martedì 25 ottobre 2016

XXVIII – X – MCMXXII: LA MARCIA SU ROMA

XXVIII – X – MCMXXII: la Marcia su Roma

L’ora della battaglia decisiva è suonata...

XXVIII – X – MCMXXII: la Marcia su Roma
L’Alba di una nuova civiltà era partita ed aveva avuto il suo inizio il 28 ottobre 1922
“L’ora della battaglia decisiva è suonata... Il Fascismo snuda la sua spada per tagliare i troppi nodi di Gordio che irretiscono e intristiscono la vita italiana. Chiamiamo Iddio sommo e lo spirito dei nostri cinquecentomila Morti a testimoni che un solo impulso ci spinge, una sola volontà ci raccoglie, una passione sola c’infiamma: contribuire alla salvezza e alla grandezza della Patria…  Il Quadrumvirato”
Da queste righe vergate in un testo che passerà alla storia, prenderà il via la Marcia su Roma. Il XXIX Ottobre il Re chiederà al futuro Duce l’incarico di formare il Ministero. Squilla il telefono, il Generale Cittadini, primo aiutante di campo del Re, chiede a Mussolini di recarsi a Roma per formare il Governo. Ma il Duce invita il Generale a formalizzare la domanda tramite telegramma. Chissà, forse non si fidava di quel che gli veniva chiesto al telefono? Ci fu un botta e risposta, era anormale la richiesta, ma alla fine fu inviato il telegramma. Certamente non era convenzionale quel che veniva chiesto, ma sicuramente ciò che viene scritto rimane nel tempo e non vi potevano essere scherzi da parte di qualcuno, la posta in gioco era molto alta. La Marcia su Roma non fu un evento occasionale,  una gita fra amici, ma fu un percorso ben calcolato. Studiato notte dopo notte. Nulla doveva essere lasciato al caso. Non bisognava fallire e anzi occorreva seguire alla lettera quegli obiettivi che nel corso della vita Mussolini aveva sempre cercato e voluto. Erano state mobilitate trecentomila camicie nere. Poteva accadere di tutto. Molto sangue poteva essere sparso sul suolo dell’Italia. Aspettavano solo un segnale per muoversi. Il Duce pensava a cosa fare, era sempre stato combattivo, ma ora la situazione imponeva  tranquillità e serenità. Ragionare senza farsi prendere dai sentimenti. Ogni evento futuro dipendeva dalle decisioni e dalle conseguenze odierne. Tre anni di conflitti, di battaglie  ora avevano trovato l’epilogo nella Marcia su Roma. Il XXVIII ottobre sarebbe stata la data che avrebbe segnato il cambiamento. Mussolini voleva rinnovare, ricostruire dalle fondamenta il  modo di vivere degli Italiani. Ridare alla Patria quella dignità che l’aveva vista grande durante l’Impero Romano. La rivoluzione con la Marcia su Roma era incominciata. Le teste calde non mancavano, quelle che avrebbero voluto “far fuori” il vecchio Governo. Ma Mussolini proibì le rappresaglie. Avevano vinto e questo era l’importante. Ora bisognava ritornare alla normalità, dare alla Patria la disciplina di cui aveva necessità.  Occorreva lavorare per costruire un nuovo Governo e far ripartire l’economia del Paese. La politica interna e quella estera avevano bisogno di nuova linfa, l’Italia doveva risorgere. L’Alba di una nuova civiltà era partita ed aveva avuto il suo inizio il XXVIII - X - MCMXXII

Edda Negri Mussolini
Giornale d'Italia
 

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