sabato 5 luglio 2014

CONSIDERAZIONI - SIAMO IN ITALIA



Considerazioni

Siamo in Italia 



Ai più sarà sfuggita, oppure i più hanno già dimenticato, l’affermazione, ”non preoccuparti non ci fanno nulla SIAMO IN ITALIA” di uno dei tanti scafisti che quotidianamente scaricano sulle nostre spiagge tanto prezioso materiale umano, anche con l’aiuto dell’operazione “Mare Nostrum”.

Certo il novello Caronte sa benissimo che il concetto di giustizia, delitto e pena si ribalta completamente da una sponda all’altra del mediterraneo, da una parte la shariah - la legge islamica – che non ammette scusanti a fronte di qualsiasi infrazione alla legge, ad esempio i ladri vengono portati in piazza e un braccio su un ceppo viene amputato lentamente con un seghetto, da noi invece i ladri ci governano dal '45 senza soluzione di continuità e senza il minimo timore di perdere alcunché neppure la faccia.

Però bisogna dire che quello scafista in due parole SIAMO IN ITALIA ha sintetizzato perfettamente, alla faccia dei soloni sapientoni giornalisti e animali da talk show, i paradossi assurdi della situazione che stanno vivendo sulla propria pelle gli abitanti di questo povero Paese.

Un ex presidente del consiglio, condannato per frode fiscale e affidato ai servizi sociali, continua trattato da leader a dominare la scena politica, facendo la sua campagna elettorale e godendo dell’ampia visibilità concessagli dai media, anche quelli non suoi e a proclamarsi vittima di un sistema che invece continua a proteggerlo. Tutto si spiega SIAMO IN ITALIA.

Nonostante le verità storiche, che seppure lentamente affiorano sulle stragi di gente innocente perpetrate dai partigiani dopo il 25 Aprile 1945, si continua a festeggiare tale data, si continua a insegnare ai giovani che quella fu la data della liberazione, non quella della fine della sovranità e dell'indipendenza per l’Italia da allora a tutti gli effetti colonia americana, però almeno ufficialmente SIAMO IN ITALIA.

Il nostro paese è in una crisi sociale ed economica senza precedenti, però spendiamo nove milioni di euro al mese per andare a prendere in acque internazionali barconi di immigrati per trainarli sulle nostre spiagge, mentre altri Paesi anche loro cristiani ma meno buonisti di noi come Spagna, Grecia, Malta, li respingono senza problemi sapendo che, continuando ad accoglierli, presto arriveranno qui a milioni, già, ma SIAMO IN ITALIA.

Chi uccide per la strada, guidando ubriaco o sotto l'effetto di droghe o perché parla al telefonino, continua beatamente a fare la propria vita alla faccia della sua vittima e dei suoi famigliari, cavandosela con una pena ridicola e al massimo con qualche mese di sospensione della patente, nel mondo civile non succede, ma qui sì, SIAMO IN ITALIA.

E' più difficile che un non ricco si affermi in politica che un cammello passi per la cruna di un ago, già ma SOLO IN ITALIA.

Cinque milioni di elettori hanno riposto il destino del loro Paese nelle mani di un ex comico che un giorno si proclama la reincarnazione di Garibaldi (qui si fa l’Italia o si muore - ndr ) il giorno dopo dice ai napoletani che hanno fatto bene a fischiare l’inno nazionale nella finale di Coppa Italia, questo può succedere solo perché SIAMO IN ITALIA.

In Cina, che si appresta a diventare la prima potenza economica mondiale, chi corrompe o è corrotto si becca un proiettile nella nuca noi invece, che stiamo inesorabilmente cadendo nel baratro, abbiamo abolito il reato di falso in bilancio (made Berlusconi) e i corrotti sono in Parlamento o in TV come star e, se per sbaglio vanno per poco in galera, gli paghiamo pure lo stipendio, SIAMO IN ITALIA.

Tutto ciò che ho elencato succede ed è successo e succederà nell’Italietta nata dalla resistenza e cresciuta all’ombra della corruzione, del ladrocinio, del clientelismo, dell’ipocrisia e dei falsi moralismi dei media e della classe dirigente.

Checché se ne dica, i misfatti elencati non si sarebbero mai verificati nell’Italia fascista dove certi personaggi, BERLUSCONI in primis, sarebbero già in carcere da un pezzo in condizioni di non più nuocere alla gente onesta.

Uno nessuno e centomila

                                                                                                                                       

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