dato che fecero credere agli inglesi che la guerra era stata persa e l’invasione da parte dei francesi era ormai inevitabile ed imminente. Questa fu una delle tante operazioni che rese famoso Nathan Rothschild. Da questa rete di corriere nacque il Mossad, i potenti servizi segreti israeliani.
CONSULENZE MILIARDARIE PER CHI CONOSCE IL DOMANI IN FORTE ANTICIPO
Sono i maggiori advisor e, solo a loro, tantissimi Gruppi chiedono consulenza prima di avviare trattative finanziarie. Comune di Roma, Juventus, Alitalia, Intesa Sanpaolo, Abn Amro, Marazzi, Unilever, Mps, Telecom, Bpi, West Ham, Murdoch, Banca Popolare di Milano, Tiscali, Ubi Banca, Luxottica, Ente Cinema del ministero del Tesoro, British Telecom, Banca Italease, Paramount, Eni, Time Warner, Banca Carige, Credit Agricole e Mediaset sono solo alcuni dei tantissimi clienti ai quali fanno consulenza. Hanno pure gestito la privatizzazione di Cinecittà.
FINANZIATORI DELLA SPEDIZIONE DEI MILLE
La conquista degli Stati che componevano la Penisola italiana e, in particolare, del ricco Regno delle Due Sicilie da parte dei Savoia, non fu solo dettata dall’esigenza di rientrare dall’esposizione nei confronti di una delle loro banche, che aveva già investito parecchio nelle avventure belliche piemontesi. Nella spedizione dei Mille il ruolo della massoneria inglese, capeggiato da loro, fu determinante con un finanziamento di tre milioni di franchi ed il monitoraggio costante dell’impresa.
KISSINGER MANDANTE PROBABILE DELL’ASSASSINIO MORO
Henry Kissinger, il probabile mandante dell’assassinio di Aldo Moro (secondo la vedova di Moro stesso), assieme ai Bush frequenta e ha frequentato spesso le ville americane del ramo d’oltreoceano di questa famiglia tant’è che uno dei suoi ultimi festeggiamenti per il suo compleanno è stato organizzato dai Rothschild stessi. Paul Myners, un impiegato di una delle loro Banche, è il Segretario per i servizi finanziari inglesi e ricopre anche la carica di Primo Ministro del National Economic Council, nel 2007 ha sganciato 12.700 sterline per la campagna di leadership di Gordon Brown.
IMPLICAZIONI INQUIETANTI NELL’OMICIDIO CALVI
Bank of China lavora fianco a fianco con il ramo francese dato che è entrata nel capitale della Compagnie Financière Rothschild con una partecipazione del 20%. Heer appartiene ad una ricca famiglia di banchieri svizzeri e sostiene che i suoi dirigenti della Banca (la suddetta famiglia) lo avrebbero costretto ad effettuare le operazioni più ignobili. Una delle sue accuse è quella di aver fatto consegnare 5 milioni di dollari in contanti ai killer del banchiere Calvi prima che partissero per Londra per impiccarlo sotto il Ponte dei frati neri nel 1982.
MAFIA, LOGGIA P2 E SUPER-TANGENTOPOLI
Heer sostiene anche che i dirigenti della stessa Banca avrebbero avuto rapporti stretti con personaggi criminali legati alla mafia tramite la Loggia P2. Come se tutto questo non bastasse, ha lanciato accuse dirette al barone Rothschild, ex presidente della banca, che a suo parere avrebbe aiutato ricchi e disonesti italiani nelle loro operazioni fraudolente. Altro che Tangentopoli!
OMICIDIO OLOF PALME E TELEGRAMMA LUGUBRE DA LUCIO GELLI
Emma, della famiglia in questione, è la donna misteriosa delle indagini sulla uccisione del premier svedese Olof Palme. Costei doveva essere interrogata da almeno 12 funzionari della Polizia svedese. Gli investigatori erano convinti che la donna fosse l’amante di Palme e potesse fornire elementi utilissimi alle indagini. Ad aprile del 1990 il quotidiano svedese Dagens Nyheter scrisse che Il Gran Maestro della loggia P2 Licio Gelli avrebbe spedito, tre giorni prima dell’assassinio di Palme, questo telegramma ad un agente Cia: “Dite al vostro amico che l’albero svedese sarà abbattuto”.
COINVOLGIMENTO NELLE OSCURE VICENDE DI LADY DIANA
Nel libro di Paul Berrel uscito nel 2006 sono persino coinvolti nell’indagine della morte di Lady D. dato che un loro Lord viene nominato come amico del ricco magnate americano il quale aveva intenzione di andare alla Casa Bianca e portarsi Lady Diana come First Lady.
UN’ORA PER RACCOGLIERE I SOLDI NECESSARI A COSTRUIRE IL CANALE DI SUEZ
Tra i tanti investimenti che coinvolsero la famiglia viene spesso evocato il prestito che ha permesso al governo britannico di costruire il canale di Suez. Impiegarono appena un’ora per raccogliere la somma richiesta dagli inglesi!!!!!

CINQUE PERSONAGGI IN MEETING MATTINIERO E POMERIDIANO PER DECIDERE SUL PREZZO DELL’ORO
Nel Cda di una loro Banca omonima ci sono i proprietari di Telecom Italia, Citigroup, Heineken, Shell, Repsol, Coca Cola, Nielsen, Royal Philips Electronics, New York Times, De Beers, British Museum, BBC, Royal Bank of Scotland, British Telecom, Governatori di Banche e tantissimo altro.
In una delle loro Ville a Francoforte, nel sontuoso salone Delan M., ogni mattina e pomeriggio i rappresentanti delle cinque Bullion Houses della City si riuniscono per decidere il prezzo dell’oro.

MORTI MISTERIOSE, COCAINA E GIOIELLI, TELE TRAFUGATE E SPIONAGGIO
Intorno a questa famiglia ci sono molte morti misteriose. Come in ogni famiglia che si rispetti no?!
Una loro componente fu assassinata anni fa in Italia. Un delitto maturato negli ambienti della malavita internazionale. Venne definito un giallo d’alto bordo, un gran calderone in cui è finito di tutto, cocaina e gioielli, tele trafugate e spionaggio, sequestri e traffico d’armi, P2 e terrorismo nero. Un enigma irrisolvibile, un gioco di scatole cinesi, un puzzle a puntate.

UN GIALLO NON ANCORA CHIARITO
Evelyn, ex-moglie di un esponente Rothschild, si era risposata con il direttore di un grande magazzino e la cosa non andò proprio giù all’ex marito. Si era recata nel 1980 a Roma. Non si sa bene per quale ragione avesse lasciato la capitale per prendere alloggio in un albergo della cittadina di Sarano nelle Marche. A quell’epoca comprava e vendeva opere di antiquariato. Una notte, malgrado la tempesta, uscì dirigendosi verso una collina e da allora sia lei che la sua amica scomparvero. Qualcuno disse d’aver visto un’auto con targa straniera seguire la Peugeot nera di Janette May verso l’erta di Sassotetto. Due anni dopo le loro ossa furono rinvenute in una foresta ad almeno cinque chilometri da dove era stata trovata dai carabinieri la loro vettura.
PAPA CLEMENTE VIII E IL VERGOGNOSO ROGO DI CAMPO DE’ FIORI
A prendere il controllo della grande banca di famiglia è stato René David de Rothschild. Sua moglie Olimpia dei principi Aldobrandini, appartiene alla Nobiltà Nera. I suoi avi han dato alla Chiesa Papa Clemente VIII, un papa che clemente era di nome ma non di fatto. Giordano Bruno commise il grave errore di considerarlo uomo di grande benevolenza ed onestà intellettuale, e di inviargli il suo personale memoriale di difesa. L’errore di giudizio gli fu fatale. Clemente VIII, il 20 gennaio 1600 ordinò la sentenza di morte e il grande filosofo fu riconosciuto eretico, impenitente e recidivo, quanto bastava per darlo in pasto alla ignobile Inquisizione.
UN EROICO GIORDANO BRUNO MASSACRATO DALLA CHIESA CATTOLICA ROMANA
Il 17 febbraio 1600 Giordano Bruno venne portato al rogo a Campo de’ Fiori con la bocca in giova che gli impediva di parlare, fu dato in pasto alle fiamme, spogliato nudo e legato da un palo. Prima di morire il filosofo riuscì a gridare verso il suo aguzzino “Forse aveste più timore voi nel pronunziare la vile sentenza che io nel riceverla!”
MATRIMONI INCROCIATI NEL MONDO DELLA POLITICA E NEL JET-SET INTERNAZIONALE
Non è certo la prima volta che i Rothschild si sposano con personaggi della grande aristocrazia. Già nel 1858 Sara Louise figlia di Anselmo aveva sposato un barone Franchetti, e nel 1946 lui aveva sposato una Asburgo della famiglia imperiale austriaca. Più recentemente nel 1983 il cugino di David, Eric Alain aveva preso in moglie Maria Beatrice Caracciolo. Guy, marito anche lui della aristocratica contessa Marie Helene de Niclay, faceva organizzare feste le quali erano diventate la meta del jet set internazionale. La sua amicizia con il successore di De Gaulle, Georges Pompidou, era leggendaria.
SOVVENZIONI ALLO STATO PONTIFICIO E AFFETTUOSO BACIO ALL’ANELLO PAPALE
Sua moglie, madre di David era un personaggio molto diverso da quella del proprio cugino Edmond con il quale si contendeva il primo posto nella mondanità parigina. Edmond che un tempo era un fanatico religioso sempre pronto alla rinuncia in nome della tradizione ebraica, si era trasformato quando aveva sposato la bella e giovanissima ballerina modella Nadine, anche lei personaggio leggendario nella Francia del bel mondo. Quando organizzò per lo Stato pontificio un rilevante prestito, il pontefice lo ammise in udienza privata e gli fece baciare il suo anello. Se il prestito fosse stato a condizioni ancora migliori gli avrebbero fatto baciare anche San Pietro, scrisse un giornale dell’epoca.
SUPER-EREDI CHE MUOIONO DI OVERDOSE O SI IMPICCANO NELLA PROPRIA CAMERA D’ALBERGO
Lo stemma dei Rothschild francesi ha cinque frecce che puntano tutte verso l’alto mentre in quello dei Rotschild inglesi le frecce puntano verso il basso. Raphael, 23 anni, stroncato al termine di un party nel cuore della città che conta, New York, è morto di overdose. Era un super-erede dato che avrebbe guidato un impero da 16.000 miliardi di lire nel 2000. La vita che sembrava dorata del quarantunenne Amschel è finita in una stanza d’albergo. Un lunedì sera, poco prima di cena, una cameriera l’ha trovato impiccato nella sua camera dell’Hotel Bristol, uno dei più lussuosi della capitale inglese. Sua moglie era Anita Guinness, della grande famiglia irlandese dei produttori di birra.
POMPIDOU E DE GAULLE
L’ex Primo ministro Georges Pompidou era un agente dei Rothschild. Nel 1953 lasciò temporaneamente l’attività politica per diventare direttore generale della Banca Rothschild, incarico che manterrà fino al maggio 1958. Il 1° giugno 1958 De Gaulle, Presidente del Consiglio, lo nomina direttore di gabinetto. L’ 8 gennaio 1959 torna a lavorare per la Banca Rothschild e il 14 aprile 1962 diventa Primo Ministro Francese.
ASTUZIE E SPECULAZIONI IN TERRA RUSSA
Il controllo delle quote di Mikhail Khodorkovsky della Yukos, il gigante russo del petrolio, è passato al celebre banchiere Jacob Rothschild, secondo un accordo che ha concluso prima di far arrestare lo stesso Khodorkovsky. Una mossa ben congegnata che ha permesso alla famiglia Rothschild di arricchirsi ulteriormente ai massimi livelli.
IMPERO MONDIALE DEL TABACCO CON DUNHILL, KENT, MARLBORO, STUYVESANT
Sono proprietari della British American Tobacco o BAT, la terza più grande azienda mondiale produttrice di sigarette. I Rothschild controllano Yahoo attraverso la Barclays Bank. “Più di altri banchieri siamo stati riservati e reticenti su tutto ciò che riguardava la famiglia. Abbiamo sviluppato una sorta di tecnica della discrezione assoluta, portandola alla perfezione”, ha ammesso nel 1966, uno della famiglia.
LE VERE INFORMAZIONI SONO QUELLE CHE PRECORRONO I TEMPI
In una lettera alla sorella di Luigi Filippo, Talleyrand, allora ambasciatore a Londra, scrisse il 15 ottobre 1830 che il ministero britannico è sempre messo al corrente di tutto da Rothschild da dieci a dodici ore prima dei dispacci di Lord Stuart (l’ambasciatore a Parigi). Le loro navi non imbarcano passeggeri e salpano con qualsiasi tempo.
BANCHIERI SIMULTANEI DI CAVOUR E DI METTERNICH
I Rothschild non si fanno scrupoli, combattono senza mezze misure chi minaccia di intaccare il loro potere e non si lasciano fermare nemmeno dalle guerre. Le loro capacità sono tali che riescono ad essere al contempo i banchieri di Cavour e di Metternich e la loro spregiudicatezza è pari alla loro abilità.
ACQUISTI DI GIANFRANCO FERRÉ E DELLA DEUTSCHE BOERSE
Franco Mattioli nel 1999, socio dello stilista Gianfranco Ferrè, ha venduto il 49 per cento detenuto nella casa di moda italiana alla merchant bank Rothschild. Nel suo testo “Le Società segrete e il loro potere nel Ventesimo secolo”, Jan van Helsing racconta come nel 2005 la Deutsche Boerse ha provato a scalare la Borsa di Londra ma si è trovata un muro invalicabile costruito dai Rothschild i quali, non contenti, hanno guidato un’offensiva per l’acquisto del pacchetto azionario di maggioranza Deutsche Boerse.
CONOSCENZA ANTICIPATA DELLA GRANDE CRISI E ACQUISTO DELLA AIRBUS A UN PREZZO INFERIORE DEL 20%
Nel 2006 sapevano già con largo anticipo della crisi economica imminente e singolare è il fatto che stabilirono il prezzo per la cessione di Airbus con un valore di circa il 20% in meno. Sono proprietari della famosa galleria londinese Colnaghi. Ventisei lettere di Voltaire dedicate all’imperatrice Caterina II sono sparite. Le preziose epistole provenivano dalla collezione Rothschild ed erano dirette al Presidente della Federazione Russa Putin.
MANI IN PASTA NEL SETTORE SANITARIO
La Fondation Adolphe de Rothschild è considerata tra la più prestigiose ed autorevoli operatrici in campo medico e viene seguita da molte autorità! Per oltre un secolo ha offerto squadre mediche e chirurgiche. Dispone delle migliori apparecchiature secondo la medicina ufficiale.
CONTROLLO TOTALE DEL MERCATO DELL’OPPIO
Lord Byron, il grande poeta e scrittore del XIX secolo ha scritto che l’ebreo Rothschild e il suo rivale Cristiano Baring hanno il controllo del potere nel mondo. Poco tempo fa tuttavia la Baring è crollata sotto una montagna di debiti dovuta a speculazioni ed è stata venduta. Già allora i Rothschild e i Baring controllavano il traffico mondiale dell’oppio.
MI5 E MI6 NELLO STRATEGICO MIGLIO QUADRATO DELLA CITY OF LONDON
Quanto Scrive Calbot è sensazionale. Potrà essere una rivelazione per molte persone il fatto che il commercio globale della droga sia controllato e gestito dalle agenzie di spionaggio. In questo traffico mondiale di droga, l’intelligence britannica regna sovrana. Come sanno bene le persone informate su questo argomento, MI5 e MI6 controllano molte delle altre agenzie di spionaggio al mondo, tipo Cia e Mossad, in un’ampia rete di intrighi e corruzione che ha la sua base di potere globale nel miglio quadrato della City of London.
CIA, IRA, MOSSAD, MAFIA E TRAFFICO MONDIALE DELLA COCAINA
Il mio nome è James Casbolt ed ho lavorato per il MI6 in operazioni occulte di traffico di cocaina con l’Ira ed il Mossad a Londra e Brighton fra il 1995 e il 1999. Anche mio padre Peter Casbolt era nel MI6 e lavorò con la Cia e la Mafia a Roma, trafficando cocaina in Gran Bretagna. Dalla mia esperienza ho ricavato la consapevolezza che le distinzioni di tutti questi gruppi sono sfumate a tal punto che alla fine eravamo un unico gruppo internazionale che lavorava assieme per gli stessi obiettivi.
OBBEDIENZA A SCOTLAND YARD ED IMPORTAZIONE TOTALE DROGA VERSO GLI USA DA PARTE DELLA CIA
Eravamo marionette le cui corde erano tirate da burattinai globali con sede nella City di Londra. La maggior parte dei livelli delle agenzie di spionaggio non sono leali verso i cittadini del paese in cui risiedono e si vedono come al di sopra della nazione. È dimostrato oltre ogni ombra di dubbio che la Cia ha importato la maggior parte della droga in America negli ultimi cinquanta anni. La Cia opera agli ordini dello spionaggio britannico ed è stata creata proprio da questo nel 1947. La Cia ancor oggi è leale ai banchieri internazionali con base nella City di Londra ed alle famiglie aristocratiche dell’elite globale come Rothschild e Windsor (Saxa-Coburg-Gotha).
EROINA DAL MEDIORIENTE, COCAINA DAL SUDAMERICA E CANNABIS DAL MAROCCO
Da quando è stato attivo, il MI6 ha sempre introdotto droga in Gran Bretagna. Stimerei che il MI6 vi introduca circa il novanta per cento della droga complessiva. Lo fanno tramite il controllo di molti gruppi terroristici e criminali organizzati. Gruppi come l’Ira sono pieni di agenti MI6. Il MI6 importa eroina dal Medio Oriente, cocaina dal Sudamerica e cannabis dal Marocco, come da altri luoghi. L’intelligence britannica ha inoltre progettato e creato l’LSD negli anni ‘50 in luoghi come il Tavistock Institute di Londra. Negli anni ‘60 il MI5, il MI6 e la Cia usavano l’LSD come arma contro i manifestanti arrabbiati per trasformarli in figli dei fiori, troppo sballati per organizzare una rivoluzione.
IL MERCATO DELLA DROGA VALE 500 MILIARDI DI STERLINE ANNO
Il dr Timothy Leary, il guru dell’LSD degli anni Sessanta, era un burattino nelle mani della Cia. Il traffico mondiale della droga controllato dallo spionaggio britannico vale almeno 500 miliardi di sterline all’anno. È più redditizio del commercio mondiale del petrolio. Le economie di Gran Bretagna ed America dipendono totalmente dal denaro della droga. Il boss della mafia John Gotti espose questa situazione in tribunale quando gli venne chiesto se fosse coinvolto nel traffico di droga. Rispose “No, noi non possiamo competere con il governo”. Credo che sia stata soltanto una mezza verità perché la mafia e la CIA ai livelli più elevati sono lo stesso gruppo.
I SOLDI DELLA DROGA VENGONO RICICLATI NEL BUSINESS DEI DIAMANTI
In Gran Bretagna, i soldi della droga del MI6 sono riciclati attraverso la Banca d’Inghilterra, la Banca Barclays e altre aziende di note famiglie. I soldi della droga passano da conto a conto fino a disperdere le loro origini in un’enorme rete di transazioni. I soldi della droga escono più puliti ma non totalmente puliti. A questo punto, le famiglie che gestiscono il business corrotto dei diamanti, come gli Oppenheimer, usano questi soldi per acquistare diamanti. Questi sono poi venduti, ed i soldi della droga diventano puliti.
MI6 E CIA HANNO SOMMERSO GRAN BRETAGNA E AMERICA DI COCAINA-CRACK
Il MI6 e la CIA sono inoltre responsabili della diffusione endemica della cocaina crack in Gran Bretagna e America. Nel 1978, il MI6 e la CIA erano in Sudamerica a studiare gli effetti sui nativi che fumano la colla della cocaina basuco. Questa droga ha lo stesso effetto della cocaina crack. Hanno visto che il potenziale di resistenza e assuefazione era di gran lunga superiore alla cocaina ordinaria e crearono la cocaina crack dalla formula del basuco. Il MI6 e la CIA da allora hanno sommerso la Gran Bretagna e l’America di crack. Due anni dopo, nel 1980, la Gran Bretagna e l’America iniziavano a vedere i primi segni della diffusione della cocaina crack sulle strade.
COINVOLGIMENO DI BILL CLINTON CON LA CIA E COL MITICO AEROPORTO DI MENA IN ARKANSAS
Il 23 agosto 1987, in una comunità rurale a sud di Little Rock in America, due ragazzi minorenni di nome Kevin Ives e Don Henry sono stati assassinati e fatti a pezzi dopo essere stati testimoni di una consegna di cocaina da parte della CIA, all’interno di un’operazione di traffico di droga con base in un piccolo aeroporto a Mena, Arkansas. Bill Clinton era allora governatore dell’Arkansas. Bill Clinton a quell’epoca era pesantemente coinvolto con la CIA. Dall’aeroporto di Mena, Arkansas, ogni mese transitava cocaina per un valore di 100 milioni di dollari.
PETER CASBOLT E JAMES CASBOLT GESTORI REO-CONFESSI DELL’IMMONDO TRAFFICO
Sui traffici internazionali di droga MI6 di mio padre, qualunque cosa cadesse dalla parte posteriore del camion, per così dire, lui la teneva e la vendeva in Gran Bretagna. Finché mio padre incontrava i motoscafi dal Marocco nella Costa del Sol e poi trasportava i carichi di canapa tramite camion della MI6 e dell’IRA in Gran Bretagna ogni mese, lo spionaggio britannico era felice. Finché mio padre gestiva spedizioni di cocaina da Roma ogni mese, MI5 e MI6 erano felici. Se mio padre ne teneva una puntina per venderla nessuno si preoccupava perché c’era abbastanza droga e soldi per arrivare alla citata quota di 500 miliardi di sterline all’anno. Quelli che in effetti pagavano erano le persone assuefatte.
PETER IL PADRE MORTO DROGATO E JAMES IL FIGLIO PENTITO E PRONTO A RACCONTARE TUTTO
E stavano pagando con la loro sofferenza. Ma il destino o il karma ti raggiunge sempre e sia io che mio padre siamo diventati eroinomani negli ultimi anni. Mio padre è morto drogato e povero in prigione in circostanze molto strane. Oggi, sono pulito e libero dalla droga e voglio contribuire ad arrestare questa sofferenza di cui non si parla causata da questo commercio mondiale di droga.
BUSINESS DROGA E NUOVO ORDINE MONDIALE MARCIANO A BRACCETTO
Le agenzie di spionaggio hanno sempre usato droghe che causano assuefazione come armi contro le masse, per portare avanti il loro programma di lunga durata per un unico governo mondiale, un’unica forza di polizia mondiale per la quale è stata designata la NATO ed una popolazione con micro-chip impiantati, conosciuto come il Nuovo Ordine Mondiale. Mentre la popolazione guarda Coronation Street in una trance indotta da droga o alcool, il Nuovo Ordine Mondiale si sta insinuando alle loro spalle.
ELENCO PRECISO E CIRCOSTANZIATO DEGLI UOMINI-CHIAVE, INCLUSO GEORGE BUSH SENIOR
Per esporre correttamente il funzionamento di questo commercio mondiale della droga gestito dallo spionaggio dobbiamo presentare i giocatori chiave di questo settore. Essi sono 1) Tibor Rosenbaum, un agente Mossad e capo del Banque du Credit International con sede a Ginevra. Questa banca era il precursore della nota Banca di Credito e Commercio Internazionale (BCCI) che è una delle principali banche per il lavaggio di denaro derivante dalla droga dello spionaggio. La rivista Life ha presentato la banca di Rosenbaum come una riciclatrice dei soldi della criminalità organizzata che fa capo alla famiglia americana di Meyer Lanksky. Tibor Rosenbaum ha fondato e sostenuto Permindex, l’unità di assassini MI6 coinvolta nell’assassinio di John F. Kennedy. 2) Robert Vesco, sponsorizzato dal ramo svizzero dei Rothschild e parte della connessione americana al cartello della droga di Medellin in Colombia. 3) Sir Francis de Guingand, ex capo dello spionaggio britannico, ora residente in Sudafrica (ed ogni capo di MI5 e MI6 prima e dopo lui è stato coinvolto nel mondo della droga). 4) Henry Keswick, presidente di Jardine Matheson che è una delle più grandi operazioni di traffico di droga al mondo. Suo fratello John Keswick è presidente della Banca d’Inghilterra. 5) Sir Martin Wakefield Jacomb, direttore della Banca d’Inghilterra dal 1987 al 1995, vicepresidente nel 1985 della Barclays Bank, direttore del giornale Telegraph nel 1986. Questa è la ragione per cui questa manica di vermi non finisce sui mass media. La gente che perpetra questi crimini controlla la maggior parte dei mass media. In America, l’ex direttore della Cia William Casey è capo del consiglio di amministrazione della rete Abc. Molti insiders si riferiscono alla Abc come alla rete della CIA. 6) George Bush Senior, ex Presidente ed ex capo della Cia, e principale barone della droga americano, che ha affrontato più guerre sulla droga di ogni altro presidente. Che in realtà è solo un metodo per eliminare la concorrenza. Si potrebbe scrivere un libro intero sulla partecipazione di George Bush al commercio mondiale di droga, ma è ben trattato nel libro Dark Alliance del giornalista investigativo Gary Webb.
UN MARE DI SOLDI PER FINANZIARE PROGETTI TOP SECRET
Gary Webb fu trovato ucciso con due ferite d’arma da fuoco nella parte posteriore della testa. Il caso è stato dichiarato come suicidio. Gary Webb così come io ed altri investigatori, abbiamo scoperto che i soldi derivati dalla droga di molte di queste operazioni occulte sono stati usati per finanziare progetti classificati top secret. Questi progetti includono la costruzione e gestione di basi nel sottosuolo in Dulce nel Nuovo Messico, Pine Gap in Australia, Snowy Mountains in Australia, Nyala Range in Africa, ad ovest di Kindu in Africa, vicino al confine libico dell’Egitto, nel Monte Bianco in Svizzera, Narvik in Scandinavia, nell’isola di Gottland in Svezia ed in molti altri posti in giro per il mondo.
CONTROLLO TOTALE DELLE RETI TELEVISIVE AMERICANE
Lord Disraeli, primo ministro della Regina Vittoria, durante una festa nuziale di Rothschild ne incontrò 45. Malgrado fosse esausto per avere stretto tante mani per salutarli, esclamò: “di Rothschild non ce ne sono mai abbastanza”. I Rothschild hanno il controllo di tutte e tre le grandi reti statunitensi che sono: NBC, CBS e ABC.
CONTROLLO TOTALE DELL’URANIO MONDIALE
Nel 1995 lo scienziato per l’energia atomica, il dottor L. Kitty, sostenne che i Rothschild controllano l’80% delle forniture di uranio di tutto il Mondo accusando loro di avere il monopolio nucleare globale. Ora ci sono solo 5 Nazioni nel Mondo senza una Banca Centrale controllata dai Rothschild: Iran, Corea del Nord, Sudan, Cuba e la Libia. Edmond de Rothschild Banque, una controllata del gruppo europeo Edmond de Rothschild, divenne la prima banca di famiglia ad aver ottenuto l’approvazione della China Banking Regulatory Commission ed è entrata sul mercato finanziario cinese.
SCALATA ALLA BANCA RUSSA MEDIANTE SOLITE INFORMAZIONI ANTICIPATE E MEDIANTE I PASSAPAROLA
Hanno scalato la grande banca russa Rosbank. Quello che si è presentato dinanzi alle mire espansionistiche del gruppo Rothschild non era solo la possibilità di prendere il controllo della seconda rete bancaria della Russia, per 1,2 miliardi di euro, 600 agenzie, e la copertura dell’80% del territorio, ma anche di acquisire il controllo delle eventuali informazioni riservate del consorzio per l’esportazione di armi possedute dallo Stato russo. Per secoli sono sempre riusciti nell’intento di ricevere informazioni importanti il giorno prima di chiunque altro. Crearono una rete impeccabile ed ineguagliabile di passaparola.
IL DUALISMO STERLINA-EURO È OVVIAMENTE FARINA DEL SACCO ROTHSCHILD
Uno dei principali motivi per cui il Regno Unito stia staccato dall’Europa con la moneta, è che il Partito Referendum ha spinto per decenni per far sì che ciò avvenisse. Referendum Party è il nome originale del movimento che ha permesso tutto questo. Il fondatore, finanziatore e promotore di tale gruppo politico è stato James Goldsmith, cugino di Jacob Rothschild.
GEORGE SOROS E QUANTUM FUND, MICHAEL LEEDEN E ANTONIO DI PIETRO
Il vero creatore del Popolo Viola è George Soros mentre l’ideatore è Michael Leeden (ideatore delle rivoluzioni colorate e maestro-insegnante di Di Pietro nonché indagato per i crolli del 9/11), guardacaso entrambi pedine dei Rothschild. Il primo lo è attraverso il Quantum Fund mentre il secondo attraverso i neocons ed i servizi segreti.
J.P. MORGAN MANIPOLATORI DEL PREZZO DELL’ORO E DA SEMPRE PADRONI DEGLI USA E DELLA FEDERAL RESERVE
Nel 1835 il proprietario della Banca Centrale degli Stati Uniti era il Barone James Rothschild.
Nel libro di Eustace Mullins dal titolo “I Segreti della Federal Reserve” viene riportato che nel 1910 gli Stati Uniti d’America erano nelle mani di banchieri fortemente presenti nell’ambiente londinese. Erano J.P. Morgan Company, Brown Brothers Harriman, Warburg, Kuhn Loeb e J. Henry Schroder. Essi intrattenevano un forte legame con il casato dei Rothschild il quale esercitava il suo potere attraverso la manipolazione del valore dell’oro. Ogni giorno infatti, il prezzo mondiale dell’oro viene deciso nell’ufficio londinese di N.M. Rothschild e Company.

CINQUE AGENTI DI CUI QUATTRO DI CASA ROTHSCHILD A FISSARE IL PREZZO DELL’ORO COL RITUALE DELLE BANDIERINE
La procedura del fixing dell’oro a Londra è stata istituita dai Rothschild nel 1919 con la collaborazione di quattro potenti mercanti d’oro. Fino al 2004 un seggio e relativa presidenza del gruppo dei mercanti era dei Rothschild. Il fixing è ancora praticato da cinque agenti autorizzati facenti parte di una market association chiamata LBMA. Nel 1919 i Rothschild chiamarono quattro commercianti in oro, Pixley-Abel-Mocatta, Goldsmid-Samuel-Montagu-Sharps e Wilkins, per concordarne il prezzo giornaliero e comunicarlo al pubblico internazionale. Fisicamente i cinque si riunivano in casa Rothschild a Londra e adottavano un rituale pittoresco per fixare, con delle bandierine, le loro imperscrutabili decisioni.
OGGI I FISSATORI DEL PREZZO SONO HSBC, NOVA SCOTIA, DEUTSCHE BANK, SOCIÉTÉ GÉNÉRALE E BARCLAYS BANK CHE È SEMPRE NELLE MANI DEI ROTHSCHILD
È evidente che i cinque avevano tutto il potere per imporre le loro decisioni. Salvo una parentesi durante la seconda guerra, i cinque hanno fissato il prezzo per quasi un secolo. Nel 2004 Rothschild ha ceduto il proprio seggio alla Barclays. Ora i nuovi occupanti i seggi sono: The Bank of Nova Scotia Mocatta, HSBC Bank, Deutsche Bank, Société Générale e Barclays Bank. La Barclays Bank è però controllata dai Rothschild!!!!!
INDICI DI BORSA, SPREAD, FINANZA E COMMERCIO MONDIALE TUTTO IN MANO AI BANCHIERI DELLA ROTHSCHILD E AGLI SPECULATORI STILE SOROS
Queste persone sono coloro che determinano i fatti, i quali fatti diventano poi informazioni per il parco buoi, nei tempi e nei modi stabiliti da Lor Signori Banchieri. Se gli indici di borsa si muovono su rumors e dati, se i rumors e dati anticipano e seguono i fatti, se i fatti sono determinati da pochi, se questi pochi si conoscono e concordano sui fatti, allora questi pochi controllano la finanza internazionale perché conoscono in anticipo le ripercussioni che avranno le parole e le azioni da loro determinate.
WASHINGTON POST E RETI FERROVIARIE EUROPEE ED ITALIANE
Il Washington Post fu diretto dal 1972 al 1989, e di nuovo nel 2002, da sir Evelyn De Rothschild
Sul Titanic persero la vita almeno due Rothschild, erano fratelli. La famosa Ferrovia del Nord, costruita durante l’Impero Austro-Ungarico per collegare Vienna con le miniere di sale di Bochnia vicino a Cracovia, fu finanziata da Salomon Mayer von Rothschild. Tra le tantissime altre ferrovie costruite in quel periodo e finanziate dai Rothschild ce ne furono anche moltissime italiane. Non è casuale che la Creditanstalt, fondata nel 1855 ad opera di Anselm von Rothschild, divenne nel tempo la più grande banca dell’Austria-Ungheria, con filiali a Praga, Brno, Trieste, Budapest, Leopoli e Brasov.

STRETTI LEGAMI TRA I ROTHSCHILD E LA REGINA ELISABETTA
Edmond de Rothschild ha acquisito una importante collezione di disegni e incisioni, che lasciò in eredità al Louvre composta da più di 40.000 incisioni, quasi 3.000 disegni e 500 libri illustrati. Inclusi più di cento incisioni e disegni di Rembrandt. I Falascia, un popolo di origine etiope e di religione ebraica, ricevettero l’aiuto finanziario del francese barone Edmond de Rothschild attraverso Jacques Faitlovitch. Christophe Clement, il proprietario di noti centri di allenamento ippico, è l’ennesimo collegamento tra la famiglia Rothschild e la Regina d’Inghilterra dato che tali centri di allenamento appartengono a queste due casate nobili.
COLLEGAMENTI CON LA FIAT
La Rothschild divenne la più prestigiosa carrozzeria di Francia ed aprì, nel 1906, una sede anche a Torino in via Madama Cristina 147, la Carrozzeria Italiana Rothschild società anonima, con capitale di un milione e mezzo di franchi. Questa affiliazione italiana, qualche anno più tardi, fu acquisita dalla Fiat e divenne la Sezione Carrozzerie Fiat.
BRITISH PETROLEUM E PANNELLI FOTOVOLTAICI
La British Petroleum, della quale l’azionista di controllo è Nathan Philip Rothschild, possedeva il 20% del mercato mondiale dei pannelli fotovoltaici nel 2004. Vuole creare una rete distributiva di idrogeno in California.
CONTROLLO SU DIVERSE BANCHE PRIMARIE E SU TELECOM
LA7 è controllata direttamente dai Rothschild attraverso Telecom la quale è controllata da una cordata italo-spagnola composta da Mediobanca, Assicurazioni Generali, Intesa Sanpaolo e Telefónica. Ha il controllo del 23% circa di Telecom Italia.
MARIO D’URSO E FAUSTO BERTINOTTI, GIANNI AGNELLI E PININFARINA
Mario D’Urso è banchiere di razza e amico dei signori dell’industria (era uno dei commensali più frequenti e apprezzati dell’Avvocato Gianni Agnelli) e della finanza (è adorato da Jacob Rothschild) e della politica (grazie ai suoi ottimi rapporti con i Kennedy). Mario d’Urso ha organizzato nella propria villa il compleanno a Fausto Bertinotti e quest’ultimo lo ha ringraziato pubblicamente.
Pininfarina ha annunciato un accordo col finanziere francese Vincent Bolloré. Assieme produrranno una vettura elettrica che dovrebbe andare sul mercato nel 2010.

DE BENEDETTI, COLANINNO, CASALEGGIO E GRILLO
Carlo De Benedetti, ebreo, una delle persone più potenti in Italia, è nel Consiglio d’Amministrazione della Banca Rothschild francese. Costui ha come braccio destro Colaninno, ex Presidente di Telecom, il quale mise il figlio (ora Deputato del PD) a lavorare a stretto contatto con Casaleggio nella Webbeg Spa. Ora quel Casaleggio gestisce personaggi come Di Pietro, Grillo e tanti altri. Colaninno junior incontrò Benetazzo ed il veneto cambiò subito dopo, dato che non nominò più la parola Signoraggio (un po’ come fece pure anche Grillo dopo il ‘98). De Benedetti è uno dei maggior finanziatori del PD e dell’IDV (Italia dei Valori).
FRANCO BERNABÉ NEL REGNO DEGLI INTOCCABILI
L’attuale Amministratore delegato di Telecom è Franco Bernabè, l’ex VicePresidente di Rothschild Europe ed attualmente in Rothschild Spa. Quest’ultimo è stato amministratore delegato di Eni, dal 1992 al 1998 ha privatizzato la Società. Bernabè ha inoltre ricoperto vari incarichi pubblici. Nel 1999 è stato nominato dal Primo Ministro come rappresentante speciale del governo italiano per la ricostruzione del Kossovo. Tra il 2001 e il 2003 è stato Presidente della Biennale di Venezia e dal 2004 è Presidente del MART di Trento e Rovereto, il principale museo italiano di arte moderna.
Bernabé è stato membro dell’Advisory Board del Council on Foreign Relations. Attualmente siede nel consiglio del Peres Center for Peace, nell’Advisory Board dell’Observatoire Méditérranéen de l’Énergie, ed è membro del consiglio di amministrazione di Petrochina, ruolo che ha ricoperto in passato anche in altre società italiane e internazionali quotate. Bernabè è stato inoltre presidente e azionista di maggioranza di FB Group, società di investimenti nei settori dell’ICT e delle energie rinnovabili che aveva fondato.

DE BENEDETTI, BUSH, BIN LADEN E GRUPPO CARLYLE
De Benedetti, la sera prima del 9/11, era a cena a Washington, al National Building Museum, con George Bush padre e la famiglia di Bin Laden, tutti invitati dal Gruppo Carlyle! E chi conosce il gruppo Carlyle sa bene che cosa vuol dire! La Banca francese Edmond de Rothschild possiede Air France la quale ha quasi acquistato Alitalia. Rodolfo, figlio di Carlo, è Presidente di Sorgenia. Il sito di Sorgenia informa che è il primo operatore privato italiano del mercato nazionale dell’energia elettrica e del gas naturale, con 500.000 clienti in tutta Italia e impianti di generazione elettrica per circa 2.900 MW di potenza. De Benedetti è stato compagno di scuola di Umberto Agnelli.
CHICCO TESTA PRESIDENTE NAZIONALE DI LEGAMBIENTE
Chicco Testa è stato Segretario Nazionale, e successivamente Presidente Nazionale di Legambiente. Eletto alla Camera dei deputati per due legislature, nelle liste del Pci nelle elezioni del 14 giugno 1987, poi riconfermato con il Pds fino al 1994, è stato membro della Commissione Ambiente e Territorio. Dal 1994 al 1996 è stato Presidente del consiglio di amministrazione di Acea, Azienda Comunale Energia e Ambiente del Comune di Roma. Dal 1996 al 2002 è stato Presidente del Consiglio di Amministrazione di Enel e membro del Consiglio di Amministrazione di Wind. Durante la sua presidenza, Enel è stata parzialmente privatizzata. Chicco Testa è membro del consiglio di amministrazione di Allianz ed è Presidente di EVA, Energie Valsabbia, società che sviluppa e costruisce impianti idroelettrici e solari.
GIOVANNI STELLA, GRUPPO RIELLO E ROMA METROPOLITANE
Ennesimo collegamento Rothschild-Telecom è Giovanni Stella. Dal 2004 al 2007 è stato Amministratore Delegato di Rothschild S.p.A. per poi passare dal 2008 a vicepresidente esecutivo e amministratore delegato di Telecom Italia Media. Stella è stato inoltre membro dell’Expert Advisory Committee dello European Carbon Fund e Presidente del Comitato Organizzativo del 20° Congresso Mondiale dell’Energia. È stato membro del Consiglio di Amministrazione del gruppo Riello (leader italiano nei sistemi di riscaldamento) dal 2002 al 2004. Dal 2002 al 2005 è stato membro dello European Advisory Board del Gruppo Carlyle, presidente del consiglio di amministrazione di S.T.A. Spa (Agenzia per la Mobilità del Comune di Roma) e Presidente del Kyoto Club. È stato inoltre Presidente, fino al 2008, della società Roma Metropolitane, appartenente al comune di Roma, che realizza le nuove Linee Metropolitane della capitale italiana.
IMPECCABILE PERCORSO UNIVERSITARIO
Giovanni Stella è giornalista e collabora con alcuni fra i più importanti quotidiani e settimanali italiani. È stato professore incaricato presso la Scuola di Management della LUISS, Libera Università Internazionale degli Studi Sociali, Master in Business Administration, responsabile del corso in Economia e Management delle Imprese di servizi di pubblica utilità. È stato professore presso le Università di Macerata e Napoli. Attualmente è Managing Director di Rothschild. È inoltre Presidente di Telit Communications Plc e Vice Presidente della Intecs S.p.A.
ANGELO ROVATI E MARCO TRONCHETTI PROVERA
Angelo Rovati era Senior Advisor in Rothschild Italia, è un ex cestista, dirigente sportivo e politico italiano. È stato uno dei consiglieri di Romano Prodi. Divenne consigliere della presidenza del Consiglio nel maggio 2006, durante il Governo Prodi II. Decide di lasciare l’incarico nel mese di settembre, successivamente ad alcune polemiche legate al suo studio su un ipotetico piano di riassetto per Telecom Italia, consegnato in modo privato e riservato a Marco Tronchetti Provera, con l’errore, come ammette Rovati, di aver allegato al documento un biglietto da visita che recava l’intestazione della presidenza del Consiglio. Parte della lettera di dimissioni dall’incarico in Rothschild: “Mi sono reso conto che forse il fatto che da sempre sono abituato a dire quello che penso liberamente possa in effetti procurare qualche impatto negativo alla Rothschild di cui sono senior advisor. Per questo ho pensato che la cosa migliore da farsi è rassegnare le mie dimissioni per non correre il rischio che altre mie esternazioni da spirito libero possano riportarmi e riportare la Banca in incresciose situazioni nei riguardi di clienti o potenziali tali. Vi auguro grandi successi, ve li meritate tutti e vi prego di considerarmi comunque e sempre un grande amico vostro e della Banca”.
DERECK THOMAS E GIANFRANCO FINI
Il principale organizzatore del tour europeo che lanciò Fini ed il suo Movimento fu Sir Derek Thomas. L’ex ambasciatore inglese a Roma sovraintende agli affari italiani della Banca Rothschild. Fini, nella sede della stampa estera, ha parlato a lungo di privatizzazioni, rassicurando l’uditorio
sull’atteggiamento di Alleanza Nazionale: “Non saremo certo noi ad opporci alle privatizzazioni”.

STEFANO ROSSI BRILLANTE STOCK BROKER DI CASA NOSTRA
Stefano Rossi che in una nota intervista parla di paesi virtuosi e dell’imminente crisi della Grecia e della Spagna, è Amministratore Delegato Edmond de Rothschild e comincia la sua carriera a Londra nel 1988. Nel 1989 torna in Italia per entrare in Citibank. Nel 1991 approda in S.G. Warburg e in seguito, con l’acquisizione della Società da parte di SBC e della successiva unione con UBS, viene promosso nel 1996 a Head of Sales di UBS. Nominato nel 2001 Responsabile del mercato azionario e Managing Director di UBS SIM, Rossi mantiene la carica di CEO della SIM italiana di UBS fino al giugno 2007. Nel corso della sua carriera in UBS SIM, Stefano Rossi e il suo team sono stati eletti per ben otto volte migliori StockBroker italiani dalla Institutional Investors Survey.
CARLO CARACCIOLO E LE DUE FIGLIE DIVENTATE SPOSE DI GIANNI E UMBERTO AGNELLI
Caracciolo è un nobile e socio di Rothschild nel quotidiano Liberation. Carlo Caracciolo è anche fondatore di Repubblica. Eric Alain Rothschild aveva preso in moglie Maria Beatrice Caracciolo. Gianni e Umberto Agnelli hanno sposato le due figlie di Caracciolo e da allora sono stati soprannominati affettuosamente i Re d’Italia.
QUESTI SONO I PADRONI DELLA NOSTRA VITA E DELLE NOSTRE SORTI
Possiedono, gestiscono e controllano Società di ogni genere e pubblicano i nomi di queste sul proprio sito ufficiale senza timore che alcuni possano pensare che ci sia qualcosa dietro. Riporto qualche nome ma probabilmente l’elenco sottostante non rappresenta nemmeno l’1% delle aziende in loro possesso: De Beers, British Telecom, France Telecom, Deutsche Telekom, Alcatel, Mannesmann, BBC, Petro-China, PetroBras, Aventis, Unilever, Valentino, Cerruti, Calvin Klein, Tiscali, Seat Pagine Gialle, Rai, Banca di Roma, Ferretti, Banco di Napoli, 3i, BNL Banca Nazionale del Lavoro, Intesa San Paolo, Monte dei Paschi di Siena, Aeritalia, Alenia, Aermacchi, Finmeccanica, Oto Melara, Agusta, Alitalia, Pininfarina, Banca Intesa, Giochi Preziosi, Luxottica, Mulino Bianco, Pavesi, Barilla, Wasa, British Petroleum, e tantissimo altro!

(fonte: http://www.nocensura.com/2012/02/dossier-la-famiglia-piu-potente-del.html)
http://altrarealta.blogspot.it/2014/09/linquietante-impero-mondiale-rothschild.html

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COMMENTO - QUESTO È UN DOCUMENTO DA TENERE IN BACHECA E DA DIFFONDERE NEL CONTEMPO
Ringrazio il prof Giuseppe Altieri per avermi inviato questo prezioso documento che chiarisce in modo straordinario e sintetico accadimenti oscuri e misteriosi della storia contemporanea e in particolare del nostro dopoguerra, arrivando fino ai giorni nostri.
È IMPORTANTE SAPERE QUELLO CHE BOLLE IN PENTOLA
Senza la conoscenza approfondita di questi fatti, di questi legami familiari e sociali, di queste segrete interconnessioni, poco e nulla si comprende, poco e nulla si sa di quanto realmente succede e di quello che bolle in pentola.
SIAMO LETTERALMENTE SOMMERSI DA SPAZZATURA IDEOLOGICA ED INFORMATIVA
Da sempre ci è noto che guardare la televisione, ascoltarne i messaggi, sentirne i comunicati medici e gli accadimenti giornalieri significa imbottirsi di spazzatura ideologica e di bufale a ripetizione, sia sotto forma di pubblicità devianti che sotto forma di notizie politiche e persino di fatti di cronaca, presentati sempre con tagli e modalità artefatte, parziali e manipolate. Da sempre sappiamo che quanto ci viene presentato ufficialmente è il teatrino delle invenzioni e degli imbrogli riservati ai bambini scemi, agli allocchi, alle pecorelle che sentono il beeh e lo ripetono all’infinito, ai bravi ed obbedienti cittadini e consumatori.
IL MONDO È NELLE MANI DEI SOLITI ALCHIMISTI
Da sempre sappiamo che il mondo è nelle mani di un manipolo di poche famiglie, e che i Rothschild in particolare, collegati ai regni di Inghilterra e di Olanda, a Scotland Yard, alla Cia, alla Mossad, e al Vaticano, alle banche e alle multinazionali, fanno e disfano tutto quello che accade, e fanno vedere tutto quello che gli comoda, coadiuvati da lobbies, da servitori, da coloni e da leccapiedi di intera o di mezza tacca, da scienziati che non fanno scienza, da legislatori azzeccagarbugli, da docenti inutili e banali, da capi di stato e premier asserviti e bravi solo a svolgere il compitino dettatogli da chi li dirige a bacchetta, da scuole che non insegnano, da televisioni che non informano.
IL REGIME MONDIALE DEI FARABUTTI NON PERDE UN COLPO
Ma questo documento è davvero speciale e va a integrare quanto scriviamo da tempo sull’America, su Bilderberg, sulle speculazioni dei Soros e dei Gates, sulle crisi valutarie e finanziarie volute e pianificate, sulle epidemie inventate volute e pianificate, e su tutte le farse e le prese per i fondelli a cui il Regime Mondiale dei Farabutti sottopone l’intera popolazione mondiale, ipnotizzata ed impecorita quanto basta e anche di più. Nessun rispetto per la persona umana. Figurarsi per gli animali e per l’ecosistema. Tutte cose da asservire e da brutalizzare in base alle proprie leggi e ai propri interessi.
Valdo Vaccaro
(Fonte notizia: http://escidalcerchio.altervista.org/linquietante-impero-mondiale-rothschild/)
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Commento Ricevuto: “Ciao Paolo, la fonte da cui ricavo alcune delle notizie che ti invio, riguardo a quanto scritto nell’art. di Valdo Vaccaro sui Rothshild mi ha risposto questo:
Tutte le news sono tratte dal Rapporto Omega, persino gli stessi libri e link, e non è stato citato.
Ma va bene lo stesso, almeno sempre più persone sono informate. Peccato non si dica che dietro a queste famiglie vi è il Vaticano.
Nel Rapporto Omega però viene detto e ormai i lettori hanno sfondato quota 6.000 persone.
Gli ultimi Stati da cui hanno attinto sono: Alaska, Canada, Spagna, Francia, Perù, Russia, Romania, Stati Uniti e Argentina.
Al momento è pubblicato solo poco meno del 3% delle informazioni e dei giornalisti mi hanno contattato per avere il restante 97,51% del database, ma ho cortesemente rifiutato. Molte di queste news sono assolutamente inedite.”

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Ulteriore commento: “Paolo, vorrei aggiungere quanto segue:
Che chi comanda sia il Vaticano e non i Rothshild lo dimostra questo testo estratto dall’art. stesso: “Quando (Edmond Rothshild) organizzò per lo Stato pontificio un rilevante prestito, il pontefice lo ammise in udienza privata e gli fece baciare il suo anello. Se il prestito fosse stato a condizioni ancora migliori gli avrebbero fatto baciare anche San Pietro, scrisse un giornale dell’epoca.
Bene, se a comandare fossero i Rothshild, Edmond avrebbe imposto al Papa di riceverlo e sarebbe stato il Papa a baciare le ginocchia di Edmond e non viceversa come è accaduto, non ti pare?
Quindi il problema rimane sempre lo stesso: finché non si arriverà a capire e si ammetterà che chi gestisce il mondo è la chiesa cattolica, non riusciremo mai ad emanciparci e a divenire liberi, perché saremo sempre legati alle religioni. Te lo dico come punto di riflessione per la Spiritualità laica. Finché la gente non capisce cosa e chi sta dietro alle religioni, non sarà mai spirito libero di pensare e di agire.”
(Marco Bracci)