giovedì 29 dicembre 2016

“Ecco perché abbiamo ucciso Aldo Moro”

Ex Consigliere di Stato USA: “Ecco perché abbiamo ucciso Aldo Moro”  

di Gianni Lannes

“La decisione di far uccidere Moro non venne presa alla leggera. Ne discutemmo a lungo, perché a nessuno piace sacrificare delle vite. Ma Cossiga mantenne ferma la rotta e così arrivammo a una soluzione molto difficile, soprattutto per lui…”

Ritrovamento corpo di Aldo Moro“Con la sua morte impedimmo a Berlinguer di arrivare al potere e di evitare così la destabilizzazione dell’Italia e dell’Europa».
Così parlò nel 2006 Steve Pieczenik – il consigliere di Stato USA, chiamato al fianco di Francesco Cossiga per risolvere la condizione di crisi – in un’intervista pubblicata in Francia dal giornalista Emmanuel Amara, nel libro “Nous avons tué Aldo Moro”.
Ancora prima, il 16 marzo del 2001, in una precedente dichiarazione rilasciata a “Italy Daily”, lo stesso Pieczenik disse che il suo compito per conto del governo di Washington era stato quello «…di stabilizzare l’Italia in modo che la Dc non cedesse. La paura degli americani era che un cedimento della Dc avrebbe portato consenso al Pci, già vicino a ottenere la maggioranza. In situazioni normali, nonostante le tante crisi di governo, l’Italia era sempre stata saldamente in mano alla Dc. Ma adesso, con Moro che dava segni di cedimento, la situazione era a rischio. Venne pertanto presa la decisione di non trattare. Politicamente non c’era altra scelta. Questo però significava che Moro sarebbe stato giustiziato. Il fatto è che lui non era indispensabile ai fini della stabilità dell’Italia».
Libri e varie...
LA FABBRICA DEL TERRORE
Versione nuova
di Webster Griffin Tarpley

Leggere queste pagine significa affacciarsi su un incubo. Gli Stati Uniti sono in mano a un gruppo di pericolosi sovvertitori della pace mondiale. Né il ?New York Times?, né il ?Washington Post? hanno recensito il libro. Si presume che non lo faranno nemmeno i grandi giornali italiani. Che, infatti, hanno tutti mentito sull'11 settembre.
 Giulietto Chiesa, parlamentare europeo e giornalista
  
 Con gran rammarico, concludo che questo libro di Tarpley è il più forte tra gli oltre 770 libri da me recensiti su Amazon, quasi tutti di saggistica. Devo concludere chel'11/9 è stato come minimo lasciato accadere come casus belli [?]. Questo libro è, senza dubbio, il principale testo di riferimento moderno sul terrorismo di Stato, e anche il testo dove si suggerisce nel modo più puntuale che gli elementi canaglia nel governo USA [?] sono i più colpevoli di terrorismo di Stato [?] È innegabile che il Governo USA ha voluto uccidere i suoi stessi cittadini e ha voluto costruire attacchi per mobilitare l'opinione pubblica.
 Robert D. Steele, ex alto ufficiale della Marina USA e spia della CIA, da sempre repubblicano, imprenditore e teorico dell'Intelligence e docente alla Marine Corps University.
È recensore n. 1 della non-fiction di Amazon.com
  
 Arrivato alla quarta edizione negli Stati Uniti, La Fabbrica del Terrore è un libro che compie un salto di qualità nelle indagini alternative sull'11/9 e sugli altri atti di terrorismo che hanno scosso il mondo negli ultimi anni: dopo le denunce delle molte incongruenze presenti nelle versioni ufficiali, Webster Tarpley offre una ricostruzione riccamente documentata sull'azione dei servizi segreti e dei loro mandanti nel perseguire interessi strategici ben precisi.
 Franco Cardini, storico, docente all'Università di Firenze
  
 Tarpley ha creato un genere del tutto nuovo [?] paragonando le tecniche utilizzate dalle agenzie di Intelligence statunitensi nella creazione dell'11/9 e i metodi usati in passato dall'Intelligence USA. [?] Si continuerà a tornare su questo libro per sollevare nuove domande lungo questa linea d'indagine.
 Thierry Meyssan, ex segretario nazionale dei radicali di sinistra francesi.
 Presidente del ?Réseau Voltaire?, autore dei bestseller L'Incredibile Menzogna e Il Pentagate
  
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EBOOK - LA REPUBBLICA DELLE STRAGI IMPUNITE
I documenti inediti dei fatti di sangue che hanno sconvolto il nostro paese
di Ferdinando Imposimato

La storia recente dell'Italia è attraversata da una lunga linea rossa, che va dalla bomba di Piazza Fontana alle morti di Falcone e Borsellino. Terribili eccidi di persone innocenti, sacrificate a trame segrete e oscure ragioni di Stato. Stragi ancora impunite, che hanno avvelenato il clima politico e sociale del nostro Paese e aumentato la sfiducia del popolo italiano verso le istituzioni.
 Ferdinando Imposimato ? giudice da sempre in prima linea, che durante la sua carriera ha indagato su alcune delle pagine più drammatiche della parabola repubblicana ? ricostruisce, con documenti inediti e una originale visione d'insieme, i fatti di sangue orditi da terroristi di destra e di sinistra, servizi segreti deviati, bande armate. Un'analisi lucida ed efficace, che non può non sollevare degli angoscianti interrogativi: quale ruolo ha avuto la politica nella stagione delle stragi di Stato? Perché alcuni uomini delle istituzioni hanno favorito quelle menti criminali? Quale collegamento esisteva tra la strategia della tensione e Gladio, tra gli americani e gli attentati che hanno drammaticamente caratterizzato gli anni di piombo e quelli a seguire? Premio Roma 2013 per la saggistica Una rivoluzionaria indagine sulle pagine più oscure della storia italiana «Le verità d'Italia oltre i tribunali: il saggio di Ferdinando Imposimato, un nobile tributo alla memoria.» Antonio Ferrari, Corriere della Sera
 «Tiene col fiato sospeso perché sai che stai partecipando a un segmento della Storia della Repubblica che avviene adesso, mentre leggi, mentre vorresti entrare nel corteo che chiede finalmente legalità.» Furio Colombo, Il Fatto Quotidiano
 «Riesce a offrire una visione d'insieme di quanto accaduto, grazie a una vasta documentazione finora inedita.» Silvana Mazzocchi, la Repubblica
 Ferdinando Imposimato È nato nel 1936, avvocato penalista, magistrato, è Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione. È stato giudice istruttore in alcuni dei più importanti casi di cronaca degli ultimi anni, tra cui il rapimento di Aldo Moro, l'omicidio di Vittorio Bachelet, l'attentato a Giovanni Paolo II. Grand'ufficiale dell'ordine al merito della Repubblica italiana, ha ricevuto diverse onorificenze in patria e all'estero per il suo impegno civile. È stato anche senatore, prima nelle liste del PDS e poi del PD. È autore di numerosi saggi, tra cui ricordiamo Vaticano. Un affare di Stato e, con Sandro Provvisionato, Doveva morire e Attentato al Papa. La Repubblica delle stragi impunite ha vinto il Premio Roma 2013 per la saggistica. ...
EBOOK - L'ITALIA SEGRETA DEI SEQUESTRI
Dal caso Moro a Emanuela Orlandi, le inchieste shock del giudice delle verità scomode
di Ferdinando Imposimato

La storia d'Italia è stata spesso funestata dalla piaga dei rapimenti, da quelli estorsivi a quelli dell'Anonima sequestri, da quelli di stampo mafioso a quelli politici, fino a quelli simulati a scopo di ricatto, talvolta conclusi anche con la morte della vittima, dopo mesi o anni di prigionia. Molti sono i casi rimasti impressi nella memoria collettiva per la fama dei soggetti implicati: da Paul Getty III (nipote dell'omonimo petroliere americano) al noto gioielliere Gianni Bulgari, dal duca Massimiliano Grazioli (il primo grande colpo della famigerata Banda della Magliana) a Michele Sindona (che arrivò a simulare il proprio sequestro). Altri, invece, hanno tenuto col fiato sospeso l'intera nazione, che seguiva passo dopo passo il destino delle vittime, come nei casi di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi, scomparse entrambe nel 1983 e mai più ritrovate, e sulla cui complessa vicenda si continua ancora oggi a indagare. Il giudice Ferdinando Imposimato ? che si è occupato in prima persona delle principali inchieste su alcuni controversi casi di sequestro di persona (tra cui, quelli di Moro, Sindona, Orlandi) ? ci offre una mappatura di questo fenomeno: un crimine che, sebbene non sia soltanto un'anomalia italiana, ha trovato nel nostro Paese un terreno particolarmente fertile nella mafia e nel terrorismo. I misteri dei grandi sequestri italiani svelati dal giudice che li ha seguiti in prima persona e ha fatto riaprire il caso Moro
  Hanno scritto dei suoi libri: 
 «Mette in dubbio la verità ufficiale con la forza di una rigorosa e inedita ricostruzione. (?) L'ex giudice fornisce una meticolosa lettura di atti e verbali, numerosi indizi inediti e testimonianze nuove di zecca di due militari a conoscenza dei fatti.» Silvana Mazzocchi, la Repubblica
 «Il libro che ha convinto la procura di Roma a riaprire l'inchiesta sulla morte di Aldo Moro.» L'Espresso
 «Un libro che va letto non come un libro in più sul caso dell'unico leader politico italiano sequestrato e assassinato, ma come la parte di una narrazione (e dunque di una documentazione) che non c'era.» Furio Colombo, Il Fatto quotidiano
 «Con puntiglioso rigore e coraggio, Ferdinando Imposimato continua a mettere insieme i tasselli mancanti sul caso Moro. Nel suo ultimo libro il giudice svela e riordina alcuni lati oscuri.» Andrea Di Consoli, Il Sole 24 Ore
 Tra i temi trattati nel libro: 
 ? Il rapimento di Paul Getty jr
 ? 1975. Il boom dei sequestri
 ? il caso Bulgari
 ? i sequestri dei marsigliesi
 ? il rapimento del duca Massimiliano Grazioli
 ? il caso di Giovanna Amati
 ? il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro
 ? il falso sequestro di Michele Sindona
 ? i colpi della banda delle belve
 ? Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi: due misteri ancora irrisolti.
 Ferdinando Imposimato È nato nel 1936, avvocato penalista, magistrato, è Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione. È stato giudice istruttore in alcuni dei più importanti casi di cronaca degli ultimi anni, tra cui il rapimento di Aldo Moro, l'omicidio di Vittorio Bachelet, l'attentato a Giovanni Paolo II. Grand'ufficiale dell'ordine al merito della Repubblica italiana, ha ricevuto diverse onorificenze in patria e all'estero per il suo impegno civile. È stato anche senatore, prima nelle liste del PDS e poi del PD. È autore di numerosi saggi, tra cui ricordiamo Vaticano. Un affare di Stato e, con Sandro Provvisionato, Doveva morire e Attentato al Papa. La Repubblica delle stragi impunite ha vinto il Premio Roma 2013 per la saggistica. Con la Newton Compton ha pubblicato I 55 giorni che hanno cambiato l'Italia e L'Italia segreta dei sequestri. Per saperne di più potete visitare la sua pagina Facebook....
SISTEMA MASSONICO E ORDINE DELLA ROSA ROSSA - VOL. 2  - LIBRO
Il conflitto tra Massoneria, Vaticano e Rosacroce per il controllo spirituale della società
di Paolo Franceschetti

Continua l'analisi in materia di massoneria, Chiesa cattolica, e sistema in cui viviamo.
 Questo libro è il punto di osservazione privilegiato per capire cosa c'è realmente dietro le vicende di sangue, trattate dai media come normali casi di cronaca nera.

 In realtà le notizie "ufficiali" occultano le feroci lotte politiche e culturali tra centri di potere riconducibili, ancora una volta, alla Chiesa Cattolica o alla Massoneria, due facce della stessa medaglia, di cui l'una non potrebbe esistere senza l'altra.
 Tra le vicende giudiziarie analizzate in questo volume (per trovare la conclusione nel terzo volume) c'è la vicenda delle Bestie di Satana.
Paolo Franceschetti, nel corso delle sue ricerche come legale di Paolo Leoni e di Nicola Sapone (considerati i leader della setta) è arrivato a scoprire che i ragazzi coinvolti nella vicenda sono quasi tutti innocenti, mentre i colpevoli veri dovrebbero essere cercati altrove, ai vertici dello Stato.
 .... e molto altro!
 Le lacrime che dai nostri occhi
Vedrete sgorgare
Non crediatele mai
Segni di disperazione
Promessa sono solamente
Promessa di lotta.
Alekos Panagulis
 Prefazione In questo secondo volume prosegue l'analisi dell'omicidio massonico, ma la ricerca diventa sempre più complessa, perché la storia della massoneria si intreccia con quella della Chiesa Cattolica e con la figura di Gesù, attorno alla quale le due organizzazioni si sono fatte una guerra spietata.
 Si arriva quindi a capire come Massoneria e Chiesa Cattolica siano due facce della stessa medaglia, di cui l'una non potrebbe esistere senza l'altra.
 Si approfondisce anche la storia del Cristianesimo, evidenziando la lotta perpetrata nei secoli per nascondere la verità su molti aspetti della storia di Gesù, con i tentativi, da parte dei rosacroce e delle società segrete, di preservarne la realtà storica e spirituale.
 Tra le vicende giudiziarie che in questo volume iniziano a delinearsi (per trovare la conclusione nel terzo volume) c'è la vicenda delle Bestie di Satana.
 L'autore, nel corso delle sue ricerche come legale di Paolo Leoni e di Nicola Sapone (considerati i leader della setta), è arrivato a scoprire che i ragazzi coinvolti nella vicenda sono quasi tutti innocenti, mentre i colpevoli veri dovrebbero essere cercati altrove, ai vertici dello stato.
 Trattandosi di una vicenda giudiziaria tra le più importanti al mondo in tema di satanismo (insieme alla vicenda Manson in America del 1969), essa è stata il punto di osservazione privilegiato per capire come dietro alle vicende di sangue che vengono trattate dai media come normali casi di cronaca nera, ci siano in realtà feroci lotte politiche o culturali tra centri di potere riconducibili, ancora una volta, alla Chiesa Cattolica o alla Massoneria.
 Indice Prefazione
 
 - Dante templare, Massone, Rosacrociano, Eretico, Anticattolico e incompreso
 - Islam e Occidente: le probabili ragioni di un conflitto inesistente
 - Una Bomber: la mano di Gladio?
 - 25 anni in mezzo alla legge e al delitto
 - Riflessioni per un mondo migliore
 - 17 omicidi (non) per caso: i misteri di Donato Bilancia
 - Rino Gaetano: alcune "coincidenze" attorno alla sua morte
 - I Black Block al G8 di Genova: chi erano e che cosa volevano realmente
 - L'assassinio di Osho: perchè si uccide un leader spirituale
 - I Misteri del Mostro di Firenze raccontati da Michele Giuttari
 - Il nome della rosa e i misteri della Rosa Rossa
 - I molti interrogativi sulla morte di Pietro Taricone
 - L'omicidio massonico Parte V: i parenti delle vittime
 - I Servizi Segreti nell'ambito dei 3 poteri di Stato
 - Sarah Scazzi Show
 - Il mistero della morte di Stieg Larsson
 - La vicenda di Sarah Scazzi e il Telefilm "RIS Roma"
 - L'omicidio di Luigi Tenco
 - Costituzione, diritto al lavoro e sistema massonico
 - Introduzione allo studio del simbolismo (e alla comprensione di Gelli, Saviano, e Ruby Rubacuori)
 - Questione Ebraica, Complotto giudaico-massonico e omicidio rituale contemporaneo
 - Il Mostro di Firenze: il terzo livello
 - Perchè fu rapito Aldo Moro
 - La Primavera del Botticelli e i delitti del Mostro di Firenze
 - L'omicidio massonico Parte VI: L'omicidio dei bambini
 - L'omicidio massonico Parte VII: come si occulta la verità
 - La fine dei templari: una ricostruzione diversa
 - La golden dawn, la letteratura horror e la realtà
 - Sacrifici umani. Testimonianze di sopravvissuti
 - Che fine fanno i 100.000 bambini l'anno che scompaiono
 - Come ti distruggo il magistrato comodo
 - L'omicidio massonico Parte VIII: lo schema generale dei vari delitti
 - L'omicidio rituale della Chiesa Cattolica (parte prima)
 - A che cosa serve la crisi finanziaria (Parte III)...
EBOOK - DOVEVA MORIRE
Chi ha ucciso Aldo Moro - Il giudice dell'inchiesta racconta
di Ferdinando Imposimato, Sandro Provvisionato

A quasi quarant'anni dal delitto Moro, questo libro rimane il punto di riferimento fondamentale per chi voglia farsi un'idea di quanto successo tra il marzo e il maggio del 1978, quando Aldo Moro fu rapito dalle Br e poi ucciso.
 I due autori hanno squarciato un silenzio durato molti anni e finalmente hanno messo a disposizione di tutti testimonianze, documenti, interrogatori rimasti nei cassetti delle procure e delle commissioni parlamentari per troppo tempo.
 Dal questo libro si può ripartire per provare a chiarire la tragedia politica più grave della nostra storia repubblicana. Non possiamo ignorare il ruolo pesante che l'Ucigos, la polizia di Cossiga, ha avuto in tutta questa vicenda, insieme al comitato di crisi, le cui relazioni, qui proposte per la prima volta, lasciano esterrefatti.
 Non è vero che non si poteva fare niente: sono state ignorate segnalazioni e bloccati ordini di perquisizione che sarebbero stati decisivi, ci sono adesso le prove che i covi di via Gradoli e via Montalcini volutamente non sono stati scoperti, alla magistratura è stato permesso di operare solo a omicidio avvenuto e chi tra la polizia sarebbe potuto intervenire è stato messo da parte. Anche le implicazioni internazionali contano eccome in questa storia: Kgb, Raf, Stasi e Cia hanno avuto un ruolo non secondario, senza togliere naturalmente alcuna responsabilità alle Br. Moro doveva essere eliminato.
 La sicurezza e la ragion di Stato non giustificano l'immobilismo. E il dolo. Viene fuori ancora una volta la malattia cronica della nostra democrazia, così fragile da non poter mai essere trasparente.
 Basti pensare a tutti gli uomini dei servizi segreti e dei corpi dello Stato iscritti alla P2, che in quei mesi stavano nella sala di comando. Coincidenze? Chi vigilava sulla nostra sicurezza attentava anche alla nostra libertà, eliminando un personaggio che sapeva troppe verità, le più imbarazzanti. Qui sta il cuore del ?caso Moro?....
Queste dichiarazioni di un esponente ufficiale del governo statunitense (assistente del segretario di Stato sotto Kissinger, Vance, Schultz, Baker) sono di dominio pubblico da tempo. Il 9 marzo 2008, sono state riportate anche dal quotidiano “La Stampa” (“Ho manipolato le br per far uccidere Moro”) e non sono mai state smentite né da Cossiga né Andreotti.
Kissinger e Napolitano al QuirinaleMa allora, come mai la magistratura italiana, ovvero la procura della Repubblica di Roma, non ha mai convocato Steve Pieczenik? Proprio Pieczenik nei primi anni Settanta fu chiamato da Henry Kissinger a lavorare come consulente presso il ministero degli Esteri, con l’approvazione di Nixon. Quel Kissinger che aveva minacciato di morte Aldo Moro e che, ai giorni nostri, è stato ricevuto come se niente fosse da Giorgio Napolitano, quello eletto da onorevoli illegittimi, che ha piazzato ben tre governi abusivi, ossia Monti, Letta, Renzi (sentenza della Corte costituzionale numero 1 del gennaio 2014) che il popolo “sovrano” non ha votato.
L’ex vicepresidente del CSM ed ex vicesegretario della Democrazia Cristiana, Giovanni Galloni, il 5 luglio 2005, in un’intervista rilasciata alla trasmissione NEXT di Rainews24, disse che poche settimane prima del rapimento, Moro gli confidò, discutendo della difficoltà di trovare i covi delle BR, di essere a conoscenza del fatto che sia i servizi americani che quelli israeliani avevano degli infiltrati nelle BR, ma che gli italiani non erano tenuti al corrente di queste attività che sarebbero potute essere d’aiuto nell’individuare i covi dei brigatisti.
Galloni sostenne anche che vi furono parecchie difficoltà a mettersi in contatto con i servizi statunitensi durante i giorni del rapimento, ma che alcune informazioni potevano tuttavia essere arrivate dagli USA: «Pecorelli scrisse che il 15 marzo 1978 sarebbe accaduto un fatto molto grave in Italia e si scoprì dopo, che Moro doveva essere rapito il giorno prima (…). L’assassinio di Pecorelli potrebbe essere stato determinato dalle cose che il giornalista era in grado di rivelare».
Lo stesso Galloni aveva già effettuato dichiarazioni simili, durante un’audizione alla Commissione Stragi il 22 luglio 1998, in cui affermò anche che durante un suo viaggio negli USA del 1976 gli era stato fatto presente che, per motivi strategici (il timore di perdere le basi militari su suolo italiano, che erano la prima linea di difesa in caso di invasione dell’Europa da parte sovietica) gli Stati Uniti erano contrari ad un governo aperto ai comunisti come quello a cui puntava Moro: «Quindi, l’entrata dei comunisti nel Governo o nella maggioranza era una questione strategica, di vita o di morte, “life or death”… come dissero, per gli Stati Uniti d’America, perché se fossero arrivati i comunisti al Governo in Italia, sicuramente loro sarebbero stati cacciati da quelle basi e questo non lo potevano permettere a nessun costo. Qui si verificavano le divisioni tra colombe e falchi. I falchi affermavano in modo minaccioso che questo non lo avrebbero mai permesso, costi quel che costi, per cui vedevo dietro questa affermazione colpi di Stato, insurrezioni e cose del genere».
La prigione di Aldo Moro, nel cuore di Roma, ovvero nel quartiere ebraico, ad un soffio da via Caetani dove il 9 maggio 1978, fu ritrovato il corpo senza vita dello statista, era ben nota al governo di allora (Cossiga e Andreotti). Il 16 marzo 1978, la strage di via Fani fu compiuta da uomini dei servizi segreti italiani. Era presente in loco il colonnello Guglielmi. Quei cosiddetti brigatisti rossi non sapevano neanche tenere in mano un’arma giocattolo, figuriamoci sparare con armi vere e assassinare due carabinieri e tre poliziotti. Mai come allora, gli apparati di cosiddetta sicurezza italiana, unitamente alle forze dell’ordine, mostrarono una così grande inettitudine voluta.
I brigatisti grazie a una trattativa segreta con lo Stato tricolore sono oggi tutti liberi. Come se la spassano adesso Valerio Morucci (vari ergastoli), Mario Moretti (condannato a 6 ergastoli) e Barbara Balzerani? A proposito: le carte sulla vicenda Moro, in barba alla legge vigente, sono ancora sottoposte all’impermeabile segreto di Stato, nonostante i proclami propagandistici di Renzi.
Anche per questo siamo una colonia a stelle e strisce, un’Italietta delle banane eterodiretta dall’estero, a sovranità inesistente.
Articolo di Gianni Lannes
Fonte: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/03/il-governo-usa-abbiamo-ucciso-aldo-moro.html
EBOOK - DOVEVA MORIRE
Chi ha ucciso Aldo Moro - Il giudice dell'inchiesta racconta
di Ferdinando Imposimato, Sandro Provvisionato

A quasi quarant'anni dal delitto Moro, questo libro rimane il punto di riferimento fondamentale per chi voglia farsi un'idea di quanto successo tra il marzo e il maggio del 1978, quando Aldo Moro fu rapito dalle Br e poi ucciso.
 I due autori hanno squarciato un silenzio durato molti anni e finalmente hanno messo a disposizione di tutti testimonianze, documenti, interrogatori rimasti nei cassetti delle procure e delle commissioni parlamentari per troppo tempo.
 Dal questo libro si può ripartire per provare a chiarire la tragedia politica più grave della nostra storia repubblicana. Non possiamo ignorare il ruolo pesante che l'Ucigos, la polizia di Cossiga, ha avuto in tutta questa vicenda, insieme al comitato di crisi, le cui relazioni, qui proposte per la prima volta, lasciano esterrefatti.
 Non è vero che non si poteva fare niente: sono state ignorate segnalazioni e bloccati ordini di perquisizione che sarebbero stati decisivi, ci sono adesso le prove che i covi di via Gradoli e via Montalcini volutamente non sono stati scoperti, alla magistratura è stato permesso di operare solo a omicidio avvenuto e chi tra la polizia sarebbe potuto intervenire è stato messo da parte. Anche le implicazioni internazionali contano eccome in questa storia: Kgb, Raf, Stasi e Cia hanno avuto un ruolo non secondario, senza togliere naturalmente alcuna responsabilità alle Br. Moro doveva essere eliminato.
 La sicurezza e la ragion di Stato non giustificano l'immobilismo. E il dolo. Viene fuori ancora una volta la malattia cronica della nostra democrazia, così fragile da non poter mai essere trasparente.
 Basti pensare a tutti gli uomini dei servizi segreti e dei corpi dello Stato iscritti alla P2, che in quei mesi stavano nella sala di comando. Coincidenze? Chi vigilava sulla nostra sicurezza attentava anche alla nostra libertà, eliminando un personaggio che sapeva troppe verità, le più imbarazzanti. Qui sta il cuore del ?caso Moro?....

Doveva Morire

Chi ha ucciso Aldo Moro - Il giudice dell'inchiesta racconta
di Ferdinando Imposimato, Sandro Provvisionato
A quasi quarant'anni dal delitto Moro, questo libro rimane il punto di riferimento fondamentale per chi voglia farsi un'idea di quanto successo tra il marzo e il maggio del 1978, quando Aldo Moro fu rapito dalle Br e poi ucciso.
I due autori hanno squarciato un silenzio durato molti anni e finalmente hanno messo a disposizione di tutti testimonianze, documenti, interrogatori rimasti nei cassetti delle procure e delle commissioni parlamentari per troppo tempo.
Dal questo libro si può ripartire per provare a chiarire la tragedia politica più grave della nostra storia repubblicana. Non possiamo ignorare il ruolo pesante che l'Ucigos, la polizia di Cossiga, ha avuto in tutta questa vicenda, insieme al comitato di crisi, le cui relazioni, qui proposte per la prima volta, lasciano esterrefatti.
Non è vero che non si poteva fare niente: sono state ignorate segnalazioni e bloccati ordini di perquisizione che sarebbero stati decisivi, ci sono adesso le prove che i covi di via Gradoli e via Montalcini volutamente non sono stati scoperti, alla magistratura è stato permesso di operare solo a omicidio avvenuto e chi tra la polizia sarebbe potuto intervenire è stato messo da parte. Anche le implicazioni internazionali contano eccome in questa storia: Kgb, Raf, Stasi e Cia hanno avuto un ruolo non secondario, senza togliere naturalmente alcuna responsabilità alle Br. Moro doveva essere eliminato.
La sicurezza e la ragion di Stato non giustificano l'immobilismo. E il dolo. Viene fuori ancora una volta la malattia cronica della nostra democrazia, così fragile da non poter mai essere trasparente.
Basti pensare a tutti gli uomini dei servizi segreti e dei corpi dello Stato iscritti alla P2, che in quei mesi stavano nella sala di comando. Coincidenze? Chi vigilava sulla nostra sicurezza attentava anche alla nostra libertà, eliminando un personaggio che sapeva troppe verità, le più imbarazzanti. Qui sta il cuore del ?caso Moro?.
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